giovedì 31 maggio 2012

Rotta verso Oulu

Calma apparente dopo la tempesta. Dopo le "gradevoli" vicende sociali ho proseguito verso sud lungo l`interminabile E8. Il paesaggio e`cambiato, e`passato dai boschi di betulle e conifere al seminativo, con fattorie e odore intenso di concime. A Juoksenki, villaggio con una ventina di case, ho visto un cartello indicante un campeggio. La reception era chiusa ma ho chiamato per telefono il numero indicato. In meno di due minuti e`arrivata una donna in auto. Sorridente e cordiale, mi ha fatto dormire in una cabina di legno scontandomi il prezzo: invece di trenta, venti euro. Allora non tutte le donne sono cattive in Finlandia ? ...e no ! La persona in questione era russa !

L`unico posto dove mangiare qualcosa era un capannone a un chilometro dal campeggio dove servivano carne di renna. Mi sono recato sul posto all`orario di cena, verso le 19, e ho visto che era chiuso. Volete sapere gli orari di apertura ? Dalle 9 del mattino alle 17. Evidentemente oltre che a pranzo  i finlandesi mangiano carne di renna a colazione e a meta`pomeriggio, insieme al Te` Earl Grey delle cinque. Ho rinunciato alla carne di renna, animale che finora ho soltanto fotografato, quindi ho fatto ritorno e mi sono cucinato una pasta col ketchup, concludendo la giornata.

Poi ancora rotta verso sud. Adesso sono a Virpiniemi, poco a nord di Oulu. Sono in un ostello dotato di sauna e dai prezzi ragionevoli. Virpiniemi e`un piccolo villaggio con l`anima sportiva; ci sono campi da calcio, campi da golf, capannoni per attivita`fisica al coperto e piste ciclabili. Nel pomeriggio ho provato la sauna finlandese; sono rimasto dentro tre quarti d`ora e devo dire che una volta fuori mi sono sentito depurato, piu`leggero e soddisfatto. In particolare e`molto bello l`odore di resina emanato dal legno della cabina, quando la sauna e`in funzione. Le cabine di legno per la sauna sono una costante del paesaggio. Le ho viste anche nelle campagne piu`sperdute, a circa dieci-venti metri dalla casa principale. Alle volte ho visto abitazioni disastrate e semidiroccate, ma la cabina per la sauna e` sempre in condizioni migliori, curata e ben tenuta. Si riconosce dal fumaiolo cilindrico.

Mi chiedono come sono le donne in Finlandia, se sono "gnocche" ecc. - Le finlandesi sono in tutto e per tutto uguali alle russe, anche nel modo di truccarsi. Alcune sembrano timide; altre sono aggressive e sgarbate; salutano a stento, spesso e volentieri guardano storto e non salutano affatto. Accanite fumatrici e provviste di piercing in quantita` tale da allarmare il metal detector a trenta metri di distanza. A Muonio le ho viste visibilmente ubriache alle quattro del pomeriggio - barcollavano per la strada insieme ai loro partner anch`essi sbronzi. Anche l`obesita` e`molto ma molto diffusa. Nei supermercati l`atteggiamento e`del tipo isterico-stressato: "non rompermi troppo i coglioni, sto reggendo io da sola le sorti del mondo".
Io ne sto alla larga. Questa non e` la fotografia di TUTTE le donne finlandesi, e`quello che ho visto io. Il mio in fondo e`un viaggio breve. Forse ho incontrato le persone sbagliate - forse mi sono fatto, mi sto facendo un`immagine sbagliata di questo Paese.

Quanti "forse", pero`, e tutti in una volta sola.










mercoledì 30 maggio 2012

Un Paese da evitare come la peste

Voglio far sapere che la Finlandia non e`quel dorato Paese tutto pesca al salmone e torrenti e Natura impeccabile e sauna.

La Finlandia e`sporca innanzitutto. Di spazzatura ai lati delle strade ne ho vista tantissima, oltre a carcasse di macchine abbandonate da tempi immemorabili. Mi fermo innumerevoli volte per mille motivi diversi, e ho visto rifiuti di ogni genere. Smettiamola di dire che solo l`Italia e`sporca, mentre "i nord europei sono un esempio di civilta`e ordine ecc." - non e`affatto così.

In Finlandia mi e`stato negato da una donna il permesso di accamparmi a debita distanza da una fattoria come prevede la loro Legge. E questo ancora prima che lo chiedessi.

