mercoledì 1 febbraio 2023

Nuovo assetto da bikepacking - un test di 2 giorni sulle Prealpi Varesine.

 

 


 

Il 26 e 27 gennaio ho fatto un'uscita in bici con pernottamento in tenda nelle prealpi varesine. Per la prima volta ho messo in pratica l'assetto da bikepacking con rimozione del portabagagli posteriore e delle borse laterali. Inizia così un nuovo capitolo nel viaggio su due ruote, i cui accorgimenti spero di poter testare appieno nel prossimo viaggio di marzo-aprile 2023.

Premetto che le foto dell'escursione sono piuttosto scadenti a causa della luce invernale grigia - tuttavia lo scopo di quest'uscita non era prettamente turistico.

Il primo giorno ho viaggiato per 48 chilometri lasciando l'auto in Valganna e imboccando la nuova ciclabile in direzione di Ganna. Questa ciclabile sfrutta il tracciato dell'ex ferrovia che congiungeva Varese a Ponte Tresa (CH) e permette alle bici da montagna o "gravel" di evitare la pericolosa statale 233, un lungo rettilineo in cui le auto sfrecciano a velocità folli. Sebbene ci si trovi a soli 500 metri di quota l'ambiente ha un certo aspetto montano.

 


 

 

L'unica nota negativa di questa ciclabile è che NON è stata asfaltata (se non per brevissimi tratti) nè è stato steso uno strato di stabilizzato fine. Forse a motivo delle solite menate ambientaliste si è preferito lasciare il fondo naturale, escludendo così le bici da corsa dalla percorribilità. Si procede più o meno scomodamente su letti di foglie umide che celano pietrame e radici sporgenti dalla località Laghetto Fonteviva alla cappella di San Gemolo e quindi a Ganna (m.480). Tuttavia ho visto di peggio.

Diciamo: meglio che rischiare la vita sulla parallela statale -

 



 

sopra e sotto: lungo la nuova ciclabile della Valganna, in località S.Gemolo




Superata Ghirla sono entrato nella Valmarchirolo sempre sul tracciato ex ferroviario, in discesa precipitosa verso Ponte Tresa superando tre brevi gallerie illuminate. Sconfinando brevemente in territorio svizzero ho percorso la via Cantonale accanto al fiume Tresa sino a Luino (VA).

Da Luino ha inizio un'altra ciclabile più vecchia ma comodissima e asfaltata che risale in tutta sicurezza il fondovalle del torrente Margorabbia ed entra in Valcuvia.



Ghirla (VA), l'antico maglio per la lavorazione del ferro



Dopo una breve pausa pranzo, all'altezza di Mesenzana ho imboccato la stretta strada in ripida salita per l'Alpe San Michele. Nel corso di questa salita ho potuto apprezzare i vantaggi dell'assetto da bikepacking di cui accennavo: la salita è stata infinitamente agevolata dalla mancanza del fardello posteriore. Non dico che non ho faticato per niente ma di certo è stato tutto un altro vivere.




in alto: in salita verso Alpe S.Michele; sosta a Brissago Valtravaglia (VA)



La località Alpe San Michele consiste in una decina di case quasi tutte chiuse e una piccola adorabile chiesa del X-XI secolo con un ciclo di affreschi al suo interno. Vi sono giunto al calare del sole, quando il freddo pungente e l'odore di legna bruciata di un vicino fabbricato concorrevano a creare quell'atmosfera di montagna a me cara.

 



 

sopra: chiesa di San Michele (m.822)


 

Per piantare la tenda ho scelto un pianoro a lato della strada. Ho cucinato un risotto ai funghi e sono andato a dormire infilandomi in due sacchi a pelo, dato che la temperatura alle ore 20 era già due gradi sottozero. 





Il secondo giorno ho fatto colazione presso una vicina area attrezzata. Quindi ho lasciato l'Alpe in direzione di Arcumeggia (VA) scendendo per una terrificante discesa a tornanti. Altro vantaggio dell'assetto alleggerito: l'efficacia della frenata è maggiore. I freni posteriori hanno meno peso da neutralizzare e questo conferisce maggior fiducia e manovrabilità.







in alto: colazione a S.Michele e sui selciati di Arcumeggia, VA (m.580)


Per farla breve, ridisceso nel fondovalle presso Cuvio sono risalito in direzione di Brinzio e Ganna ripercorrendo al contrario la ciclabile e rientrando all'auto per complessivi 48+30 chilometri.




