Arance bianche
In un angolo del terreno ancora invaso dall'erba alta sono andato a trovare un vecchio amico albero che produce esso solo le arance bianche, una cultivar irreperibile e dal sapore unico - a metà strada tra l'acre dell'agrume e il dolce delle mele.
Non c'è stata una singola giornata di caldo - sempre temperature miti sui venti gradi - la sera dieci e tanto umido che ha reso necessario accendere la stufa svariate volte.
I giorni di pioggi a non sono mancati, e li abbiamo occupati fabbricando marmellata di arance miste a Kumquat, un agrume ovale di piccole dimensioni che conferisce un sapore leggermente amaro.
Sono abbondanti varie cose, altre meno. Tra le abbondanze ci sono le fave, talune di un tipo da cucinare con l'intero baccello, che accompagnate col pane di qui non sto a descrivere quanto sono buone, la sera, con la stufa accesa in sottofondo e un vago odore di legna bruciata che permane, leggero, in cucina.
Ci siamo cimentati con il lungo e paziente lavoro della riverniciatura del pergolato che era stato installato nel 2013. Allora avevamo passato due sole mani di smalto per ferro, e in parte fu un errore. Occorre sempre dare una mano di fondo di antiruggine al minio (quello arancione), e successivamente due mani di smalto di alta qualità.
Per verniciare l'intera struttura è necessaria un'intera giornata. Ormai manca solo lo strato finale, che applicheremo quando la perturbazione attesa per fine settimana sarà passata.
Ho decespugliato una buona parte di terreno attorno alla casa. Emergono alberi, muri, salite, discese. Ci passeggio la sera beandomi col gioco del prima e dopo, godendo del lavoro fatto e dell'ultimo spicchio di sole che si posa sulle foglie del grande noce che svetta in mezzo all'orto finalmente libero dalle erbacce infestanti.
Prima
Dopo
L'aria profuma dei fiori d'arancio, le nespole là in alto sono ancora verdi; una biscia nera mi guarda col suo occhio rotondo e poi si infila agile e silenziosa in un buco nel muro di pietre a secco.
Sull'altro versante della vallata batte ancora il sole del pomeriggio, in queste lunghe giornate di maggio. Bellissime e trasparenti.
Sorrido e mi dico: sono qui.