In Finlandia una donna di 70 anni mi ha negato un litro d`acqua, sbattendomi la porta in faccia. In ventidue anni di bicicletta non ho mai visto niente di simile. Negare l`acqua a un ciclista che sta visitando il tuo Paese con fatica e sacrificio e`quanto di piu`aberrante si possa commettere.

In Finlandia comandano le donne. Con tutto il comportamento uterino e schizofrenico che ne deriva di conseguenza. Questo perche` l`eccesso di potere loro accordatogli gli ha dato alla testa.

La Finlandia dal punto di vista paesaggistico e umano e`la metafora del nulla. Sconsiglio a tutti di visitare questo Paese, meno che mai in bicicletta. Appena potro`pubblichero`le mie "memorie" in inglese su siti Internet dedicati ai ciclisti, in modo da scoraggiare chiunque progetti di recarsi qui.

Vorre anche rammentare a tutti che la Finlandia e`stata la nazione che due anni fa ha avuto il buon gusto di suggerire ai greci: vendetevi il Partenone per sanare il vostro debito. Questo la dice lunga.

Buona pesca e buona sauna, gente !

domenica 27 maggio 2012

Finlandia

Per raggiungere la Finlandia bisogna portare la bici dal livello del mare a 560 metri d`altezza. Non e`stato uno scherzo, soprattutto perche`ho risalito una vallata selvaggia sotto una pioggia incessante e un cielo grigio come l`asfalto. Il confine si trovava in un altopiano brullo e malinconico, dove c`erano solo pietre e colline scure macchiate di neve. Poi un villaggio di una decina di case prima del grande lago Kilpisjarvi. Ho percorso qualche chilometro a fianco della riva e ho visto una strada che si dipartiva sulla destra; portava a una casa di legno. Sulla porta c`era una scritta in finlandese, doveva trattarsi di una specie di stazione biologica. Non c`erano segni di passaggio recente, e a pochi metri c`era una cabina di legno aperta adibita a legnaia. Ho rimosso alcune scope e pale che si trovavano all`interno per collocarci il sacco a pelo. Prima di cena e dopo cena ho acceso un fuoco sulle rive del lago ghiacciato, ascoltando per la prima volta la radio finlandese. Il linguaggio suonava diverso, aveva una musicalita`russa.

Il giorno dopo ho raggiunto Karesuvanto, dove ho riposato un giorno. Ho visitato una strana abitazione di legno sulla riva del fiume Muonio. Sembrava la casa di legno di "Una casa nella prateria". Era una specie di luogo di ritrovo, una chiesa di una religione che non avevo mai sentito prima, fondata nell`800 da un biologo di nome Laestadius e diffusasi nell`area Scandinava.
La casa era costruita a due metri dalla riva - incredibilmente in tutto questo tempo non era stata spazzata via dal fiume, che non e`esattamente un torrentello ma e`ampio e impetuoso. All`interno c`era un odore intenso e inebriante di legno vecchio di secoli, un camino in pietra, delle panche e un tavolo con due candelabri. Sedendosi si vedeva il fiume scorrere dalle finestre di vetro soffiato e sembrava di viaggiare sull`acqua. Alle pareti vecchie fotografie in bianco e nero del fondatore, della moglie e di alcuni adepti dalle espressioni finniche, occhi a mandorla visibilmente mongoli. Ho immaginato questa gente raccolta in quel locale, con fuoco acceso, a lume di candela, intenta ad ascoltare i sermoni del rettore. Una cultura lontana migliaia di chilometri dalla nostra.

Ho pensato che la bicicletta mi aveva portato fin qui - e ho fatto rotta ancora verso sud, lungo le strade desolate del settimo Paese del viaggio, forse il piu`difficile da decifrare.

Tempeste e ripari di fortuna

Ho lasciato Sortland con un vento molto forte da sud, fortunatamente favorevole alla direzione di marcia. Rotta verso Andenes, ultimo avamposto delle Vesteralen. Nel corso della giornata la violenza del vento e`aumentata e con esso e`arrivata la pioggia. Ho raggiunto Andenes letteralmente volando. Il paese era deserto, erano le 16 e c`era in atto una vera e propria tempesta. Un unico albergo, grigio cubo di calcestruzzo: scartato. Mi sono diretto verso la zona del porto e ho trovato un edificio aperto. Al piano terra quattro porte dipinte di bianco chiuse; al primo piano due gabinetti, aperti - poi tre porte bianche chiuse e una non dipinta con scritto numero 5: aperta. All`interno c`erano reti da pesca e vecchi mobili, nell`insieme era pulita, senza bottiglie abbandonate o segni di attivita`losche. Ho dormito per terra, al riparto dal vento che nella notte faceva tremare l`edificio. Il mattino dopo sono uscito di nascosto prima che gli operai del capannone dirimpetto mi vedessero.

