mercoledì 23 dicembre 2015

Un anno che se ne va. 2015, selezione fotografica.



Quante fotografie digitali avrò selezionato, scartato, cestinato, negli ultimi cinque anni ? Migliaia e migliaia -
L'ultima selezione è quella che presento qui, una ventina di scatti delle esperienze più belle di quest'anno che sta per andarsene.

Enjoy.



Lungo il Po & sulle strade degli eroi, 6-23 aprile.
A tre anni di distanza dal viaggio in nord Europa, una scappata di 1112 km dalla porta di casa alla foce del Po - poi rotta verso Udine, Caporetto (Slovenia) e rientro a Trieste.
Sembrava un viaggetto da niente, invece è stato memorabile - magnifico.
Strade infinite e paesaggi agricoli, pioppi, borghi immersi nella nebbia, cascine abbandonate, canali, le case di Chioggia, quelle di Burano, il museo della grande guerra a Caporetto, l'accampamento sul greto del Piave.

L'odore dolce dei pioppi ad aprile, le loro foglie verdi appena nate -
L'odore del Po, il "fiume dei banchi di scuola" -

In marcia nella nebbia - Delta del Po.

Case all'isola di Burano (VE)




Trekking di due giorni all'altopiano del Pasubio.
Nel centenario della prima guerra mondiale ho ritenuto doveroso onorare la memoria dei caduti con un'escursione speciale. Io e l'amico Silvestro abbiamo visitato in lungo e in largo lo spettrale, commovente teatro di guerra del Pasubio dopo aver percorso la spettacolare Strada delle 52 Gallerie.

In cammino lungo una cengia esposta; Pasubio - Strada delle 52 Gallerie, Maggio 2015.
Pasubio, il cimitero di guerra destinato ai fanti della Brigata Liguria, a oltre 2000 metri di quota.


in alto: attinente alle foto precedenti, la foto di un cannone
della Prima Guerra sulla Linea Cadorna
(escursione da Brinzio al Forte Militare di Orino, marzo 2015).




CAPITOLO SICILIA

Giugno 2015 - Etna Ovest, rifugio di Monte Maletto. Un'escursione di due giorni con pernottamento al rifugio sopra citato, situato all'interno di uno splendido bosco e lontano dalla pista principale. Dal rifugio si cammina ancora sino a un belvedere spettacolare affacciato sull'Etna e sulle lave del 1976.





Luglio 2015 - appena prima dell'arrivo del gran caldo. Due giorni in bici da corsa tra i paesi interni dei Nebrodi, Capizzi, Cerami, Troina. Centinaia di chilometri di strade immerse nel silenzio, nel cuore del paesaggio siciliano. Le colline illuminate dal primo sole del mattino, appena lasciata Troina, sono state indimenticabili.





Luglio 2015 - La quarta microavventura. Dormo all'aperto sotto un ciliegio in uno dei vigneti più alti dell'Etna. Un risveglio nella natura, al cospetto del grande vulcano.





19 settembre - quinta microavventura: la baia nascosta. Una notte in una spiaggia poco conosciuta della costa tirrenica. L'odore, il rumore del mare. Un bagno nudo all'alba, nell'acqua tiepida dopo un'estate caldissima. Il rientro a casa a piedi com'ero venuto.





22 Settembre - La notte in tenda in un cratere spento dell'Etna.
Avevo da tempo adocchiato l'antico cratere di Monte Frumento delle Concazze, sul versante est del vulcano. Dopo aver faticosamente raggiunto la conca craterica, ho piazzato la tenda esattamente nel centro, documentando uno dei paesaggi più affascinanti che avessi mai visto.







Ottobre 2015 - Microavventura numero 6. Una notte in bivacco libero sull'orlo del Gran Cratere dell'isola di Vulcano, Eolie. Indimenticabile tramonto sul vulcano e risveglio sul tetto del mondo, occhieggiando il mare sottostante e ascoltando le eterne canzoni degli Eagles.


"It's another Tequila sunrise"... isola di Vulcano, Eolie - Ottobre.



IT'S AUTUMN !
   L'autunno si afferma. Stagione che adoro. Legna nella stufa e noccioli che perdono le foglie. Le escursioni non si contano; in solitaria o con il nuovo amico Luigi cammino per chilometri sulle piste dell'Etna e dei Nebrodi.
Le foto si moltiplicano, sono centinaia. Ne ho raccolte qualcuna delle più significative -

Sulle rive del lago Trearie, il più alto della Sicilia - Ottobre.

