domenica 30 ottobre 2016

Viaggio fotografico da Capo d'Orlando a Castel di Tusa, tra mareggiate, antiche rovine e opere d'arte contemporanea.





Venerdì mattina ho deciso di percorrere in auto l'intero tratto costiero della Sicilia settentrionale da Capo d'Orlando a Castel di Tusa, dove termina la provincia di Messina. La giornata, caratterizzata da un forte vento di Maestrale, è stata un vero atto di devozione alla bellezza.
Ho avuto modo di passare da posti molto diversi tra loro ma ognuno con una peculiare bellezza: dal paesaggio marino alle opere d'arte contemporanea della Fiumara d'Arte, non escludendo una visita agli scavi archeologici di Halaesa, che avevo sempre desiderato vedere.

Procuratevi uno schermo di buona qualità e lustratelo per bene. Ne vale la pena -





sopra e sotto: il tour ha inizio con le rovine del castello
settecentesco presso Acquedolci (ME)




Un tratto di costa nei pressi di Torre del Lauro.


Colpito in pieno !




in alto e in basso: imbarcazioni portate in secca 
in località Marina di Caronìa.




Fiumara d'Arte, Villa Margi (ME).
Monumento a un Poeta Morto, di Tano Festa (1989)
recentemente restaurata, quest'opera è un'immensa finestra che incornicia il mare,
catturando il momento del tramonto.




in alto e seguenti:
La Piramide 38°parallelo, di Mauro Staccioli (2010),
Motta d'Affermo (ME).
sulla cima di una montagna, sospesa tra cielo, terra e mare,
la piramide raccoglie la luce del sole al suo interno e diventa occasione
di una festa celebrativa annuale nel giorno del solstizio d'estate,
allorchè la porta di accesso viene aperta a tutti.


Porta e tunnel d'accesso all'interno della piramide.







LE ROVINE DELLA CITTA' GRECA E POI ROMANA DI HALAESA.



L'antica città di Halaesa, fondata nel 403 avanti Cristo giace su una collina prospiciente
la grande fiumara di Tusa.

Mi sono aggirato a lungo tra le sue rovine, tentando di
immaginare come poteva essere la vita qui, in quel tempo lontanissimo.
Un breve momento di sole ha illuminato le colonne di pietra, mentre
un soffio di vento carico di salsedine muoveva dei fili d'erba.









Halaesa, tratto di strada lastricata e opere di canalizzazione per le acque.

La bellissima scalinata del Decumano VIII ( l'ottava strada della città).

All'ingresso dell'area archeologica, nei locali restaurati di una vecchia masseria,
si trovano le due stanze del museo, che ospita reperti rinvenuti
negli scavi. Il personale è stato di una gentilezza esemplare, e l'ingresso è gratuito.

Oggetti rinvenuti nelle tombe.

sopra: testa di Artemide , dea della caccia; rinvenuta nei pressi della
porta di sud-est, II secolo dopo Cristo.


Anfore di ogni forma, sia intere che ricostruite.



CASTEL DI TUSA.




A breve distanza dagli scavi di Halaesa, ritornando sulla costa,
si trova il piccolo borgo marinaro di Castel di Tusa,
che offre scenari mozzafiato.

Castel di Tusa (ME), mareggiata.

Castel di Tusa; il mare investe la spiaggia di ciottoli.
Nikon D7000, ob.Sigma 8-16mm
8mm   f/9.0  1/320sec. ISO200 flash -1,3
mano libera


Faccio rientro alla spiaggia di Torre del Lauro, nient'altro che una strada su cui si affacciano ville chiuse e un ristorante, anch'esso chiuso dopo la stagione estiva. Non c'è anima viva in giro - siamo solo io e il mare, che fa un rumore assordante. Tiro fuori la Nikon e faccio tutto quello che posso, dinanzi a questo spettacolo.
Un'onda, alla fine, mi bagna sino al ginocchio.
Ho raccolto l'ultima luce. Rido e la mia risata si perde nel vento.



LA SPIAGGIA DI TORRE DEL LAURO.


Solitudine e vento; Torre del Lauro (ME).

Frammentazione di cielo e acqua; Torre del Lauro (ME).


Mobilità e immobilità; Torre del Lauro (ME).


Il respiro del mare è assordante; Torre del Lauro (ME).

  
La bellezza si veste di un prisma; Torre del Lauro (ME).



 Arancio e Blu si fondono in armonìa; Torre del Lauro (ME).



 L'ultima luce di smeraldo saluta il mio viaggio; Torre del Lauro (ME).

Nikon D7000 ob.Sigma 8-16mm
9mm  f/5.6  1/20 sec.  ISO 200 treppiede
exp.combinata +1, -1 EV e filtro digradante neutro per le alte luci.



