Prima uscita in bici da corsa del 2017. Tre gradi sottozero e fondo asciutto, 40 chilometri fino alla pineta di Appiano Gentile e ritorno.
La pratica del ciclismo invernale è materia per gli irriducibili del pedale, per chi non può o non vuole rinunciare all'allenamento. Io devo per forza iniziare a uscire a gennaio, dato che il mio tradizionale viaggio in bici lo faccio ad aprile: non posso permettermi di aspettare il tepore di marzo: troppo tardi. E dato che per fortuna non appartengo alla vasta schiera di "grandi viaggiatori" che cominciano a rabbrividire a 15 gradi, inforco la bici e affronto la strada come posso -
In questo post spiego come vestirsi efficacemente per un'uscita in bici da corsa con temperature di poco al di sopra o al di sotto dello zero.
Una premessa importante: la strada dev'essere asciutta. La bici da corsa possiede ruote sottili che perdono subito aderenza in presenza di ghiaccio: attenzione perchè è un fattore importante ! Una bella giornata di sole invernale non implica necessariamente che il fondo stradale sia ovunque asciutto. E cadendo dalla bici ci si fa quasi sempre male.
Detto questo, passiamo al vestiario: in inverno non si scherza, e tutto ciò che elencherò ha una ragione di esserci - dal capo più costoso e tecnico all'accessorio a buon mercato ma non per questo facoltativo. La diffusione di negozi di massa come il Decathlon e il progresso tecnico hanno reso possibile praticare ciclismo anche in pieno inverno - una differenza enorme rispetto ai tempi passati.
La foto seguente l'ho ricavata da una guida illustrata di trent'anni fa:
La foto seguente l'ho ricavata da una guida illustrata di trent'anni fa:
Non bisogna prendere per oro colato quello che le guide suggeriscono / in questo caso suggerivano: nelle due foto in questione il ciclista indossa guanti scoperti ed è privo di copriscarpa, che sono un accessorio fondamentale! In condizioni di freddo intenso le parti del corpo che iniziano a raffreddarsi prima sono proprio mani e piedi, fenomeno tanto più marcato quanto più si è alti di statura.
Allo stato attuale, in base alla mia esperienza, io indosso i seguenti capi e accessori:
1) Giubbotto invernale della leggendaria ditta Marcello Bergamo, che ho la fortuna di trovare non lontanissimo da casa. Il giubbotto è un capo di vestiario tecnico in cui vale la pena investire. La traspirabilità è assicurata più dalla zip frontale che dal tessuto in quanto tale, malgrado qualsiasi produttore affermi il contrario. Ma non si può avere tutto.
2) Calzamaglia pesante invernale della GoreBikeWear. Quello fotografato è il modello Oxygen, nel 2011 lo pagai 80 euro ordinandolo su internet da un sito inglese. E' un'autentica muta in grado di schermare aria gelida sino a due-tre ore di autonomia, meno traspirante e più schermante di una normale calzamaglia invernale. Attenzione alle misure: i capi della Gore tendono a essere "stretti". Se si ha la possibilità di provare il capo in negozio e poi ordinarlo sul web ( per risparmiare ), si eviteranno spiacevoli sorprese.
3) Maglia intima marca Equarea acquistata al Decathlon nel settore ciclismo, circa 20 euro. Perfetta, elastica e leggera. Possiedo anche una maglia più pesante di Marcello Bergamo, ma tende a far sudare. Quella di Decathlon va bene. Occorre comprarne due o tre dato che quando c'è un articolo buono, in genere sparisce, e al Decathlon sono specialisti in questo senso.
4) Goletta di Marcello Bergamo. E' un cilindro in grado di proteggere la nuca, il collo e metà della faccia dal naso in giù dall'aria gelida. E' un accessorio indispensabile in inverno. In passato ho anche usato un passamontagna, ma risultava meno gestibile e più fastidioso, mi faceva sentire "imprigionato" e tendeva a farmi sudare.
