giovedì 16 novembre 2017

A piedi sui Nebrodi: il bivacco dimenticato di Monte Soro.



Open your eyes.
Realize you're not dead.
Take a look at an open book.
Do what you like, that's what I said.
Do what you like.
Blind Faith, 1969






I 1847 metri fanno di Monte Soro la cima più alta dei Nebrodi. Da qualche parte su questa montagna ricoperta di faggi esiste un bivacco in pietra segnato sulla mappa. Da tempo volevo esplorarlo e così ho fatto, rintracciandolo anche grazie alla navigazione gps. Vi ho trascorso la notte e vissuto un giorno e mezzo di cammino fotografico in una delle aree forse più remote e affascinanti del parco regionale.


Martedì 14 Novembre.
Alle 8 del mattino lascio l'auto presso l'ex masseria di Case Mangalaviti (Longi, ME) e inizio a camminare lungo una pista che mille volte ho percorso. Il cielo non promette niente di buono; le faggete sono al colmo del loro splendore.


All'inizio del percorso, presso Case Mangalaviti - m.1256






sopra e sotto:
faggi dal foliage autunnale e relitti
arborei nell'antico bosco di Mangalaviti, Nebrodi orientali.







Ho sostato presso la caserma Forestale Botti, dov'ero già passato lo scorso 26 Ottobre. Trovo anche stavolta operai intenti a costruire una fontana in pietra. Tra una parola e l'altra li informo della mia destinazione - è sempre bene far sapere alle persone "giuste" dove si è diretti, quando si tratta di montagna.

Inizio la lunga discesa nel vallone del torrente Barrilà, affluente del grande fiume Simeto; guado il corso d'acqua all'interno di una gola davvero selvaggia dai fianchi fittamente boscati.




In alto e in basso: lungo la pista che si inoltra
nel vallone del torrente Barrilà,
cosparso di colorati faggi.






Quest'area dei Nebrodi è davvero desolata; non si incontra anima viva. Ci sono incroci e deviazioni; bisogna sempre controllare bene la carta e fare il punto. Che poi è quello che ognuno dovrebbe cercare di fare nel corso della propria vita, per quanto è possibile.


 Mi scusi, questa è la pista giusta per il vallone Cerrita ?



Dopo il guado inizia una lunga e faticosa risalita sul versante opposto del vallone; lo zaino pesa e le gambe oggi sono stanche. E' quasi l'una e sta arrivando una fitta foschìa. Finalmente arrivo alla radura dove si trova il bivacco, completo di teschio di benvenuto. Sarà aperto ? Ci sarà legna ?


 L'arrivo al bivacco.




Un teschio di benvenuto appeso fuori.




La struttura è aperta, anzi fin troppo: la porta sgangherata lascia scoperta una lama d'aria di oltre dieci centimetri, e le finestre non sono dotate di vetri, cosa che qui sui Nebrodi pare essere la norma. Se le lascio aperte entra una corrente fredda e umida da intirizzire - se le chiudo, dentro mi ritrovo al buio.
Il tetto è a posto tranne qualche tegola rotta; le pareti esterne magnifiche, in pietra tagliata. All'interno ci sono: un tavolaccio spartano ma pulito, una mensola con le solite carabattole, e un grande camino.



Interno del bivacco. La grande macchia scura
sulla tavola è in realtà acqua che viene dal tetto.



Fuori inizia a piovere, e un'ora dopo cade un fitto nevischio. C'è un umido della malora e per riscaldarmi faccio una camminata di un'oretta a monte del bivacco, in un silenzio spettrale.








Si fa sera. Per ammazzare il tempo continuo la lettura di un nuovo libro digitale: '100 Days of Solitude' di Daphne Kapsali, ma lo interrompo a breve trovandolo spaventosamente noioso. L'introspezione mi piace, ma quando è esagerata diventa una sola cosa che si chiama sega mentale. Ciao Daphne.

Rimetto il lettore nello zaino e mi dedico a cose più serie, come accendere il fuoco.









