giovedì 12 novembre 2015

Concerto d'Autunno. A tempo di marcia. Attorno al Monte Soro, Parco dei Nebrodi.




Terza escursione mia e di Luigi, questa volta sulle piste del Parco dei Nebrodi. 
Abbiamo effettuato un anello di oltre trenta chilometri attorno al Monte Soro, m.1847, raggiungendo i laghi Biviere di Cesarò e Maulazzo.


   Nella prima parte di questa escursione, a causa delle innumerevoli piste non segnalate nè segnate sulle carte, abbiamo avuto qualche difficoltà nell'orientamento: a un certo punto siamo finiti in un vallone che sembrava non portare da nessuna parte. Con l'aiuto della bussola ci siamo spostati a poco a poco verso nord, intercettando alla fine la Dorsale dei Nebrodi.

   Quest'uscita è stata magnifica sia per i paesaggi e i colori della natura, sia perchè i ( relativi ) momenti di difficoltà che abbiamo vissuto hanno rinsaldato la nostra amicizia. E' stato bello giungere stanchi sulle rive del lago Maulazzo, dove una sorgente freschissima ci ha dissetato e dove i faggi, già abbastanza spogli, si specchiano sulle acque in un caleidoscopio di colori letteralmente unico.


Dove nasce un torrente. Nei pressi di Monte Soro, Nebrodi.


 Sopra: l'immenso Acerone di Monte Soro,
uno degli aceri montani più grandi d'Italia.
Età stimata: 500 anni.
In altre nazioni ci sarebbe la fila per vedere quest'albero.
Qui sui Nebrodi due cartelli consumati e quasi illegibili
che solo per caso ci siamo soffermati a decifrare,
portano alla radura deserta dove giace questa meraviglia
della natura.


La mole dell'Etna dalla cima appena innevata ripresa dal versante est di M. Soro.

In alto e sotto: dopo due ore di incertezze e disorientamento,
avvistiamo dall'alto il lago Biviere, m.1278.
Urliamo di felicità e scendiamo di quota sino alle rive
dove ci fermiamo a mangiare ascoltando gli uccelli.



La valle del torrente Rosmarino e i contrafforti occidentali delle Rocche del Crasto.
I faggi si specchiano sulle acque del lago Maulazzo,
un bacino artificiale creato nel 1980 e oggi
perfettamente inserito nel paesaggio.



in alto: l'ultima immagine del lago, di ipnotica bellezza,
scattata prima di percorrere gli ultimi 2,5 km di pista
e rientrare alle auto.


I miei consigli.
Non sottovalutare i Nebrodi, mai. Noi abbiamo fatto quest'escursione in una splendida giornata luminosa e soleggiata, ma in presenza di nebbia o maltempo muoversi su queste montagne senza conoscere a menadito le piste, che sono milioni e si intersecano reciprocamente senza indicazioni, può significare solo una cosa: perdersi.

Un punto di riferimento può essere costituito dalla pista principale, la Dorsale, ma raggiungerla potrebbe essere più facile a dirsi che a farsi, dato che i Nebrodi non hanno un unico crinale ma una distribuzione complessa di montagne e valloni, le cosiddette Serre.

Portare una carta dettagliata e una bussola.
Non perdere la calma se non si capisce dove si è finiti (accade spesso).
Non fidarsi di reportage su internet che la raccontano facile.

Se non avete un buon senso dell'orientamento rimanete a casa
o scegliete mete più facili.

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