5) Fascia di protezione lombare. Serve a impedire che l'aria gelida giri attorno ai fianchi e crei una turbolenza proprio sui muscoli lombari, irrigidendoli e raffreddandoli. Chiunque soffra appena un minimo di mal di schiena nella zona lombare dovrebbe usare quest'accessorio. E anche chi non ne soffre, dato che la salute col passare della vita in genere non migliora...
6) Calze invernali acquistate al Decathlon. Quelle in questione sono per MTB, costano poco e funzionano bene.
7) Guanti da sci acquistati al Decathlon. I guanti per sci sono gli unici in grado di non far ghiacciare le mani ( che comunque dopo due ore avvertiranno un certo freddo in ogni caso ). Qualsiasi altro tipo di guanto abbia usato, anche costoso, non funziona allo stesso modo. Se si soffre particolarmente di freddo alle mani, si possono indossare sotto i guanti citati un paio supplementare di guanti di seta. Si trovano al Decathlon anch'essi, neri. Sono poco costosi, abbastanza efficaci, di seta ovviamente cinese.
8) FASCIA PER LE ORECCHIE. Non ho dimenticato lo Shift-Lock: è per sottolineare l'importanza capitale della fascia. Per evitare di beccarsi un'otite che ci accompagnerebbe sino alla tomba, e per coprire la fronte, che in caso contrario ce la farà pagare una volta a casa, scatenando mal di testa insopportabili. La fascia è la vita, la verità, la via, e non solo in pieno inverno !
Nel mio caso ho uno svantaggio: le stanghette degli occhiali la allargano ai lati, permettendo a un po' d'aria di passare, ma come detto prima: non si può avere tutto.
9) I copriscarpa imbottiti della GoreBikeWear. Costosi, molto ma molto costosi. Ma sono gli unici che non fanno sudare e traspirano riscaldando. Sotto i copriscarpa io uso la normale scarpa con bloccaggio. Ripeto attenzione alle misure: quelle della Gore sono ai limiti inferiori. Copriscarpa economici di materiale dichiarato "impermeabile" sono inservibili, non è in queste cose che si deve risparmiare !
10) Calotta o papalina sottocasco. Il casco ha delle fessure di aerazione. Da queste fessure entra aria gelida che a poco a poco raffredda la testa. La calotta costa poco e funziona egregiamente. Dagli 8 gradi in su, io comincio a farne a meno.
ed eccomi pronto:
Generalmente, l'uscita invernale dura al massimo tre ore. Ho constatato che dopo questo tempo, malgrado tutti gli accorgimenti, il corpo inizia davvero a sentire freddo e c'è ben poco da fare. Ci sono i teorici di creme e pomate riscaldanti, di solette termiche per i piedi eccetera. Io ho provato qualcosa, ma alla fine credo la soluzione migliore sia una bevanda calda, se la si reperisce, e poi rotta verso casa.
Senza l'allenamento invernale mi sarei trovato impreparato al viaggio fatto nel 2012 in Scandinavia, e in generale nel ciclismo attorno allo zero c'è qualcosa di "estremo" che mi è sempre piaciuto.
Non sono il solo, ed è divertente incontrare lungo la strada altri irriducibili con i quali ci si sorride solo con lo sguardo, dato che gli occhi sono l'unica parte che rimane scoperta !
Spero di essere stato utile -
Più che del freddo avrei paura di scivolare sul ghiaccio.
RispondiEliminaStamattina c'ho messo un bel po' a sghiacciare la macchina: non c'era il solito ghiaccio cristallizzato, bensì uno strato "vetrificato" che non si riusciva a togliere col raschietto e il liquido deghiacciante non aveva alcun effetto.
Ho dovuto scaldare l'auto e poi, in modo che l'aria calda sul vetro inizziasse a indebolire lo strato di ghiccio incollato.
Lo sghiacciamento del vetro... era l'occasione giusta per girare un filmato !
EliminaComunque ritornando all'articoletto sul ciclismo invernale, mi viene da ridere perchè mia moglie mi ha scattato la foto nella stanza - quella dove sono vestito, e dice che l'unica cosa che manca è la bandiera dell'isis sullo sfondo.