venerdì 31 ottobre 2014

Regali d'autunno.



  
  L'autunno ormai inoltrato ci ha regalato risotti con le nostre zucche cucinati sulla stufa a legna; sono arrivate diverse perturbazioni molto violente - una di queste ha coperto la campagna di grandine giusto stamattina. Il vento carico d'umido ha scosso i rami degli alberi di noce.



L'orto è giunto alla fine; resistono ancora miracolosamente alcuni pomodori. A breve smonteremo le impalcature di canne e bastoni.


  I nostri vicini ci hanno gentilmente regalato una coppetta di mostarda di vino. Costituisce un dolce speciale che io amo consumare anche a colazione. Soprattuto se fuori si è scatenato un temporale e in cucina si diffonde il primo calore della stufa. Questa casa mi ha dato tanto, ci ha dato tanto. Esco fuori approfittando di una pausa della pioggia; vado in legnaia a riempire le cassette di legna per oggi. Sento che la radio parla di code chilometriche in qualche tangenziale del nord Italia. Annuso l'aria che sa di legna stagionata e porto la legna in casa. Alcuni mi hanno detto in questi due anni: "ma non è che vivi un po' troppo fuori dal mondo ?".

E la mia risposta è: "se anche fosse, è davvero così terribile ?".

Mostarda di vino rosso fatta in casa, spolverata di cannella.

 
 

lunedì 27 ottobre 2014

Un'apoteosi mangereccia: l'Ottobrata di Floresta.




  Adoro Floresta, paese di montagna. Tutte le domeniche di ottobre qui si celebra un inno ai sapori dei Nebrodi: il corso Umberto I si riempie di bancarelle stracolme di formaggi, pane casareccio, cesti di funghi, dolci locali, salsicce e ogni ben di dio. Si chiama Ottobrata e ci sono andato per la seconda volta con alcuni amici. Un'apoteosi, un trionfo di goduria mangereccia in mezzo a fumi di porchetta arrosto tra i quali naviga una marea umana di gente sazia felice e sorridente. Ecco il documentario.


I formaggi e i latticini svolgono un ruolo da protagonisti: quintali di provole e ricotte al forno da far resuscitare i defunti. 




Si passa poi alle carni. Porchette arrosto e chilometri di salsicce che fumano nell'aria fredda di montagna.


Nella foto in alto. Il mio panino "completo": pane riscaldato alla griglia
riempito con salsiccia, porchetta, funghi freschi e maionese.

Porchetta allo spiedo gigante


Si mangia e si beve. Io ho scovato uno stand di Birra artigianale di produzione locale che mi ha mandato in estasi mistica.


favolosa, fredda, profumata Birra artigianale.
Dopo il secondo bicchiere si entra in estasi.

mega anfora contenente vino rosso

In sottofondo, i Bersaglieri  percorrono il paese correndo e strombettando nel delirio generale che non conosce sosta.

( SI, diavolo, Floresta mi piace proprio...! )
Ricotta al forno
Pane casareccio
pannocchie arrostite, particolarmente gettonate

  Si termina con i dolci, naturalmente. Io ho scelto una ciambella fritta zuccherata e un dolce che non avevo mai provato: lo Spincio. Una pasta di pane fritta sul posto, tagliata nel mezzo e ripiena di ricotta. Semplicemente da sogno ( e perfettamente digeribile ).

Dulcis in fundo. A sinistra, lo Spincio con ricotta fresca.

Direi che prima di tornare un altro bicchierino di birretta artigianale ci sta...



  Proprio quando stiamo per levare le tende sbucano da una traversa i suonatori di strada. Degna conclusione di una giornata che è stata letteralmente una goduria. Viva Floresta e la sua Ottobrata. Volete un buon motivo per vivere ? Venire qui tutte le domeniche di ottobre !


sabato 25 ottobre 2014

Stufe e felicità.



Pernottamento al rifugio Saletti, Etna. Marzo 2014

L'esperienza più bella. Dove e come e perchè.
L'esperienza più bella di quest'anno che sta per giungere alla fine -

Non ho dubbi. La mia è stata quando ho pernottato al rifugio Saletti sull'Etna lo scorso marzo. C'era tutto quello che desideravo e che corrisponde al mio essere. Una pioggia fine; la mia Etna; un rifugio forestale provvisto di camino e legna tutto per me; un pomeriggio fotografico magnifico; una notte gelida; un saccoletto per temperature sottozero; l'indomani una sveglia all'alba, l'odore di affumicato nella stanza che mi aveva ospitato; una faggeta immersa nel freddo di una mattina limpida. L'odore, il calore della vita.


Ritornato a casa ho fatto una doccia bollente. Ho cucinato dei wurstel, ho ascoltato musica jazz sino alle 22. Dopo aver acceso la mia stufa.

La mia stufa mi ha reso felice. Innumerevoli volte lo ha fatto.
Ci è stata regalata da un fabbro che lavora qui vicino. L'avevo adocchiata fuori dalla sua officina, abbandonata in mezzo a vari rottami di ferro. Il vecchio proprietario se n'era liberato forse per acquistarne una più sofisticata e l'aveva ceduta al fabbro. Era quasi nuova. 

Il fabbro ce la cedette senza volere niente in cambio e la caricammo in macchina.
Siccome la strada interna che porta a casa nostra era ancora in terra battuta e in condizioni disastrose, dovevo fermare l'auto un centinaio di metri prima,  quindi caricammo la stufa su una carriola sgangherata da muratore con la ruota sgonfia e la spingemmo faticosamente in salita fino a destinazione.
Per installare il tubo di scarico dovemmo forare la parete di pietra del muro maestro, che ha uno spessore di 80 cm, e ci volle mezza giornata di faticoso lavoro. 
Le prime accensioni furono difficoltose, non eravamo pratici. La legna non stagionata bruciava male, e c'erano delle fessure nel retro della stufa dalle quali usciva fumo. Le tappai con un favoloso mastice per alte temperature prodotto dalla Saratoga.