Ganna (VA), la Badia



ASSETTO DA VERO BIKEPACKING - NEL DETTAGLIO DELLA FACCENDA


Per la prima volta in undici anni ho rimosso il pesante portabagagli posteriore (Kg 1,610) che ha sopportato borse laterali e soprastanti di ogni ordine e grado. Senza le borse da 15 litri della Ortlieb (Kg 0,850 ciascuna) e il portabagagli ho eliminato dal carro posteriore un totale di ben 3,31 Kg.

Non ho tolto i parafanghi anteriore e posteriore.

 

Sulle due forcelle anteriori ho applicato dei portaborraccia fissandoli con fascette metalliche a stringere su uno strato di gomma ritagliata da camera d'aria. Costo totale: 4 euro contro i 15-20 euro di un singolo supporto (cage) "ufficiale".

A cosa sono destinati questi supporti?

In quello sinistro ho fissato la tenda (pali, teli e picchetti meno il telo di fondo), che è la NatureHike Cloud-up2 - peso 1,7 Kg. Una volta fissata con uno o due nastri di velcro stretti a dovere, la tenda non si muove:




Al supporto destro ho fissato una sacca impermeabile da 8 litri contenente:

- il telo di base della tenda;

- il materassino gonfiabile (Decathlon Forclaz700);

- il sacco a pelo interno (Decathlon Forclaz Trek500 da +15° comfort);

Il sacco impermeabile da 8 litri citato l'ho acquistato su Amazon. Fa perte di un set di tre sacchi 3L+5L+8L richiudibili ad avvolgimento e impermeabili (Lixada). Costo 15 euro. Un sacco da forcella della Ortlieb da 5,8 litri costerebbe invece oltre 50 euro.

 

 


sopra: sacca per forcella destra



Cosa ho ottenuto con questi fissaggi alla forcella?

Ho trovato posto alla tenda e al sacco a pelo interno, due oggetti relativamente voluminosi che si usano solo a fine giornata. Il portabagagli anteriore quindi è ancora libero.

Ad esso ho fissato: il sacco a pelo principale (Millet Baikal 1100, comfort +5° peso Kg 1,286) - distanziandolo dal manubrio per non dar fastidio alle leve dei freni - e un telo alluminato isolante da mettere sotto il materassino.




Sul sacco a pelo "riposa" la sacca cilindrica da bikepacking fissata al manubrio. Ho acquistato la Rockbros da 15 litri. Un modello abbastanza economico da 39 euro dotato di doppia apertura; pesa Kg 0,544.

 


 sopra: a sinistra la sacca al manubrio; a destra la sacca sottosella (v.dopo)


Cosa ho messo dentro la sacca al manubrio ?

Tutto ciò che riguarda la cucina: fornelletto e cartuccia Coleman, gavetta, contenitori per riso, caffè solubile, fiocchi d'avena, biscotti, ev.padella, forchetta, cucchiaio di legno. La sacca non viene riempita al 100% ma serba ancora spazio per eventuali acquisti di cibo successivi. Questa sacca di fatto sostituisce una delle due borse Ortlieb posteriori da 15 litri.


Cosa ho applicato ancora al manubrio ?

A coronamento di tutto ho agganciato un borsello fotografico acquistato al Decathlon contenente la pesante Nikon D7000, un obiettivo 35mm, fazzolettini e ipod. Ma c'è spazio per altri piccoli oggetti. Per il fissaggio ho usato due cinghie fermapiede da ciclismo risalenti agli anni '90. Roba pratica e resistente di un'epoca in cui le cose erano fatte per durare e non per essere buttate. Questo borsello pesa circa 250 grammi e non è impermeabile. Era costato 14 euro.




E i vestiti ?

La "rivoluzione" sta qui, essenzialmente. Avendo rimosso il portabagagli posteriore ho acquistato la sacca sottosella da bikepacking della WAG (18litri, costo 18 euro in offerta). In essa ho riposto:

- 1 paio mutande cotone;

- 1 calzamaglia tecnica TECSO;

- 1 paio pantaloni felpati;

- 1 berretto Haglofs;

- 1 paio guanti pile;

- 1 t-shirt sintetica (non usata)

- 1 paio calze ciclismo ricambio;

- 1 intimo maniche lunghe termico;

- 1 giubbotto piumino (Decathlon);

- 1 giacca impermeabile Haglofs;

- 1 giubbotto rifrangente;

- 1 pile pesante


Questa sacca sottosella pesa davvero poco e non oscilla durante il movimento. E' impermeabile e non infastidisce minimamente. Sostituisce l'altra borsa Ortlieb laterale da 15 litri. Il peso è di Kg 0,387 contro 0,850.

 

Ho inoltre acquistato una borsa al telaio della WAG da 5 litri (peso trascurabile, impermeabile; costo 18 euro in offerta). In essa si possono riporre t-shirt supplementari, materiali per igiene personale e qualche oggetto di elettronica (ricaricatori ecc.). Va tenuto presente che prima di acquistare questo tipo di borse bisogna verificare molto bene le misure del telaio cui è destinata.