Le faggete d'alta quota dell'Etna - Ottobre.

La Grotta dei Lamponi, tunnel di scorrimento lavico sul versante nord dell'Etna - Novembre.


Parco dei Nebrodi - i faggi si specchiano sulle rive del lago Maulazzo - Novembre.


La mole dell'Etna ripresa dal Sentiero delle Sorgenti, Parco dei Nebrodi - Novembre.




in alto: tramonto sui campi lavici del versante ovest dell'Etna.
Una delle ultime escursioni sul vulcano, facendo riferimento al rifugio
di Monte Maletto. La violenta perturbazione che si allontanava mi ha
regalato scatti bellissimi.



sopra: l'ultima escursione sull'Etna, al rifugio di Monte Palestra.
Alle 10,45 del mattino, dal sentiero assisto in diretta a un'emissione
spaventosa di cenere e vapore. Un momento irripetibile.



Dicembre, 2015.
Una notte in una piccola casa di pietra a 1200 metri d'altezza. Un riparo per pastori ad uso degli escursionisti. La Casa del Sole alle Rocche del Crasto, Parco dei Nebrodi, è e sarà sempre per me un posto speciale.
Come lo è stata l'alba del mattino dopo.
E come lo è stato quest'anno, che ricorderò sempre come uno dei più belli.

Il primo sole di dicembre illumina l'altopiano delle Rocche del Crasto, Nebrodi.

mercoledì 16 dicembre 2015

A breve chiudo la porta e vado via. Grazie a tutti !




    Fuori piove e sto alimentando la stufa. Da giorni, con calma, ho rimesso a posto tante cose. Le motoseghe e la decespugliatrice sono state ripulite oliate e trasferite altrove. Due scatoli di cartone con oggettistica e abbigliamento sportivo oltre a noci, nocciole, limoni, mandaranci, zucche, conserve di olive, marmellate e liquori fatti con i nostri agrumi, sono già pronti per essere caricati in macchina - insieme a:

la bicicletta da corsa-gli zaini vuoti che odorano ancora di fumo-la bussola che ho usato sui Nebrodi- (maledette meravigliose montagne senza segnaletica) -la piccola radio che ascoltiamo da maggio, lì sul davanzale della finestra della cucina, dove "riceve meglio" -

... ... ...


    La clessidra scorre e a breve finiranno questi sette mesi in campagna - gli ultimi due li ho passati da solo. Il 18 riparto in nave per il nord Italia.
Ho negli occhi tante immagini, e tanti ricordi.
Dannata Sicilia, ti fa incazzare e maledire, poi però quando la lasci ti dispiace perchè qui c'è qualcosa, e francamente non ho ancora capito cosa.

    Voglio ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato e ci sono state vicine. I pochi amici sinceri che sono venuti a trovarci - e che ci hanno regalato anche quest'anno momenti bellissimi. Vi ringrazio, davvero.
Per la lunga strada che avete fatto e per aver passato qualche ora con noi davanti a una bella grigliata di carne. Siete e sarete sempre i benvenuti -

   Chiudo questo post prima che diventi un romanzo - e lo faccio con un'immagine: la stufa che ha riscaldato quest'autunno indimenticabile durante il quale, tante ma tante-tante volte, ho toccato il cielo con un dito.
Basta così.




Nei prossimi mesi, fino a marzo 2016,
l'attività del blog potrà subire un leggero rallentamento,
una specie di piccolo letargo, diciamo.
Nell'aprile del prossimo anno partirò per
il tradizionale viaggio in bici, se la vita lo consente.
Dove ?
Dove mi porterà la Strada.




domenica 13 dicembre 2015

Concerto d'Autunno. Gran finale. La Casa del Sole e le Rocche del Crasto nel parco dei Nebrodi.



Following the shadows of the skies
 or are they only figments of my eyes ?
And I'm feeling close to where the race is run
Waiting in our boats to set sail, sea of joy.

