domenica 19 febbraio 2017

Cicloturismo sicuro e protetto (almeno in parte): la rete EUROVELO.





Questo è il paesaggio ripreso dal mio balcone, stamattina domenica 19 febbraio. Nebbione fitto e persistente causato dall'alta pressione dell'anticiclone, come dicono gli "esperti". La bici Littoria rimessa a nuovo, la tenda e i bagagli preparati <con fatica> nella giornata di ieri, il contachilometri azzerato pronto a conteggiare strada su strada. Volevo andare nella... non lo dico - quando potrò fare questo microviaggio si vedrà: per ora l'ho rimandato.

Chi potrebbe avventurarsi in bici con una nebbia come questa? Verrei fatto fuori in men che non si dica da qualche automobilista idiota che alle dieci del mattino di domenica corre a 150 all'ora sulla sua Volkswagen nera "sportiva" - sapete, uno di quegli stronzetti che guidano con lo smartphone sull'orecchio e col cappellino della Ferrari in bella mostra dietro il vetro posteriore. E poi, con una nebbia così... addio fotografie, che sono il mio pane -

Quindi approfitto di questa (ottima) scusa per stare a casa e parlare di strade (relativamente) sicure a disposizione dei ciclisti. Dio renda merito a chi le ha inventate -
 - Orbene, nelle mie conversazioni occasionali con altri cicloviaggiatori, ho scoperto con sorpresa che ben pochi conoscono l'esistenza della rete europea EUROVELO.
Nata negli anni '90, è un insieme di 15 tragitti di lunga percorrenza che attraversano l'intero continente secondo direttrici nord-sud ed est-ovest.
Giusto per dare un'idea della rete, ecco la mappa:



Uno dei percorsi più famosi è il numero 7, che parte da Capo Nord (Norvegia) e giunge sino all'estremo sud della Sicilia e infine se si vuole, a Malta; è quello tracciato in verde chiaro.
L'Eurovelo numero 6 è altrattanto seducente: parte (o arriva) dalla valle della Loira in Francia e termina sulla costa del Mar Nero. A metà percorso esso passa accanto al Danubio in coincidenza con la famosa pista ciclabile Vienna-Bratislava-Budapest.
L'anno scorso ci sono passato anch'io:



sopra e sotto: segnali dell'Eurovelo 6 all'uscita da Budapest
e sul tratto slovacco lungo il bel Danubio blu.



Rammento che il tratto ungherese aveva una segnaletica un po' deficitaria, ma in compenso evitava sempre le strade disumane e trafficate, odiate da ogni ciclista. Il tratto in Slovacchia mi riservò una ventina di chilometri di sterrato in un silenzio surreale, sull'argine del Danubio; seguirono altre decine di chilometri di asfalto liscio come la seta e totalmente precluso alle auto sino a Bratislava. Una favola -


Interminabili chilometri di solitudine e meditazione lungo l'argine del Danubio;
Slovacchia, Eurovelo 6


Asfalto liscio come la seta e vietato alle auto, a un passo dal Danubio: ma sto sognando?
Slovacchia, Eurovelo 6


In Austria, regno incontrastato delle piste ciclabili, l'Eurovelo mi portò dritto nel cuore di Vienna evitando periferie industriali e urbane e guidandomi con una segnaletica eccellente, anzi addirittura eccessiva:

Tratto austriaco: la pista ciclabile del Danubio (Donau-Radweg)
coincide con l'Eurovelo 6


Da quello che qualcuno avrà notato, il simbolo dei percorsi Eurovelo è un quadrato blu con le stellette dell'Unione Europea e al centro il numero della pista in questione:






Colgo l'occasione per parlare proprio del percorso numero 5: la Via Romea Francigena. Essa ricalca il tracciato che i pellegrini compivano da Londra a Roma a partire grossomodo da mille anni fa. I viandanti  più arditi si spingevano sino a Brindisi, per poi presumibilmente recarsi in Terrasanta.
Altri percorrevano la strada in senso inverso, da Roma a Canterbury (Inghilterra).

Insomma, un percorso che più storico di così non si può. Andate a rivedere la mappa - è la traccia colorata in rosa.
Recentemente ho letto un bel libro dell'inglese ultraquarantenne Andrew Sykes, che nel 2010 ha pedalato per tutta la lunghezza dell'EV #5. Il gran finale, con la bici che si ferma su un molo di Brindisi accanto a un faro, è davvero emozionante.




E - sorpresa - io vivo al nord Italia proprio a un chilometro di distanza dall'Eurovelo 5-Via Francigena, che passa accanto al torrente Lura, nell'omonimo parco!

E' ovvio che la stragrande maggioranza delle persone non ha/avrà il tempo per completare in bici un intero percorso EV, che richiede sicuramente più di un mese. Ma la mappa sopra riportata può essere fonte di ispirazione per viaggi più brevi che sfruttano queste piste privilegiate destinate a un'utenza silenziosa e non inquinante, cioè ciclisti e camminatori. La tratta Vienna-Budapest ad esempio è meravigliosa e adatta davvero a tutti.

La segnaletica, occorre dire, risulta più accurata in nazioni virtuose come l'Austria o la Germania, ma nell'epoca della navigazione GPS, esistono le tracce scaricabili online di tutte le tratte. Nazioni cicloturisticamente arretrate come l'Italia o i paesi dell'est europa hanno comunque fatto enormi progressi nella segnaletica fisica della rete, e se lo dico io che sono un polemico-lamentoso nato, ci potete credere. Inoltre, un percorso EV non implica al 100% il passaggio su strade vietate ai mezzi a motore, ma i progettisti hanno cercato di evitarle il più possibile e questo è già una gran cosa.

Cosa resta da dire allora? - che non rimane altro che sbirciare sul sito dei percorsi EUROVELO per progettare il nostro tour a pedali, e poi preparare bici, tenda e bagagli e mettersi sulla Signora Strada... ...sempre beninteso una volta che la nebbia si sarà diradata!    :-)




2 commenti:

  1. Beh... il n.7 in sicilia è tutto su strada statale....

    Ieri la nebbia era solo fino a Como.
    Noi siamo andati a fare la greenway del lago , conosciuta tramite un tuo vecchio (ma non troppo) articolo.
    Abbiamo fatto lo sbaglio di perdere troppo tempo (e entusiasmo) fermandoci a mangiare con tanto di spritz e birrone......quindi poi abbiamo proseguito poco.
    A Tremezzo abbiamo preso l'autobus per tornare a Colonno.

    Domenica carina, comunque.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la Greenway è un buon modo per trascorrere la domenica; mi (ci) mancano altre due tappe da fare e documentare.
      Un caro saluto -

      Elimina