Quanto è bello viaggiare in bici lungo il mare.
Forse è stato tutto un sogno.
Un sogno esotico.
Continuano le escursioni ciclistiche in terra siciliana. Due giorni e quasi 100 chilometri di pedalate lungo la costa tirrenica da Capo d'Orlando a Cefalù con libero accampamento in tenda.
PRIMO GIORNO
Ho preso il via di buon mattino dalla cittadina di Capo d'Orlando (ME) dirigendomi verso ovest in direzione Palermo. Poca gente sulle strade, cielo scuro e anche un certo freschetto. La Via del Mare è una pista sterrata che si allontana dal centro abitato e giunge sino a Torrenova, mantenendosi sempre in vista della costa. C'è il progetto di trasformarla in pista ciclabile: vedremo.
sopra e sotto:
i primi chilometri nei pressi di Capo d'Orlando (ME),
con cielo scuro e temperatura di quindici gradi
Mi ha sempre affascinato l'atmosfera malinconica di Ottobre. Gli stabilimenti balneari chiusi, le pozzanghere dopo le recenti piogge, la luce tutta particolare dell'autunno. Adoro questo mese tanto quanto detesto l'estate.
A Torrenova ho fatto una breve sosta sulla spiaggia dove giace un grande barcone color blu oltremare, quindi ho proseguito per Sant'Agata di Militello (ME).
in alto e in basso:
una sosta presso uno
stabilimento balneare chiuso.
A Sant'Agata di Militello ho viaggiato su un bellissimo lungomare tutto nuovo e talmente ampio che ci potrebbe atterrare un aereo. Si sono manifestati alcuni piccoli problemi al cambio della bici; di recente avevo fatto sostituire la corona posteriore con una a 34 denti per poter affrontare le salite con i bagagli. Ma la catena pareva non volerci andare troppo d'accordo -
All'ora di pranzo mi sono fermato presso un piccolo promontorio erboso proteso sul mare in località Torre del Lauro (ME). Il pensiero è andato per un attimo alle scogliere di Dover in Inghilterra che avevo visitato in bicicletta due anni fa.
Il tempo ha cominciato a migliorare sensibilmente; seduto sull'erba, ho mangiato due panini guardando il mare.
Splendido tratto di costa in località Torre del Lauro (ME),
un posto magnifico per la pausa-pranzo.
un posto magnifico per la pausa-pranzo.
Sono ripartito alle 14 e trenta alla volta di Santo Stefano di Camastra, città votata alla produzione di ceramiche. C'è un belvedere con i parapetti tutti maiolicati, bellissimo. Pochi chilometri prima mi ero imbattuto in un altro (belvedere) poco curato e invaso dalle erbacce. E' sempre così in Sicilia: non ci sono mai le mezze misure !
Santo Stefano di Camastra (ME),
un belvedere maiolicato, vera opera d'arte.
UNA NOTA IMPORTANTE:
DA QUESTE PARTI FORTUNATAMENTE NON
HA ATTECCHITO LA STRAMALEDETTA MANIA
DI APPORRE SCRITTE E GRAFFITI.
QUALCUNO E' CONVINTO CHE SI TRATTI DI "FORME
DI LIBERA ESPRESSIONE".
PER ME FANNO SCHIFO E BASTA.
Atmosfere mediterranee nei pressi
di Castel di Tusa (ME).
Pochi chilometri a ovest di S.Stefano di Camastra la statale 113 plana in discesa verso una piccola località costiera di nome Villa Margi. Qui si trova l'immenso quadrato di calcestruzzo intitolato 'Monumento a un poeta morto'.
E' una delle opere d'arte contemporanea della Fiumara di Tusa, realizzata insieme a diverse altre sul finire degli anni '80 da un gruppo di eccentrici artisti.
Monumento a un poeta morto, di Tano Festa (1989),
altrimenti conosciuto come "La finestra sul mare"
dato che il manufatto è orientato a incorniciare il tramonto.
Dettagli e approfondimenti su questa e le altre opere
della Fiumara d'Arte si trovano in questa pagina.
Castel di Tusa è un piccolo borgo di pescatori dalle case color giallo ocra. Qui la geologia delle montagne retrostanti è diversa. La spiaggia di ciottoli è accarezzata dal vento - c'è qualche bar aperto dove indugiano alcuni stranieri - la calma è assoluta.
La spiaggia di ciottoli a Castel di Tusa (ME).
( Foto scattata nell'autunno del 2016 )
Castel di Tusa (ME), un punto panoramico a monte del paese.
Da Castel di Tusa in avanti la costa è molto stretta - nel senso che la montagna incombe vicinissima al mare lasciando poco spazio alla strada e alla ferrovia.
Dove c'è qualche tratto pianeggiante si trovano case per le vacanze e proprietà private cui si accede da strade laterali chiuse con i cancelli.
Dico questo per sottolineare che dalle 18 in poi sono entrato in modalità 'ricerca del posto per la tenda'.
Dico questo per sottolineare che dalle 18 in poi sono entrato in modalità 'ricerca del posto per la tenda'.
Ed è a questo punto che ho sfruttato la tecnologia: grazie allo smartphone e alle mappe satellitari ho intuito che sei chilometri più avanti c'era un punto dove probabilmente avrei potuto accamparmi.
Il sole era ormai scomparso dietro le montagne e l'ho raggiunto sperando in bene -
Eccola, la traversa sterrata che cercavo: in piena curva, chiusa alle auto ma accessibile a piedi o in bici, che mi ha portato a....
sopra: l'elettrizzante ricerca del posto sicuro per la tenda.
sopra: una delle location migliori che potessi immaginare.
