sabato 26 luglio 2014

Summer Shots, vol.I

fragole di nostra produzione
Preparazione di marmellata di Kumquat
fagiolo piatto rampicante
pomodori tondo Missouri in fase di maturazione
fiori di zucca
Zucca Rossa

foresta di basilico Greco
compostiera aperta
granoturco

peperoncino verde, insalate canasta e lattughe
agrumeto di arance tardive ( mangi o spremi anche a ferragosto )

lunedì 21 luglio 2014

Ci sono scrittori e scrittori


     Confesso che mi ero lasciato coinvolgere anch'io dalla larga eco data dai media alla recente scomparsa dello scrittore Giorgio Faletti. E un suo libro me lo sono procurato. Anzi è stato il libro stesso a capitarmi tra le mani in biblioteca.
Dopo aver letto metri cubi di narrativa italiana dal 1900 a oggi potrò dire la mia ?
Bocciato su tutta la linea. Voto: 2.
      E' raro che interrompa una lettura, ma in questo caso l'ho fatto. Narrazione partita bene e abortita dopo poche decine di pagine. Personaggi scialbi e inconsistenti, trama che non decolla e resta ancorata a schemi tortuosi e nebulosi. Non so se gli altri libri di Faletti siano più validi, ma mi è sembrato uno tra gli scrittori più scadenti che abbia mai valutato, perfino peggiore degli sperimentalisti degli anni '60, espressione più alta dell'idiozia filocomunista di quell'epoca.

     Se si ha voglia di leggere, secondo il mio modesto parere sarebbe meglio orientarsi su Saverio Strati, calabrese, anch'egli scomparso di recente e molto meno attenzionato da radio e televisione. Emigrato in Svizzera, schietto e crudo, neorealista. Magnifico. Tra il suo meglio: Noi Lazzaroni, la Conca degli Aranci e Il Diavolaro.

     Sento spesso ripetere la frase: "anche noi italiani siamo stati un popolo di emigranti". Bene, allora consiglio Pane Amaro, di Elena Belotti. Storia di un emigrante italiano nell'America degli anni venti. Duro, spietato, di pauroso impatto. Fa capire che i migranti non sono e soprattutto non sono stati tutti uguali.

    Validissimo anche Nicolò Ammanniti, altro scrittore contemporaneo. Ho trovato il suo Come Dio Comanda semplicemente fenomenale. Re delle neoavanguardie. Tra i migliori libri mai letti. Consigliatissimo.

     Per andare su un terreno più facile e rilassante vanno bene anche i romanzi di Dan Brown. Malgrado siano pregni di americanate ( remember: we are Number One ! ), li ho trovati avvincenti e scorrevoli. La tematica ricorrente è quella dei codici segreti.

     Ma il mio libro preferito è e resta sempre Cristo si è fermato ad Eboli, di Carlo Levi. L'ho riletto quattro volte e forse lo farò anche una quinta.
E' curiosa questa storia del rileggere i libri. Perchè lo facciamo ?
Forse ci rammentano come certa musica dei periodi piacevoli della nostra vita.
Forse vorremmo vivere quell'epoca che lo scrittore ci descrive; e forse riconosciamo nello stesso protagonista qualcosa di noi stessi. Dev'essere una miscela di tutti questi aspetti, credo.
Nel caso del libro di Levi, anche il film ad esso ispirato è molto ma molto valido. Lo ha girato Francesco Rosi nel 1979, e lo trovo splendido quanto il libro, rara avis.

Buona lettura.

domenica 20 luglio 2014

Buone vacanze


Una settimana fa, in un blog che frequento, ho letto queste paurose righe:

    "Quando prendi la metropolitana a Milano e ci sono 40° e ti scivolano gli occhiali dal naso per il troppo caldo e ti manca l’ossigeno, non riesci nemmeno a pensare. Passo giornate intere con persone che non ho scelto. Li guardo agire e intanto penso che non mi piacciono, non li stimo e vorrei essere da un’altra parte.  Poi torno a casa e mi riprendo. Anzi mi devo sforzare per riprendermi. Per cambiare maschera e ripulirmi la faccia in modo da non appesantire i miei famigliari e rendermi “presentabile”. Ma tant’è…spesso non ci riesco".

Sono le parole di chi si sente in trappola, di chi è nel Sistema e si sente schiacciato.
Matrimonio famiglia figli casa lavoro-casa figli-supermercato il sabato mattina poi il ciclo inizia di nuovo.