CAPO D'ORLANDO.


 

 sopra e sotto: la mareggiata a punta faro
presso Capo d'Orlando (ME).




 L'uso delle immagini per scopi diversi da quello strettamente
personale è proibito dalla Legge sul Diritto d'Autore.




martedì 25 ottobre 2016

25 Ottobre. Questa mattina vado al mare.



Fine Ottobre con caldo di Scirocco e niente stufa accesa. In campagna non c'è molto da fare; ho rimosso qualche ramo abbattuto dal vento, riparato una recinzione divelta e... nient'altro. Mi sveglio alle 5 e 30 quando ancora è buio e rimango a letto ascoltando la musica classica di Radiotre ( i cui contenuti, a parte la musica classica, per me sono inascoltabili ). Ore 7, sorge il sole da dietro la montagna, e si manterrà basso sino alle 9. 

Ho sognato per l'ennesima volta il mio ex luogo di lavoro; il mio inconscio onirico mi presenta sempre la stessa sceneggiatura: un ambiente meraviglioso, dolcissimo, fatto di rapporti umani improntati all'amicizia e alla tolleranza reciproche - un posto che non lasceresti mai, anzi ci verresti a lavorare gratis. In pratica l'inconscio vorrebbe dirmi: 'razza di egoista, edonista, irresponsabile - hai visto cos'è che hai lasciato ? E se tutto andasse a puttane come fai, a quale porta vai a bussare ?' -

Chiudo la casa e saluto i gatti. Questa mattina vado al mare.





Non sono nato per il mare. Nel mio blog, nella mia vita, scrivo sempre pagine di montagna o semmai, di collina. Al mare vado pochissimo anche in estate, vuoi perchè fa un caldo d'inferno e torno a casa spossato come se avessi spalato due chilometri di massicciata ferroviaria, vuoi perchè sulle spiagge c'è troppa gente o perchè in campagna c'è un sacco di lavoro da fare. 

Giovedì è prevista una perturbazione che metterà forse la parola fine a questo caldo anomalo. Oggi e domani sono le ultime occasioni per stendersi sulla ghiaia di quella caletta, gettonatissima ad agosto e ora affatto deserta.

Io che ho sempre freddo e indugio cent'anni prima di immergermi, oggi di bagni ne ho fatti tre. Lunghissimi.
Non sarei più uscito da quell'acqua non ancora fredda, dai colori di smeraldo.
Si fanno le 11 e ripenso alla mia pausa al lavoro, fatta sorseggiando qualche millilitro di thè arancione da un bicchierino di plastica, erogato da una macchina di plastica avida di monete collocata vicino a una finestra a doppio vetro scurito dalla quale si vedeva, grigio e rigoroso, un ampio parcheggio per i dipendenti e nulla più.
E la cosa che mi faceva più incazzare era che non potevo scegliere se zuccherarlo o no, quel fottuto thè. Usciva sempre dolcissimo, qualsiasi bottone schiacciassi -

Ci sono sogni, e Sogni.




l'unica nota stonata è: tenersi addosso il costume.
Lupolibero, per chi non lo sapesse, ha da sempre spiccate attitudini naturiste !





domenica 23 ottobre 2016

Un pomeriggio a Ficarra, dove Arte, Eleganza e Senso Civico hanno trionfato.


Sono polemico, critico, lamentoso, sospettoso.
Ma anche giusto.
E quando vedo che hanno parlato con i fatti, lo riconosco
e ammiro, con reverenza, chi è stato capace di cambiare le cose in meglio.




Nell'immediato entroterra dei Nebrodi orientali, sul lato tirrenico della provincia di Messina a 450 metri d'altezza, si trova un piccolo paese dallo strano nome: Ficarra ( da 'All Fakhar', termine arabo che significa 'Glorioso' ).
Ficarra è l'unico centro abitato visibile dalla mia campagna e le sue luci, che vedo dalla finestra accendersi dall'altra parte della vallata al calare della sera, sono sempre state per così dire, di conforto. Paradossalmente, nel corso di questi ultimi cinque anni di vita qui, forse per quell'innata tendenza che abbiamo noi esseri umani a rimandare, non avevo mai visitato questo borgo, cosa che ho deciso di fare ieri.
Ed è stata una sorpresa.



Già diversi chilometri prima del paese avevo notato che c'era qualcosa di "strano": strade pulite, niente discariche, nessun mucchio di mattonelle, laterizi, cessi buttati al margine di qualche povero uliveto; niente fabbricacce in blocchi di calcestruzzo nè baracche col tetto di lamiera. Solo campagna. Forse un po' in disuso, ma pulita e dignitosa.