Ancora pioggia il giorno dopo, verso Risoyhamn. Qui ho dormito in una capanna lappone a forma conica, accendendo un fuoco all`interno nello spazio ad esso dedicato. Il posto mi e`stato gentilmente indicato da un postino in pensione cordiale e sorridente, che mi ha anche mostrato dove si trovava l`imbarco della nave Hurtigruten, non ben segnalato. Ho mangiato qualcosa presso l`unico locale del villaggio, un B & Breakfast gestito da una donna mia coetanea che mi guardava in uno strano modo, con occhi gelidi e un falso sorriso. Mi comunicava negativita`, non so cosa rimuginasse nella testa. Al momento di pagare la mia carta di credito non funzionava ( per colpa sua ) e lei si e`risentita, guardandomi dall`alto in basso come a dire: "va bene va bene puoi andare adesso, hai avuto il pasto gratis". Due giorni dopo le ho spedito le sue preziose 90 corone + altre 10 in omaggio da un ufficio postale, con tanti saluti.

Da Risoyhamn sono partito in traghetto alle 4,30 del mattino alla volta di Tromso. Ho goduto del paesaggio dei fiordi dalla poltrone dell`Hurtigruten, poi ho visitato Tromso in una bella giornata di sole. Mi sono accampato a venti chilometri dalla citta`vicino una casa privata. Non mi e`stato offerto nulla, neanche un caffe` - solo l`uso del rubinetto esterno, perche`lo avevo chiesto io.

L`ultimo giorno in Norvegia e`trascorso viaggiando lungo il fiordo che conduce a Skibotn. Mi sono fermato presso un piccolo porticciolo e ho piantato la tenda davanti al mare. Ne avevo un po`abbastanza della Norvegia, Paese in cui la gente sorride molto ma aiuta poco. Ma in fondo per conoscere una nazione bisognerebbe viverci almeno un anno. Voglio pero`dire che contrariamente a quanto proclamato da molti, l`ospitalita`in queste parti del Nord e`davvero scadente rispetto al sud della Svezia.

sabato 19 maggio 2012

Due amici

Da Sølvek ho attraversato l`interno dell`isola e raggiunto Refnes, dove un ferry in venti minuti collega la parte est e la parte ovest dell`isola di Hinnøya. Il tragitto e`stato un continuo susseguirsi di panorami mozzafiato. Prima di arrivare al porto ho percorso chilometri a fianco di spiagge deserte e solitarie, molto malinconiche. Dalla parte interna della strada vedevo parecchie fattorie abbandonate, con mezzi di locomozione degli anni `50 lasciati ad arrugginire all`aperto. All`imbarco mancavano quaranta minuti; due donne viaggiatrici mi hanno offerto del cibo: panini col burro, torta di mele e caffe`. Ho mangiato selvaggiamente sulla banchina mentre loro osservavano beate il mio apprezzamento.

Una volta passato dall`altra parte dell`isola ho raggiunto Sortland, prima con un tratto costiero di struggente bellezza, poi con un tratto interno freddo e ventoso. Una galleria di oltre due chilometri non segnata sulla carta mi ha messo in ansia, ma tutto e`finito bene.

Sortland e`una cittadina portuale, con quasi tutte le case di colore azzurro o blu. Sorge immediatamente al di la`di un immenso ponte che la collega all`isola di Langøya, ancora piu`a ovest. Piogge e vento flagellano la citta`all`infinito per tutto il giorno e per tutta la notte. Il vento e`violento qui in Norvegia - spero di averlo il piu`possibile a favore.

