Sulla spiaggia ho trovato una capanna
costruita con le canne e attraversata dal vento,
ho scritto un'altra pagina, raccolto una conchiglia
ho scritto un'altra pagina, raccolto una conchiglia
e ascoltato il mare
SARDEGNA ORIENTALE; MINIERE D'ARGENTO;
LA CIMA COPPI DEL VIAGGIO; IN TENDA SUL MARE
Lunedì 14 aprile. Una tappa di 85 Km mi porta sulla costa orientale della Sardegna. All'altezza del paese di San Vito effettuo una deviazione per rivedere le miniere d'argento abbandonate di Monte Narba, dove nel '91 io e un amico ci accampammo durante il viaggio in bici di allora.
Vi si arriva con una pista in pessime condizioni dal fondo di pietrame incoerente.
Gli edifici sono in completa rovina e semi-sommersi dal materiale di risulta trasportato a valle dai cantieri posti più in alto.
Passano nuvole che oscurano a tratti il sole, mentre il vento fa sbattere le imposte dell'edificio della direzione. In genere adoro i posti abbandonati, ma avverto sensazioni vagamente inquietanti.
Deviazione per le miniere di Monte Narba
presso San Vito (Cagliari)
in alto: Monte Narba, miniere d'argento;
in basso: decorazioni nell'edificio ottocentesco
destinato al direttore
NOTA: rispetto a 28 anni fa gli edifici sono molto
più lesionati e compromessi. Esplorateli con ATTENZIONE
e non recatevi nè ai piani alti nè nei sotterranei.
NOTA: rispetto a 28 anni fa gli edifici sono molto
più lesionati e compromessi. Esplorateli con ATTENZIONE
e non recatevi nè ai piani alti nè nei sotterranei.
Poco prima di Arbatax il contachilometri raggiunge quota 1000. Dopo un panino mangiato a bordo strada attacco la salita per il passo di Genna Silana, che con i suoi 1017 metri costituirà il punto più alto dell'intero viaggio.
La piccola chiesa romanica di
San Nicola di Quirra, del XII secolo,
a breve distanza dalla Statale 125 Orientale Sarda
In tenda lungo il greto del Rio Quirra
Le rocce di porfido rosso ad Arbatax.
La lunga salita per il passo si svolge in un paesaggio vastissimo regno assoluto della pastorizia. Giungo in cima e festeggio davanti a una Casa Cantoniera con del pane sardo, pregustando la discesa interminabile che mi porterà dapprima a Dorgali e infine al mare.
Mi accamperò nei pressi della foce del fiume Cedrino, su una spiaggia solitaria dove qualcuno ha eretto una capanna di canne.
La Statale 125 guadagna lentamente quota
sino ai mille metri del valico di Genna Silana
Montagne calcaree a perdita d'occhio
lungo la discesa verso Dorgali e il mare
Foce del Cedrino nei pressi di Orosei.
Mi accampo liberamente su una spiaggia
di nere rocce vulcaniche
Tramonto nei pressi di Orosei
IN GALLURA; UN ASSAGGIO DI
COSTA SMERALDA; L'ARRIVO A SANTA TERESA
Sterminata spiaggia di sabbia e retro-ambiente dunale
a San Teodoro
L'Orientale Sarda procede verso nord con un'infinita serie di saliscendi; mi fermo a San Teodoro dove qualcuno oltre me passeggia sull'immensa spiaggia perdendo il senso del tempo.
Queste ultime tappe in Sardegna mi portano decisamente verso la Costa Smeralda, dove in un breve momento di sole riesco a fotografare alcune belle insenature come quella di Palau.
Costa Smeralda.
Una baia a poca distanza da Palau.
Gallura.
La strada serpeggia tra i pascoli con
rocciose montagne granitiche a fare da sfondo
Manca ormai poco per Santa Teresa di Gallura, dove ero sbarcato dodici giorni fa. Mi reco alla chiesa del Buoncammino e ritrovo il biglietto che avevo occultato presso un ulivo dinanzi l'edificio.
Avevo scritto la data e i chilometri di allora: 419. Scrivo sul foglietto ormai umido la distanza coperta sino a oggi: 1273, e lo rimetto a posto -
In mezzo a queste cifre è il mio viaggio in Sardegna. Fatto a distanza di "tanti" anni con più mezzi tecnici, più forza nelle gambe, più esperienza. Ma con lo stesso spirito di allora, la stessa identica voglia di meravigliarsi e di scoprire.
