Quanto mi piacciono i fichi d'india. Così caratteristici del paesaggio siciliano - ribelli, grandi e decisi rispetto ai loro cugini sardi; con le loro buffe pale grigio-verde che formano le architetture più strane. Con quei loro frutti di una dolcezza e di un sapore unici - che aprirli è un'arte e mangiarli freddi di frigorifero ti manda in estasi.
Lungo la strada che porta alla mia campagna ci sono varie formazioni che crescono in posizioni difficili. E quest'anno hanno prodotto un sacco di fiori.
Si tratta di fiori gialli ed effimeri che mi sono fermato a fotografare per mezz'ora sollevando la curiosità di chi passava e magari non ci aveva neanche fatto caso.
in alto e seguenti:
i fiori dei fichi d'india siciliani
Quello delle piante succulente, tra le quali i fichi d'india, è un mondo tutto particolare. Ho appreso che il fico d'india effettua la fotosintesi direttamente attraverso le pale, che si chiamano cladodi. Si tratta di una speciale fotosintesi denominata CAM tipica degli ambienti estremi quali quelli desertici.
La pianta è originaria del Messico e pare sia stata importata in Europa dai primi esploratori contemporanei di Colombo.
sopra e sotto:
frutti chiusi e sbucciati
dei fichi d'india
La mia ricetta: nessuna guarnitura, niente di niente.
Il trucco è "termico". Sbucciare i frutti la mattina
( non all'ora di pranzo perchè non avrete voglia di farlo ) e metterli
in frigorifero; trovarseli già pronti e freddi a fine pasto
è il massimo della goduria.
Da un anno circa ho impiantato un piccolo fico d'india nel mio terreno; gli ho scelto un posto molto assolato e sta crescendo tranquillo. Ogni tanto, soprattutto nelle giornate estive più torride, gli porto un secchiello d'acqua e pare che sia contento così:
Il fico d'india di Lupolibero.
Il treppiede di pali di legno serve
a segnare il punto per non distruggerlo
durante il decespugliamento.
AL MARE
Da un paio di giorni fa un certo caldino. Ho deciso di passare qualche ora al mare, che dista venti minuti d'auto da casa. La costa tirrenica in questa zona offre sia spiagge di ghiaia sia di scogli, ma questi ultimi mai troppo accidentati. Ci sono anche dei fondali bassi rocciosi per chi vuole cimentarsi con la maschera.
Io non sono mai stato 'persona di mare' - mi accontento di nuotare a qualche decina di metri dalla riva.
Al mare !
Scelgo sempre un'insenatura presso un piccolo borgo di pescatori dove la strada fa un'ampia curva e le barche sono parcheggiate sui marciapiedi:
In certi punti di questa lunga spiaggia si accumulano le piante marine
Posidonia. Pare che la loro presenza indichi buona qualità delle acque marine costiere.
La pianta marina Posidonia arenatasi sulla spiaggia.
Questo piccolo borgo è incantevole; poche case colorate e una
trattoria che sembra uscita fuori dagli anni Sessanta. Si mangia
cous cous di pesce fresco sotto una tettoia a pochi metri dal mare - proprio come fa il
commissario Montalbano nella serie televisiva.
Sono i primi di giugno e la spiaggia è poco frequentata. Ci sono: una coppia di anziani sotto un ombrellone; due ragazzini stranieri con la madre; una coppia di fidanzati; una ragazza sola che ha un grande tatuaggio sulla schiena e indugia a entrare in acqua.
Il mare non è ancora tiepido come ad agosto o settembre. L'acqua è fresca, non fredda. Oggi era calma e produceva un bel rumore incontrando gli scogli bassi. Ho fatto il bagno due volte e mi sono asciugato al sole. Alle 11 è passata la motoape del venditore di pane che si fermava casa per casa.
Mi era venuta una mezza idea di sedermi alla trattoria, invece ho deciso di comprare qualcosa in un panificio.
Ho acquistato un "rustico" al forno con ripieno di formaggio e spinaci. Volendo c'è anche la variante formaggio e melenzana.
E per dolce una ciambella di pasta fritta e zuccherata.
sopra: un "rustico", cibo da forno
prodotto e venduto presso i panettieri
sotto: una ciambella con lo zucchero
Queste
ciambelle le conosco da quando andavo alla scuola elementare. A Catania erano un modo diffuso per mangiare qualcosa nell'intervallo. Mi ricordano infatti il cortile assolato del collegio, i preti che facevano avanti e indietro sotto i portici tenendoci d'occhio, la temuta campanella del rientro in classe, il silenzio e la disciplina, le file per tre -
Ma adesso voglio fermare qui questa catena di ricordi. Chè sembra ieri e invece sono già passati diversi decenni. Diavolo come scorre la clessidra della vita...
Questa ciambella costa solo 80 centesimi ed è così buona che ne compro un'altra.
La signora del panificio mi vede tornare di nuovo e mi illustra altre meraviglie della sua produzione, tutta buona, fresca ed economica. Pago saluto ed esco -
Incontro una scolaresca rumorosa; qualcuno ride perchè ho tirato fuori la reflex per fotografare il dolce che ho in mano. Mi metto a ridere anch'io, qui su questa panchina sotto questo sole di Sicilia.
Ecco, per oggi sono felice così; ho avuto a disposizione un mare da sogno e
due ciambelle, dico due: che lusso.
E' davvero bella,
la vita.
Ciambella zuccherata #2