Mi sono fermato un giorno qui a Sortland in un ostello che si trova nel retro di un albergo di alto livello, ne costituisce la "parte povera". Ho incontrato due altri ospiti, due polacchi sulla cinquantina. Lavorano nelle costruzioni; uno di loro e`separato da anni, ha vissuto in Italia e in Canada. L`altro e` sposato e vede la famiglia raramente. Queste due persone sono state molto gentili con me; hanno tirato fuori tutto l`inglese che potevano pur di comunicare; mi hanno raccontato un po` la loro vita, che non e`stata e non e`tutt`ora affatto facile. Ma mi ha colpito il loro senso profondo di onesta`, la loro volonta`di lavorare, di tirare avanti. E malgrado i loro problemi, le loro nostalgie, mi sono sembrati positivi e sorridenti. Avrebbero tutti i motivi per essere tristi e abbattuti, invece emanavano allegria, e questo senza bisogno di ricorrere all`alcol.

Questo post e`dedicato a loro. Gli auguro ogni fortuna.

venerdì 18 maggio 2012

Conchiglie, barche, gabbiani, fuoco, felicita`

Sono in Norvegia. La strada attraversa un territorio tormentato prima di decidersi a raggiungere il mare; ho dovuto faticare non poco. Poi e` apparso improvvisamente il fiordo di Narvik, uno degli innumerevoli della frastagliatissima costa norvegese. Sono precipitato lungo una serie di tornanti sulla E6, la strada costiera, dove ho incontrato parecchio traffico, il 70% costituito da camperisti diretti a Capo Nord. L`ora di pranzo era gia`passata da un pezzo, e mi sono fermato presso una spiaggia, una piccola insenatura con un pontile e una rimessa per barche. Faceva caldo, sui venti gradi, un altro mondo rispetto alla Svezia. Ho mangiato due panini, scaldato un caffe`e osservato beato il mare, che non vedevo da tempo. Ho raccolto conchiglie sulla spiaggia e mi sono sentito felice, poi sono ripartito verso Bjerkvik, con l`intenzione di campeggiare liberamente in riva al mare. Ho piantato la tenda a qualche decina di metri dalla riva - dal lato opposto si specchiavano montagne innevate. Non avrei per nulla al mondo accettato di dormire in un albergo, di chiudermi in una stanza; questo posto era fin troppo bello, era proprio fatto per stare in tenda.

Il secondo giorno ho attraversato con una certa fatica strade interne, poi ho incontrato di nuovo il mare. Mi sono fermato a Sølvek, dove ho piantato la tenda nei pressi di una rimessa per barche, ancora una volta in riva al mare. Il posto odorava di salsedine, c`erano reti e attrezzi da pesca e una povera barca di legno abbandonata, con la chiglia all`insu`. Quando ho iniziato a cucinare e`arrivato il proprietario; credevo si arrabbiasse per la mia invasione, invece mi ha detto che non aveva nulla in contrario, poi se n`e`andato senza salutare: un po` strani questi qui, penso io. Invece quest`uomo e` tornato cinque minuti dopo con una tanica d`acqua da 10 litri e una quantita` enorme di legna tagliata di betulla; ha acceso un fuoco e ha detto che potevo servirmene per scaldarmi o per arrostire, se volevo. Forse pensava dovevo arrostire un intero bue, vista la legna che aveva portato.

Questa persona non mi ha dato cibo o birra, ma mi ha fatto un grande regalo: quel fuoco col quale mi sono scaldato, sedendomi sulla barca abbandonata; e`stata una delle serate piu`affascinanti del viaggio; dopo cena sono rimasto a osservare le fiamme, mentre cadeva una pioggia molto fine. Ho pensato a questa mia "avventura" da tanto tempo desiderata, ma anche a tutta la strada che avevo fatto, e a tante altre cose alcune delle quali molto personali. C`era un gabbiano che nuotava sul mare, a pochi metri da me; un gabbiano solitario che galleggiava sull`acqua e sembrava incuriosito - e` rimasto un sacco di tempo nei pressi del piccolo "porto" in cui ero approdato. Poi e`andato via. Ho aggiunto ciocchi di legna fino alle dieci della sera, quindi mi sono ritirato nella tenda; ho dato un ultimo sguardo alla spiaggia, prima di infilarmi nel sacco a pelo.

E ho pensato che la vita e`proprio bella, se sai apprezzare i suoi doni piu`semplici.

