giovedì 29 ottobre 2015

Concerto d'Autunno, Preludio. A piedi nel Parco dei Nebrodi.


La spettacolare faggeta della contrada Cartolari, parco d.Nebrodi


   Appuntamento con i colori dell'autunno, che alle alte quote nel Parco dei Nebrodi, costituisce la delizia di ogni fotografo di paesaggio.
Alle 8 e 30 sono il primo cliente della bottega di alimentari di Floresta; due panini e via verso la valle del fiume Flascio, tra pascoli sconfinati.



Parco dei Nebrodi, la valle da cui nasce il fiume Flascio
Faggi in veste autunnale



   Intorno alle 12, dopo aver superato Portella Chiesa, giungo sulle rive desolate e solitarie del lago Trearie, che con i suoi 1500 metri di quota è il più alto ambiente umido della Sicilia.
Dopo una breve sosta decido di proseguire in direzione del vicino lago di Cartolari, dove si trova l'omonimo rifugio.


sosta presso le rive deserte del lago Trearie, il bacino più alto della Sicilia

il rifugio Cartolari, situato nei pressi dell'omonimo lago, m.1471

   Dal rifugio, un segnale del CAI indica un segmento di Sentiero Italia che si inoltra all'interno della faggeta della contrada Cartolari per poi ricongiungersi in alto con la pista della Dorsale dei Nebrodi. 
Il bosco è semplicemente meraviglioso, ma mentre lo percorro la mia preoccupazione è nello stesso tempo quella di venirne fuori, dato che è un tratto che non conosco e vista la ben nota mancanza di segnaletica per escursionisti che caratterizza i Nebrodi.

all'interno del bosco della c.da Cartolari




  La luce è scarsa all'interno di questa secolare faggeta; il bivio di ricongiunzione con la pista principale sembra non arrivare mai, poi finalmente eccolo. Mi pare di aver trovato un tesoro. Ora non devo fare altro che prendere a destra, cioè verso est, e dirigermi trionfalmente verso Portella di Testa per chiudere l'anello.
buoi al pascolo in contrada Dagara

   I passi del ritorno mi regalano paesaggi eterei, fantastici. Nell'ultima luce del pomeriggio cammino a passo spedito ascoltando i brani Jam dei Blind Faith. Fino all'immagine conclusiva, un' impossibile ripresa a 400 ISO delle nebbie che offuscano le valli d'alta quota, tra cui le ombre ormai si insinuano a preludio della notte.
il laghetto Cartolari ripreso da Portella di Testa


in alto: Nebrodi, Portella Batessa m.1296
Nebbie che offuscano le valli riprese
a 400 ISO e diaframma a tutta apertura,
usando un palo di recinzione come treppiede
( mi seccava andarlo a prendere in auto ! )



NOTA. Non mi stancherò mai di dire che i Nebrodi difettano di segnaletica adeguata. Tanto per fare un esempio, il palo con indicazioni del CAI che si trovava appena un anno fa all'importante bivio di Portella di Testa, è sparito.
Non voglio fare polemica, anzi ne ho fatta abbastanza e sono anche stanco.

Consiglio solo a chi intraprende da solo escursioni nel Parco di calcolare bene tempi e obiettivi, soprattutto adesso che il sole alle 17 è già un lontano ricordo... Portate SEMPRE una cartina accurata, e cercate di capire la vostra posizione ogni ora. Se avete uno scarso senso dell'orientamento - ascoltate me - rimanete a casa o trovatevi qualche meta più facile.

Io uso la cartina in scala 1:50000 edita da Litografia Artistica Cartografica, e fino ad ora, a parte perdonabili imprecisioni, mi sono trovato bene.


sabato 24 ottobre 2015

Santa Maria la Nave, Etna. Fotografare la vendemmia nel vigneto eroico.




Maletto (CT), Etna.
   Sono qui tra i campi lavici colonizzati dall'uomo, a montare la mia tenda a 1100 metri di quota, nei pressi di uno dei vigneti più alti d'Europa: sono di nuovo a Santa Maria la Nave.

