mercoledì 27 giugno 2018

Video sull'escursione per il Solstizio d'estate.







Ho pubblicato sul mio canale Youtube un breve video di 3 minuti sull'escursione con notte in tenda fatta per il Solstizio d'estate. Il documento non ha nessuno scopo autocelebrativo, è solo un piccolo pezzo di vita trascorsa sui Nebrodi. L'ho realizzato soprattutto come esercizio di montaggio - un'attività lunga e alle volte frustrante ma che trovo molto divertente.


Il video si trova qui:






domenica 24 giugno 2018

In tenda sui Nebrodi per il Solstizio d'estate. Arance e granite, oggi come allora.




Nelle scorse settimane ho fatto qualche lavoretto in campagna, per lo più decespugliamento. Ho raccolto e venduto arance e trasferito legna da una catasta esterna alla legnaia. L'orto prosegue bene anzi benissimo; a seguito delle piogge che si sono avvicendate non c'è stato neanche bisogno di innaffiarlo più di tanto.

Spesso a metà mattina mi faccio delle spremute con arance da alberi vicini alla mia area di relax, dove indugio alle volte anche il pomeriggio - zanzara tigre permettendo.















Anche quest'anno abbiamo prodotto numerosi vasetti di marmellata di arance e kumquat. Quest'ultimo è un piccolo agrume ovale prodotto da un altrettanto piccolo albero. Il nostro è stato piantato per prova dal precedente proprietario allettato dall'idea che il mercato agricolo dell'epoca potesse farne grande richiesta per l'impiego nell'industria di essenze e profumi - cosa che poi non avvenne, nda.

Il pregio del kumquat sta nel fatto che la marmellata non richiede aggiunta di pectine addensanti durante la preparazione. Inoltre viene conferito un certo gusto amarognolo che non disturba affatto, anzi a me piace moltissimo.
Con questa marmellata andiamo avanti mesi a rallegrare le nostre colazioni.








Mescola di arance e kumquat.




Cottura, 20 minuti circa.




La nostra marmellata.



nota: il kumquat ovale è di origine cinese; informazioni in questa pagina.





SOLSTIZIO D'ESTATE 2018
IN TENDA SUI NEBRODI







Chi mi legge da tempo sa bene che non amo l'estate - meno che mai ne "festeggio" l'arrivo. Poichè avevo una gran voglia di scarpinare sulle vicine montagne ho sfruttato la scusa del Solstizio per passare una bellissima notte in tenda sui Nebrodi.

Solcate da ampie fiumare sassose, le valli di queste montagne si alternano a crinali tutti orientati in direzione sud-nord digradanti verso il mare; forse con la foto seguente riesco a spiegarmi meglio:







Le creste montuose sono quasi sempre percorse da carrarecce usate dai pastori. Si tratta di piste in cattive condizioni, danneggiate ogni anno che passa dal ruscellamento delle acque e percorribili solo in fuoristrada.

Per l'escursionista queste piste sono una manna dato che risultano sconosciute e precluse ai gitanti e nel caso specifico di chi ama la fotografia offrono panorami spettacolari direttamente orientati su albe e tramonti.

La pista di crinale che ho percorso si trova a breve distanza da casa mia. L'escursione che ho fatto è di sette chilometri sola andata con un dislivello di 450 metri.
Sono partito alle 15 e trenta lasciandomi alle spalle una profumatissima pineta e guadagnando quota verso un brullo ma affascinante paesaggio di collina:



La pineta all'inizio del percorso.
In questo tratto la pista è ancora asfaltata.



In cammino sulla pista del crinale montuoso.



Ho incontrato tantissime capre sorvegliate da cani che non mi hanno infastidito - si sono solo limitati ad abbaiare. 
Salendo di quota "emergono" formazioni rocciose di arenaria levigate dagli eventi atmosferici. Le rocce assumono forme interessanti che vivacizzano il paesaggio.



Un cancello rudimentale per non fare
sconfinare le bestie.



Mandrie di capre al pascolo.



Il paesaggio roccioso a quota più alta.



