martedì 25 settembre 2012

L'arma del ricatto

E' giusto di poche ore fa la notizia che un fast food presente in Galleria a Milano tiene in scacco 95 dipendenti il cui posto di lavoro è in forse...a meno che il Comune non conceda alla filiale di "allargare un po' i locali" già presenti in centro.

E' di pochi giorni fa la polemica "Marchionne-FIAT-lavorare in Italia non è più produttivo" ecc...ecc...
Tradotto in poche parole per chi non lo avesse capito: Se non mi date gli aiuti di Stato vado a produrre in Serbia - se poi anche ai serbi non sta bene vado a produrre in Antartide e via dicendo.

L'umanità va avanti a ricatti. Il ricatto lo trovi dappertutto, dall'ambito familiare alle economie ipercapitaliste. Il mondo del lavoro si basa su di esso. Innumerevoli volte ho constatato che il lavoratore dipendente è in realtà un ricattato. Da cosa ? Dal BISOGNO. Ho visto molti chinare la testa e star zitti anche avendo piena ragione da vendere, e questo perchè sulle loro spalle pesava un mutuo o un figlio o tutt'e due le cose. Per questo sono convinto che ognuno invece di sperperare denaro in oggetti inutili dovrebbe, se riesce, accumulare quel tanto che basta per non aver bisogno di lavorare due o tre anni. Questo già basterebbe a far calare di molto l'indice di ricattabilità personale e l'ansia da dipendenza totale.

Quella del ricatto è una grande lezione da tenere sempre a mente. Se devo erigere una casa è meglio fare tutto in regola, evitando furbate e irregolarità. Quando tutto è in regola e ho carta scritta a dimostrarlo, i vicini - o chiunque - non potranno attaccarsi a niente. E se avrò ragione potrò esigere di veder rispettati i miei diritti.

Questo vale in casa, nel lavoro, nella famiglia, in qualsiasi ambito della vita minimamente importante. Limitare sul nascere le possibilità di ricatto - limare quelle già esistenti è un imperativo categorico e premessa di serenità.

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