Arrivano le vacanze d'agosto a romperlo, ma sarà un vero stacco ?
Io vorrei solo consigliare a tutti coloro che si sentono in trappola undici mesi l'anno: siate irresponsabili per un giorno, un giorno soltanto.
Tirate fuori il saccoletto estivo, quello usato vent'anni fa in quella gita con gli amici.
Un fornelletto da campeggio e una tazza; latte, caffè e biscotti.
Una birra e una scatoletta di carne per la sera, un tozzo di pane.
L'ipod con la musica che avete scaricato da Internet ma che "non avete mai il tempo di sentire".
Una lampadina tascabile e due metri quadrati dove passare la notte.

Per una notte quello sarà il vostro spazio, il vostro territorio emotivo. Lontani da tutto e tutti. 
Non ha importanza il "dove". Non necessariamente dobbiamo sempre recarci nei nostri antichi "luoghi del cuore". Esploriamo volentieri anche l'altrove, lo sconosciuto, che spesso riservano inaspettate sorprese.

Poi fate ritorno. E ci scommetto che avrete una faccia nuova.
Viviamo in un mondo di illusioni, d'altronde. Regalatevi l'illusione di una notte into the wild da persone libere.
Prima che sia troppo tardi.
Buone vacanze.


Adventure is everywhere, and one of the best ways I know to find it is by stepping out your front door and pedalling away, heading always a little further beyond the limits of your known world.
 Leon McCarron





giovedì 17 luglio 2014

Cosa resta alla fine ?


Siamo sempre scontenti, sempre irrequieti, sempre in cerca di tutto contemporaneamente.
Vogliamo le vacanze lunghe, dei figli geniali, una casa nel verde ma a due passi dal centro, il cibo biologico e le televisioni a schermo piatto; vogliamo soldi e tempo se no "quando-ce-li-godiamo-i-soldi" -  vogliamo fare carriera e sentirci svegli e in salute per vivere la natura, vogliamo dormire di più e meglio, vogliamo...
Vogliamo fumare e campare cent'anni.
Vorremmo una schiena d'acciaio e un cuore da maratoneta.
Vorremmo riavere vent'anni.
Vorremmo rivivere la fanciullezza felice scandita dai sorrisi del nonno.

Cosa resta, mi ha chiesto qualcuno tempo fa, di tutte le foto che fai ?
File interminabili di 1 e 0 in un hard disk, 1110110 110100111010001 10101010 1010111100  011000.

Cosa resta alla fine ?    Il ritorno a casa da un'escursione invernale sulla neve dell'Etna; la stufa a legna accesa, un bicchiere di vino rosso, una bella cena e una notte di riposo profondo affollata di sogni. Una doccia bollente la mattina dopo nella casa di pietra ancora immersa nel buio.
Un'uscita in bici in primavera, l'odore della mimosa, un panino con la mortadella fresca, un vecchio che mi saluta.

Una foto a quest'insalata che non chiede niente solo un po' d'acqua; che semplicemente cresce e si dona. Che mi ricorda silenziosamente che la vita può essere semplice; siamo noi a complicarcela cercando difficili compromessi.

Una folata di aria fresca qui la sera davanti alla Quercia, quella secolare che il vecchio proprietario voleva far tagliare e io ho salvato opponendomi. Ecco cosa resterà.
L'ho provata la felicità, dura attimi, è effimera come l'estate scandinava.
Ecco cosa resta: quegli attimi.

giovedì 10 luglio 2014

8 Tips & Movie


Mi permetto di elargire 8 consigli per sperimentare felicemente la Microavventura. Eccoli.

1)   Come già detto, essere permeabili agli eventi, lasciare che le cose - anche negative - accadano. Non fare resistenza psicologica. La Microavventura non è il viaggio di matrimonio che "deve-andare-bene-per-forza". Se anche qualcosa va storto non muore nessuno  ( almeno si spera ) e si torna a casa.

2)   Lungo la strada si incontra gente che vuole sapere chi sei e cosa stai facendo. Non comunicare mai, preso dall'entusiasmo e dalla voglia di socializzare, dove hai intenzione di dormire. L'amore- la gentilezza- la fiducia...certo certo certo tutte belle cose, ma: non fidarsi è meglio!

3)   Evita di accamparti esattamente sulla cima del monte, che è molto più esposta al vento. Qualche decina di metri più in basso va bene lo stesso. Cerca di prevedere dove sorge il sole e colloca il saccoletto a levante: assistere in diretta all'alba e al chiarore che la precede è un dono magnifico.