Chi se ne importa di porte e finestre: mi siedo vicino alle fiamme di legna di faggio sino all'ora di cena. Tiro fuori della carne da cuocere alla brace sopra una rete elettrosaldata che mi sono portato dietro. La rete ha il pregio di essere leggerissima e pieghevole rispetto a una graticola tradizionale, la quale non si può mai sapere per certo se ci sarà, e in ogni caso è stata usata da sconosciuti e orrendamente lordata di grasso.










sopra e sotto: memorabile cena al bivacco selvaggio
con carne alla brace e birra tenuta al fresco all'aperto ( circa zero gradi );
pioggia fuori e camino funzionante.

Ma cosa si può volere di più ?
...oddio, un'ideuzza ce l'avrei, ma giace nel campo delle fantasie ;-D



Il mio caro amico S. si emozionerà sapendo dove e quando
ho bevuto la birretta che mi ha gentilmente donato -




Dopo la cena me ne sto due ore intere davanti al fuoco alimentandolo con la legna che avevo raccolto fuori. Ascolto per tutto il tempo il crepitare del camino e i concerti per oboe di Handel all'ipod. Questi suoi concerti sono spesso utilizzati nei documentari sul Medioevo, e qui in questa casetta di pietra con quest'atmosfera risultano appropriatissimi.
Perdete qualche minuto a leggere la vita di questo grande musicista vittima in tarda età della cecità, dei medici ciarlatani e dell'invidia umana: fu davvero un genio.

Infine, stanco sazio e soddisfatto, sistemo il saccoletto invernale sulla tavola e dormo. Pioverà incessantemente tutta la notte.


 Più "bivacco" di così non si può !





Mercoledì 15 Novembre.
La stanza è gelida. Il fuoco si è spento durante la notte e la corrente d'aria proveniente dalla porta ha fatto il resto. La crema al cioccolato da spalmare è un blocco solido. Ho dovuto indossare una maglia di lana e la calzamaglia tecnica dentro il saccoletto per temperature sottozero, e questo la dice lunga.

Faccio colazione e mi lavo la faccia grazie a un rigagnolo che scorre poco distante il bivacco. 
Alle 8 e trenta chiudo la porta e abbandono la casetta di pietra: chissà se la rivedrò. E' un posto magnifico, meriterebbe un piccolo investimento negli infissi e poco altro. Peccato.



Di nuovo in cammino. Qui nei pressi della Sorgente Ramo, m.1590










E' una giornata ventosa. Raffiche micidiali provenienti da Sud stanno spingendo a forza grandi masse nuvolose verso il mare. Cammino verso i poveri ruderi delle Case Monica, un tempo abitate dai pastori, e infine raggiungo il lago Biviere di Cesarò, dalle acque graffiate dal vento.











Il lago Biviere di Cesarò, m.1278.
Sulla sinistra, le pendici settentrionali di Monte Soro.



Cammino sotto un vento pazzesco che fa volare foglie da tutte le parti e rompe rami degli alberi. Entro in una faggeta un po' più riparata. Alle 12 circa sono di nuovo a Portella Scafi, da dove mancherà un'ora al punto di partenza dove ho lasciato l'auto.

Mi sento bene. Ho dormito magnificamente al bivacco dimenticato: il teschio di vacca mi ha protetto.
Alle Case Mangalaviti ci sono dei cavalli che brucano con lo sfondo delle Rocche calcaree, e scatto l'ultima foto.






Riavvio l'auto e faccio rotta verso casa. Mi fermo presso una baracca di legno prefabbricata con la scritta bar-panini. C'è un altro avventore, mio coetaneo, e iniziamo a parlare di montagna e di Nebrodi, e di cosa faccio, e di cosa fa lui, che è un sorvegliante antincendio stagionale del Corpo Forestale.

"Si potrebbero cambiare gli infissi a quel bivacco dove sono stato"

- "Non ne vale la pena. E poi i vandali li porterebbero via un'altra volta"

"Ma anche sull'Etna i bivacchi vengono danneggiati. Poi li riparano, è una spesa che ormai mettono in conto"

- "Qui no. La gente da queste parti non viene. Ci sono solo mucche. Quel bivacco è stato ristrutturato nel '95 e poi la Forestale lo ha abbandonato"
Finirò per passare nel locale un'ora e mezza. E non ci sarà verso di pagare il panino e le due birre. 



Tutto sommato l'incuria "programmata" ha i suoi lati positivi. Niente masse. Piste non segnalate e territori vergini dove si spingono solo sparuti escursionisti. Questo in fondo sono i Nebrodi.
Rimane il ricordo di quel camino acceso, della carne alla brace, della notte passata sul tavolo di legno ascoltando la pioggia.
In un bivacco dimenticato.

