lunedì 5 febbraio 2018

In bici da corsa tra Bereguardo, Pavia e il Ticino.



Il ponte coperto di Pavia immerso nella nebbia.


Ho ripreso l'allenamento ciclistico. La provincia di Como, dove risiedo per 5-6 mesi l'anno, è la meno virtuosa in termini di piste ciclabili anzi direi che gli amministratori non sanno neanche cosa esse siano. Gli unici percorsi protetti più o meno a tiro da casa mia sono la ciclabile in terra battuta del Lura e la ciclabile, anch'essa in terra battuta, della valle Olona.
Doveva essere realizzata una cosiddetta Greenway più o meno parallela alla recente autostrada pedemontana - proprio come "opera compensativa" per quest'ultima - ma di fatto non è stato portato a termine neanche un chilometro; sarebbe stato infatti meraviglioso avere una pista trasversale con cui spostarsi dalla Brianza verso est raggiungendo Brescia, Bergamo e proiettarsi magari verso Mantova.
Niente di tutto questo. Aspetteremo il prossimo Expo...

La gente in auto è ormai completamente fuori di testa. Una massa montante di idioti che guidano con lo smartphone in una mano e la sigaretta nell'altra, che oltrepassano gli stop come se niente fosse e tirano dritto alle rotonde facendo finta di rallentare.
Ci sarebbe da fare a pugni ogni venti minuti circa.

Se si vuole usare quella invenzione da sogno che si chiama bici da corsa nei giorni infrasettimanali sulle strade "normali" si rischia la vita - è inutile raccontarsi balle. Non è vero che "se il ciclista va sulla propria strada non gli succede nulla", perchè semplicemente il ciclista NON ha una sua propria strada dato che è stato da tempo buttato fuori con prepotenza dal popolo dei motorizzati.
Troppa gente. Troppa gente sempre più imbecille.

Quindi? Quindi la formula che uso è la seguente:
- infrasettimana uno o due allenamenti con la bici da viaggio sulle piste in terra battuta:
  1) la ciclabile della valle Olona
  2) la ciclabile dei laghi di Varese e Comabbio
  3) la ciclabile del fiume Lura

- la domenica invece "lunga" percorrrenza in bici da corsa.
Come e dove?
Un'opzione molto valida è costituita dalla regione pianeggiante della Lomellina, tra Pavia e Vigevano. Lunghi rettilinei che costeggiano canali di risaia, vecchie cascine e traffico molto più ridotto, praticamente trascurabile la domenica.

Esiste una ciclabile favolosa che collega Abbiategrasso a Bereguardo; essa costeggia il lungo naviglio di Bereguardo ed è stata di recente asfaltata a regola d'arte, tanto che non pare neanche di essere in Italia ma in Francia. Chilometri di pace e silenzio lontani dalle auto in un paesaggio d'acqua che sa di altri tempi - e odore di campi concimati.
Nelle mattine d'inverno si sollevano nebbie che rivelano antiche abbazie come quella di Morimondo:


L'abbazia di Morimondo sui campi gelati di brina
alla prima luce del mattino



Giunti a Bereguardo si prosegue oltre verso Vigna del Pero e Torre d'Isola, arrivando a Pavia senza nessuna difficoltà. Da Pavia si passa dall'altra parte del Ticino attraversando il suggestivo ponte coperto, quindi si percorre la strada d'argine del Ticino. Parallela ad essa si snoda la Via Francigena, storica direttrice di pellegrinaggio.
Si oltrepassa il piccolo borgo di Zerbolò e si raggiunge il famoso ponte di barche di Bereguardo, richiudendo l'anello e percorrendo a ritroso la bellissima ciclabile del naviglio fatta all'andata.
Complessivamente ieri ho totalizzato 74 chilometri ma si può allungare a piacimento il giro deviando per Garlasco, Tromello o altri villaggi di risaia. Dovunque si vada il dislivello è praticamente zero.



Paesaggi d'acqua lungo la ciclabile del naviglio
di Bereguardo (PV)



Per effettuare questo giro devo pagare: 6,40 euro di tangenziale a/r + 90 chilometri a/r da fare in auto per recarmi sul posto. Ma ne vale enormemente la pena. Ripeterò ancora questo percorso e mi riprometto di scattare e pubblicare foto migliori di queste.
Sotto riporto una sommaria mappa e la descrizione. Chi volesse delucidazioni o nei mesi di Febbraio e Marzo si volesse aggregare non ha che da farsi avanti. Vado in bici da corsa ma non amo "correre", la mia media è di circa 22 km orari.



