domenica 28 aprile 2013

Proprio una bella notizia

Esistono due tipologie di tircheria: quella intelligente, che si chiama parsimonia - e quella cretina, che discende dall'ignoranza e dalla miseria d'animo.

Diversi decenni fa lo Stato si faceva carico di portare pali della corrente elettrica nelle campagne più sperdute, nelle stalle più infognate, nei valloni più impenetrabili. Chiunque aveva un ovile, un tugurio qualsiasi firmava una carta e gli uomini dell'ENEL scattavano a disboscare e piantare pali. Una bella favola. Troppo bella per durare.

La casa di campagna in cui ho abitato fino adesso è una delle poche, pochissime, che ne è priva. Questo perchè il precedente proprietario era affetto da tircheria cretina e se ne è strafottuto.

Anni fa mi ero informato: portare la luce costava circa 1500 euro, perchè si pagava in base alla distanza dall'ultimo trasformatore media/bassa tensione. Una bella sberla rispetto ai bei tempi passati, ma tutto sommato ci stavo ancora dentro.

Poichè tutto peggiora e nessuno regala niente, è arrivata di recente la bella notizia: portare la corrente elettrica in campagna costerebbe oltre 8900 euro, e per giunta fino al cancello e non oltre. Questo perchè il fabbricato è accatastato come magazzino. Allora dovrei: cambiarne la categoria catastale = 500 euro, portarvi la residenza e solo così richiedere l'allaccio ENEL a "basso costo". La fregatura è che la casa che costruirei risulterebbe a quel punto 'seconda casa' e pagherei lo sfracco di IVA al 22% per non parlare dell'IMU.

Se anche pagassi gli 8900 euro per tre miseri pali, i confinanti si attaccherebbero subito dopo sfruttando il costo dell'impianto da me sostenuto. E io da deficiente non voglio passare, scusate tanto.

Se a tutto questo aggiungiamo che il costruttore invocava già un aumento del 10% a seguito dell'incremento del costo del cemento, del ferro ecc. si potrà a questo punto concludere che:

MI SONO ROTTO E NON COSTRUISCO PIU' UN BEL NIENTE

Facile parlare di decrescita, di trasferirsi in campagna. Le campagne sono state abbandonate e le infrastrutture non ci sono, neanche quelle minime. I comuni se ne fregano di chi sceglie di vivere nelle aree rurali. Bene, bravi, che coraggiosi che siete - ma niente servizi. Acquedotti da terzo mondo e pochi settantenni rimasti che rievocano con l'occhio umido i bei tempi andati. Macchie di rovi dove prima c'erano uliveti da sogno e strade mezze franate mai riparate, perchè è più importante battere le mani e sperperare denaro nei fuochi d'artificio per la festa del santo patrono di turno. Panem et circenses. Ignoranti.

CERCHEREMO UNA CASA ALTROVE

Forse in un paese vicino, anche se l'offerta immobiliare è scadente. Villoni costosissimi a tre piani per l'allegra famiglia nonni-figli-nipoti - poi un oceano sterminato di catapecchie da ristrutturare a costi indefinibili e poche, pochissime costruzioni nuove. Di ristrutturare non se ne parla neanche perchè ho perso energie e interesse - ne ho la nausea di burocrazie, permessi, muri umidi, intonaci, infissi, rifacimenti di tetti sfondati, e di geometri e costruttori avidi e ignoranti. Mi viene voglia di mandare tutto a quel paese e ritornarmene al nord Italia, dove il pane fa schifo ma almeno le cose funzionano meglio e c'è più offerta di immobili dove poter vivere.

Poi passeggio incarognito in mezzo all'orto, dove le insalate scoppiano di salute, e le fragole maturano a vista d'occhio, neanche il tempo di averle piantate e sono già pronte. Gli alberi splendono, hanno subìto siccità e grandinate eppure hanno messo su migliaia di foglie nuove. Ci avevano detto ghignando che sarebbero morti, invece sono vivi, più vivi di tanti imbecilli che ci sono in giro a parlare e a non far nulla. Che colpa ne hanno gli alberi, alla fine ?

La colpa è dell'ignoranza, della grettezza di chi ci ha preceduto. Avevano mille opportunità d'oro e le hanno sprecate. Hanno soltanto preso e sfruttato. Tirchi e ignoranti.

LUPOLIBERO CAMBIA ROTTA

ed è abbastanza incazzato, stanco di vivere in questo schifo di Paese che compra i limoni in Argentina e poi predica il ritorno alla terra.
Io la buona volontà ce l'avevo messa.