 Blind Faith, 1969







    Sono già stato qui, alle Rocche del Crasto. 1300 metri circa di quota - parco dei Nebrodi. Ho fatto ritorno su quest'altopiano meraviglioso disseminato di rocce dell'era mesozoica e immerso nel silenzio per poterlo vivere, "sentire" di nuovo. Le immagini che ho scattato sono un omaggio ai proprietari della Casa del Sole, un rifugio di pietra destinato ai pastori ma aperto a tutti che si trova sull'orlo di questa montagna, affacciato verso l'infinito.

 

 
Mucche lungo la pista che da Portella Gazzana conduce alle Rocche.
 
veduta della valle del Torrente Rosmarino
Nuvole basse sfiorano le rocce antiche dell'altopiano.


   Nella stanzetta di pietra della Casa del Sole si trova un tavolo con su un quaderno. Chi passa da qui lascia scritte le sue impressioni, e da quello che leggo sono tutti entusiasti. Ma la quasi totalità dei visitatori si intrattiene durante il giorno, mangia qualcosa, forse accende il caminetto, poi torna a casa -

   Trascorrere la notte qui non è per tutti. La stanza è fredda - di quel freddo che entra nelle ossa. La porta di legno e l'unica finestra non proteggono dagli spifferi di vento gelido che soffia dall'esterno, contro i quali non c'è camino che tenga.

   Faccio ogni dieci muniti esercizi per riscaldarmi, poi leggo un libro, ascolto la radio che mi sono portata, preparo la cena. Il saccoletto invernale, quello per temperature sottozero, fa egregiamente il suo lavoro. Passare qui la notte è dura, ma regala emozioni uniche.





in alto: il pernottamento alla Casa del Sole.
Niente legna per il caminetto, causa sessione fotografica.
All'interno della stanza ci saranno circa 5 gradi.


   Sveglia alle 5 e 45. Musica lirica alla radio, colazione e poi fuori a cercare le location migliori per fotografare l'alba. Mi muovo con attenzione tra queste rocce aguzze e insidiose, dove un passo falso significa farsi male. L'altopiano è immerso in una penombra quasi surreale - poi il sole di dicembre illumina le nuvole di arancione. E' giorno.










   Lascio l'altopiano delle Rocche intorno alle nove. Tornerò ancora qui ? 
Forse sì - perchè in questo posto provo sempre qualcosa di intenso, di molto forte. I filosofi lo chiamano "sublime".

   Richiudo la porta di legno della capanna e mi allontano nella nebbia. In alto volteggiano uccelli rapaci. L'acqua della fonte poco distante è fredda, mi ci lavo la faccia e ne bevo un po'. Poi imbocco il valico che mi condurrà a Portella Gazzana, da dove sono partito. L'altopiano delle Rocche scompare subito alla vista, e mi chiedo se esista veramente.

  Alle volte certi luoghi sono sospesi tra sogno e realtà, un po' come certi eventi improbabili che sfiorano la nostra vita. E che non ci è dato sapere se siano accaduti per caso o per qualche altro motivo.
Nel dubbio, possiamo solo andare avanti - e camminare.




Desidero ringraziare i proprietari della Casa del Sole,
per aver messo il rifugio a disposizione di tutti.
Che possa esso sopravvivere alla falce del tempo, 
e che venga sempre rispettato !

Lupolibero, 11-12 dicembre 2015.


Il report precedente della mia escursione alle Rocche, a marzo del 2014, è reperibile qui.


sabato 5 dicembre 2015

Monte Palestra e l'eruzione. A piedi sull'Etna, autunno 2015.



The hours, the minutes seem to fly
And since the last goodbye
You and I came a long way
The nights, too short to fill with sleep
Or falling in too deep
Seem so far away now

Memories, all we share between us
Everything we were, all that we remain
But memories somehow came between us
Breaking up two minds that were one and the same

The Alan Parsons Project,
Ammonia Avenue - 1984




   Una nuova alba sulla valle dell'Alcàntara, al cospetto dell'Etna il cui cratere è da un paio di giorni in attività.
Con qualche difficoltà riesco a raggiungere il cancello forestale di Bosco Chiuso, porta d'accesso al versante ovest del vulcano; trascorrerò la notte al piccolo rifugio di Monte Palestra, m.1917, al quale sono legato da vecchi ricordi essendo il primo riparo dove ho trascorso una notte sull'Etna, nell'aprile del 1988.


  I boati del vulcano si fanno sentire sempre più forti; dopo un'ora e mezza di marcia esco dal bosco di querce e raggiungo la pista altomontana, dalla quale di lì a poco assisto in diretta a un parossismo con emissione di cenere, vapori e lapilli.




 in alto: due riprese dell'attività parossistica intervenuta
alle 10 e 45 del 4 dicembre.