     

       descrizione: parcheggio a Fallavecchia e in bici sino a Morimondo; da Morimondo (davanti cimitero) imbocco della ciclabile del naviglio sino a Bereguardo; si devia a sinistra per Vigna del Pero e Torre d'Isola; si prosegue sino a Pavia; si passa sul ponte coperto; si gira subito a destra alla rotonda imboccando via Canarazzo che è la strada d'argine del Ticino; la si percorre sino a Zerbolò; si esce da Zerbolò e subito dopo il cimitero si va a destra; giunti in località Cascina Guarda ancora a destra verso il ponte di barche e quindi Bereguardo; si rientra a Fallavecchia ripercorrendo ancora la ciclabile del naviglio.

Note: nel periodo invernale occorre equipaggiarsi BENE contro il freddo glaciale, più severo soprattutto di prima mattina: calzamaglia ciclistica di alto livello, copriscarpa e guanti imbottiti, fascia per le orecchie, goletta (protezione per il collo e la nuca) e calotta sottocasco.
Luce  di posizione rossa lampeggiante posteriore in caso di fitta nebbia.
Attenzione alle strade acciottolate del centro storico di Pavia, belle ma scivolose.

7 commenti:

  1. grazie. Prima o poi lo proverò. Da Lecco due anni fa sono sceso lungo l'Adda; quella è una ciclabile che mi ha soddisfatto - ricordo il villaggio operaio di Crespi d'Adda e il proseguimento in sede protetta verso Lodi, che invece ha investito nelle strade per ciclisti con risultati pregevoli.

    A furia di cercare ho individuato adesso-adesso un'altra opzione: si scende lungo la pista del Lura sino a Saronno, si arriva a Lainate e da lì si fa andata e ritorno lungo una ciclabile nuova e protetta che costeggia il canale Villoresi e giunge quasi sino al Ticino.
    In questo modo non devo coinvolgere l'auto.

    Tutto quello che chiedo è allenarmi per 1000-1500 chilometri tra Febbraio e Marzo senza finire al Camposanto.

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  2. Ci avevo già pensato. Verso Marzo se il tempo è favorevole andiamo. Io sono praticamente libero sempre, anche infrasettimana. Verrei solo io, comunque.

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  3. Hey hey hey!!!! E io chi sono ? Il figlio del prete?
    Se non parlate di politica, veniamo anche io e Cinzia. Vedo che le escursioni tipiche di Lorenzo sono di livello accessibile anche da noi: 1:30-2:00 ore, dislivelli di 600-800 mt.


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  4. Hey hey hey!!!! E io chi sono ? Il figlio del prete?
    Se non parlate di politica, veniamo anche io e Cinzia. Vedo che le escursioni tipiche di Lorenzo sono di livello accessibile anche da noi: 1:30-2:00 ore, dislivelli di 600-800 mt.

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  5. Lo spostamento in auto pesa molto, moltissimo, anche a me. Sigh. Anche per il traffico che non manca mai soprattutto in estate e nel periodo della neve.
    Siccome sono anche motociclista, ho spesso pensato di fare lo spostamento in moto unendo così l'utile al dilettevole, ma ci sono diversi aspetti negativi: dalla praticità, all'orribile idea di dover tornare in moto quando sono STANCO-MORTO e inizia a fare pure freddo e buio (e magari a piovere).
    Spesso quindi finisco nelle primissime montagne del lecchese: zona Cornizzolo, corni di canzo, ecc.

    Domenica sono stato sul Cornizzolo partendo da Civate. L'idea era di imboccare un sentiero abbastanza semplice (n.8), ma mi sono perso e ritrovato su un sentiero ripidissimo (n.9)
    Non contento ho poi voluto proseguire fino al rifugio Consiglieri, tra fango scivolosissimo e pendenze per me impegnative.
    Una fame da pazzi. Sete pure. Non mi ero portato acqua e mi sono ridotto a mangiare un po' di neve per non sentirmi male.
    Sono arrivato distrutto, stringendo i denti, con maglietta da strizzare e ,per la prima volta, ho bagnato anche la felpa.
    All'affollatissimo rifugio (erano le 13:45) avevano già finito tutto. Pure l'affettato.
    Mi sono dovuto accontentare di un cappuccino e una fetta di torta.
    Un po' incazzato e anche frastornato per... stanchezza mista a senso di disagio, non sono stato lì troppo.
    Sono tornato giù e arrivato alla macchina sfatto.
    Mi fanno ancora male le gambe.
    Una bella sfacchinata. Peccato solo per il rifugio... che pareva d'essere in sicilia quando sono sbarcati gli americani.

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  6. Non ti preoccupare: mi sono dato questa botta "non certezze" proprio approfittando dell'assenza della mia compagna.
    Con lei guai se non sono in grado di prevederle ogni cm del percorso....

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  7. > La gente in auto è ormai completamente fuori di testa. Una massa montante di idioti che guidano con ...

    Un mio istruttore di cointegro mi diceva: le persone si siedono, sprofondano nelle loro auto e la loro mente si ferma.
    Il movimento fisico (tu in bici, mi pare di capire, io a piedi) non solo fa bene alla salute ma anche alla mente, che rimane vispa e attenta, intelligente, all'anima e allo spirito.

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