Addio Svezia

Martedi 15 maggio ho finalmente lasciato Kiruna. Ho fatto bene ad aspettare: cielo splendido e clima fresco. La strada in pianura o leggermente in discesa e il vento a favore hanno fatto il resto. Sapevo che l`epilogo svedese sarebbe stato memorabile, e lo e` stato. Il nastro d`asfalto costeggia per oltre 40 chilometri il grande lago Tornetrask, regalando panorami spettacolari. Ho ingranato un rapportone da passista e mi sono seduto, godendomela tutta. Il collo era sempre girato a destra, tanto e` stato bello questo tratto del viaggio. Montagne e ghiacciai, scenari che sembravano usciti da un film ambientato in Terra del Fuoco. Se vi capita di visitare la Svezia non perdetevi questa parte del Paese, e`veramente spettacolare. Puo`anche costituire un ottimo biglietto da visita per chi procede dalla direzione opposta alla mia, cioe`dalla Norvegia.
Ho terminato questa tappa ad Abisko, dove il lavoro fotografico e`proseguito dopo cena. Abisko e`un piccolo insediamento di antica vocazione turistica. Da qui, per chi ha voglia di camminare parte il Kungsleden, un sentiero per escursionisti che si snoda per 450 chilometri tra scenari selvaggi al confine tra Svezia e Norvegia. All`ostello di Abisko ho incontrato due giovani tedeschi che ne avevano percorso un tratto. Questi due tipi la sera hanno cucinato e mangiato una quantita`impressionante di polpette di carne - mai visto mangiare tanta carne in una volta sola. Ci hanno aggiunto sopra salse a base di maionese, marmellata, e hanno innaffiato il tutto con birra e bevande gassate. Continuavano a parlare del sentiero e nel frattempo ingurgitavano cibo emettendo grugniti di soddisfazione. Amicizia e scambio di idee, battute e risate...pero`almeno due, dico due, polpette potevano anche avere la gentilezza di offrirmele. Sempre tutti di un pezzo, i signori germanici.

Il giorno successivo ho salutato la Svezia. Pochi entusiasmanti chilometri per il confine con la Norvegia. Sono giunto quasi all`improvviso al cartello con la scritta "Norge"; ho atteso che un gruppo di turisti chiassosi si togliesse dai piedi e ho fatto la foto di rito con l`autoscatto. Tutta la Svezia era dietro di me. Senza sconti ne` scorciatoie. Neanch`io riesco a crederci, alle volte. Poi ho messo la giacca a vento e ho ripreso a pedalare verso il sesto Paese del viaggio.

Addio Svezia.

lunedì 14 maggio 2012

Kiruna cittadina mineraria

   Ancora una giornata a Kiruna, a causa del maltempo. Ieri era splendido, ma ero stanco; oggi sono in forze ma nevica dalle cinque del mattino, e c`e`anche scarsa visibilita`. Di partire ugualmente non se ne parla - la regione del lago Torneträsk voglio godermela con il sole, che a quanto proclama il dio Internet arrivera` (parzialmente) domani.

   A Kiruna ci sono ancora i mucchi di neve sporca ai lati delle strade, e sono mucchi alti. Deve fare un clima veramente inclemente qui in inverno. Le strade di questa citta` sono tutte dissestate e sporche di ghiaia, con numerose e pericolose buche. Come in ogni citta` mineraria che si rispetti l`edilizia e`del tipo "palazzo dormitorio". Non esiste un vero e proprio centro, sembra che il paese sia cresciuto disordinatamente - case e palazzi sono stati tirati su in fretta dove si poteva e senza volonta` alcuna di abbellimento. Kiruna vive della sua miniera, che appare da ogni angolo, da ogni via. Un`area immensa con scavi a gradino sui fianchi delle colline, e una torre di controllo sulla cima con una luce lampeggiante. Si potrebbe ambientare un film di fantascienza, sarebbe perfetto. I locali tipo pub, pizzerie eccetera sono chiusi la domenica sera, e anche il sabato pomeriggio ho visto poca gente in giro. Ci sono dei tipi che fanno il giro del paese con delle vecchie auto restaurate degli anni `50 - le ho viste in tutta la Svezia queste vetture; qui i proprietari consumano carburante facendo dei giri in tondo nel "centro" del paese per farsi notare, non ho capito da chi.

   Kiruna e` imbiancata adesso. E non diventa piu` bella. La Svezia non e`solo giardinetti recintati e casette romantiche. Come la vita non e`tutta rose e fiori.

