domenica 29 marzo 2015

Un'avventura memorabile di 6400 km alla fine del mondo.




   Chiudo questo magnifico mese con la segnalazione di un magnifico libro. Un'avventura incredibile a piedi, in gommone e sugli sci lunga 6400 chilometri.
La scienziata ecologista Erin e suo marito vendono la loro casa e tutto il  contenuto per partire e percorrere nel corso di un anno sentieri fiumi laghi e montagne della gelida costa occidentale degli Stati Uniti, da Seattle alle isole Aleutine, in Alaska.

   I momenti di difficoltà non mancano di certo. Problemi di orientamento, nebbie, ghiacci, accampamenti di fortuna, decine di incontri con gli orsi e molto, molto altro.
Un racconto epico di vera vita, di autentico trekking selvaggio - fatto anche di momenti meravigliosi e memorabili, come la scena del lancio delle pizze da parte di un piccolo aereo che sorvola i due avventurieri, oppure l'ospitalità presso piccoli villaggi di case di legno in capo al mondo.

   Forse, anzi senza forse, non vivrò mai un'avventura estrema come quella narrata in questo libro. Ma queste letture mi spronano e mi incoraggiano: si possono vivere bei momenti nella natura anche a poche decine di chilometri da casa, a partire dal rituale sempre eccitante della preparazione di uno zaino, piccolo o grande che sia, nel quale racchiudiamo una fetta del nostro mondo da portarci sulle spalle.
Che la schiena e il nostro spirito siano sempre forti, quindi.

A piedi, in barca, in bici: buona avventura a tutti.











sabato 28 marzo 2015

La Linea Cadorna e le fortificazioni di Marzio.




   La terza escursione sui luoghi della Linea Cadorna si è svolta nel territorio di Marzio, comune di appena 300 abitanti a 728 m. d'altezza, da me attraversato durante piacevoli allenamenti ciclistici passati e presenti.

   Partiti di buon mattino, abbiamo raggiunto Marzio dalla salita che inizia dalla Valganna passando per un altro piccolo meraviglioso borgo montano, Boarezzo:

uno scorcio di Boarezzo, lungo la salita per Marzio (VA)

   Abbiamo iniziato a scarpinare sul sentiero del sistema difensivo che si affaccia sul versante svizzero, il quale in una giornata ventosa dal cielo pulito continuava ad offrire panorami formidabili. I manufatti della prima guerra mondiale non si sono fatti attendere: ci siamo imbattuti in numerose trincee, quindi nella postazione collocata in cima al Monte Piambello, m.1125, faticosamente raggiunta lungo una mulattiera sempre più ripida e dalla segnaletica tendenzialmente carente.


il lago di Lugano (Svizzera) ripreso dal sentiero Cadorna a nord di Marzio.
vecchie trincee nascoste nel bosco

in alto: la grande postazione di tiro disposta a croce sulla
sommità del Monte Piambello, m.1125


   Abbiamo trascorso l'ora del rancio nei pressi di un gran numero di batterie in caverna lungo la strada militare che scende verso ovest, ne ho contate almeno cinque in un tratto di nemmeno un chilometro.

batterie in caverna sapientemente occultate





   Nel pomeriggio ci siamo spostati ad est in direzione della Bocchetta dei Frati, m.948, un valico da cui si diparte un sentiero che raggiunge le straordinarie postazioni di osservazione in caverna delle Rocce Rosse, le quali da sole valgono l'escursione.

   Si tratta di un sistema di gallerie che fora la montagna da parte a parte - il quale ci ha incuriosito e impegnato a lungo nella visita.

in cammino verso Bocchetta dei Frati
il sentiero si dirige verso l'Osservatorio di Rocce Rosse
in alto: uno degli ingressi (dal versante italiano) del
sistema di osservazione di Rocce Rosse,
puntato sulla Svizzera



alcune gallerie sbucano dall'altra parte della montagna

sopra: altre gallerie terminano con delle camere 
dotate di feritoia di osservazione


  
   La vista dalla sommità di questa montagna scavata a colpi di esplosivo è molto suggestiva. Mentre le raffiche improvvise di vento spazzavano l'aria lo sguardo si perdeva sulle prealpi svizzere a lungo tenute d'occhio dai militari, cento anni prima di me.

La splendida vista dalla punta di Rocce Rosse;
sullo sfondo, a sinistra, il Lago di Lugano (CH) 
e l'insenatura di Porto Ceresio.


   Mentre il sole si abbassava e la luce filtrava attraverso la faggeta abbiamo camminato sulla via di ritorno verso Marzio, concludendo una memorabile escursione sulle strade percorse dai nostri soldati.


la piazzetta centrale di Marzio (VA), adorabile borgo di montagna

note. La segnaletica giallo-rossa della Linea Cadorna non è sempre ben visibile; molti segnali apposti con la vernice sono sbiaditi e quasi illeggibili. Il sentiero-strada che dalle fortificazioni basse della Forcorella di Marzio procede a tornanti verso il Monte Piambello è ben tracciato all'inizio, poi si trasforma in una mulattiera meno reperibile. La salita verso la sommità del Piambello è molto ripida e può costituire un osso duro in caso di neve. Occorre sempre usare prudenza nella visita a caverne e gallerie, soprattutto attenzione a non sbattere la testa contro le rocce del soffitto   (non mi è capitato, ma è facile che succeda - in preda all'eccitazione del momento).


sabato 21 marzo 2015

La Linea Cadorna e il Forte di Orino, parte 2 di 2.