Le coordinate ? Andatevele a cercare: non sarò io a darvele.


 Com'è che li chiamano ?
Ah, sì: "momenti Nescafè" !








11 commenti:

  1. In Lombardia la densità abitativa è molto elevata. Enormi agglomerati urbani e labirinti stradali dai quali la gente, se può e appena può, fugge in quel breve lasso di tempo chiamato weekend. Il desiderio di spazio e di vita all'aperto è connaturato all'uomo, fa parte del suo dna. Come lo è osservare il fuoco, affascinati, per ore: è un richiamo genetico, ancorchè sepolto da millenni di "civilizzazione".

    In tempi recenti, l'esplosione di centri come il Decathlon hanno reso accessibili indumenti e aggeggi per l'outdoor a prezzi modesti a un numero enorme di persone, soffiando sul fuoco del "consumo" della montagna di cui-giustamente-accennavi.

    Fino a 25 anni addietro rammento che a Catania, tanto per fare un esempio, il materiale tecnico lo acquistavi in pochi negozi specializzati pagandolo a peso d'oro.
    Oggi un pile te lo sbattono in faccia a 5 euro.

    Spero che i Nebrodi, tutt'ora poco frequentati, lo rimangano a lungo. Qui non ci sono vulcani o attrattive spettacolari come sull'Etna, ma una dimensione "estensiva" fatta per camminare ore in silenzio e in santa pace.
    Cose preziose - dati i tempi che corrono.

    Un saluto.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. C'è anche da dire che i Siciliani vanno matti per il mare mentre la montagna non se la caga quasi nessuno.
    Anche i più sportivi si dedicano più che altro alla mountain bike, ma più per fini sportivi che di avventura.
    Al limite qualcuno va sui sentieri col cavallo, ma solo per giri in giornata.

    ps: ho sempre avuto difficoltà a commentare su blogspot da Wordpress, ma con fireFox riuscivo. Adesso c'è stato l'aggiornamento e non funziona pià nemmeno lui.
    L'unico modo è farlo come utente google.
    Cmq sono Marco "SognatoreFallito".

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  5. Io anzichè la rete come la tua (che non è una cattiva idea) mi porto un foglio di carta stagnola da appoggiare sulle immancabili griglie lerce lasciate lì da altri. Viene un po' "alla piastra" anzichè alla griglia, ma è accettabile.

    Però una cosa che mi da parecchio fastidio è che i camini dei bivacchi ,in inverno, non tirano bene! E mi affumico come un salmone.
    Gli stessi camini, in estate invece funzionano bene.

    Cmq hai fatto una gita fantastica. E ti sei pure trattato bene con la carnazza alla griglia!

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    1. L'idea della carta stagnola non è male - tutto quello che può far risparmiare sul peso è ben accetto. Non voglio fare lo schizzinoso, di fatto non lo sono, ma le graticole lerce se le posso evitare le evito. Non è dato sapere persino se eventuali topi sono andati a "trovarle" dopo l'uso. Le alte temperature sterilizzano tutto, però non è un bel mangiare.

      Il tiraggio dei camini dipende da: presenza o assenza di vento che crea un temporaneo tappo per effetto Venturi. Ma anche dalla costruzione della canna fumaria.
      C'è un bivacco splendido sull'Etna, che adoro, ma il camino ha un tiraggio che fa cagare: almeno il 70% del fumo invade la stanza; estate o inverno o autunno - vento o non-vento. E' proprio nato male, lo ricordo così dal lontano 1989.

      Quello del bivacco dove sono stato tirava benissimo. Che bel posto.

      In Scozia esiste tutta una teoria di queste case rustiche abbandonate e convertite in bivacchi. Sono inserite in scenari spettacolari e salvaguardate da un'associazione apposita. Si chiamano Bothies.

      Guardati questi due minuti di video del grandissimo Alastair H. mio nume ispiratore:

      http://www.alastairhumphreys.com/urgent-versus-important/

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    2. Grazie per le spiegazioni - informerò SognatoreF./Andrea in merito ai suggerimenti che hai esteso.

