sabato 2 aprile 2022

700 chilometri tutti italiani: in bici tra castelli e abbazie del nord-ovest.

 

 


Dopo la pausa forzata di due anni a causa della vicenda del virus venuto dalla Cina, ho ripreso a viaggiare in bicicletta. Nulla di eclatante o internazionale - il viaggio 2022 è stato tutto italiano: un giro di 700 chilometri in Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta con la tradizionale formula bici+tenda all'insegna dell'accampamento libero. Riporto qui il diario dei giorni trascorsi sulla Strada, felicemente conclusi ieri 31 marzo.

 


DALLA PORTA DI CASA ALL'APPENNINO LIGURE




Ho lasciato casa alle 8 del mattino. Breve sosta al monumento ai Caduti - poi via verso sud in direzione Ticino, pedalando per strade a me più che note sino a Morimondo (Pavia), dove ho sostato nei pressi dell'antica Abbazia. Questa che ho percorso è una delle direttrici della via Francigena - e ivi ho incontrato una donna sui 60 anni a piedi con zaino con la scritta "Cammino di Santiago", che non ho affatto invidiato.



sopra: Abbazia di Morimondo e Cassinetta di Lugagnano


sotto: sul ponte di barche di Bereguardo (Ticino)




Pochi minuti dopo l'attraversamento del ponte ho forato (naturalmente la ruota posteriore, la meno facile su cui intervenire). Sostituita la camera d'aria ho proseguito verso il piccolo centro di Scaldasole dall'imponente castello; superati il Po e lo Scrivia mi sono accampato presso la riva di quest'ultimo. Il livello d'acqua di entrambi questi importanti fiumi era visibilmente basso a causa della prolungata siccità.




sopra e sotto: castello di Scaldasole e accampamento presso il fiume Scrivia

 





La notte in tenda non è stata per niente riposante. La temperatura è scesa a 2 gradi sottozero e ho avuto freddo. Il mio sacco a pelo della Millet vanta una temperatura di comfort sino a zero gradi - cosa vera. Io tendo ad avere parecchio freddo durante la notte, e quindi ho patito. Da perfetto idiota non ho portato la coperta di pile supplementare.

Sul secondo giorno ha pesato una tremenda stanchezza dovuta alla notte poco riposante e ai 115 chilometri della prima tappa. Superata Voghera mi sono avvicinato stancamente verso l'Appennino Ligure sfruttando la ciclabile Voghera-Varzi ricavata da ferrovia in disuso. Un capolavoro di pista che guadagna quota sino a Bagnaria.

 



 

in alto: il duomo di Voghera assediato dalle auto e il bel castello Visconteo


sotto: procedo con stanchezza e gambe di legno sulla ciclabile Voghera-Varzi




Lasciata la ciclabile è arrivata la mazzata: una salita tremenda con pendenze oltre il 13% procede in direzione ovest verso San Sebastiano Curone. Impossibile pedalare con i bagagli - sono sceso e ho spinto a mano per quattro chilometri sino al valico (670 m.) - nota positiva, il traffico praticamente nullo: in media tre auto ogni ora.

Dopo una discesa a precipizio verso S.Sebastiano Curone ho di nuovo risalito le montagne sino alla minuscola località Dernice, dove mi sono accampato su una collina con spaziosa vista sulla vallata.




sopra: S.Sebastiano Curone e l'accampamento nei pressi di Dernice (600 m.)


sotto: colazione all'alba




E' stata una seconda fredda notte in tenda ma dormendo vestito ho guadagnato qualche ora di sonno. Intorno alle 2 ho sentito passare velocemente un cinghiale a forse dieci metri dalla tenda. Nota negativa: la chiesa di una minuscola frazione distante 500 metri ha suonato le campane per tutta la notte - sia le ore che le mezz'ore. Nel silenzio del posto, lo scampanìo aveva il timbro delle cannonate. Non ho idea di come facciano i locali a sopportare quel rumore. E che senso abbia -