Mi accamperò tra le campagne di questo angolo di Sardegna, stasera, e domani ritornerò in Corsica per l'ultimo tratto del viaggio.
L'arrivo a S.Teresa alla chiesa del Buoncammino, la sera del 12 aprile.
Tappa no.18 di Km 109
Ritrovo sotto un albero d'ulivo il biglietto
che avevo lasciato dodici giorni fa.
In fondo anche questo viaggio in Sardegna
è stato un ri-trovarsi, un ri-trovare.
S.Teresa di Gallura, una insenatura
ripresa dal promontorio della Torre Aragonese
DI NUOVO IN CORSICA; PIOVE A DIROTTO;
UN RANCH-CAMPING
In marcia da Bonifacio verso la costa nord-orientale della Corsica
Sabato 13 aprile. Sono nuovamente in Corsica e pedalo sulla T10 che lasciata Bonifacio si dirige verso Porto Vecchio. La pioggia torrenziale inizia alle 12 e durerà oltre quattro ore. Reperisco una specie di camping/ranch in cui pianto la tenda in uno sconfinato terreno destinato ai cavalli.
Vengo avvertito di non lasciare fuori dalla tenda le borse con il cibo perchè verrebbero trafugate dai cavalli. I quali sono liberi di vagare per tutta la notte - difatti all'una vengo svegliato da un nitrito spaventoso a pochi passi dalla tenda. Esco e ce ne sono fuori una dozzina - gli occhi sinistramente illuminati dalla mia lampada frontale.
Torneranno a più riprese sino alle 7 del mattino. Una notte tranquilla, niente da dire !
In tenda nel campeggio/ranch
MANCATO NATURISMO; UP AND DOWN;
L'ULTIMO CAMPEGGIO; L'ARRIVO A BASTIA
Querce a bordo strada lungo la costa orientale corsa
Vigneti della "Reserve du President"
(c'era scritto così)
La strada è solo apparentemente pianeggiante, a guardare la carta. Nel concreto è un continuo saliscendi che con il vento contrario diventa snervante. Accedo al camping Riva Bella, che si trova nei pressi di Aleria ed è destinato ai naturisti, cioè ai nudisti. Poichè io lo sono (e non mi vergogno per niente a dirlo) scelgo una piazzola per la notte.
Ma di gente nuda ce n'è zero. Il vento forte e un certo freddo scoraggiano anche il nudista più accanito. Mi godo in compenso una splendida sauna che ha una finestra affacciata sul mare mosso - e una doccia calda.
Mare mosso e vento da intirizzire al camping naturista di Aleria.
(mi sono permesso di scattare questa foto esclusivamente
perchè non appare nessun ospite nell'inquadratura, nudo o vestito che sia)
21^ tappa da Aleria a Santa Lucia di Moriani.
Dato che la nave parte domani ho deciso di spezzare in due parti la distanza che mi separa dal porto di Bastia. Dopo soli 35 Km raggiungo un campeggio deserto di nome Miami Plage dove la donna alla reception mi fa piantare la tenda a titolo gratuito.
Dato che la nave parte domani ho deciso di spezzare in due parti la distanza che mi separa dal porto di Bastia. Dopo soli 35 Km raggiungo un campeggio deserto di nome Miami Plage dove la donna alla reception mi fa piantare la tenda a titolo gratuito.
Scelgo un punto vicino a un tavolo di legno tra profumati eucalyptus, e concedo mezza giornata di riposo alle gambe che mi hanno portato sino a qui.
L'ultimo camping si chiama Miami
e mi hanno concesso di sostarvi gratis
Alba sulla spiaggia
Martedì 16 aprile è il 22° e ultimo giorno di viaggio. Mancano solo 45 Km per Bastia. Il traffico aumenta considerevolmente ben prima della città. Lascio la strada principale e mi avvicino all'area urbana sfruttando arterie secondarie grazie alla combinazione smartphone/app di navigazione.
Appaiono il bastione del castello e le alte case che circondano il vecchio porto. Sulle montagne si ammassano nuvole minacciose, ma non pioverà. Mangio qualcosa su una panchina osservando pigramente il va e vieni dei pochi turisti.
