venerdì 31 agosto 2012

Il podere di lupolibero ha aperto i battenti

Il podere ha aperto i battenti. Il dado è tratto. Abbiamo iniziato i lavori agricoli e tanto altro sopportando caldo, fatica e incontrando anche momenti di scoraggiamento. Fino al 9 di agosto c'era un'afa da spararsi, ma quando l'aria è surriscaldata tutto sommato lo è anche nel resto d'Italia, non solo da noi. Dopo il 20 di agosto l'aria è diventata più fresca e la notte fa pure leggermente freddo. Ho ascoltato alla radio notizie sull'afa al nord Italia e mi sono compiaciuto del fatto che per la prima volta non ero costretto a rientrare nei ranghi del lavoro dipendente in cui che ti piaccia o no, sono altri a decidere per te quando sciogliere la catena.

Abbiamo segato legna di nocciolo, potato alberi, sistemato muri in pietra crollati, installato un lavatoio all'interno della casa vecchia che ha muri di 80 centimetri di spessore, fatto montare una stufa a legna e contattato geometra e costruttore.

Naturalmente non mancano i consigli non richiesti, che come le benedizioni sono gratis e arrivano a pioggia. Perchè non fate così, perchè non fate cosà, io vedevo mio nonno fare così ecc. ecc.
Noi parliamo con i fatti. La parola d'ordine è: poche chiacchere e vietato rimandare. Come dice Mauro Corona: pensare va bene, ma poi occorre agire.

Legno, alberi e natura di quella vera. Frutta pane e vino. Infinita pazienza e tante paure. Che il tutto finisca bene.
Ci sono alcuni che sperano che le cose vadano storte. Invidiosi più o meno nascosti che non vedono l'ora di sbandierare il "ve lo avevo detto". Osservano quello che facciamo invitandoci esplicitamente a lasciar perdere tutto e andarcene a mare a poltrire. Guardano con atteggiamento derisorio i "due cretini" venuti dalla città che però in neanche quattro giorni hanno messo da parte metri cubi di legna da ardere che basterà per due inverni e liberato un ettaro di terreno dalle pietre piccole medie e grandi, che quando adesso ci cammini ti sembra un velluto. Questo è solo l'inizio.

Il fisico regge giorno dopo giorno, si irrobustisce in modo impressionante. Spariscono dolorini e infiammazioni. Aumenta la resistenza alla fatica e con essa il morale. Poi la gratificazione, la soddisfazione che viene dal fare una cosa che ami - e la constatazione gioiosa del lavoro fatto che  giunge la sera, quando accendiamo la candela e viene il fresco e ti arriva un odore di campagna che sembra di vivere indietro nel tempo, in questo punto dello spazio in cui abbiamo deciso di trascorrere il resto della nostra vita.

Sembra di governare una grande nave che sta uscendo da un porto, per la quale le manovre veloci non sono ammesse. Le nevrosi, le premure fanno parte di un'altra vita che ci siamo lasciati indietro. E comunque mai in nessun momento ho rimpianto il mio precedente lavoro. Mai.

AVANTI TUTTA allora.