giovedì 24 febbraio 2022

Due giorni in bici in Piemonte tra il Ticino e il Sesia.

 




Grazie ai due mesi scorsi di fatto privi di precipitazioni ho potuto praticare un proficuo allenamento su strada: oltre 1200 chilometri. Da tempo volevo fare un breve micro-viaggio in bici con accampamento, e così ho scelto la riva del fiume Sesia, in Piemonte, come destinazione.


Ho lasciato comodamente l'auto a Lainate, a breve distanza dal canale Villoresi e dalla relativa ciclabile che lo costeggia per chilometri, permettendo di raggiungere il Ticino senza rischiare la vita. Sono partito alle 8,30 in direzione Turbigo. Il Villoresi è completamente asciutto e interessato da un cantiere di impermeabilizzazione delle sponde:



sopra: la ciclabile del canale Villoresi nel meraviglioso tratto asfaltato tra Nerviano e Arconate (MI)



Superato il centro di Castano Primo ho oltrepassato il Ticino nei pressi del ponte di Turbigo (attenzione; cantiere in corso e traffico pesante). Poco oltre il ponte ho imboccato una pista in terra battuta in mezzo ai campi in direzione dello storico canale Cavour, pedalando per parecchio tempo nella quiete assoluta tra filari e cascine alcune delle quali dotate di chiesa.



sopra: pedalando in solitudine lungo il canale Cavour


sotto: pausa pranzo e cascine






Nel pomeriggio ho rinunciato a visitare il piccolo centro di San Nazzaro Sesia con la sua abbazia, dove ero già stato 5 anni fa. Grazie all'applicazione di orientamento ho scovato invece una strada sterrata che passando sotto la ferrovia Milano-Torino e l'autostrada A4 permette di raggiungere in breve tempo l'argine del fiume Sesia.





L'argine è in terra battuta e pietrisco grossolano; il fondo scoraggia a sufficienza le masse dal percorrerlo in auto. E infatti non vedo nessuno - solo un anziano a piedi a cui ho chiesto se nel raggio di 20 Km ci fossero zingari, dato che volevo accamparmi lungo il fiume.

Il posto era pulitissimo e privo di attività - è stato sufficiente imboccare una delle tante piste verso il fiume per reperire un ottimo posto per la tenda:






Dopo essermi goduto il tramonto ho fatto una passeggiata lungo la riva beandomi del freddo della sera e della tranquillità. Ho cucinato due hamburger con insalata, bevuto una birra e mi sono ritirato in tenda.


Giorno 2.

Bellissima alba fredda dopo una notte a 2 gradi sottozero. Meno male che ho portato con me il sacco a pelo supplementare in pile. Ho scattato le rituali fotografie al fiume e alle Alpi in lontananza - il Monte Rosa davvero illuminato di rosa dal primo sole. Poi colazione e ripartenza verso la strada.




in alto: due immagini del magnifico accampamento libero sul Sesia, all'alba


Pedalare di primo mattino con l'aria frizzante, attraversando piccoli anzi piccolissimi centri agricoli mi ha sempre dato sensazioni inebrianti di pura felicità, complementari a quelle dell'accampamento in tenda. Ho attraversato Sillavengo, Castellazzo Novarese e Proh (pronuncia: 'pru') ciascuno col suo castello. Quello di Proh in particolare è bellissimo, un piccolo adorabile maniero immerso nella campagna.




 in alto: Sillavengo e Castellazzo Novarese


sotto: il castello di Proh





Lasciata Proh ho viaggiato lungo strade in terra battuta o asfaltate dal traffico ridottissimo sino alla località Badia di Dulzago, un antico centro abbaziale poi divenuto borgo agricolo dotato di ampie corti e architettura rurale.

A Bellinzago Novarese, dove vige una diffusa maleducazione stradale, ho comprato qualcosa da mangiare che sono andato a consumare in pace in un'area attrezzata presso il mulino vecchio, in pieno Parco del Ticino -




sopra: località Badia di Dulzago (NO)


sotto: sosta all'aperto presso il Mulino Vecchio di Bellinzago Novarese






Dal mulino una comoda ciclabile tra prati vastissimi mi ha riportato quasi sul Ticino in prossimità di Tornavento. Ho scoperto che il temuto ponte di Oleggio è attraversabile in bici in sicurezza tramite passaggio laterale. Occorre invece fare MOLTA ATTENZIONE al tratto tra lo sbocco della ciclabile e il ponte. Si tratta di un solo chilometro, ma auto e camion transitano rabbiosamente come se fuggissero inseguiti dai missili. Perchè non dotare la strada di una pista ciclabile? Ah già dimenticavo: prima viene l'emergenza umanitaria...



sopra: il famigerato ponte di Oleggio, trafficatissimo ma sicuro per le bici


Da Tornavento è iniziata la marcia verso il punto di partenza, su strade che conosco metro per metro perchè sede dei normali allenamenti in bici da corsa.

Nosate e la sua chiesetta di S.Maria in Binda, poi il lungo Villoresi dribblando passeggini, pensionati intenti a osservare il cantiere del canale e proprietari di cani con guinzagli lunghi 10 metri. Un po' di stanchezza ma infinita pazienza e sono infine giunto a Lainate alle 16. Una foto davanti la storica Villa Litta e poi a casa.

Questo bellissimo giro ha coperto una distanza di 74 + 77 = 151 Km.

Come qualche "addetto ai lavori" avrà notato, ho caricato la bici in assetto per quanto possibile leggero, con la maggior parte del peso sul davanti. Non sono ancora riuscito a fare a meno delle borse posteriori ma ci sto lavorando. Pedalare in assetto da bikepacking o quasi-tale è tutto un altro vivere.

Questa escursione oltre a placare la mia sete di viaggio, me ne ha suggerite altre nell'area del Ticino piemontese, interessantissima per chi ama i paesaggi agricoli e le vie d'acqua.



sotto: la chiesa di S.M. in Binda a Nosate e l'arrivo a Lainate