   A pochi metri dalla mia tenda c'è un gruppo di ciclamini che ho circondato con delle piccole pietre di lava per non calpestarli. Poi, armato di macchina fotografica, mi aggiro tra le piante di vite colme di grappoli che raccolgono l'ultima luce di questa giornata d'ottobre -




   Continuo a fotografare finchè il sole scompare dietro i monti Nebrodi; l'uva sembra parlare, sembra attendere l'evento di domani di cui sarà protagonista: la vendemmia.
Mi ritiro nella mia tenda, dove ceno e ascolto innumerevoli volte sino all'una di notte il concerto di Mozart numero 22 Andante, le cui note - la cui struttura, sembrano descrivere perfettamente l'attesa che questo frammento di Natura incastonato nell'Etna sta vivendo.





IL GIORNO DELLA VENDEMMIA.
   La ciurma giunge prima dell'alba e inizia a sparpagliarsi tra i filari ancora immersi nell'oscurità, disponendo ogni dieci metri le cassette per la raccolta.
Due di loro vengono a cercarmi, sapendo che ho passato la notte in tenda; vogliono sapere se ho dormito bene, se è tutto a posto -
Poi le forbici iniziano a tagliare veloci, e il primo carico è già pronto in pochi minuti.
 


Nota. Nella foto sopra come in altre il colore dell'uva potrebbe
destare qualche perplessità: in realtà il colore grigiastro
 è dovuto solo al riflesso della luce fredda del flash
sugli acini ancora ricoperti di brina mattutina
( la raccolta è iniziata alle 7 ! )







   Aggirandomi tra i vendemmiatori cerco di coglierne le emozioni, i gesti, meglio che posso. Essendo abituato a fotografare paesaggi e non persone, il mio timore è di apparire invadente, di disturbare. Questa gente si muove invece con naturalezza, risponde con cortesia alle mie domande ed è chiaramente lusingata che il proprio lavoro venga documentato. 



"Ti sevvi 'na cassetta" ?






   Alle 10 del mattino si fa una pausa. Il capo distribuisce dei panini, tutti uguali - ce n'è uno anche per l' "intruso", cioè per me. Parlo col giovane L. e scopro che conosce i sentieri più reconditi dell'Etna come le sue tasche; a breve faremo sicuramente qualche escursione insieme.

   Poi il lavoro riprende, con lo stesso ritmo di prima. Niente lamentele, niente musi lunghi. C'è chi canta, chi lancia battute e chi inscena quei finti litigi che sono tipici del carattere siciliano.




   Quando il sole è ormai alto, passo a salutare tutti e mi preparo a tornare a casa. Smonto la mia tenda, che forse ha costituito un'insolita novità per queste persone, e porto con me in un sacchetto di carta, due grappoli di Grecanico Dorato.

   Li mangerò a Randazzo, nero paese medievale alle falde dell'Etna, più volte minacciato dalle colate laviche, in una piazzetta quadrata dove sono solito sostare e dove si trovano un piccolo negozio d'alimentari e una chiesa.
"E' bello trarre piacere dalle cose semplici della vita", penso - mentre dò un'occhiata all'immenso vulcano che appare da una viuzza, e sembra ridere del gioioso formicolìo dei vendemmiatori che animano in questi giorni le sue pendici.


Santa Maria la Nave, Etna
18-19 ottobre 2015





DUE PAROLE SUL VIGNETO EROICO.
   Sono già stato lo scorso luglio presso il vigneto di Santa Maria la Nave, che a 1100 metri di quota, è uno dei più alti d'Europa. Allora vi ho trascorso una notte all'aperto, che ha costituito la mia Microavventura #4.

  L'Etna è patria di pregiati vitigni autoctoni: Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Grecanico Dorato, Albanello, Minnella e Caricante.
La contrada di Monte la Nave in cui si è svolta la vendemmia, costituisce inoltre un ottimo punto di partenza per escursioni a quote più alte sul versante nord-occidentale dell'Etna, dove a breve mi recherò per altri documentari fotografici e paesaggistici.

In alto: l'accampamento presso il vigneto di
Santa Maria la Nave, in un boschetto
di noci e castagni.



 

mercoledì 21 ottobre 2015

Microadventure #6. Sul tetto del Gran Cratere a Vulcano, isole Eolie.




    La corsa sotto la pioggia per arrivare in tempo al porto di Milazzo (ME), la traversata su un aliscafo semivuoto, un'ora di navigazione - infine sono a Vulcano, una delle sette sorelle: le Isole Eolie.