Al di sotto di questa borsa è rimasto uno spazio vuoto. Posso collocarvi una vecchia borsa triangolare destinata a camera d'aria e altro occorrente per manutenzione della bici (non presente nella foto sottostante).






Dulcis in fundo, le due borse cilindriche della AGU (18 euro, peso trascurabile) destinate una alla borraccia, l'altra a due obiettivi fotografici.





Pur non essendo attinente al bikepacking, ho collocato al manubrio un supporto per smartphone (Rotto, 18 euro). A differenza di altri tipi che richiedono un adesivo mono-utilizzo questo è leggero, orientabile e regolabile. La comodità, una volta lanciata la app di navigazione offline, è indescrivibile.




Quali oggetti restano ancora da sistemare ?

Restano da sistemare il treppiede fotografico e una bottiglia d'acqua da 1,5 litri. Il primo l'ho fissato al portabagagli anteriore ma può stare anche dentro lo zainetto da ciclismo. La bottiglia d'acqua l'ho fissata alla sacca cilindrica al manubrio.

Dentro lo zainetto si trovano: occhiali da sole, occhiali da lettura, lettore ebook, portafoglio ed eventualmente treppiede, come detto prima. Rimane dello spazio per panini, snack o qualche frutto.

Sia quindi benedetto questo zaino apposito della 8848 che acquistai cinque anni fa a soli 12 euro:

 


 

 

RIASSUNTO E CONSIDERAZIONI FINALI: A COSA SERVE TUTTO QUESTO?


Riprendo una foto risalente al 2019 durante il viaggio in Corsica e Sardegna: con quell'assetto, le 4 borse vuote+la borsa al manubrio vuota+il portabagagli posteriore il peso era: Kg 5,8

Quindi trasportavo quasi 6 chili di tara, senza nulla dentro.



Con  l'assetto da bikepacking sopra descritto, il peso è invece: Kg 1,130

Quindi ho risparmiato Kg 4,67

Fossero anche Kg 4, l'ammanco di peso non è poco e la differenza si sente. Diavolo, se si sente.


Quali sono i vantaggi dell'assetto da bikepacking ?

Come appena detto, è il viaggiare leggeri. La quasi assenza di peso sul carro posteriore costituisce un sollievo indicibile. La bici si sposta con facilità; si è incoraggiati a sobbarcarsi salite; non si ha più la sensazione di spostare un autocarro inchiodato a terra ma una utilitaria, in confronto. La manovrabilità è perfetta; la frenata posteriore più efficace. In sintesi, il cicloturismo diventa più accessibile e meno penoso. Non è che non si faccia più fatica (per quello ci sono le bici elettriche), ma rispetto a prima si vola. Per dirla all'americana: prima era "no fun".


Quali sono gli svantaggi ?

Occorre ingegnarsi per comprimere il necessario dentro le borse, cosa semplicissima con clima temperato e ancora più semplice se non si dorme in tenda - più difficile con il freddo: se ci aggiungiamo le lunghe distanze a tappe diventa un gioco a incastro, una specie di rebus da risolvere. Aggiungerei anche una relativa scomodità ad accedere a certi oggetti. Minor spazio per scorte di lungo periodo (scordarsi i biscotti, la pasta, l'olio portati dappresso a chili o i vestiti della serie "magari non lo uso ma intanto lo porto").

 

Trasferire quasi tutto il peso sul davanti rende la sterzata o la manovrabilità più difficoltose ?

No, per niente.


Un altro vantaggio del bikepacking ?

Si è più incoraggiati a fare salite. Confesso in passato di aver rinunciato a visitare certi adorabili villaggi perchè erano semplicemente posti in alto e non me la sentivo di pedalare appesantito anche fosse per 200-300 metri di dislivello. Questo è un peccato poichè spesso molti dei posti più suggestivi sono quelli in collina/montagna.


E adesso ?

E adesso cercherò di mettere in pratica questo nuovo assetto da viaggio a marzo-aprile prossimi. Ci sono poche altre cose cui trovare posto ma niente di impossibile (paio di ciabatte, altre t-shirt di riserva, cosciali corti da ciclismo, caricatore della Nikon e poco altro).

Una prima prova l'ho fatta in questa due giorni con gran freddo, strade sconnesse, salite e discese ed è più che positiva. 

Il resto lo dirà la Strada.

 

sotto: in Svezia nel 2012. Come abbia potuto attraversare tutta l'Europa con oltre 40 chili di peso resta per me un mistero, se metto a confronto con la nuova strategia