venerdì 9 dicembre 2016

Sicilia antica. Le rovine del castello di Torremuzza.





Ieri insieme al caro amico Luigi ho voluto fare una capatina nella Sicilia dei castelli. Torremuzza ( = la torre mozzata ) è il nome di questa postazione militare arroccata a guardia di un'ansa del fiume Troina, a breve distanza dall'alto corso del Simeto. Zona di confine questa, dove le lave dell'Etna lasciano il passo ad altra geologia e dove quel mare sconfinato di colline e montagne a seminativo e pascolo che caratterizza l'interno "vero" dell'isola sembra avere finalmente inizio.

Per giungere all'edificio occorre passare dall'altra parte di un fiume; se il guado non è possibile a causa dell'altezza dell'acqua, si transita su un ponte tibetano alquanto traballante, ed è quello che abbiamo fatto noi. 





in alto e in basso: io e Luigi alle prese, di buon mattino, con 
l'attraversamento del fiume Troina sul ponte tibetano...
che proprio fermo non sta !


Ecco cosa ci voleva per darmi la sveglia: ...altro che caffè !


Risalito il versante opposto della collina abbiamo raggiunto l'antica postazione, illuminata dal sole di questa bellissima mattina di dicembre e inserita in un paesaggio che più 'siciliano' di così non si potrebbe:




sopra: il castello di Torremuzza come doveva
grossomodo apparire ai viandanti che lo raggiungevano
sette-otto secoli fa.



Non ci sono date esatte sulla posa della prima pietra. Pare che l'edificio esistesse già nel XIII° secolo come ampliamento della già preesistente torre, che sarebbe di origine bizantina. Fu coinvolto nella guerra del Vespro, passò nelle mani di diverse Signorìe che si avvicendarono nel corso dei secoli e fu anche utilizzato come luogo di detenzione.
La torre risulta mozzata a seguito di un fulmine, dicono; ma si potrebbe pensare anche per semplice crollo dovuto ad intemperie / terremoti ecc.

Comunque sia, la struttura è affascinante e tutto sommato ancora in "buono" stato. Il livello superiore è costituito da un cortile circondato da mura dotate di feritoie che permettevano di controllare a vista tutta la vallata sottostante, dove anticamente passava una 'regia trazzèra' ( = strada ) che univa Giardini Naxos a Termini Imerese, in provincia di Palermo.




sopra: Castello di Torremuzza, i resti della torre, di 
probabile origine bizantina

sotto: il cortile fortificato del livello superiore;
si notano i numerosi fori per l'osservazione




la vista sul versante nord della valle del fiume Troina


Castello di Torremuzza, l'ingresso sottostante, e principale,
al complesso fortificato


Inevitabilmente, quando si visitano posti come questo, ci si chiede "come doveva essere la vita qui" ecc.
Ed è quello che mi chiedo anch'io, mentre con il mio amico mi allontano dal vecchio castello lungo quella che in passato era sicuramente l'unica strada d'accesso. Cavalli e soldati, vettovaglie portate con fatica e mille temporali si saranno abbattuti sull'edificio nel corso di tanti secoli. Le presenze davvero "immutate" sono ancora oggi, la valle in cui scorre il fiume e la mole dell'Etna che incombe a levante.

Dobbiamo riattraversare quell'inquietante ponte tibetano ancora una volta, e una volta dall'altra parte saremo ritornati nel nostro tempo, centinaia e centinaia di anni dopo.

Un'altra giornata è sorta sull'antico castello, che infine scompare alla nostra vista.




IL CASTELLO DI TORREMUZZA, ACCESSO.
Spesso e volentieri descrivo come arrivare in certi posti. Ma non è questo il caso del castello di Torremuzza.
Perchè ? Perchè malgrado la struttura sia in abbandono, tutto sommato è rimasta nascosta e ignorata dal turismo di massa. Sarà per l'attraversamento del fiume, sarà perchè si trova in una zona brulla e decentrata, il castello sembra "godersi" il suo lento declino con serenità e pazienza, lontano da comitive di turisti mordi e fuggi.

A parte qualche rara cartuccia di cacciatori il luogo è pulito e incontaminato. Niente sacchi di immondizia nè carte di Kinder Cereali lasciate per terra. Solo poche scritte incise nell'intonaco che risalgono addirittura agli anni Sessanta. 

Un posto che vuole essere lasciato in pace. E io rispetto la sua volontà.



2 commenti:

  1. Giusto.
    Io oggi ho fatto un giro lungo il sentiero del viandante passando dal castello di vezio che però era chiuso.
    Poco male, il panorama lago-montagna era fantastico.

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    1. Sì, il sentiero del Viandante... il problema di quel percorso è che si trova tutto sul versante in ombra della montagna. Il sole sorge tardi in inverno e lo lascia gelido; se poi c'è neve, addio.

      Quest'anno, anzi nel 2017, conto invece di completare i due pezzi mancanti della Via Regina del lago di Como. Camminare ed esplorare è sempre un piacere, ovunque sia.
      Un saluto !

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