Alle 18 ho raggiunto il punto panoramico che volevo, a 1045 metri d'altezza. Un altopiano ventoso e desolato con i resti di un furgone verde abbandonato chissà quanto tempo fa, che conferisce un tocco di selvaggio a tutto l'ambiente:







A poche decine di metri si trova un ampio spiazzo orientato a est, perfetto per montare la tenda. C'erano basse nuvole che viaggiavano veloci mentre il sole scendeva velocemente e tramontava.








sopra e sotto: nuvole basse e tramonto
ripresi dal punto dove mi sono accampato.







Tra foto, selfie e riprese video il tempo è letteralmente volato via. Ho cenato con carne locale e qualche pera della mia campagna. Poi ho passato una notte tranquilla - il telo della tenda sporadicamente agitato da un vento fresco e leggero.










Dura la vita di chi ama la fotografia: la prima alba dell'estate è arrivata presto, prima delle sei. La luce si è diffusa sull'altopiano dipingendo le rocce di arancione. Il silenzio era rotto solo dalle campane di mucche che si muovevano nei dintorni.


L'alba del primo giorno d'estate.





in alto e in basso:
la luce arancione dell'alba colora
le rocce dell'altopiano.







Intorno alle 7 ho fatto colazione e un breve giro nei dintorni. Il cielo era completamente libero e si vedeva il lato nord dell'Etna in lontananza, con la cima fumante di vapore. Infine ho smontato il campo e mi sono incamminato verso il punto di partenza.









Alle dieci del mattino, prima di tornare a casa, mi sono concesso la prima granita della stagione presso un bar con i tavoli all'aperto. Lo stesso dove mi fermavo durante le mie uscite in bici da corsa all'età di diciotto, diciannove anni.

Anche le granite e le brioches sono sempre le stesse di allora. Buone, rinfrescanti ed economiche.
E' bello pensare che in un mondo turbolento e pieno di cambiamenti ci sia qualcosa che non è mutato.

Qualcuno recentemente mi ha detto che "vivo fuori dal mondo reale". 
Non so cosa questo significhi esattamente - ognuno vive il suo mondo pensando che sia il migliore o il più "giusto". Spesso ciò che viviamo o subiamo inevitabilmente lo facciamo passare per "giusto".

A me tutte queste elucubrazioni non interessano. 
Mi basta affondare la prima cucchiaiata in questa granita e dire a me stesso: che privilegio.

Questo è il "mio mondo" e mi piace. Mi piace da morire -
Buona estate a tutti.







NOTE PER L'ESCURSIONISTA

1) Il mese di giugno è l'ultimo utile per recarsi in queste località prima che il caldo diventi insopportabile e con esso gli insetti molesti;
2)  Le piste a queste quote sono quasi sempre esposte al sole. Portarsi un cappello è d'obbligo;
3) Le zone sono frequentatissime da animali. Indossate SEMPRE pantaloni lunghi per evitare zecche;
4) Lasciate a casa i bastoni da escursionismo e portate un buon bastone duro da mostrare ai cani più intraprendenti o - se è il caso - menarglielo sulla schiena.






lunedì 4 giugno 2018

Fichi d'india in fiore. Una mattina al mare.





Quanto mi piacciono i fichi d'india. Così caratteristici del paesaggio siciliano - ribelli, grandi e decisi rispetto ai loro cugini sardi; con le loro buffe pale grigio-verde che formano le architetture più strane. Con quei loro frutti di una dolcezza e di un sapore unici - che aprirli è un'arte e mangiarli freddi di frigorifero ti manda in estasi.







Lungo la strada che porta alla mia campagna ci sono varie formazioni che crescono in posizioni difficili. E quest'anno hanno prodotto un sacco di fiori.
Si tratta di fiori gialli ed effimeri che mi sono fermato a fotografare per mezz'ora sollevando la curiosità di chi passava e magari non ci aveva neanche fatto caso.





in alto e seguenti:
i fiori dei fichi d'india siciliani











Quello delle piante succulente, tra le quali i fichi d'india, è un mondo tutto particolare. Ho appreso che il fico d'india effettua la fotosintesi direttamente attraverso le pale, che si chiamano cladodi. Si tratta di una speciale fotosintesi denominata CAM tipica degli ambienti estremi quali quelli desertici.

