giovedì 30 giugno 2016

Lavori di campagna, la ricostruzione del muretto a secco.




Se tu fra cent'anni, lettore dei blog di Google e in particolare
di questo blog, ti stai chiedendo chi ha ricostruito
il muretto della "tua" campagna, ebbene
questo post è per te.
Ciao da Lupolibero.






     
     Da settimane sto ricostruendo un vecchio muro a secco nella mia campagna. Questo muro lungo circa 50 metri separa il livello dell'agrumeto da quello attualmente occupato dall'orto. A differenza di altri manufatti realizzati con pietre di grosse dimensioni, questo è stato costruito con pietrame piccolo e altamente irregolare. La pressione delle radici e il movimento naturale di spinta da parte del terreno hanno provocato nel corso di decenni e decenni il cedimento di quasi tutto il bordo superiore, più crolli di una certa importanza.


Sopra: foto del manufatto antico, realizzato senza l'uso di leganti
e con pietrame irregolare.


     Non potendo più sopportare la vista di quest'opera che andava in malora, ho cominciato a rimetterla a posto impiegando pochi semplici utensili, sabbia, cemento e tanta pazienza. Dapprima ho ricostruito una grossa porzione crollata:

Ricostruzione del muretto in pietra: il contorno rosso
circoscrive la parte crollata da me ricostruita.




Sopra: i tre attrezzi che uso per questo lavoro; zappetta per rimuovere
la terra, scalpello per ritoccare le pietre da posare e mazzetta da muratore.



Mi piacerebbe avere a disposizione quelle pietre piatte che si trovano in alta montagna, in Piemonte ad esempio; con quel formato sarebbe facilissimo realizzare muri e tanto altro:

Una pietra piatta, vera rarità.

Arenaria di forma irregolare, come il 90% del materiale.


L'irregolarità delle pietre a disposizione rallenta enormemente il lavoro; sembra di avere a che fare con un infinito puzzle. Cerco di fare del mio meglio, e se anche porto a termine uno o due metri per ogni sessione di lavoro, il risultato mi sembra buono:






     All'inizio di questo lavoro ci favoleggiavo sopra: "chissà chi avrà realizzato il muretto nel lontano passato?", "...saranno stati un caruso e il suo mastro d'opera ?", "...le pietre le avranno portate con l'asino ?", e varie altre domande suggestive quanto... inutili tutto sommato -

      Per rispetto del lavoro di chiunque abbia costruito il muro, e per non lasciare andare alla deriva le cose, oltre che per una gratificazione mia personale - sì, lo dico chiaro: principalmente di carattere estetico, lascio che questo lavoro assorba le ore che vuole finchè lo non mi riterrò soddisfatto. Forse chi verrà dopo di me riderà sul modo in cui ho sistemato le pietre, obietterà che potevo usare cemento colorato e non grigio, che ci sono sbavature, e magari alla fine commenterà che ci ho solo perso tempo -

Eppure è stato bello perderci tempo, in questa come in tante altre cose.


Il muretto che sto ricostruendo; lo guardo e lo ri-guardo.
Quanto mi piace: domani ci metto mano di nuovo, non vedo l'ora.


sabato 25 giugno 2016

Lavori di campagna, lo sfalcio dell'erba. Tra tecnica e poesia.







     Tagliare l’erba alta e secca alla campagna di Lupolibero richiede circa 12 pomeriggi. Faccio questo lavoro solo il pomeriggio perché questa parte di montagna rimane più in ombra e il caldo è molto più sopportabile. Da anni uso: decespugliare per prima cosa la zona attorno alla casa, costituita da quattro lunghe rasole di terra destinate a orto e agrumeto. Successivamente, entro fine Giugno, passo a falciare il resto del terreno ad esclusione del noccioleto. Quest’ultimo viene ripulito ad Agosto per evitare che le nocciole, da raccogliere tra fine Agosto e inizi Settembre, vengano occultate da nuova erba cresciuta nel frattempo.
 










      Decespugliare, o falciare, è un lavoro mediamente faticoso ma altamente gratificante, dato che porta a un risultato immediato: la proprietà diventa davvero un parco che comunica senso della cura. Qui però non si ha a che fare con l’erbetta verde del nord Italia; i volumi della vegetazione sono notevoli e il terreno stesso presenta zone in pendenza, muri e ostacoli di vario tipo. Insomma, non è come falciare un campo di calcio, ampio finchè si vuole ma piatto come un tavolo da biliardo -


     La mia alleata, da anni e anni, è la decespugliatrice Honda GX35. Non la cambierei per nulla al mondo. Alimentata a benzina e non a miscela, si avvia senza dare problemi - mai. La resa è straordinaria, anche in termini di consumi. Il suo motore a quattro tempi sembra progettato da un’intelligenza aliena superiore ( in questo caso, giapponese ). Lo strumento non ha neanche un peso eccessivo, anche se dopo quattro ore di lavoro un po’ di affaticamento alla schiena si comincia a sentire.



 









 

     Per il taglio dell’erba sul mio terreno uso il coltello a due braccia. Riservo invece il filo di nylon per il “mantenimento” fine di certe aree, come l’orto. Il miglior filo che ho usato è quello a sezione quadrata della HURRICANE. Altri, pur vantati dai commercianti, li ho trovati scadenti e facili a rompersi. Il coltello che uso è quello della FORESTAL, lunghezza 30 cm spessore 2 mm. Esistono altre due versioni, una più grande e una più piccola. Quella più grande è inadatta alla potenza della mia macchina; quella più piccola è poco produttiva.

    L’uso della decespugliatrice richiede un po’ di esperienza e come già detto, una schiena relativamente forte. I dispositivi di sicurezza da utilizzare sempre sono:

 - la visiera a rete per proteggere la faccia
 - guanti da lavoro, possibilmente antivibrazione
 - la cuffia per attutire il rumore insopportabile e stressante emesso dalla macchina
 - i parastinchi per evitare di essere colpiti da pietre auto-proiettate dal coltello
 - i paraginocchia, per lo stesso motivo

     Da queste parti molti fanno a meno di queste accortezze; al limite usano solo la visiera. Il motivo risiede in una certa stupida spavalderia del tipo “al maschio nato e cresciuto qui gli incidenti non succedono”. Io per esperienza personale raccomando invece di usare sempre anche le protezioni per gli arti inferiori: l’unica volta, dico l’unica, che per pigrizia non le ho indossate, mi sono beccato una pietra sull’osso del ginocchio sciancandomi per due mesi, e dio solo sa come non si è rotto nulla. So anche di un tale che ha perso un occhio a causa di una pietra che la macchina gli ha scagliato in faccia. Contenti voi…
















     Oggi ho lavorato per quattro ore; il clima era splendido: 24 gradi e un venticello piacevole. Ho falciato ampie zone a valle della proprietà, dove si trovano alberi di limone, agrumi e ulivi secolari. Mancano ancora due giorni e ho finito. Il noccioleto lo lavorerò in seguito, come accennato sopra.
 
     Quando termino, guardo e riguardo il lavoro fatto; non riesco a staccare gli occhi dalla terra ripulita. Poi il sole scompare dietro la montagna, segno che sono le sette di sera. Riporto a casa la Honda ancora calda, mi cambio, mi faccio una doccia, bevo un bicchiere-premio di vino, accarezzo i gatti che mi sono venuti incontro e mi preparo alla meritata cena. Ma prima dò un’ultima occhiata al terreno, dalla finestra. Sì, sembra proprio un parco: il nostro parco strappato all’incuria, una piccola fetta di Trentino trapiantata in Sicilia, lo dico con orgoglio. Che soddisfazione, gente !