lunedì 30 agosto 2021

Pomodori, fichi e angurie. Si ritorna a vivere, a respirare.

 

 



Finalmente siamo quasi al termine di quest'estate da incubo. Più di tre settimane senza tregua di caldo asfissiante, afoso, odioso. L'anticiclone africano ci ha oppresso oltre ogni limite, con 30 gradi alle 6 del mattino e 38 all'ombra durante il giorno. Un umido della malora - un malessere senza precedenti.

Da diversi giorni è finita. Clima da sogno sui 25 gradi diurni - 18 la notte. Si ritorna a vivere, a respirare, a godere il bello della campagna. Mai come quest'anno aspetto arrivi l'autunno, la mia stagione adorata.

Durante i giorni di caldo insopportabile non sono rimasto comunque a osservare il poetico volo delle rondinelle nel cielo: ho decespugliato a fatica oltre un ettaro di terreno privato invaso da rovi e felci alte quanto una porta. Un lavoro remunerato che compensa in parte l'assenza di introito causa zero nocciole di quest'anno.

 

A beneficiare del caldo sono stati di certo i pomodori. Per la prima volta abbiamo provato la sbalorditiva qualità Zebrino: dei pomodorini striati, scuri e a punta dal sapore concentrato, eccezionale:




 

Anche le altre due varietà, Rosa di Sorrento e Ciliegino, si sono difese bene. Rese notevoli per insalate e diverse bottiglie di salsa:




in alto: Rosa di Sorrento e Ciliegino

sotto: salsa 100% biologica




 

sotto: cous cous con ciliegino e menta




 

Cetrioli a volontà e angurie; di queste ultime ne avevamo sette ma a seguito dei giorni di pioggia torrenziale a luglio ne sono rimaste tre - le altre si sono spaccate per l'eccessiva acqua. Le ho raccolte e conservate al fresco nella ex stalla. Quando sarò sazio di fichi le apriremo.






I fichi, appunto. Hanno ritardato di dieci giorni, poi i quattro alberi si sono scatenati. Tra bianchi, neri e viola la produzione è stata colossale. Raffreddati in frigo, sono una gioia a fine pranzo. In molti mi hanno suggerito di farne marmellata ma a me piacciono così, tal quali e freschi. E sinceramente non ho voglia di mettermi a scaldare pentole - basta caldo, pietà.




sopra e sotto: fichi a quintali




 

Nocciole: come già detto non ce ne sono. Gli alberi si riposano dopo la produzione record dello scorso anno. Il noccioleto recuperato quest'inverno appare in tutto il suo splendore - lo stesso il querceto posto in alto. Me li godo per sporadiche passeggiate pomeridiane:





 

Ho realizzato diversi acquerelli ispirati al paesaggio siciliano - ne ho venduti parecchi tra cui questi due:

 

Masseria abbandonata nel ragusano, cm 41x32



Pomeriggio sull'altopiano Ibleo, cm 41x32



A causa del caldo ho abbandonato la bici. In pratica non esco da più di un mese e considero la cosa abbastanza grave. Devo riprendere in fretta le mie uscite nei dintorni altrimenti perderò del tutto l'allenamento. 

Ho una voglia bruciante, fortissima, di ritornare sulla strada e di accamparmi in bici e tenda sulle montagne o sulla costa, soprattutto adesso che il grande carrozzone estivo sta scemando.

Qui in Sicilia c'è stato un boom di turisti, e voglio proprio vedere se i commercianti/ristoratori/baristi ecc. hanno da lamentarsi come loro solito. Non ho mai visto così tanta gente in giro. In paese sono state riaperte case che si vedevano chiuse da anni; i suv che circolano non si contano: Explorer, Duster... pare un'Italia fatta di avventurieri e fuoristradisti cromati.

Aspetto settembre e il suo mare semideserto, caldissimo. Le noci nel frattempo maturano, enormi, sull'albero centrale. Dal mallo emana un profumo inebriante; i cieli sono di nuovo puliti, non giallastri di sabbia sahariana, non nostra. La sera fa di nuovo fresco e l'aria fa un profumo che la imbottiglierei.

Inizia lentamente un nuovo, ciclico, capitolo.