martedì 26 gennaio 2021

In bici alla Torre medievale. Trent'anni dopo.

 

 


 

 

Trent'anni fa, durante una delle mie innumerevoli escursioni in bici da corsa lungo la costa e nell'entroterra della provincia di Messina lato-Tirreno, mi imbattei in una antica costruzione isolata consistente in un torrione adiacente al rudere di un palazzo nobiliare.

Ieri sono ritornato esattamente nello stesso posto ritrovando intatti quegli edifici che all'epoca mi avevano colpito -

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La giornata è fredda, invernale; appena intiepidita da un pallido sole. La torre medievale è ancora lì che svetta, solidamente piantata nella campagna verdissima coltivata ad aranci e limoni - giusto a pochi metri da una strada provinciale pochissimo trafficata.

 


 

 

L'edificio ha due elevazioni. Sul lato nord si nota uno stemma perfettamente conservato e collocato su un'architrave: probabilmente è lo stemma della famiglia degli Altavilla, i Normanni che liberarono la Sicilia dai musulmani. Questo farebbe datare la costruzione intorno all'anno Mille.





 

La porta al piano terra è aperta. Si entra in un locale con volta ad arco - cosa che probabilmente ha contribuito a conferire ancora più stabilità alla torre, che di fatto è intatta. L'interno è spoglio e (miracolo) pulito e privo di scritte balorde sui muri.

Si potrebbe (ma non l'ho fatto) accedere al piano superiore tramite una incredibile scalinata ad aggetto esterno, con i gradini millimetricamente incastrati l'uno sull'altro:





 

Il prospetto sud mostra lo stesso schema; le merlature sul lastrico solare sono quasi tutte conservate così come le bellissime cuspidi con la palla di pietra scolpita:





A pochi metri dal torrione si trova un manufatto più recente, probabilmente del 1600-700, il quale non versa affatto in buone condizioni. La copertura è completamente crollata e all'interno cresce un albero dal tronco colossale.

Il prospetto principale è quello che mostra i decori più belli, realizzati con gran precisione nella pietra arenaria:



sopra: il palazzo signorile adiacente alla torre. Si notano i resti della doppia scalèa di accesso al primo piano

sotto: dettagli decorativi





 

Proprio al di sotto della scalinata di destra si nota una vasca in pietra con un mascherone scolpito in rilievo adibìto a getto d'acqua. Gli interni sono illeggibili perchè ingombri di detriti.





sopra: il mascherone-fontana e l'interno del palazzo nobiliare

sotto: corte esterna




Questo posto trasmette Storia ma è stato evidentemente dimenticato sebbene di facilissimo accesso. Il terreno su cui insiste viene probabilmente decespugliato e nulla più. Se il tutto si fosse trovato in altra provincia di mia conoscenza i vandali avrebbero portato via anche l'erba - invece si trova qui e tutto sommato è la sua fortuna -

Niente asfalto sulla corte antica nè pacchiani lampioni moderni a illuminarlo. Nessun guardiano in garitte di legno nè comitive di turisti che leccano gelati e fanno finta di interessarsi di storia dell'arte.

Una torre del medievo intatta e solitaria in questa campagna d'inverno. Una torre da cui si scorge il mare distante diversi chilometri. Chissà che gente ha posato le pietre per costruirla. Chissà che lingua parlavano.

Innumerevoli piogge si saranno abbattute su quei muri. E terremoti. E dominazioni storiche.

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Riprendo la bicicletta e saluto il torrione che pare incurante della falce del tempo. Una lunga discesa mi riconduce alla costa dove ritrovo il mare e una immensa spiaggia dalla ghiaia ancora umida per la pioggia recente.

Le onde sono fragorose, sembrano oceaniche.





sabato 23 gennaio 2021

25 chilometri in bici pedalando a picco sul mare. Da Brolo (ME) al Capo Calavà.

 

 

 



 

 

Il tempo alterna giornate di sole e di pioggia. Ieri ho percorso in bici 25 chilometri lungo la costa tirrenica siciliana da Brolo (ME) a Villa Ridente, punto panoramico sulla Statale 113.