   Adesso vado a comprare qualcosa al supermercato ICA. In Svezia esiste un solo supermercato: si chiama ICA ed è sempre uguale, standardizzato in tutto il Paese, dall`estremo sud all`estremo nord - persino le facce delle cassiere sono le stesse; sembra una situazione da Paese socialista. Esiste anche un`altra catena, la KOOP Konsum, ma e`molto meno diffusa. Le arance costano 20 corone al chilo ( due euro al chilo ), il doppio che al nord Italia, ma il prezzo e`giustificato dalla grande distanza che devono percorrere. Quello che mi fa rabbia e`che vengono tutte dalla Spagna.
Noi preferiamo mandarle al macero, le nostre favolose arance siciliane.
Mi consola almeno vedere che sugli ICA-scaffali la pasta e l`olio sono al 100% monopolio italico.

   Littoria e` legata con un lucchetto alla recinzione davanti l`ostello. E`coperta di neve. Domani si riparte, almeno spero.

sabato 12 maggio 2012

Cronache lapponi

Arvidsjaur, Jokkmokk, Porjus. Tutte localita`che da anni avevo sognato di raggiungere. Il mondo e`tutto un sogno quando ti trastulli sulla carta geografica. Questi centri sono in realta` molto piccoli, in meno di cinquecento metri li hai attraversati per intero. E tra l`uno e l`altro ci sono incolmabili distanze. Quattro giorni fa ho lasciato Arvidsjaur, dove si trova un villaggio Sami (=Lappone) ben conservato, e ho proseguito sulla E45. Ho pedalato per 102 chilometri fino a Kåbdalis, unico minuscolo villaggio dove ho potuto comprare qualcosa da mangiare. Nel negozio di alimentari ho incontrato un ragazzo che mi ha aiutato a reperire una sistemazione per la notte: in tenda sulla neve presso un campeggio di un amico, vicino l`edificio con docce, wc e cucina, al prezzo simbolico di 50 corone (poco piu`di 5 euro). Questo giovane aveva passato mezz`ora a telefonare a tutto il paese, e si vergognava del fatto che qualcuno non si fosse offerto di ospitarmi gratis a casa sua.

Mercoledi 10 aprile alle ore 11,13 e al km 3953 ho raggiunto e superato il Circolo Polare Artico. Non c`era nessuno a infastidirmi sul grande piazzale dove si trova l`altrettanto grande cartello bianco con la scritta in quattro lingue. Sognavo da tanto tempo di scattare una foto qui insieme alla bici. Ne ho scattate una ventina, alla fine.

Ieri ho raggiunto Gällivare, centro minerario che si trova all`ombra della spoglia collina Dundret, m.821. Due mesi esatti di viaggio. Da quello che sapevo l`ostello e il campeggio dovevano essere chiusi, invece erano aperti. Il proprietario mi ha fatto dormire nell`ostello situato in una magnifica posizione vicino a un fiume. Mi ha scontato il prezzo del 50% perche`sono arrivato qui in bicicletta. Questa sistemazione comoda e inaspettata mi ha reso felice. Mi sono recato in centro per fare il  backup delle foto digitali. L`unica possibilita`era il negozio Expert che si trovava all`interno di un centro commerciale. Sono entrato con tutta la bici carica sotto lo sguardo sbalordito di quelli che stavano seduti ai tavolini dei bar leccando gelati e sorseggiando bevande. Ci sono stati problemi con il trasferimento delle immagini su DVD, tanto che ho finito per stare all`interno del negozio oltre un`ora, sollevando l`impazienza del "boss" che non ne poteva piu`di vedermi posteggiato li`. Neanch`io ne potevo piu`di lui e del suo negozio in cui la temperatura mi faceva star male, sfiorava i 30 gradi. Finita la tormentata operazione sono uscito fuori dal centro commerciale; c`era un tipo magro e pelato sulla cinquantina che mi stava dietro e continuava a borbottare "Cyclat forbjud...cyclat forbjud.." ( in bici e`proibito ), sembrava non avere tutte le rotelle a posto. Ma vai a farti benedire, idiota ! Questa non e`una bici qualsiasi, questa e` Littoria. Ha attraversato tutta la Svezia da sud a nord - dovresti essere onorato. E stalle lontano, potresti farti male !

Sono rientrato all`ostello di Gällivare e ho provveduto a sistemare i raggi cigolanti della ruota posteriore. Intervento delicato che se non eseguito porta a rottura degli stessi. Poi finalmente doccia calda, brindisi con birra e sessione di fotografia naturalistica a strani uccelli nei pressi del fiume, dove la sera si e`specchiato un tramonto magnifico.