Riecco la grande piazza con le palme dove ero sbarcato ventidue giorni fa in un inferno di pioggia e vento; ed ecco la nave gialla della Corsica Ferries dentro la quale entreremo, io e la bici, tra qualche ora.
A pochi chilometri da Bastia
L'arrivo
in alto: case a Bastia
in basso: il vecchio porto
La nave che mi riporterà a Vado Ligure
Non provo nessuna emozione particolare. Mistral 2019, il nome che ho dato a questo viaggio, era già finito da giorni, dentro di me. Si sente quando un viaggio "finisce" - e non per forza questa fine coincide con l'arrivo tecnico, con l'ultimo chilometro.
Sono stati 1496, in totale. Nel mare, nel vento, nel profumo della macchia mediterranea, nei saluti lanciati dalle auto, nei gesti di gentilezza delle persone. Nei ricordi di 28 anni fa.
Negli anni Trenta del secolo scorso lo scrittore Vittorini narrò un suo viaggio in Sardegna fatto con degli amici. Con pochi mezzi economici, l'esperienza costituì per l'autore un privilegio raro e irripetibile che raccontò in un piccolo libro dal titolo Sardegna come un'infanzia, edito nel '36.
Il messaggio che Vittorini volle comunicare fu quello di cercare di conservare l'amore per le cose semplici della vita - insieme allo stupore caratteristico dell'infanzia nello scoprire il mondo.
A volte la vita concede un secondo giro di giostra - più raramente un terzo. Il tempo è prezioso e non ne abbiamo tanto, pur avendo i mezzi - a differenza dello scrittore. Questo è ciò che Mistral 2019 mi ha rammentato, semmai ce ne fosse stato bisogno.
La nave si muove. Esco sul ponte a dare un ultimo sguardo alla Corsica e mi dico: "anche questa è fatta".
Il mare è calmo, a differenza dell'andata.
Lupolibero, 22 aprile 2019
"Ecco: Sardegna è finita. [...] E io capisco questo: che Sardegna per me è finita, non l'avrò più mai, che è passata per sempre nel tempo della mia esistenza. Come un'infanzia. E della mia infanzia fa parte ormai, di quel nulla, di quella favola. [...] E il battello postale dell'ultimo giorno, quello che ci ha portato a Terranova, ora è tutto una cosa con un vaporetto che nella mia infanzia più lontana fischiò sotto il tuono mentre tornavamo in fuga dai bagni."
E.Vittorini
NOTE A MARGINE
Cisto bianco in piena fioritura, Cistus monspeliensis;
le sue foglie vischiose spandono nell'aria quel
caratteristico profumo che si trova solo in Sardegna e Corsica
Incontri sulla strada: lo svizzero Otto è in viaggio
da mesi, non ha idea di che giorno sia e quando farà ritorno;
monta la tenda "in the wild" e dice di avere provviste per parecchi giorni,
birra inclusa
Sardegna, luglio 1991.
La notte passata sull'amaca
sotto la tettoia a Torre di Seu, penisola del Sinis.
L'edificio è adesso pericolante
e recintato (sotto):
Sardegna, luglio 1991.
Nuraghe Tradori (Oristano).
L'antico guardiano è ancora al suo posto,
ma l'area è stata chiusa per impedirne l'accesso (sotto)
Sardegna, 1991.
La vecchia casa del pescatore a S.Giovanni di Sinis
è ancora in piedi, e stranamente non è circondata da recinzioni
con cartelli di divieto e filo spinato elettrificato
Miniere di Monte Narba presso S.Vito (CA).
Nel '91 il sito era presidiato da un guardiano che
soggiornava in uno degli edifici.
Adesso le strutture sono gravemente lesionate
e sommerse da un fiume di detriti.
Sardegna, anno 1991.
A quell'epoca si viaggiava senza smartphone nè cellulare;
si comunicava con telefoni pubblici, lettere e cartoline;
i pantaloni da ciclismo facevano ridere, le t-shirt traspiranti
non erano state inventate, le tende da campeggio erano
un autentico colabrodo e internet non si sapeva neanche cosa fosse.
Della qualità delle foto meglio non parlarne.
Sardegna, anno 2019.
Abbiamo tutto quello che prima non c'era.
Ci siamo indubbiamente evoluti
e la mia ombra lo conferma !
Vai alla prima parte del diario di viaggio
Wow, bellissime immagini! (Come sempre)
RispondiEliminaMi stupisce tantissimo che tu abbia ritrovato il bigliettino intatto... senza sbavature dell'inchiostro!