Smontata la tenda ho imboccato una discesa precipitosa verso Cantalupo Ligure e la stretta valle del torrente Borbera. Lasciate indietro le montagne pochissimo pedalabili dell'Appennino Ligure ho viaggiato per il più agevole Monferrato punteggiato da sterminati vigneti sino a Rivalta Bormida, dove mi sono fermato in uno splendido B&B di campagna ritrovando sonno e agio. La doccia calda mi ha dato un piacere indescrivibile, così come la cena a base di pasta col pesto che mi sono preparato usando la cucina del B&B.




in alto: in discesa sull'Appennino Ligure; il castello di Basaluzzo


in basso: i vigneti del Monferrato in provincia di Alessandria






NAVIGANDO AI PIEDI DELLE ALPI, DAL MONFERRATO A TORINO

 

Lasciato l'adorabile B&B ho attaccato la salita verso Alice Bel Colle, in cima (400 m.) a ricchi vigneti; poi discesa verso Nizza Monferrato, il cui centro storico ho trovato inaspettatamente interessante. A Isola d'Asti, sostando presso una piazzetta dove si trovava una sede della Croce Rossa, mi è venuta un'idea: chiedere una di quelle coperte alluminate di emergenza con cui avvolgere il sacco a pelo per avere meno freddo di notte.

 


 


sopra: il piccolo centro di Alice Bel Colle, consacrato al vino


sotto: a Nizza Monferrato, in giro per piazze e vicoli





Nel donarmi la coperta d'emergenza, il gentile volontario della Croce Rossa mi ha avvertito sul pericoloso traffico in direzione di Asti. Nei fatti, essendo un primo pomeriggio di sabato, esso non mi ha impensierito più di tanto. Superata l'anonima Cinzano, tutta palazzi anni 70 e centri commerciali, ho raggiunto la bella Pollenzo, dove il complesso neogotico di chiesa e castello, illuminato dal sole del tramonto, ha chiuso in bellezza la quarta tappa, di 84 chilometri.

Ho passato la notte in tenda in un campo aperto lontano alla vista della strada.




in alto: chiesa gotica e torrione a Pollenzo (Cuneo)



Mattina della 5^ tappa: la coperta alluminata ha funzionato egregiamente in termini di riscaldamento ma con un problema. Si è formata parecchia condensa tra essa il sacco a pelo, la cui superficie esterna si è inondata d'acqua -

Terminata la colazione ho messo in atto un piano: tornare indietro di 6 chilometri sino al Decathlon di Cinzano e acquistare un sacco a pelo estivo da inserire dentro quello di mezza stagione. Sia benedetto il Decathlon che apre alle 9 di domenica mattina: in 40 minuti ho concluso tutto - andata, acquisto e ritorno.

Procedendo sulla trafficata provinciale 662 ho raggiunto i centri di Savigliano e Saluzzo. La prima delle due città possiede un centro storico di grande bellezza.




sopra: i centri storici di Savigliano e Saluzzo


 

Nei pressi di Saluzzo ho visitato l'incantevole e poco conosciuta Abbazia di Staffarda, un grande complesso cistercense iniziato nel 1135 che comprende una colossale chiesa dalle sbalorditive arcate  oltre a chiostro, sale, magazzini e foresteria:





 

sopra e sotto: la meravigliosa abbazia di Staffarda

 






 

In serata, una ciclabile nuova di zecca ricavata da un'ex ferrovia mi ha portato più a nord in direzione di Bagnolo Piemonte. Alle 18 ho piantato la tenda presso un campo.

 




Tappa 6. Il sistema del doppio sacco a pelo è stato un colossale successo - ho dormito alla grande senza avvertire freddo. Peccato che alle 5 del mattino un malefico cane nei dintorni abbia abbaiato per oltre un'ora.

Pedalando tra borghi agricoli e strade deserte ho raggiunto la tenuta reale di Stupinigi e successivamente Torino.

Che emozione rivedere la grande città dove passai nel 2017, di rientro dall'Inghilterra e dalla Francia. Grazie al sacro navigatore gps e allo smartphone mi sono destreggiato benissimo nei rimanenti dieci chilometri attraverso l'area urbana in direzione di Venaria Reale, dove un B&B a pochi passi dalla reggia mi attendeva.