Quindi eccolo, il paese. E qui la sorpresa si fa stupore. Credetemi: ho 43 anni e non ho mai, dico MAI, visto in Sicilia un paese pulito come questo. Il livello di attenzione per il decoro pubblico qui è paragonabile agli standard più elevati del Trentino o del Friuli. Mai visto niente di simile. E ATTENZIONE, non mi riferisco al centro e basta ( e già... sarebbe facile ): ho passeggiato per ogni dove, esplorato vicoli decentrati, scalinate di pietra dirette a tutti i punti cardinali. Mi sono infilato in tutti gli angoli più sperduti, angoli che altrove, nel 90% dei casi, sono ricettacolo di rifiuti, lattine, pacchetti vuoti di patatine San Carlo, succhi di frutta Derby con ancora la cannuccia dentro, bottiglie di birra infilate nelle fessure dei muri: e non ho trovato NIENTE: nessuna cartaccia, tutto immacolato. E anche in certi spazi di terra abbandonati dove crescono erbacce: tutto decespugliato di fresco! Ma sto sognando ????

Ma da dove viene questo Sindaco ( ho usato la maiuscola ) ? dategli le chiavi d'Italia !

E non è finita qui. Ficarra è sede di un museo diffuso d'arte contemporanea. Ovunque trovi vetrine e mostre permanenti una delle quali, recentissima, ha sede nelle splendide stanze di un palazzo baronale. Un progetto complesso e virtuoso che ha attirato artisti italiani e stranieri tra i quali, leggo e imparo, l'austriaco  Lois Weinberger. Laddove invece si guardi all'Antico, sono stati collocati cartelli con spiegazioni chiare e interessanti: non come spesso succede, del tipo scritto da chi vuole impressionare per la sua erudizione, e finisce per scrivere in modo pedante ed ermetico. Leggere i cartelli di Ficarra è un vero piacere.




sopra: Ficarra, cartello di spiegazioni posto davanti ai ruderi
del convento dei Frati Minori Osservanti.
Faccio notare che nessuno ha scritto scemenze e oscenità
col pennarello sull'elegante tavola trasparente.



sopra: Palazzo Milio, la storica dimora baronale
le cui stanze ospitano opere di arte contemporanea


A Ficarra non si trovano, secondo il mio parere, opere monumentali colossali, imponenti castelli o memorie storiche che da sole valgono il viaggio. A ogni cosa il suo giusto peso. Sarebbe un'esagerazione paragonare Ficarra a Taormina o Piazza Armerina.
Ma quello che c'è è stato ripulito, lustrato, valorizzato sino all'ultima pietra.
Esprime eleganza, questo posto. Eleganza, civiltà e voglia FORTISSIMA di cambiare le carte in tavola.

Ho avuto poco tempo per fotografare e forse i risultati non sono il massimo, ma spero di dare un'idea.
E ho fatto ritorno a casa scuotendo varie volte la testa, incredulo.
Non si finisce mai di imparare, e la lezione di Ficarra è: non è vero che la gente è incorreggibile; la si può educare alla civiltà e questa può germogliare e crescere indisturbata senza che la marea montante di rifiuti la sommerga dopo che l'iniziale entusiasmo inizi a perdere la sua spinta virtuosa. Beninteso, questo è un piccolo centro non soggetto a grandi passaggi di masse.

Mi sono spiegato ? Se la risposta e no, verificate cosa voglio dire venendo voi stessi qui.
Mi sono sempre piaciuti i FATTI e non le parole, e qui a Ficarra si parla con i fatti.


Ficarra (ME), Chiesa della Badia in piazza Monastero.
Statua gaginesca della Madonna delle Grazie.


Mostra di foto e incisioni d'epoca originali allestita
nel seminterrato di un palazzo antico acquistato e restaurato dal Comune.



Scalinata d'ingresso a Palazzo Milio.



La stanza da letto-studio nobiliare, detta Stanza della Seta.
Accesso libero per tutti, niente transenne o sguardi arcigni
di custodi o telecamere puntate sui vostri passi.
Fruibilità 100%.


Ana Manso, Correr à volta (2015).

sopra e sotto: opere recentissime d'arte contemporanea
realizzate nelle stanze del palazzo baronale.








Un angolo di Ficarra e, sotto, la facciata dello splendido
Santuario dell'Annunziata.



In alto sul paese, il Santuario dell'Annunziata, chiesa madre di Ficarra, svetta nell'ultima luce del pomeriggio, mentre nuvole lontane coprono i Nebrodi. Varcata la porta d'ingresso, è il silenzio a stordirmi, letteralmente. Un silenzio tale l'ho sentito raramente nella mia vita. Mi aggiro con la guida in mano, tra le opere di Antonello Gagini, come questo polittico di struggente bellezza.


Quando l'arte e la Storia sono nelle mani giuste, la Sicilia è davvero uno splendore.
Senza se e senza ma.