Dove l'avevi nascosto?
Ciao,
Dentro una cavità alla base dell'albero di ulivo. Con sopra una pietra.
EliminaMagari si consumerà a breve, ma mi piace pensarlo ancora li.
Ciao, grazie.
Se ha resistito per tanti anni vedrai che ne resisterà altrettanti... secondo me devi programmare un giro a distanza di altri 28 anni così controlli :D
EliminaO magari prima, visto che comunque (come scrivi sotto) soffri del "mal di Sardegna"!
Io non l'ho mai visitata ma spero che riuscirò a farlo un giorno. Mio fratello per questioni legate al lavoro si è trovato ad andare e ha sempre trovato un'accoglienza fenomenale. Inoltre parte della compensazione consisteva nella possibilità di vacanze gratuite o quasi per la sua famiglia... non ricordo in quale parte della Sardegna fossero, ma mi hanno detto che il mare e la natura erano incredibili! Come del resto mostrano le tue immagini...
Ciao, buona domenica!
Ventosa, selvaggia, con scarsa popolazione, scarso traffico, montagne di antica origine, la Sardegna è una specie di piccola Patagonia italiana. Isolata in mezzo al mare come un piccolo continente - che uno si chiede cosa ci faccia, come sia "emerso".
EliminaL'ho reperita in altri report questa vicenda della nostalgia, del mal di Sardegna - e credevo fosse una sciocchezza romantica. Invece è vero, perlomeno io ne sono affetto sin dal viaggio fatto nel '91.
C'è qualcosa che mi attira continuamente su quell'isola.
Ci sarebbe un'altra rotta possibile da fare, in effetti. Vedremo - Però prima di altri 28 anni perchè ne avrò 75 e dubito che potrò spingere una bici stracarica su per mille colline !
La gente è di un'ospitalità straordinaria, oggi come allora. Non è un luogo comune - si fanno in quattro per aiutare.
Ti invito a visitarla - te ne innamoreresti.
un bel viaggio, anche nei ricordi. nel 91 avevo una bici simile alla tua e mai avrei pensato di usarla per fare un viaggio. A dire il vero nel 91 non mi passava neanche per l'anticamera del cervello di viaggiare in bici :-D purtroppo ho scoperto questo bel modo di girare il mondo solo a quarant'anni.
RispondiElimina30 anni fa il viaggio in bici era abbastanza diffuso. La rivista 'Cicloturismo & Grandi Viaggi' uscì nel 1988 e conservo i primi numeri come dei cimeli.
EliminaGli italiani erano vagamente snob all'epoca, e il turismo in bici era visto come qualcosa per poveri/senza troppi mezzi.
Ricordo che verso la fine di quel giro fatto a 19 anni approdo su una spiaggia affollata. Chiesi a un milanese steso a fumare con gli occhiali da sole a goccia se dava un occhio alla bici mentre facevo il bagno.
Rispose con aria di superiorità di si- che mi avrebbe custodito la "carriola".
Gli dissi che la carriola aveva fatto già 1000 chilometri in tutta l'isola.
"Perché: la Sardegna è un'isola "?
Sto ancora ridendo a distanza di 28 anni.
Tuttavia c'è anche chi si reca a mangiare fritture all'altro capo del mondo e non conosce un tubo dell'Italia.
Di peggio, insomma.
Comunque se ti è venuta voglia di esplorare quel meraviglioso pezzo d'Italia che si chiama Sardegna, puoi cimentarti con un tour costiero da Oristano a Cagliari che passa per le affascinanti zone minerarie dell'iglesiente. E' un tratto non lunghissimo e fattibile in meno di una settimana, selvaggio quanto basta e spettacolare.
EliminaLo avevo percorso nel '91 sulla falsariga di un articolo apparso su Bell'Italia.
E ti verrà quello di cui soffro io da allora: il mal di Sardegna.
> Cistus monspeliensis
RispondiElimina> che si trova solo in Sardegna e Corsica
Qualche esemplare si sarà perso in zona Gargano, ad esempio sul tombolo della laguna di Lesina (1a e 2a foto dall'alto qui)
:)
Descrivere quanto sia bello bivaccare in tenda e svegliarsi in quell' intenso profumo è impossibile. Ci vorrebbe un blog olfattivo:-)
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