La pianta è originaria del Messico e pare sia stata importata in Europa dai primi esploratori contemporanei di Colombo.
Invito alla lettura della pagina wikipedia dei fichidindia; è davvero molto interessante.




sopra e sotto:
frutti chiusi e sbucciati
dei fichi d'india




La mia ricetta: nessuna guarnitura, niente di niente.
Il trucco è "termico". Sbucciare i frutti la mattina
( non all'ora di pranzo perchè non avrete voglia di farlo ) e metterli
in frigorifero; trovarseli già pronti e freddi a fine pasto
è il massimo della goduria.



Da un anno circa ho impiantato un piccolo fico d'india nel mio terreno; gli ho scelto un posto molto assolato e sta crescendo tranquillo. Ogni tanto, soprattutto nelle giornate estive più torride, gli porto un secchiello d'acqua e pare che sia contento così:


 Il fico d'india di Lupolibero.
Il treppiede di pali di legno serve
a segnare il punto per non distruggerlo
durante il decespugliamento.





AL MARE

Da un paio di giorni fa un certo caldino. Ho deciso di passare qualche ora al mare, che dista venti minuti d'auto da casa. La costa tirrenica in questa zona offre sia spiagge di ghiaia sia di scogli, ma questi ultimi mai troppo accidentati. Ci sono anche dei fondali bassi rocciosi per chi vuole cimentarsi con la maschera.

Io non sono mai stato 'persona di mare' - mi accontento di nuotare a qualche decina di metri dalla riva.







Al mare ! 
( foto dedicata a Oriana, blogger Finally Mallorca )...




Scelgo sempre un'insenatura presso un piccolo borgo di pescatori dove la strada fa un'ampia curva e le barche sono parcheggiate sui marciapiedi:















In certi punti di questa lunga spiaggia si accumulano le piante  marine  Posidonia. Pare che la loro presenza indichi buona qualità delle acque marine costiere.


La pianta marina Posidonia arenatasi sulla spiaggia.




Questo piccolo borgo è incantevole; poche case colorate e una trattoria che sembra uscita fuori dagli anni Sessanta. Si mangia cous cous di pesce fresco sotto una tettoia a pochi metri dal mare - proprio come fa il commissario Montalbano nella serie televisiva.


Sono i primi di giugno e la spiaggia è poco frequentata. Ci sono: una coppia di anziani sotto un ombrellone; due ragazzini stranieri con la madre; una coppia di fidanzati; una ragazza sola che ha un grande tatuaggio sulla schiena e indugia a entrare in acqua.

Il mare non è ancora tiepido come ad agosto o settembre. L'acqua è fresca, non fredda. Oggi era calma e produceva un bel rumore incontrando gli scogli bassi. Ho fatto il bagno due volte e mi sono asciugato al sole. Alle 11 è passata la motoape del venditore di pane che si fermava casa per casa.
Mi era venuta una mezza idea di sedermi alla trattoria, invece ho deciso di comprare qualcosa in un panificio.

Ho acquistato un "rustico" al forno con ripieno di formaggio e spinaci. Volendo c'è anche la variante formaggio e melenzana.
E per dolce una ciambella di pasta fritta e zuccherata.





sopra: un "rustico", cibo da forno
prodotto e venduto presso i panettieri

sotto: una ciambella con lo zucchero







Queste ciambelle le conosco da quando andavo alla scuola elementare. A Catania erano un modo diffuso per mangiare qualcosa nell'intervallo.  Mi ricordano infatti il cortile assolato del collegio, i preti che facevano avanti e indietro sotto i portici tenendoci d'occhio, la temuta campanella del rientro in classe, il silenzio e la disciplina, le file per tre -

Ma adesso voglio fermare qui questa catena di ricordi. Chè sembra ieri e invece sono già passati diversi decenni. Diavolo come scorre la clessidra della vita...

Questa ciambella costa solo 80 centesimi ed è così buona che ne compro un'altra.
La signora del panificio mi vede tornare di nuovo e mi illustra altre meraviglie della sua produzione, tutta buona, fresca ed economica. Pago saluto ed esco -
Incontro una scolaresca rumorosa; qualcuno ride perchè ho tirato fuori la reflex per fotografare il dolce che ho in mano. Mi metto a ridere anch'io, qui su questa panchina sotto questo sole di Sicilia.

Ecco, per oggi sono felice così; ho avuto a disposizione un mare da sogno e due ciambelle, dico due: che lusso.
E' davvero bella, la vita.



Ciambella zuccherata #2