Poco a nord di Gioiosa Marea ho fatto una sosta presso un piccolo adorabile belvedere a picco sul mare:

 


 sopra: la piccola rotonda panoramica Capo Skino, a nord di G.Marea (ME)


 

Il tratto successivo di strada costiera è tra i più spettacolari. Ne fa le lodi persino una vecchia guida del Touring Club Italiano di oltre cent'anni fa:

"La strada ora gira il Capo Calavà in una grandiosa tagliata nelle rocce granitiche a picco che fa capo a un breve traforo, al di là del quale la vista lungo il Capo di Piràino si estende sul piccolo golfo sino a Capo d'Orlando" - 1919.

 




 

Al giro di boa di circa 12 chilometri sono tornato indietro ripercorrendo il medesimo tratto di strada; intorno alle 13 mi sono fermato presso la spiaggia deserta di Gliàca di Piràino per mangiare qualcosa.

Il mare era quasi piatto e il sole riusciva a scaldare appena l'aria di questa giornata d'inverno.

 



 

 

 

sabato 16 gennaio 2021

Un balcone sul mare. In bici al Belvedere di Piraino (ME).

 

 


 

Un breve ma intenso giro in bici di 17 chilometri dal livello del mare ai 400 metri d'altezza di Piraino (ME) tra castelli, torri e spettacolari panorami sulla costa tirrenica messinese.


 

8 del mattino. Il piccolo centro costiero di Brolo (ME) è quasi deserto. Pochissima gente sul lungomare - giusto qualche runner e me. Nessuna nuvola e tempo freddo, splendido. Il mare è appena mosso e il basso scoglio piatto è illuminato dalla prima luce del giorno -

 


 

 

Prima di iniziare il giro faccio un salto al vicino castello, che si erge su una rupe ed è circondato da un piccolo borgo medievale.

 




 sopra: tre riprese del castello medievale di Brolo (ME)




Lasciata la cittadina mi dirigo verso Piraino, che sembra svettare altissima e irragiungibile. Inizia il primo di una lunga serie di tornanti che mi porteranno a 400 metri d'altezza. Le gambe girano bene e dopo il riscaldamento mi portano su senza problemi. Questa salita non la percorro da almeno trent'anni - all'epoca mi cimentavo in bici da corsa in pieno agosto a 35 gradi. Follie.

 



 
in alto: la salita che mena a Piraino (ME), m.400 ab.3800

 sotto: l'arrivo al paese





 

 

Piraino si trova in posizione panoramica a breve distanza in linea d'aria dalla costa. Dopo un giro tra strette strade che conducono ad antiche chiese e a una torre saracena mi dirigo verso il pezzo forte dell'escursione: il famoso Belvedere, probabilmente il più spettacolare dell'intera costa tirrenica siciliana - 

Affacciarsi da questo bianco balcone sul mare è sempre emozionante:

 




 

 Indugio una ventina di minuti - appena in tempo per scattare qualche foto con l'ultima luce. A breve il cielo si fa scuro e inizia a soffiare un vento di maestrale molto forte. 

Immediatamente a lato del belvedere si stacca una stradina ripidissima, stretta e priva di protezioni che riconduce alla costa. Prudentemente ieri sera avevo dato una buona stretta ai freni e ho fatto bene: controllo la bici senza problemi.

 



 

Adesso sono di nuovo sul mare, a zero metri di quota. Faccio una foto alla vicina Torre Gliàca (foto sopra), sempre suggestiva, e inizio a chiudere l'anello del mio giro. Grazie all'applicazione di orientamento percorro anche un tratto di costa che non avevo mai visto:

 




 

 

Sono le 13 e mi procuro un panino e una lattina presso un negozio di alimentari a Brolo. Il tempo volge al peggioramento deciso. Il mare d'inverno resta bellissimo - con gli stabilimenti deserti e questo vento freddo e umido che esalta l'atmosfera di solitudine, di "viaggio".

 



 

Lo scoglio di Brolo è l'elemento focale del paesaggio. Lo fisso ipnoticamente mentre consumo il panino su una panchina di legno. Arriva la pioggia e indosso la giacca impermeabile di fabbricazione svedese - la stessa che mi ha accompagnato in tanti viaggi. Ecco, il giro è finito.

La felicità è fatta di tutte queste cose. Almeno la mia -

 



 

 

sopra: cartina del piccolo tour di 17 Km (Mapy.cz)

Io l'ho effettuato in senso antiorario e in questo caso ci si ritrova a percorrere in discesa il ripido tratto tra il belvedere di Piraino e la Statale 113. Attenzione ai freni e possibilmente evitare quando la strada è bagnata. Il tratto in questione è quello compreso tra i punti 5 e 6.