4)   Usa pantaloni lunghi. Le località selvagge sono frequentate spesso da pecore, vacche, cavalli e cani. Questo significa che in giro ci saranno zecche. Anche se non le vedi ci sono, stanne certo. Quindi anche se ci sono quaranta gradi all'ombra non farti sedurre dal pantalone corto.

5)   Come si vede nella foto in alto, reidratati alla fine della giornata. Stordisciti pure con la birra - tanto non dovrai guidare a breve per tornare a casa.

6)   Arriva in tempo sul posto. Adocchia in anticipo due metri quadrati pianeggianti dove dormire. Non rimandare questa ricerca, soprattutto nel sud Italia dove il sole tramonta molto in fretta anche in piena estate.

7)   Dormire all'aperto senza tenda significa essere esposti alle zanzare. Le stramaledette bestie possono tormentarti tutta la notte. Se fa caldo ci sono anche a 2000 metri, parlo per esperienza ! Non fare il purista, il "biologico": porta con te una lozione e usala molto ma molto generosamente. Comprala di marca seria, cioè Off oppure Autan.

8)   La Sicilia e in generale il meridione abbonda di cani randagi e non che vagano ovunque. Nel 50% dei casi si tratta di bestie aggressive e stupide quanto i loro padroni, se ne hanno uno. Li temo e li detesto. Le volte che sono stato inseguito non si contano. Una scacciacani può servire a instaurare un dialogo iniziato male...

come diceva Confucio: con qualche sparo si ragiona meglio.

Infine ho caricato il VIDEO della Microavventura#2 al seguente indirizzo. Enjoy !
https://www.youtube.com/watch?v=Tc5L9Mv_Wbw&feature=youtu.be




Alla prossima.

martedì 8 luglio 2014

Dormo nel vento


Microavventura #2. Una notte trascorsa senza tenda su una montagna del parco dei Nebrodi a 1200 metri di quota. Pernottamento reso difficile dalla violenza micidiale del vento di scirocco che si è scatenato per tutta la notte. Due giorni affascinanti che racconto con queste immagini.

    Inizio a pedalare alle 15 partendo da quota 1000 metri. 200 metri di dislivello sino a intercettare la dorsale dei Nebrodi a Portella Mitta. Dislivello che pesa come un macigno a causa del caldo infernale. Poche auto. Poca ombra. Luce accecante - rumore di catena di bicicletta e respiro affannoso. Ma sono di nuovo sulla strada, il mio elemento, e mi piace.

sosta nei pressi di portella Mitta, m.1241 ( Nebrodi occ. - ME )
    Avanzo su questa strada di montagna che mi ha sempre affascinato in tutte le stagioni. Mi si aprono orizzonti ariosi, spaziosi, di sapore desertico. Me la prendo comoda assaporando il fruscìo delle ruote della bici mentre mi arrivano folate di aria calda sino al pianoro delle Case Batessa, uno sconfinato pascolo d'alta quota.
lo sconfinato pascolo delle Case Batessa, m.1296
 

    
    Intorno alle 18 raggiungo il bivio delle Case Filippelli. C'è una baracca prefabbricata attorno alla quale indugiano una decina di uomini con le birre in mano. Scendo dalla bici e mi faccio servire anch'io una birra fredda rispondendo a domande e commenti. Vengo accolto con gentilezza ed entusiasmo, forse perchè sono in bici forse perchè non sono sceso da un camper con addosso una t-shirt Lacoste appena lavata. L'atmosfera che si respira mi piace - è quella di un posto di frontiera del west americano. Congedatomi dalla banda di mandriani mi inoltro verso l'altopiano dove passerò la notte.

il posto di ristoro west-style a Case Filippelli


ultime luci della sera in località Serra di Cipri, m.1257
    Con difficoltà riesco a reperire due metri quadrati liberi da escrementi bovini. Decido di dormire in località Serra di Cipri, un altopiano panoramico esposto a nord e circondato da belle colline. Il sole cala dietro una spessa coltre di aria umida. Il vento caldo continua a soffiare mentre ceno e mi preparo a passare la notte all'aperto. Intorno alle dieci la forza del vento aumenta a dismisura. Mi infilo nel sacco a pelo riparandomi come meglio posso dall'impeto dello scirocco che infurierà fino alle 6 della mattina senza interruzione.