 





 

sopra: l'arrivo a Torino. Tenuta di caccia di Stupinigi; castello al Valentino; Palazzo Carignano; Piazzetta Reale


sotto: a Venaria Reale, piazza dell'Annunziata e piazza Repubblica






TOCCATA E FUGA IN VAL D'AOSTA

 

Le cittadine a nord di Torino, il cosiddetto Canavese, non sono granchè. Strade perlomeno tranquille mi hanno portato verso il fondovalle della Dora Baltea in direzione della Val d'Aosta. Il mio obiettivo era raggiungere Pont Saint Martin. Qui si trova un ponte romano (I sec. a.C.) sul torrente Lys una cui foto si trova nel mio libro di geografia della prima media -

A 11 anni d'età, questa foto mi aveva attirato. Raggiungere il ponte in bici a 50 anni è stato quindi emozionante. Sul lastricato che vi passa, è la via Francigena.

 


 

sopra e sotto: il ponte romano di P. Saint Martin nella foto del libro di geografia (1979) e attuale, da me scattata





A Pont Saint Martin ho dormito in un albergo economico a pochi metri dal confine Piemonte-V.d'Aosta. Ricorderò anche la rinfrancante cena con costolette di maiale in un locale vicinissimo al ponte e gestito da decenni da un siciliano di Messina. 






VERSO CASA


Pioggia sull'ottavo giorno di viaggio, dalla partenza all'arrivo. Ma non torrenziale. Le strade bagnate e l'altimetria favorevole mi hanno fatto volare verso Ivrea e il lago di Viverone. A pranzo ho trovato riparo presso i muri di un borgo antico che non avevo mai sentito nominare: Buronzo.





sopra e sotto: lago di Viverone e borgo medievale di Buronzo






Nel pomeriggio la pioggia mi ha accompagnato lungo interminabili rettilinei sino a Proh, dove mi sono sistemato in tenda all'interno di una stalla in disuso a pochi passi dal castello:

 


 




sopra: il bel castello di Proh; sulla sinistra la stalla dove ho trovato riparo



Giorno 9, ultima tappa del viaggio. Mattina umida con un po' di foschìa. Fatta colazione e abbandonato il castello ho iniziato a pedalare alla volta di Oleggio. Da qui al ponte sul Ticino ho seguito la trafficata provinciale 527, cui sarebbe davvero NECESSARIO affiancare una pista ciclabile: margine strettissimo e camion a più non posso.

Un sollievo quando ho finalmente oltrepassato il ponte di ferro e guadagnato il silenzio e la sicurezza della ciclabile sino a Nosate, luogo a me noto per gli innumerevoli allenamenti in bici da corsa.





in alto: tra le risaie del novarese; il ponte di Oleggio; la chiesa di S.Maria in Binda a Nosate (Ticino)



Superata Castano Primo ho marciato a buona velocità lungo il caro vecchio canale Villoresi abbandonandolo a San Lorenzo/Cantalupo, dove ho sostato per pranzo in un parco pubblico -

18 chilometri mi separavano da casa. Li ho fatti fuori nel primo pomeriggio, concludendo questo piccolo tour tutto italiano. Il contachilometri segnalava: 705.




in alto: Castano Primo e il canale Villoresi


sotto: l'arrivo a casa, a 705 Km dalla partenza

 




CONCLUSIONI


Un giro un po' diverso dal mio solito. Più breve e con poche concessioni al paesaggio naturale. Piuttosto, un tuffo nei centri storici del Piemonte che da tempo desideravo visitare.

La spesa totale è stata di 200 euro esatti per 9 giorni (22 euro al giorno). Ho escluso dalla spesa i 40euro del sacco a pelo estivo acquistato al Decathlon. L'uovo di Colombo per le notti fredde e memento per i prossimi viaggi.

Segnalo gli splendidi B&B: Da Levi Piana del Sole a Rivalta Bormida (40euro notte e colazione); Il Cervo Reale a Venaria R. (42euro notte e colazione); l'albergo Carla a 1,5Km da Pont S.Martin sulla statale 26 (40euro notte e colazione; d'uopo i tappi auricolari); la trattoria-pizzeria New York a P.S.Martin.

