mercoledì 28 aprile 2021

In bici e tenda su una spiaggia deserta della costa tirrenica siciliana.



 

 Sassi, acqua e cielo.

Fuoco.

Rumore del mare.

 


 

 

Aprile ormai alla fine. Aprile mese sacro dei viaggi in bici che facevo ogni anno prima della peste venuta dalla Cina. Amo vivere in campagna, tra il verde dei miei alberi e i terrazzamenti ad agrumi - ma i viaggi mi mancano. 

Poichè sono e resto un cicloviaggiatore.

Così sono partito in tarda mattinata da Capo d'Orlando in direzione Palermo allo scopo di accamparmi da qualche parte con bici e tenda. Una giornata semi soleggiata con uno scirocco di quelli ancora lievi, primaverili. La costa è ancora ammantata di verde - quel verde che tanto mi piace in contrasto con l'azzurro del mare - 

 

 


 

 

In quel verde che sa ancora di mare d'inverno ci sono tantissime fioriture. Pittoresche barche in secca - prima a Torrenova, poi ad Acquedolci dove mi sono fermato a mangiare qualcosa presso un'imbarcazione azzurra in disuso.

 



 

sopra: barche in secca a Torrenova (ME)


sotto: sosta per pranzo ad Acquedolci





Nel pomeriggio ho continuato a pedalare sino a Marina di Caronìa, dove avevo intenzione di accamparmi poco a ovest del paese. Lo spazio in verità c'era ma il terreno era ovunque troppo pietroso in prossimità del mare.

Ho incontrato una coppia di stranieri con un van che mi hanno salutato - e questo ha destato in me una furiosa nostalgia di passati viaggi all'estero. 

Riprendendo in parte la strada fatta all'andata ho deciso di ritrovare una spiaggia dove mi ero accampato lo scorso giugno 2020: il posto è perfetto, panoramico e comodamente erboso per la tenda.

 






A differenza dello scorso accampamento, non c'era anima viva. Regnava un silenzio rotto soltanto dal mormorìo delle onde, quel tanto che bastava da non essere assordante e fastidioso. Il sole di aprile è via via sceso all'orizzonte - la luce scomponeva il paesaggio nei suoi elementi essenziali: sassi, acqua, cielo.






A tramonto avvenuto ho acceso un piccolo fuoco. La legna raccolta sulla spiaggia, disseccata dall'acqua marina, si è accesa all'istante:




 

Su questo fuoco ho scaldato la cena - wurstel con contorno di finocchi e patate. Sarò nostalgico, ma il pensiero è andato a un analogo accampamento in Norvegia, nove anni fa. Anche lì con vento da sud - anche lì in bicicletta:




foto sopra: Norvegia (2012), un fuoco sulla spiaggia

 

 



Intorno alle 22 sono entrato in tenda e ho letto un po' prima di dormire. La notte è stata tranquillissima - nessun treno dalla vicina ferrovia mi ha disturbato.

Alba alle 6 e 10. Profumo inebriante di cisto bianco che mi rimandava con la memoria alla Sardegna, stavolta. Ho scaldato il solito caffè solubile e in meno di un'ora sono ripartito dopo aver smontato il campo.

 


 




Ad Acquedolci ho fatto una breve sosta al castello Cupane, la cui corte ho trovato fortuitamente aperta.



sopra: Acquedolci (ME), il castello



Intorno alle 13 sono rientrato a Capo d'Orlando, dove ho mangiato un arancino di fronte al mare. C'era un certo caldo e qualcuno prendeva il sole sulla sconfinata spiaggia.






Alle volte qualcuno si sorprende allorchè gli dico che questi micro-viaggi mi portano a "soli" 35-40 chilometri da casa. Io credo che l'outdoor non sia una faccenda di lontananza - per cui un viaggio è degno di essere chiamato tale solo se siamo chissà dove - meglio ancora su altri continenti.

Sono il primo a portare avanti l'idea del viaggio all'estero - tuttavia voglio ricordare che si possono vivere piacevoli e memorabili "avventure" anche sulla breve distanza.

Come sempre dico, i sogni sono belli ma poi occorre agire - e questo vale anche per una singola micro-fuga con bici e tenda.

Le emozioni non dipendono dai chilometri fatti ma dallo stato mentale.
 






mercoledì 14 aprile 2021

Immagini di primavera.

 

 


 

 

A distanza di un mese dall'ultimo post, pubblico una piccola serie di foto di stampo primaverile. Il lavoro in campagna è consistito essenzialmente nel tagliare vecchi rami di noccioli in modo da impedire che si spezzino da sè a causa del vento. Da questo lavoro, che non mi piace ma che preferisco fare adesso invece che a giugno con 30 gradi, è venuta fuori una buona quantità di ottima legna per l'autunno/inverno di qui a due-tre anni.

Crescono le fave, fioriscono alberi da frutto e anche - bellissimo - l'unico ciliegio che si trova nella parte bassa della proprietà. Le querce non hanno fatto in tempo a perdere le foglie che già ne hanno messe di nuove.

Praticamente zero escursioni in bici o a piedi a seguito di un piccolo intervento chirurgico fatto a metà marzo. Passeggio in questi due ettari verdissimi, in un tempo che sembra essersi fermato. La stufa va ancora, la sera. Le giornate sono fresche, lunghe e luminose. Continuo a tagliare legna che già parla dell'autunno che verrà.

 

 


 Pasta integrale con pesto di nostre noci e nostro olio; in alto a destra: arance bianche



L'unico albero di Mandarino tardivo di Ciaculli, specie poco diffusa che (qui) matura ad aprile




Aspettando le fave. Sulla sinistra, il Pero secolare appena fiorito





Grandi querce nella parte bassa della proprietà, sempre piena di felci





Fiori del ciliegio





I fiori violetti del Pisello selvatico, presente in quantità colossali





in alto: grande abbondanza di limoni

in basso: gatta in posa






Legna che finirà in stufa dall'autunno 2023