   Dopo aver assistito a questo incredibile spettacolo, riprendo la marcia in direzione sud. Faccio sosta per mangiare qualcosa nell'ampio rifugio di Monte Scavo.


Rifugio di Monte Scavo, m.1725. Sosta per pranzo e consultazione della cartina.

in alto: la pista altomontana passa a pochi metri dalla
grotta di scorrimento lavico di Monte Nunziata, originatasi
da un'eruzione del 1832.


in basso: un singolare rifugio di forma conica, in legno ed erba,
che mi richiama alla mente il viaggio in Lapponia.


versante ovest dell'Etna

   
   Finalmente giungo al rifugio di Monte Palestra, che giace su un'ampia radura esposta ai venti di tramontana, quasi schiacciato alle spalle dalla mole del vulcano. E' l'ora per una bevanda calda.

L'arrivo al rifugio forestale di Monte Palestra, m.1925





   
   Nel pomeriggio mi reco con lo zaino semivuoto al vicino rifugio della Galvarina, distante meno di due chilometri. il tramonto giunge presto, intorno alle 17 e 30.




in alto: l'ultima luce del giorno illumina il vecchio cratere
spento di Monte Pecoraro, m.2263.


sotto: l'accogliente rifugio forestale della Galvarina, aperto agli escursionisti.





   Nel buio faccio ritorno a Monte Palestra, dove mi preparo una cena. Intorno alle 20 sento dei rumori e vedo delle luci. Arriva un gruppo di tredici scout che era intenzionato a passare la notte qui. Quello che non capisco è:

- che senso ha camminare nel buio, cosa tipica degli scout.

- come si può pensare di stare in tredici persone in una piccola stanza come quella di Monte Palestra, che al massimo ne può ospitare cinque-sei.

- perchè queste persone non si sono fermate al rifugio della Galvarina, a soli 20 minuti da qui e quattro volte più grande.

Summa delle tre domande precedenti: forse ho spesso sottovalutato l'intelligenza del mio gatto maschio, che possiede due neuroni soltanto - uno per il cibo e l'altro per la riproduzione -


    Di fatto, constatato che ci sono già io nel rifugio e non sto urlando di gioia, decidono saggiamente di procedere oltre ( oddio, le tre ragazze potevano anche restare, se volevano...! ).
Rimango di nuovo da solo e ascolto i boati dell'Etna. Poi da perfetto idiota mi perdo il parossismo eruttivo delle ore 21, del quale avrei saputo solo l'indomani dall'amico Luigi, che mi aveva avvertito con un messaggio.
Pazienza.





Secondo giorno.
   Sveglia alle 6. Colazione nel freddo della stanza mezza invasa dal fumo. Il caminetto di Monte Palestra non ha mai funzionato bene, c'è qualcosa che è stato fatto male sin dall'inizio. passare comunque la notte qui è stato emozionante.
Al primo chiarore del giorno abbandono il rifugio e mi dirigo verso una zona poco distante costellata di vecchi crateri.

La prima luce del giorno tinge di rosso le ceneri emesse dall'Etna.





   E' una giornata priva di nuvole, dalla luce forte e inadatta alle buone fotografie. L'ultimo scatto è quello al bel cratere di Monte Nunziata, sempre molto suggestivo. Poi ripongo la Nikon nello zaino e ripercorro il lungo cammino fatto all'andata.

   L'aria è freschissima, cristallina. L'Etna pare essersi calmata rispetto a ieri, anche se qualche boato si fa ancora sentire -
Perdo quota progressivamente, ritmato dai miei passi e pieno di nuovi, bellissimi ricordi.

il vecchio cratere di Monte Nunziata, m.1803 (eruzione del 1832)


foto sopra: il rifugio forestale di Bosco Chiuso-Case Pappalardo,
punto di partenza per quest'escursione.


Ciliegina finale:
Un breve video di 25 secondi che documenta
l'emissione eruttiva dell'Etna è disponibile qui.
by Lupolibero, ovviamente.
https://youtu.be/IC0jMo0afIQ


Rammento che l'uso delle immagini per scopi diversi
da quello strettamente personale è proibito dalla
Legge sul Diritto d'autore.