lunedì 21 ottobre 2013

Anno di bilanci


Finalmente l'autunno. Un finto autunno caldo e tiepido. Di accendere la stufa non se ne parla - ancora giriamo in maniche corte tutto il giorno tranne la sera. E anche le dannate zanzare girano e non se ne vogliono andare. Ci vorrà il vero freddo.

Lupolibero ha compiuto un anno. Anzi più di un anno di esistenza. Ed è tempo di fare qualche bilancio. Cosa ci ha portato in più questa nuova vita ? E cosa in meno ?
Dopo un anno mi sembra di poter dire che il vero regalo è stata l'esperienza.
Abbiamo:
potato correttamente 205 noccioli e 45 agrumi
eliminato oltre 40 alberi inutili piantati in sovrannumero
accatastato in sicurezza decine di metri cubi di legna
imparato a far funzionare in efficienza una stufa a legna
imparato a far funzionare motoseghe che non partono e a curarne la manutenzione anche complessa
imparato a decespugliare rapidamente e in sicurezza
imparato qual è il filo giusto per decespugliare
imparato a bruciare materiale di risulta in quantità enormi e in sicurezza
imparato a maneggiare cementi, malte, sabbie, intonaci e cazzuole
imparato a effettuare restauro elementare di mobili
raccolto tutto ciò che la terra offre ottenendo marmellate e conserve

realizzato un orto e raccolto: fave, piselli, fragole, prezzemolo, basilico, menta, finocchio, cipolle, zucche, zucchine, cetrioli, erbe per insalata, insalate di tre tipi diversi, pomodori e peperoncini.


Cosa non va qui rispetto a una situazione più "civilizzata"?
L'ho già in parte detto in precedenti post - ma essenzialmente:

- la lentezza alle volte esasperante nel realizzare le cose allorché devi chiamare in causa altri - imprese, professionisti ecc.
- la  lontananza preoccupante di ospedali, medici ecc. - la loro incompetenza (non sempre) quando ci sono
- la difficoltà estrema nel reperire soluzioni immobiliari recenti e convenienti

Resta tanto da fare, ancora tanto. Lupolibero non molla. Comincia a raccogliere i frutti dell'assiduo lavoro. Dovunque mi giro, ci abbiamo messo mano - abbiamo riparato, verniciato, avvitato, tassellato, abbiamo zappato, raccolto. E rispetto agli ultimi tredici anni trascorsi a lavorare per far arricchire gli ebrei farmaceutici, direi che sì: abbiamo vissuto.










Sicurezza in viaggio: occhio alle donne


Recentemente ho letto con dispiacere in merito all'infelice epilogo del lungo viaggio in bici di Matias Recondo, che partito dalla Terra del Fuoco doveva raggiungere l'Alaska attraverso le due americhe. Matias è stato aggredito e derubato di tutto sfruttando il tranello del "falso incidente": una donna a lato della strada che chiede aiuto, un uomo che armeggia dentro il cofano aperto di un'auto - quindi il furto.

La pagina del diario è questa:
http://www.recondoontheroad.com/la-fine-del-mio-viaggio_diario_967.html

Questa vicenda mi ha ricordato un incidente simile: Giorgio Bettinelli, autore di un interminabile giro del mondo in Vespa, raccontò in uno dei suoi libri di essere stato derubato in una città polacca in circostanze quasi analoghe: una ragazza riversa per terra che chiede aiuto. Non appena la si soccorre subentra l'uomo appostato che ti deruba.

E anche il sottoscritto rischiò un tentativo di furto proprio nella civilissima Austria, a Landek, appena a quattro giorni dall'inizio del mio viaggio in bici. Ero tranquillo su una panchina quando si avvicinò una buttanella slava in gonna ghepardata che tutta gentile mi chiese in prestito il mio bancomat perché lei "aveva dimenticato a casa il suo". Fortunatamente avevo visto qualche minuto prima il suo pappone appostato in disparte.

Siccome noi dobbiamo vivere nel mondo reale e non farci illusioni sulla bontà universale, dobbiamo trarre delle conclusioni pratiche. Cos'hanno in comune queste tre storie ?
Hanno in comune l'elemento donna.