   Ho voluto aprire questo post sulla seconda parte della mia escursione con un'immagine che evoca il leggendario brano dei Blind Faith, un mantra di 15 minuti che si apre e si chiude con una ricetta semplicissima sulla ricerca della felicità: fai quello che ti piace.

   Il tardo pomeriggio, la sera, la notte al rifugio del Forte di Orino sono stati un crescendo di soddisfazione e di gioia.
- dapprima ho ingannato il tempo raccogliendo legna, quindi ho posizionato il treppiede per la rituale fotografia del tramonto:

in alto: il sole scompare dietro le Alpi.
Nikon D7000, Sigma 8-16mm f/13 1/5sec. iso 100
exp. combinata 0, +1.3 EV


   Il rifugio è diviso in due parti: una di proprietà privata - l'altra aperta, a disposizione degli ospiti e provvista di due piccoli ambienti dotati di caminetto. Ritiratomi dentro, ho preparato una bevanda calda, poi ho sintonizzato la radio, lusso che non mi faccio mancare mai in queste uscite. Sono stato molto fortunato: sono atterrato su una stazione fantastica, si chiama Lifegate.

   105,1 in FM. Un'apoteosi. Prima vecchi brani jazz, poi pezzi storici suonati a Woodstock, infine struggenti canzoni inglesi e americane degli anni Settanta, il meglio del meglio e senza interruzioni pubblicitarie. 

prima il dovere (raccogliere legna), poi il piacere (orzo caldo)
il piccolo rifugio al Forte di Orino, m.1134

la cena a base di polenta e salsicce al pollo e tacchino di Francesco Amadori.

   La quiete della serata è stata piacevolmente interrotta intorno alle 21. Ho sentito bussare, ho aperto e una decina di runners ha pacificamente invaso la stanza. E' stato un incontro bellissimo: tutta bella gente sportiva e felice. Traspariva dai loro visi la soddisfazione e una certa gioia di vivere -  ho scattato una foto che li ritraeva tutti insieme. Sono stati con me venti minuti e infine sono andati via. 

   Per oltre un'ora mi sono goduto il caldo del camino acceso, le note di quella favolosa stazione radio e un libro di Mario Tobino che parla di vicende coloniali italiane in Libia. L'ultimo brano trasmesso prima di spegnere e ritirarmi dentro il saccoletto è stato un romantico pezzo dei Dire Straits.


sopra: il pernottamento.
Sotto il saccoletto invernale ho disposto un foglio di plastica
e il materassino Thermarest ( non visibile ).


   Il secondo giorno sveglia alle cinque del mattino. E' ancora buio quando faccio colazione e rimetto a posto le mie cose. Ho fatto una sosta simbolica di cinque minuti al Forte, una specie di mio raccoglimento, quindi ho iniziato la marcia di rientro.

   Ho camminato per chilometri nel silenzio rotto soltanto dal cinguettìo degli uccelli, in una pallida luce di una giornata umida. Dato l'orario e l'assenza di altre persone, gli avvistamenti di caprioli non si contavano.

ore 7 del mattino, la montagna si risveglia


lungo la marcia di ritorno, solitaria e contemplativa

   Prima di affrontare il sentiero per Brinzio ho di nuovo indossato le ghette. Con prudenza ho affondato le gambe nella neve, superato alberi caduti, ascoltato il rumore del torrente, assaporato fino all'ultimo la bellezza come la intendo io - in altre parole, la vita che desideravo avere e che ho voluto -

- compresa quella certa gioiosa malinconia che si prova al rientro da una bella esperienza, e che affido alle parole di Jerome K. Jerome scritte 115 anni fa, per chiunque abbia la pazienza di leggerle.

sul sentiero di ritorno, in Val d'Intrino

    
" In complesso è stato un piacevole Bummel " disse Harris. "Sono contento di tornare a casa, eppure mi dispiace che sia finito; non so se rendo l'idea. "
   " Che cos'è, precisamente, il Bummel? " domandò George. " Come lo si potrebbe tradurre? "
   " Io lo definirei un viaggio, lungo o breve " spiegai. " L'unica regola fissa, nel Bummel, consiste nel ritornare entro un dato tempo al punto di partenza. Talvolta si va per strade affollate, talvolta attraverso campi e sentieri, talvolta si dispone di poche ore oppure di qualche giorno. Ma, breve o lungo che sia il viaggio, e dovunque ci conduca, il nostro pensiero è sempre fisso sulla sabbia che scorre nella clessidra. Chiniamo la testa in cenno di saluto e sorridiamo a molte persone che incontriamo; con qualcuna sostiamo a far quattro chiacchiere, oppure ci accompagnamo per un tratto. Vediamo molte cose interessanti e spesso ci sentiamo un po' stanchi. Però, nel complesso, ci siamo divertiti, e la fine del Bummel desta in noi un po' di rammarico. "

Jerome K.Jerome, Three Men on the Bummel, 1900



desidero ringraziare il personale del Parco del Campo dei Fiori a Brinzio, che mi ha aperto l'ufficio al di fuori dell'orario di apertura e mi ha fornito una magnifica mappa particolareggiata e gratuita di tutti i sentieri della zona.