Mi rende felice ogni cosa che ha a che fare col calore del fuoco; ma che sia stata anche vissuta. Un po' conquistata, insomma.
I cataloghi di certe ditte sono pieni di belle foto di stufe e di caminetti di alto design, meraviglie raffinate e costose. Decorate in rame o in pietra, veri gioielli dell'arredamento che costano migliaia di euro. Uno può sedersi e ordinarle su internet, poi arrivano gli addetti e te la installano dove gli dici. E il gioco è fatto.

E' una gran bella cosa la ricchezza, smettiamola di fare gli ipocriti. Permette di fare tante cose.
Ma chissà perchè, quelle che nella vita mi hanno fatto più felice sono sempre state le cose più semplici, o conquistate con fatica, o a costo quasi zero.
Forse perchè dietro a queste cose c'è la nostra storia, un pezzo di noi.

Dovremmo interrogarci su cosa ci ha reso felici al termine di ogni anno; e chiederci perchè.
C'è sempre qualcosa da imparare, credo.

 
 

 
 

giovedì 23 ottobre 2014

"E se fossi..." ?




E se nel lavoro dipendente mi fossi trovato meglio ? E se mi fossi adattato al sistema ?
Domande che non hanno senso; la vita che faccio da tre anni a questa parte è stracolma di eventi, di insegnamenti, di esperienze da ricordare. Come quel viaggio in nord Europa.

Il fascino di vivere un'avventura; tre mesi sulla Signora Strada - non tre giorni o tre settimane: tre mesi.
Se mi fossi adattato al sistema, se fossi ancora una formichina dipendente me lo sarei sognato di farlo, quel viaggio. Vogliamo giocare ancora con i verbi al passato ? Bene: se lo avessi proposto ai miei dirigenti mi avrebbero riso in faccia. E sarei ancora a rimenare la carta geografica pensando: "oh, se fossi partito a venticinque anni, quando potevo..." -
Nella vita contano i fatti, le cose compiute - dio quanto è vero !
Non si può viaggiare con l'immaginazione - e sperare di fare i globetrotter o il giro del mondo in barca a vela a settant'anni suonati. Vogliamo giocare con i verbi al futuro ? Bene: a 70 anni avremo una buona salute ? il nostro mal di schiena sarà aumentato ? e quello al ginocchio ? saremo ancora vivi ? avremo fatto ciò che desideravamo ? avremo tutto il tempo che vorremo o dovremo ancora stare appresso ai figli ?

Le cose belle del passato insegnano una cosa soltanto: farle ancora.
Le cose belle del futuro insegnano una cosa soltanto: agire per metterle in pratica.

Ho buttato fuori dalla mia vita quelle risicate e scomode parentesine delle ferie e dei ponti. 
Che per un cane che non conosce padroni ( nè compromessi ) non bastano e non basteranno mai.



Mi sono divertito a pescare dal fondo dell'hard disk una decina di foto di quel viaggio; le ho rimesse a nuovo e me le guardo, tra l'incredulità e l'orgoglio. Eccole.


il primo temporale, in Baviera

l'arrivo all'Ostello di Porta Westfalica, Germania ( seguirà colossale mangiata )
le fattorie con i tetti di paglia in Sassonia, Germania del nord
rifornimento di benzina old style, Svezia
colazione presso cimitero svedese
strade di Svezia
codice a barre di betulle, Finlandia
quei momenti che ricorderò finchè campo: al Circolo Polare, in Finlandia
renne in Finlandia

domenica 19 ottobre 2014

Two Tickets for Catania, please.



La ferrovia Circumetnea è un pezzo di storia dell'Etna. Un pezzo importante.
Inaugurata nel lontano 1898, compie quasi il periplo del vulcano facendosi strada tra campi lavici, pistaccheti, campagne paesi e pascoli. Miracolosamente attiva e non dismessa - anzi ammodernata in certi tratti. Ci viaggiarono i regnanti di Casa Savoia e lo scrittore Edmondo de Amicis -

E ci abbiamo viaggiato anche noi. Complice il clima splendido abbiamo speso felici la cifra di 10 euro a testa A/R per la tratta Randazzo-Catania ( due ore di viaggio la sola andata ). Giunti in città siamo stati ospiti a casa del fraterno amico S. e la mattina successiva abbiamo fatto i turisti. Due giorni magnifici, da ricordare.

una delle storiche motrici diesel ALRn 64 ( le ex Littorine rimesse a nuovo )

paesaggio ripreso dalla vettura nei pressi di Maletto, Etna

la Cattedrale di Catania
il leggendario elefante in pietra lavica  (1735), simbolo della città etnea
il barocco in via Etnea

Tengo a bada con difficoltà la marea montante di ricordi, mentre ci perdiamo tra i meandri dell'antico mercato del pesce (vendono anche frutta, verdura, carni salumi e formaggi), dove la violenza degli odori e dei colori è sempre uno spettacolo; 
risaliamo la via Etnea, diamo uno sguardo al giardino pubblico Bellini, mangiamo cibo da strada e infine ci avviamo verso la stazioncina per la tratta di ritorno.

Ringrazio ancora il mio amicissimo S. e sua moglie per averci ospitato. Peccato che il tempo a disposizione sia tiranno; ma ci siamo divertiti.
Arrivederci Catania.