Oggi ho raggiunto Kiruna, dove si trova la miniera di ferro LKAB, la piu`grande della Svezia. Ho percorso solo cinquanta chilometri, ma nella piu`totale stanchezza. Ho le gambe "vuote", e per di piu`e`arrivato un vento gelido da nord, ovviamente contrario alla direzione di marcia. Inoltre ha nevicato per quasi due ore, ma ormai a questo ci ho fatto l`abitudine. Manca poco per lasciare la Svezia, che forse mi tratterra`un giorno in piu`, per riposare.

Prima della frontiera norvegese la strada E10 costeggia il lago Torneträsk per decine e decine di chilometri, regalando a quanto ne so panorami fantastici. Appena faro`il pieno di proteine e di sonno ripartiro`, questa volta verso ovest, verso il mare.

In molti mi chiedono se raggiungero`Capo Nord. La risposta e`no. Questo viaggio non ha per meta Capo Nord. Esso costituisce una meta di massa e a me non piace sentirmi parte della massa, l`ho scritto nella piccola biografia del blog; ho gia`avvistato i primi camperisti lungo la strada, e io non voglio aggregarmi ad essi, mescolarmi a famiglie con bambini e cane al seguito. Dai resoconti di innumerevoli viaggiatori anche ciclisti non emerge nessuna soddisfazione particolare nel raggiungere Nordkapp, il cui globo metallico e`stato talmente visitato e fotografato e pubblicato su Internet che ormai mi (ci) sembra di conoscerne i singoli bulloni e le macchie di ruggine.

Questi viaggi (i viaggi in bici) richiedono una quantita` immensa di energia, fisica e psicologica: secondo me Capo Nord non la merita.
Io punto alle isole norvegesi, le Vesterålen, infinitamente piu`interessanti dal punto di vista fotografico.

E ora vado a riposarmi perche`sono stanco, e quando sono veramente stanco ne ho un po` piene le palle del viaggio e delle fatiche che esso richiede. Come si dice dalle nostre parti: Alla prossima...

lunedì 7 maggio 2012

E45 Route

Fra le nuvole che riempiono i cieli freddi della Scandinavia ne esiste una che mi segue e si espande continuamente: e´la nuvola dei miei pensieri. La lunga, infinita strada E45 e´famosa per aver prodotto nei ciclisti viaggiatori innumerevoli crisi di solitudine. Io non ho avuto crisi fino ad ora, ma quando pedalo per decine e decine e decine di chilometri senza incontrare nessuno, neanche rare abitazioni, sono sopraffatto dai pensieri.
Non si tratta di grandi rivelazioni, dai contenuti mistici o filosofici: in realta´per quanto ridicola la cosa possa sembrare, penso a cose ridicole, a scemenze. Affiorano ricordi d´infanzia soprattutto. Qualla festa di compleanno a casa di mio cugino, a dieci anni; quella brutta figura che ho fatto dinanzi ai parenti, in quella festa di Natale del 1978...e tanto altro, infinito altro...tutte cretinate.
Si ripetono e si avvicendano all`infinito. E non c´e´modo di spegnerle ascoltando musica. La nuvola dei pensieri stupidi non si lascia fregare, e diventa piu´forte - piu´spessa.

Lascio parlare il silenzio. Assordante silenzio qui dove si registrano le densita´di popolazione piu´basse d`Europa. Stamattina mi sono fermato per mettermi gli occhiali da sole, e ho percepito come una presenza invisibile, come un rumore vicino a me, era come se a pochi metri qualcuno mi osservava - anche se non c`era nessuno. Forse era un rumore portato dal vento. E´strano il Nord. Capisci perche' qui alcuni escono fuori di testa, si comportano in modo strano, perlomeno eccentrico. Troppo silenzio, e solitudine, e distanze troppo grandi. Non oso immaginare come ci si debba sentire qui in inverno, quando per sei mesi ti dimentichi come e`fatto il Sole e ti muovi in una oscurita`dalla tinta bluastra.

... ... ...
 