 

L'Appennino è recentemente sede di un percorso ciclistico chiamato Appennino Bike Tour che inizia ad Altare in Liguria e termina addirittura in Sicilia ad Alia (PA). La ciclabilità tuttavia la ritengo bassa a causa delle brutali pendenze, adatte a bici senza bagagli o elettriche. Nota positiva il traffico scarsissimo, per lo meno nel tratto ligure che ho assaggiato.

Traffico sulle provinciali Savigliano-Saluzzo e (gran) traffico sul tratto Oleggio-ponte di Oleggio.

Per l'anno prossimo vorrei cimentarmi con un tour ben più lungo sulle Alpi Giulie in Slovenia, Croazia, (forse) Bosnia e Friuli. Visti i bassi costi degli alloggi in quelle località, mi piacerebbe almeno per una volta viaggiare senza tenda, sacco a pelo ecc. ma solo con vestiario e un po' di occorrente-cucina. 

Fosse che non devo a breve trasferirmi in Sicilia nella mia campagna, partirei anche domani. Ma non si possono fare due belle cose contemporaneamente. Per adesso va bene così.



9 commenti:

  1. complimenti hai fatto una bella pedalata.
    anch'io sono fermo da due anni, prima o poi bisogna che scappi di casa qualche giorno :-)

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    1. Ti è venuta voglia, eh? Forza, inizia a fare una lista dell'occorrente!

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  2. > La notte in tenda non è stata per niente riposante. La temperatura è scesa a 2 gradi sottozero e ho avuto freddo

    Direi un vero e proprio incubo. Non c'e' cosa piu' debilitante del non dormire, la notte, a causa del freddo.

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  3. Immagino, comunque, che la meraviglia del senso di liberta', dello sensualita' del pedalare, liberi, nel silenzio, nelle meraviglie di questa Piccola Bell'Italia, permette di superare anche la durezza di notti al freddo.

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    1. Diciamo anche che una volta in viaggio si scoprono energie inaspettate. La voglia di andare avanti comanda al corpo stanco azioni che altrimenti non farebbe.

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  4. Credo che tu abbia visitato una delle più belle fette d'Italia. In generale il nord Italia e proprio un posto da viaggi in bici, il mio desiderio di viaggi in bici o in generale all'avventura nacque a Mantova nel 2012.

    Per caso in Val D'Aosta hai pedalato lungo la ciclabile che ricalca la via Francigena?

    La copertina alluminata d'emergenza noi l'abbiamo comprato da Decathlon circa 2 euro nel 2017..non l' abbiamo mai usata, ci ha accompagnato in tutti i viaggi da allorra.

    Per quanto riguarda il viaggio in bici senza tenda a me mette ansia... Se per esempio uno ha un problema alla bici nel tardo pomeriggio, lontano dal centro urbano senza tenda non si ha modo di passare una notte d'emergenza e risolvere tutto di giorno. Solo per questo, perché per esempio anche io ultimamente al pensiero che in tenda possa fare freddo o che si possa stare scomodi la evito..ecco uno dei motivi del viaggio in auto.

    Noi non facciamo viaggi in bici da quasi tre anni, ci mancano un po...a me parecchio in realtà, ecco perché prima di ricominciare con i lavori in campagna ho programmato un viaggio in bici e per giunta...per la prima volta in solitaria, ho viaggiato da solo in passato ma mai in bici, chissà come sarà. Sarà all'estero.. c'è bisogno,per me, di cambiare aria.

    Ps non hai parlato del tuo risotto..credo un aneddoto cruciale del viaggio :-D

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    1. Il viaggio mi è piaciuto ma tendenzialmente direi che il nord-est è più bello. Passai nel Friuli nel 2016 e i paesaggi - la pulizia - l'aspetto delle montagne e diverse altre cose le trovai più attraenti.

