mercoledì 5 luglio 2023

Un'estate con l'erba verde. Arance e vecchi ricordi portati dalla pioggia.

 

 


 

Vita di campagna ormai a regime. Per la prima volta in tanti anni non c'è un filo d'erba secca nemmeno a cercarlo. E siamo a luglio. Neanche il tempo di decespugliare che già ricresce nell'arco di una settimana. Mai visti i papaveri a luglio - perlomeno qui.

A proposito di decespugliatrice vorrei rettificare quanto esposto in un mio post dell'anno scorso sulla macchina cinese Kasei che avevo acquistato. Mi ha dato un mare di problemi.

Si è rotto il serbatoio - tra l'altro in un punto "strano", non esposto agli urti. Sostituito il serbatoio si è rotto il tappo a tenuta, per cui fuoriusciva miscela durante l'esercizio, cosa abbastanza pericolosa. Il genio della meccanica che me l'ha riparata e venduta, nel chiudere la calotta di plastica ha strozzato il cavo della candela, così che ho dovuto fare un terzo viaggio - non esattamente dietro casa.

Finita qui? No. Sono andato a decespugliare il terreno di un'anziana e la macchina ha smesso di funzionare all'improvviso dopo un'ora circa di lavoro. Si spegne se accelero. Forse le membrane del carburatore. Forse ci vuole una regolata. Forse è vero quello che comunque pensavo:

1) non ci sono pasti gratis nella vita;

2) tendenzialmente le macchine cinesi FANNO CACARE

 

Che poi non è tanto il motore che è scarso, quanto certe parti vitali che lo accompagnano e portano a una continua gragnuola di riparazioni. 50 euro. 25 euro. 86 euro...

Tanto vale a questo punto fare quello che ho fatto:

1) trattenermi dal mandare affanculo il venditore dato che potrei averne bisogno;

2) comprare definitivamente una macchina NON fabbricata in Cina

Quindi ho comprato su internet da un sito serio la Kawasaki TJ53, di cilindrata doppia e con asta italiana (BluBird). Il livello di potenza e di polverizzazione dell'erba è micidiale e il peso un filo maggiore di quel cesso di macchina cinese.

Possa durare a lungo - non foss'altro per non rivedere le facce dei riparatori, che sono un misto di furbizia e inettitudine.

 

 

A livello di orto sono pronti i primi cetrioli e insalate. Pomodori inizia a rosseggiare qualcosa. Non li ho fotografati perchè ancora c'è poco da fotografare.

Piantate anche melenzane che sembrano floride.

Grandissimo successo con le arance. Vendute oltre 225 casse. Un record assoluto frutto probabilmente delle fioriture eccezionali dello scorso anno.

 


  

Naturalmente abbiamo tenuto per noi un paio di alberi in modo da non dover comprare frutta. Il clima tutto sommato fresco di giugno ha tenuto lontano la mosca dell'agrume, e le arance sono ancora in gran parte mangiabilissime.

Dal balcone vedo verde per terra. Un eterno prato verde che non accenna a seccare. Quest'anno è così. L'ultima pioggia è stata domenica scorsa. Ha lasciato un odore nell'aria - un odore intenso di campagna, di terra bagnata che in qualche modo mi riportava ai tempi delle villeggiature da piccolo, in un paese dell'Etna al tempo di  metà settembre. Quando l'estate stava per finire e si avvertiva quella tremarella da inizio imminente della scuola.

Ricordi di quando mio zio portava me e mio cugino a uno storico bar-pasticceria di Santa Venerina dove servivano una granita indimenticabile ed esponevano paste di mandorla a forma di cane, che faceva pena mangiare.

 

Oggi invece c'è un vento fresco e umido e un sole che va e viene oscurato da nuvole sparse. Viaggiano bianche e veloci su uno sfondo blu cobalto profondo.

Stamattina per prima cosa ho portato qualche fiore alla tomba del gatto che ci ha lasciato esattamente due anni fa, il 5 luglio. 

Erano le 7 e trenta di mattina e il sole era già altissimo.