Forza Littoria, arriviamo insieme alla cima di quella collina: fammi vedere cosa c`e`oltre...---Niente--- Ancora strada che si perde all`infinito. Il braccio e la mano sinistra, che non manovrano il cambio, si addormentano e mi fanno male.  Devo mangiare qualcosa ogni venti chilometri, devo ricordarmene, e´importante. Scorre lento o veloce il tempo ? La mia ombra stamattina era a sinistra, ora e`a destra. Ah Ah Ah..! quanto e´ridicola la mia ombra - sono solo un punto nello spazio aperto, in mezzo al nulla. Un puntino che viaggia a venti chilometri orari.

Infinite nuvole, e colline, e paletti di plastica arancioni, e neve bianca, e neve sporca, e alberi, e betulle, e abeti, e il guard-rail, e i segni di vernice sull`asfalto, e ancora nuvole che oscurano il sole e si allontanano. Curve e rettilinei, cunette e dossi. La Signora Strada. Ogni tanto mi giro indietro: la strada che ho fatto...Non si torna indietro. Metafora della vita.

... ... ...

Forza Littoria, piccola bastarda, portami avanti, portami a Nord. Voglio ascoltare solo il tuo rumore adesso.

E scusami se quella volta ti ho dato una pedata, anche se non lo meritavi.
Scusami.  


sabato 5 maggio 2012

Nella Lapponia svedese

Alle 15,13 del 30 aprile, al km 3487, ho varcato il territorio di quel santuario della Natura che e´ la Lapponia. Essa e`una regione che copre l´area settentrionale di Norvegia, Svezia, Finlandia e parte della Russia, i cui confini non sono ben definiti. E´il Nord, quello vero. Poche centinaia di metri dopo aver superato il confine, segnato da grandi pali di legno con incise le lettere della parola "Lappland", ho avvistato il primo branco di renne che si muovevano in mezzo al bosco innevato.

Mi sono accampato due chilometri fuori Dorotea, nei pressi di una fattoria. I proprietari non c´erano, ma si stava facendo tardi e dovevo fermarmi. Sono ritornati alle 21 e trenta, ho sentito le loro voci; non si erano accorti della tenda. Il giorno dopo ho raggiunto Vihlelmina, dove ho trovato l´ostello chiuso a causa della festa del I maggio; ho reperito un alloggio allo stesso prezzo presso un affittacamere grazie a un iracheno conosciuto in pizzeria. Il pomeriggio il proprietario mi ha accompagnato con la jeep a fare fotografie in un´area selvaggia e costellata di fiumi ghiacciati, dove ho fatto lavorare a dovere la Nikon, complice anche un cielo nuvoloso e drammatico.

Nei giorni seguenti ho pedalato per ore sempre su strade quasi deserte; ho notato che l´altezza media degli alberi sta diminuendo man mano che procedo verso nord. Altre renne, e betulle, e abeti. Laghi e fiumi ghiacciati del tutto o in parte. Freddo. La mattina sottozero, di giorno sei gradi, se va bene. A Sandsjon ho dormito nell´adorabile cabina di legno di un campeggio, a venti metri dal lago completamente ghiacciato sul quale viaggiavano alcune motoslitte. Ho assistito a uno spettacolare e gelido tramonto scandinavo. Ho schermato le finestre perche´alle tre del mattino fa gia´luce forte, e questo affascina ma disturba il sonno, anche.

Adesso sono a Slagnäs, un minuscolo borgo dove a stento c´e´un microscopico negozio di alimentari grande quanto una stanza da letto, una piccola scuola e nient´altro. Sono in un altro campeggio, in una casetta di legno. Guardo dalla finestra e aspetto che finisca di nevicare. Sono il solo cliente e quando mi reco negli edifici comuni, che sono dei prefabbricati con il pavimento in linoleum colorato, la sensazione e´quella di trovarsi in una stazione polare. Il gestore del campeggio e` un ragazzo tedesco sulla trentina; lui e la moglie hanno piantato il lavoro in ufficio che avevano a Monaco e che li opprimeva, e si sono trasferiti qui. La clientela invernale, mi dice lui, e`costituita tutta dai piloti collaudatori che vengono qui da tutta Europa a testare le auto in queste difficili condizioni ambientali. Quella estiva da turisti e pescatori attirati dal vicino lago. Questo ragazzo emanava gioia e aveva un forte senso dell`umorismo - si vedeva che era felice qui, che il suo cambio di rotta lo soddisfaceva. "Finalmente ho una vita tutta mia, una vita in cui sono io che decido cosa fare".
Quanto lo comprendevo!!

Ma adesso sta nevicando piu`forte. Si preannucia una fermata forzata. Pazienza.