      Ho visto il video del russo: assurdo. Certo che su youtube si trovano le cose più strane e disparate. Mi piacerebbe fare un viaggio in Russia, soprattutto nelle remote regioni della Kolyma, popolate da miniere, città fantasma ed ex-lager staliniani.
      Tra i blog che seguo, lista a destra, c'è quello di una certa Helen Lloyd, ragazza inglese che ha percorso da sola 2000 km in bicicletta in quella regione in pieno inverno: una follia.

      Ma tu non riesci a recarti in montagna infrasettimana, in qualche modo ? Chiaramente, l'afflusso degli utenti della montagna è esponenziale il sabato e la domenica - gli altri giorni trovi solo pochi pensionati che hanno l'animo e il fisico di farsi l'escursione.
      Mi hai fatto ricordare una volta che ero andato di domenica mattina MOLTO PRESTO all'Alpe Devero in Piemonte a fotografare un lago a novembre. Pensavo di essere ( e rimanere )da solo, invece alle 8 iniziarono a sbarcare a frotte da Milano e dintorni: tutti in una volta, come se fossero partiti insieme. Non che la cosa mi desse fastidio, ci manca: ma quello che mi faceva ridere era il livello generale di sovraeccitazione. Sembravano tutti invasati, tipo i cani appena prima del via alla caccia alla volpe. Anzi direi che i cani erano tranquilli, in confronto -
      Facce invece sul depresso-andante al rientro al parcheggio, nel pomeriggio: ormai le ghiandole surrenali dovevano avere esaurito tutta l'adrenalina.
      E pezzi di formaggio consumati sul posto velocemente e voracemente appena prima di riavviare l'auto per tornare a casa.

      La montagna-consumo, è vero.

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  6. Il rapporto dei siciliani con lo sport è tutto particolare. A tutte le età trovi appassionati di mare capaci di imprese in apnea assurde.
    In ambito montagna gli over 50 praticamente non esistono.
    Mentre le giovani generazioni un pochino le vedi in giro; frutto anche, come scrivevo in un altro commento, della diffusione a livello di mass-market di accessori e indumenti. Ormai il Decathlon ha colonizzato anche la Trinacria.

    Camminare sui Nebrodi soprattutto con uno zaino pesante desta ancora sconcerto, ad esempio negli operai Forestali o gli allevatori, che ti chiedono "perchè proprio a piedi", "perchè da solo" - e io trovo la cosa sempre un po' buffa.
    Sotto sotto però si sentono lusingati che uno vada in giro per i loro posti soprattutto a fare fotografie - in qualche modo la cosa li "onora".

    Sono SEMPRE stato trattato bene da queste parti. Gentilezza e offerte di vino e di passaggi in fuoristrada. Una volta avevo dormito fuori, e avendo notato la macchina parcheggiata giorno e notte, un ragazzo incontrato la mattina dopo mi ha detto che si erano preoccupati e che di lì a poche ore avrebbero iniziato ad andare in giro a cercarmi !

    Ho visto che Firefox si è aggiornato; non ho idea perchè. Non è neanche "più veloce" come proclamato. Che ti devo dire: accedi come utente google. Io invece non ho mai avuto problemi a commentare su wordpress.
    No so se l'utente Lorenzo è un informatico - forse potrebbe illuminarci. Mi pare uno molto esperto di computer.

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  7. Oggi "magicamente" funziona.
    Secondo me aveva bisogno di un bel riavvio e stop. Ti ringrazio lo stesso del lungo e dettagliato corso di architettura firefox perchè è sempre interessente (anche se mi pare di vivere una scenetta da milanese imbruttito :D )

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  8. Ciaoo, intanto complimenti per il tuo blog, l'ho scoperto da poco e sto trovando tantissime cose interessanti, e poi apprezzo molto il tuo modo di raccontare e i tuoi scatti. Vorrei provare anche io a raggiungere il bivacco di Monte Soro per caso sapresti darmi qualche indicazione su come trovarlo? Poi se avessi addirittura le coordinate sarebbe perfetto

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    1. Ti do le coordinate: 37°55.27895'N, 14°42.70308'E. In passato la struttura aveva il nome (secondo me un po'stupido) di Rifugio Capodanno. Ora figura come Rifugio Allocco. In realtà i Rifugio sono strutture gestite dal CAI che offrono da mangiate e dormire a pagamento. La dicitura corretta è bivacco. Buona esplorazione.

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