    
    L'alba è livida, opaca. Ho dormito poco e male a causa del vento, ma la regola base della Microavventura è: lasciare che le cose accadano, fluiscano; in altre parole non opporre resistenza psicologica. In fondo è stata un'esperienza anche questa.
Approfitto di una tregua del vento per lasciare il bivacco e tornare sulla strada. Passo accanto allo specchio d'acqua del Lago Pisciotto, quindi faccio colazione presso un abbeveratoio.
risveglio ( per modo di dire...)
il Lago Pisciotto, m.1200

colazione rustica alle prime luci del giorno
    Con calma ritorno sulla strada percorsa ieri all'andata. Il vento si è alzato ancora e solleva nubi di polvere gialla. Decido di fermarmi presso una trattoria assolata per gratificarmi con due bicchieri di Lemonsoda fredda. Difficile descrivere quanto apprezzo e assaporo la bibita dissetante. E' martedì e non si vede nessuno in giro; arrivato a portella San Marco fotografo dei lama che pascolano. E' l'ultima immagine assurda di due giorni assurdi di fuoco, di caldo, di vento. Di vita.
Microavventura#2 Stop.
masse d'aria umida in avvicinamento

portella Mitta, fine dell'escursione


Nota. Benzina a parte, il costo di questa gita microavventurosa di due giorni è stato di euro 7,60 bibite comprese.
Lo dico non per fare lo spilorcio come qualcuno penserà, ma per rammentare che ci si può divertire anche senza spendere capitali o recarsi per forza nei grandi parchi nazionali degli Stati Uniti.

martedì 1 luglio 2014

M-adventure. Cos'è, Perchè + Il mio primo filmato




    Non è farina del mio sacco e lo dico. L'idea della Microvventura è di fabbricazione inglese. Il concetto fondamentale è quello di rompere la continuità del quotidiano - di introdurre ogni tanto un elemento estraneo -  un po' di sale nella routinarietà della vita. L'uomo possiede nel DNA il desiderio di trovarsi nella natura -  ma a causa di vari fattori come l'imborghesimento, le lusinghe del comodismo, gli inviti subdoli alla pigrizia e il lavoro programmato si è dovuto per forza di cose allontanare da essa. Tuttavia molti cercano di rievocare quello "stato di natura" recandosi in campeggio o passando una domenica nei boschi. Non è solo voglia di aria fresca, è qualcosa di più profondo - un bisogno innato, genetico.

La Microavventura risponde a questo bisogno proponendo delle esperienze più radicali.
Microavventure possono essere:

- dormire su una collina senza fare uso della tenda
- bendarsi e indicare un punto sulla carta topografica, raggiungerlo e farci un'escursione a piedi di un giorno
- recarsi per Natale a piedi a casa dei genitori, se questi sono distanti più di quaranta chilometri
- scendere a metà percorso dal treno che ogni santo giorno ci porta al lavoro e dormire all'aperto su un campo, rientrando al lavoro il mattino dopo
- passare la notte nei pressi di un lago e il giorno successivo, all'alba, farci il bagno prima di colazione
- discendere a piedi il corso di un fiume bivaccando la notte nei pressi di un'ansa o di una cascata
- acquistare una slitta per bambini, caricarla di bagagli e recarsi in inverno su un campo gelato per pernottarci
- comprare un biglietto per un'isola - non importa quale, e passare la notte all'aperto su una spiaggia o sotto la chiglia di una barca dopo aver acceso un fuoco e cucinato

Le idee sono infinite. La regola base è: non fare uso della tenda. L'altra regola è: essere permeabili agli eventi - lasciarsi andare, divertirsi. La Microavventura deve avere anche una breve durata.

    Devo ammettere che la notte passata in cima alla montagna è stata indimenticabile. Svegliarsi e assistere allo spettacolo dell'alba ancora chiuso nel saccoletto, ascoltando Tequila Sunrise, è stato bellissimo.
Non è indispensabile vivere a pochi chilometri da un parco nazionale; molta natura si trova anche a pochi passi da casa !
in questo caso non mi trovavo proprio vicino casa: ho dormito in uno di questi tubi prefabbricati durante una tappa in Finlandia, paese che incoraggia la follìa
Infine ho caricato un VIDEO di tre minuti sulla mia Microavventura passata sui Nebrodi. Si trova all'indirizzo:




https://www.youtube.com/watch?v=qjE_KrJX7eg&feature=youtu.be

Per la colonna sonora ho utilizzato un brano d'autore. Rimuoverò il link e il relativo filmato immediatamente, se richiesto. Lo rimuoverò in ogni caso tra un mese. Nel frattempo sto cercando di contattare il proprietario per ottenere una liberatoria.