...e i conduttori di Radio Lifegate per l'indimenticabile serata musicale.

venerdì 20 marzo 2015

La Linea Cadorna e il Forte di Orino, parte 1 di 2.




   Secondo magnifico trekking sui luoghi della prima guerra mondiale della Linea Cadorna in provincia di Varese. Questa volta in solitaria e con pernottamento.
Ho raggiunto il famoso Forte di Orino, una postazione in posizione strategica a 1134m. d'altezza cui si giunge attraverso una lunga carrareccia militare di montagna che parte dall'Osservatorio Astronomico del Campo dei Fiori.

 - per rendere l'escursione ancora più lunga e interessante sono partito di buon mattino da Brinzio, 516m, percorrendo in salita il sentiero 4 che risale il canalone della Val d'Intrino.

   Adoro Brinzio, piccolo borgo dalle strade acciottolate di porfido rosa, dalle corti e dalle case di pietra, lontano dalle trafficate direttrici di comunicazione verso la Svizzera. Adagiato su una piana erbosa, circondato da boschi e montagne alte in media 1000 metri e perciò praticabili anche in periodo invernale.
Alle 6 del mattino ho fotografato l'omonimo lago, immerso nella foschia.

il lago di Brinzio all'alba di una mattina umida


la Ca' di Architt a Brinzio

   Terminate le foto ho iniziato a camminare verso il valico di Pizzelle, incontrando successivamente non poche difficoltà a causa dello spessore crescente della neve ma soprattutto per il gran numero di alberi abbattuti dal vento e precipitati sul sentiero.




al valico di Pizzelle, crocevia importante di sentieri.

   Dal valico mi sono portato verso il Grande Albergo Campo dei Fiori, enorme stazione turistica abbandonata costruita nel 1910-12 in stile Liberty. Questa costruzione mi è sempre parsa vagamente spettrale, soprattutto in giornate nebbiose e dal cielo coperto; rammenta l'albergo solitario del film Shining. E in effetti un guardiano dev'esserci - ho visto la sua auto posteggiata fuori, a spegnere la mia voglia incontenibile di esplorarne l'interno.

il grande albergo di montagna Campo dei Fiori, in disuso.

   Dopo un paio di altri chilometri di pista innevata ho raggiunto un punto molto panoramico aperto verso il versante svizzero. Ho mangiato qualcosa nel grande spiazzo deserto, che ospita un vecchio cannone d'epoca ( foto d'apertura ) e una targa commemorativa.



   Dopo l'ingresso all'osservatorio astronomico la pista continua per oltre cinque chilometri in piano, a mezza costa. E' una carrereccia militare usata per il trasporto di materiale da guerra. Si snoda in un ambiente di magnifici boschi e coincide con il grande sentiero E/1 che percorre l'intera Europa dalla Norvegia alla Sicilia. Ho percorso questo tratto con grande emozione, quindi.

   Durante il tragitto ho incrociato numerosi camminatori, anche di mezza età. Da queste persone ho percepito molta allegria ed energia positiva: è tutta gente che ha preferito non stravaccarsi in poltrona e far funzionare le gambe.
L'ho visto dai loro sorrisi, dai loro discorsi.

la bellissima pista E/1 in direzione del Forte di Orino (VA)

   Dalle informazioni che ho raccolto pare che al Forte, capolinea della strada militare, ci sia un rifugio aperto. Ci sarà gente ? Sarò solo ?
Ho raggiunto la meta alle 17, quando il sole di questo velato pomeriggio di fine inverno illuminava la piccola postazione militare della quale resta ben poco. Sono rimasto a parlare con due altri escursionisti  -  infine sono rimasto da solo e ho preso "possesso" del rifugio.

i resti del Forte di Orino (VA), m.1134


fine prima parte.

sabato 14 marzo 2015

Breve poesia di fine inverno.




Giornata uggiosa, grigia, umida - molto nordica.
A piedi per chilometri, non lontano da casa, constatando che l'inverno non è ancora finito, inebriandomi dell'odore di quest'erba.
E' ancora presto e il bosco è silenzioso; solo il fiume rumoreggia a pochi metri da me.



Uno spazio aperto è per me metafora di spazio mentale.
Dieci minuti qui, a riflettere, mettere a fuoco idee, progetti da inserire in caselle prestabilite di tempo.

Poi riprendo la marcia e faccio ritorno a casa.