      In V.d'Aosta ho pedalato sulla Statale 26, che corre praticamente parallela al tracciato della V.Francigena e in certi tratti è ad essa coincidente. La V.Francigena è cmq concepita per essere percorsa a piedi. Quindi effettua una miriade di deviazioni e repentini sali e scendi attraverso la vallata.

      La formula del viaggio senza tenda non è affatto una decisione definitiva. Sarà semmai solo un'eccezione. Ho constatato che nei luoghi dove vorrei andare nel 2023 esistono infinite e ravvicinate possibilità di alloggio - a prezzi MOLTO più bassi della media italiana. La "ansia" dell'inconveniente sarebbe realistica in posti come il nord della Svezia, dove centri molto piccoli risultano separati da 80-100 Km di "nulla". Negli ultimi anni ho aderito alla religione dell'alleggerimento del mezzo. Più una bici è pesante e carica di bagagli, meno mi diverto. Inoltre una bici stracarica mi scoraggia dal visitare centri posti in alto/arroccati, che sono spesso i più interessanti.

      Ultimamente in tema di cucina ho avuto una evoluzione notevole. L'era dei wurstel ha lasciato il posto alla cucina da campeggio SERIA del tipo "one pot cooking", sulla quale si trovano in rete suggerimenti illuminanti. Ho acquistato una adorabile pentola ultraleggera da 1 persona e provato soluzioni culinarie spettacolari. I piatti forti sono: pasta con i broccoli e con il pesto e risotto con funghi porcini essiccati. Il riso in questione era il Vialone Nano la cui cottura è di soli 18 minuti, ed è risultato meglio che al ristorante.

      Attendo con ansia il report del futuro viaggio in solitaria.

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  5. Per quello che ho potuto "assaggiare" anche il nord est e specie il Friuli é interessante..appunto tutto il nord italia é perfetto per viaggi in bici. Se penso ad esempio a Calabria e Puglia il nord al confronto pare un paradiso.

    Quando ero in Germania, ma senza mai concludere, guardavo sempre verso est alloggi e strade e anche io ho costatato il costo basso degli alloggi. Io per alloggiare in viaggio opterò sempre per warshower non solo per risparmiare ma anche per conoscere gente del posto, spesso é stato un piacere, non lo é quasi mai con i miei coetanei che non hanno messo su famiglia, spesso si devono sopportare delirii vegani, terzomondisti, filobuddista con sotto fondo odore di canne e musica orribile ma sono rari casi perché dopo essere stati ospitati una quarantina di volte abbiamo imparato a scegliere: famiglie con bambini, pensionati, la gente "peace and love" su internet si fa'comunque riconoscere facilmente. Restano delle amicizie, gente che dal nulla ti pensa e ti scrive una mail che ti cambia la giornata.
    In generale per non avere ansie da inconveniente bisogna essere anche allenati e conoscere realmente quanti km si riescono a a fare e forse in questo tu sei più capace e quindi non ti poni il problema.

    In un escursione di 14 km a piedi ho provato anche io a tagliare molti bagagli...vedrò cosa riuscirò a fare in bici, le alpi sono dure e vorrei essere leggero.

    Il bagaglio leggero é ottimo per viaggi a termine, per viaggi che non sai quando finiscono ma che si prospettano lunghi, per abbassare la spesa qualche kg in più é necessario portarlo.
    In viaggio noi solo i prodotti da forno non facevamo poi cucinavamo e mangiavamo a casa e infatti non ho mai perso peso in viaggio :-D. Una delle mie migliori ricette in viaggio é stata il risotto al dente di leone.
    Per quanto riguarda il mio viaggio presto arriveranno aggiornamenti non appena avrò definito con esattezza l'itinerario.

    Ora ti faccio una domanda tipica dei vicini "quando torni in Sicilia?":-D

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    1. Ho una data per il rientro in Sicilia. Ma al posto di rivelarla, ti dico invece: alleggerisci il mezzo, a costo di farne un'ossessione. Le montagne sono sempre magnifiche sulla cartina. Quando però alle 8 di mattina ti ci ritrovi sopra e per giunta in salita, sono un po' meno romantiche. Sposta la maggior parte del peso davanti. Fai del minor peso la tua religione, con tanto di preghiere.

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