   Appena sbarcato sento l'odore di zolfo, il calore termale emanato dalle viscere di quest'isola straordinaria, sulle cui coste si osservano colonne sottomarine di acqua bollente e gas che si sprigionano all'improvviso. La mole del Grande Vulcano, che ebbe l'ultima eruzione importante nel 1888 incombe massiccia a sud del molo. Il suo cratere, quiescente, sarà il mio albergo per la prossima notte.





Isola di Vulcano - la baia di Levante e Vulcanello; sullo sfondo, l'isola di Lipari
il promontorio e la scogliera delle Acque Calde, a pochi passi dal porto

   Mi incammino verso la parte settentrionale dell'isola, dove si trova la celebre Valle dei Mostri: un'area in cui il materiale eruttivo ha assunto bizzarre formazioni. Successivamente mi reco alla spiaggia delle Sabbie Nere, l'unica di tutte le Eolie con la sabbia fine, ovviamente costituita da cenere vulcanica.


Vulcano. La celebre e plurifotografata 'Valle dei Mostri'.
La spiaggia di cenere vulcanica delle 'Sabbie Nere'.



   Dopo il pranzo frugale trascorso osservando pigramente il mare inizio la marcia verso la sommità del Gran Cratere, m.391; il sentiero è ben segnalato e percorso da innumerevoli persone: sembra quasi un pellegrinaggio all'Ayers Rock australiana.
Salgono tutti, adulti e bambini. In certi punti l'acqua ha scavato profondi solchi, cosa che impedisce la percorrenza ai mezzi motorizzati tipo quad e simili. Per fortuna.
Parlo con gente proveniente da tutto il mondo. Incontro francesi, tedeschi, spagnoli. Persino russi che abitano negli Stati Uniti e non si preoccupano di compiere l'ascesa con sandali infradito !

I panorami sono straordinari già a poche centinaia di metri dall'inizio del percorso.


veduta della parte settentrionale dell'isola dal sentiero per il Gran Cratere
deserto vulcanico a oltre 300 metri di quota

   Infine eccolo, il cratere. Con i bordi punteggiati da fumarole di zolfo e la Fossa in cui stagna acqua fangosa. Sono in cima anch'io, accarezzato dal vento marino ed estasiato da questo ambiente unico.



Isola di Vulcano, il Gran Cratere
fumarole di zolfo riprese con il teleobiettivo dall'orlo meridionale



   Il sole è scomparso dietro altre montagne dell'isola, e uno alla volta tutti i visitatori sono andati via - scesi a valle verso alberghi, pensioni e alloggi.
Rimaniamo da soli, io e il Vulcano.

   Guadagno la cima più alta, dove si trova un simbolico mucchio di pietre e dove trascorrerò la notte all'aperto. Soffia una brezza leggera, cala l'oscurità, mentre il villaggio a livello del mare inizia a illuminarsi.





Secondo giorno.
   L'alba giunge alle 7. Le pietre riacquistano forma via via che aumenta la luce. E' emozionante assistere al levarsi del sole da questa posizione privilegiata, dopo una notte buia trascorsa sotto le stelle ( anche cadenti ! ). E' un'altra 'alba di Tequila', direbbero i miei adorati Eagles, che sto ascoltando all'ipod.




   Vorrei prolungare all'infinito questo momento: la luce rassicurante che illumina il mondo dopo una notte di microavventura è una delle cose più belle. Faccio invece colazione alla svelta e smonto il piccolo accampamento; non voglio perdermi le foto all'alba al Cratere e alle fumarole dell'orlo settentrionale.



Prime luci del giorno sul Gran Cratere di Vulcano e sulle isole Eolie.




   L'ultima foto che scatto è un controluce impossibile. Il sole emerge dalla sommità dell'edificio vulcanico e illumina i fumi solforosi. Sono stato l'unico a sfruttare la bassa luce dell'alba, penso - ho fatto appena in tempo.

   Scendo dal cratere con calma e prudenza, mentre sparuti escursionisti mattinieri iniziano a loro volta l'ascesa. Attendo al porto l'aliscafo delle 11 e 45, e concludo un'esperienza che ricorderò per sempre.


Isola di Vulcano, Eolie
16-17 ottobre 2015
Microavventura #6






La notte sulla cima di Vulcano è stata la mia sesta microavventura;
le altre esperienze sono state:

#3 : Dormire in una terra deserta
#4 : Dormire in un vigneto ad alta quota
#5 : Dormire in una baia nascosta