La donna è spesso e volentieri utilizzata come esca per atti criminosi in quanto essa:
- suggerisce l'idea di essere indifesa, inoffensiva
- l'uomo, che è in genere un allocco per dna (me compreso), è per natura portato a soccorrere, aiutare una donna in difficoltà

Quindi, viaggiatori di ogni genere, sulla strada teniamo gli occhi aperti. La strada non ammette sogni e contemplazioni più di tanto; le disattenzioni vengono amaramente punite. I truffatori e ladri ne sanno una più del diavolo, ma almeno impariamo che:

se incontriamo una donna che chiede aiuto sulla strada, per quanto la situazione sembri verosimile, c'è un'alta probabilità che si tratti di un tentativo di furto.
Per quanto cinico possa sembrare, tiriamo dritto per evitare conseguenze gravissime e irreparabili. Occhio al gentil sesso, gente!
E solidarietà per il povero Matias che è riuscito a pedalare per oltre 29mila chilometri prima di porre fine al suo viaggio e dire addio ai suoi beni.

martedì 1 ottobre 2013

Africa Welcome

"250 altri profughi sbarcati soltanto ieri" - "i centri di accoglienza ormai al collasso". Innumerevoli volte abbiamo orecchiato alla radio, alla televisione queste frasi, spesso ipocritamente recitate con accento caritatevole. Ci indignamo, ci arrabbiamo, ci rattristiamo - ognuno ha la sua reazione. Poi riprendiamo tutti, buoni e cattivi, a mangiare il nostro buon piatto di pasta, lamentando che "il pomodoro l'altra volta era più dolce". A me la notte ha portato consiglio, e ho avuto una bella idea per risolvere, perlomeno decongestionare il problema dell'affollamento dei centri di accoglienza succitati - e dato che il problema esiste e negli anni futuri si aggraverà, mi sembra opportuno suggerire la mia (parziale) soluzione. Eccola. Niente blocchi navali, niente cannonate sui gommoni, niente rimpatri forzati. Conoscete "Warm Shower"? E' una sorta di banca dati di indirizzi destinati ai viaggiatori. Esempio pratico: sto viaggiando in bici e sto passando da Amsterdam. Accedo (da iscritto) alla banca dati e ottengo una manciata di indirizzi di privati disposti a ospitarmi per una-due notti. Poi io a casa mia farò lo stesso: se una coppia di tedeschi con lo zaino in spalla si presenta a casa mia, gli metto a disposizione il divano letto e il bagno. Allora ecco l'idea. L'Italia è stracolma di buona e brava gente caritatevole pro-immigrati. Queste persone danno l'indirizzo di casa loro e si genera una banca dati a disposizione dei centri di accoglienza. Ogni volta che questi sono "al collasso", cioè sempre, non devono fare altro che accedere agli indirizzi di persone disposte ad accogliere i profughi a casa loro. In questo modo il centro si svuota e lo Stato non deve mettere sul piatto ogni giorno 80 euro per il mantenimento dell'ospite. Beninteso, non si tratta di ospitare gente per uno o due giorni...e no, sarebbe troppo facile. L'accoglienza dev'essere totale e a tempo indeterminato. Popolo degli accoglienti, popolo pro-immigrati: avete un'occasione d'oro per dimostrare la vostra COERENZA. Mettete a disposizione i vostri letti, il vostro cesso, la vostra bella sala da pranzo. Ospitate. Agite concretamente. E non arricciate il naso se il magrebino non tira l'acqua del water o si lamenta del vitto. Perchè sapete...non sono mica selvaggi: si lamentano eccome. E a pulire dovete pensare voi, e in silenzio. Lasciate perdere le discussioni filosofiche e intellettuali su internet, le diatribe sui massimi sistemi e sulle rarità botaniche. L'Africa non sa che farsene di queste cose. L'Africa bussa alla VOSTRA porta. Create la banca dati e dimostrate che siete veramente buoni. E soprattuto fatelo voi. Io no. Io sono razzista e cattivo, e non voglio andare in paradiso. Il paradiso è destinato a chi legge Repubblica. E poi...dev'essere un posto terribilemente noioso.