Mi andava di rivedere un posto a me caro: Torre del Lauro, sul litorale tirrenico messinese. Tagliata fuori dal percorso ufficiale della Statale, che la scavalca con un immenso viadotto che deturpa mezza spiaggia, questa frazione del comune di Caronìa (ME) mi ha sempre affascinato per il suo carattere solitario e defilato.
Qui ho campeggiato, passeggiato, fatto foto di grande bellezza. In particolare al tramonto quando non c'è anima viva e si sente solo il rumore assordante del mare che rivolta milioni di ciottoli.
Devastata da vasti incendi lo scorso ottobre - incendi che hanno danneggiato anche le villette a ridosso del mare e carbonizzato eucaliptus e macchia costiera - Torre del Lauro o ciò che ne resta è sempre lì con la sua Bellezza appartata che si rivela a chi la sa leggere.
La vecchia stazione assediata dall'incendio, l'albergo abbandonato dove tutto è rimasto fermo a 30 anni fa, l'unica strada che una volta fu Statale poi declassata - le nuvole, IMMENSE, che solcano il cielo, lo spettacolo delle onde che si rompono sugli scogli con suono di cannonate, la luce - quella luce - che è prima arancione poi azzurra poi blu, fredda. L'odore del mare e una macchina fotografica, come diversi anni fa e come adesso, ieri, qui - malgrado la barbarie degli uomini, l'inciviltà, l'immondizia, gli incendi - tutto ciò insomma a cui volto le spalle.
sopra: due immagini della spiaggia riprese ieri
sotto: Torre del Lauro, novembre 2016