La pista termina in un gruppo di quattro casette solitarie
semidistrutte dalle mareggiate.
Un posto fantastico, nascosto alla strada e pulitissimo.
TUTTO PER ME !!!
Mentre faceva buio ho montato la tenda tra due case adiacenti, riparandomi così dal vento. Ho cenato su una delle verande e mi sono coricato ascoltando il mare.
Sopra: posto tenda gratis e cena a base di petto di pollo del mio macellaio di fiducia.
La birra ovviamente non è fredda ma va bene lo stesso, diamine !
SECONDO GIORNO
Mi riesce difficile descrivere la sensazione inebriante che si prova a svegliarsi in una tenda, in un bel posto, dopo una notte tranquilla di buon sonno. Il rumore della cerniera dell'abside che si apre, un'occhiata fuori, le stelle luminosissime - questa volta sul mare.
Il mare che ha rumoreggiato in maniera amica, per tutta la notte.
Uscito fuori alle 6 mi sono scaldato un caffè sulla veranda ascoltando le notizie alla radio.
in alto e in basso:
la colazione aspettando l'alba davanti al mare
(qualcuno li chiama "momenti Nescafè")
E' stata un'alba bellissima che ha illuminato di arancione la spiaggia solitaria. Sarò ripetitivo ma è stata una sistemazione tra le più belle che si possano ricordare.
Smontata la tenda e risistemati i bagagli ho lasciato la spiaggia. In prossimità dell'imbocco della strada principale ho notato una serie di edifici abbandonati piuttosto grandi resi inaccessibili dalla vegetazione. Chissà chi viveva o lavorava qui -
Ho fatto quindi rotta verso Cefalù, sulla statale quasi priva di traffico. A metà strada ho riparato una foratura sulla ruota posteriore. La riparazione ha richiesto circa venti minuti; in compenso il cambio si è risistemato da sè. Alle volte sembra che la bici sia un organismo, non un mero insieme di pezzi.
In viaggio verso Cefalù, che si trova subito oltre
il promontorio a forma di cono più o meno al centro della foto.
riparazione della foratura confortato da bei panorami costieri...
sopra e sotto: l'arrivo a Cefalù
Aggirato il promontorio che dà il nome alla famosa città, ho raggiunto la piazza con il duomo normanno. C'era tanta gente e si sentivano parlare tutte le lingue del mondo, dall'inglese allo spagnolo, dal russo al giapponese.
Ho incontrato anche tanti cicloturisti - molti più di quanto immaginavo, segno che questo meraviglioso modo di viaggiare si è diffuso parecchio.
Con alcuni ho scambiato qualche parola, con altri ci siamo fiutati come fanno i cani. Siamo così - una specie di grande famiglia.
Ho giracchiato tra i vicoli scattando qualche foto. Ho dato un'occhiata al famoso Lavatoio medievale e poi raggiunto la spiaggia dove la gente faceva il bagno in un'acqua verde smeraldo a pochi passi dalle case dei pescatori.
Cefalù (PA), la piazza del duomo.
sopra e sotto: due scorci tra i vicoli
del tessuto medievale
Il Lavatoio medievale.
in alto e in basso:
la spiaggia della città e un pescatore
che ripara una rete.
Un'altra immagine del duomo normanno.
Pochi sanno che nel 1925 venne eretta a Mogadiscio in Somalia
una cattedrale sul modello del duomo di Cefalù.
L'edificio somalo è ormai ridotto in completa rovina,
come riportato dalla pagina wikipedia.
A mezzogiorno ho mangiato qualcosa su una panchina antistante la spiaggia, tra comitive festose di turisti e bagnanti. Splendeva un bel sole, ma senza essere insopportabile come in estate.
Mi sono quindi diretto verso la stazione ferroviaria per fare ritorno al punto di partenza.
Aspettando il treno non ho potuto fare a meno di ascoltare un omone panciuto con gli occhiali a goccia e un forte accento milanese che narrava a voce molto alta il suo tour esotico alle isole ...boh ? - le Canarie mi sembra.
Ho ascoltato mio malgrado le "avventure" altrui, soddisfatto della mia.
Indimenticabile piccola gita, indimenticabili paesaggi, indimenticabile notte in tenda sul mare in un posto di cui io solo conosco le coordinate.
Anzi forse a pensarci bene quelle case diroccate presso le quali ho dormito non esisteranno più tra dieci anni - il mare le porterà via.
E neanche dal finestrino del treno sono riuscito a vederle.
Forse è stato tutto un sogno.
Un sogno esotico.
TIPS
Il ritorno in treno.
Il biglietto da Cefalù a Capo d'Orlando costa 6 euro e 20. La bici viaggia gratis, quindi non bisogna preoccuparsi se alla macchina automatica non esce fuori l'opzione "servizi aggiuntivi-bici".
La bicicletta viene collocata in testa al treno in un vano un tempo destinato al materiale postale. Il corridoio di accesso è un po' stretto ma tutto sommato con qualche imprecazione si riesce a passare anche con le borse laterali.
Quanto detto si riferisce alla motrice che ho preso io, di circa vent'anni fa o forse più.
Alloggi.
Chi non si accampa liberamente in tenda può contare su un numero enorme di bed & breakfast, alberghi e campeggi per tutte le tasche. Presso Castel di Tusa ho buone notizie di un camping sul mare chiamato Lo Scoglio. Quando sono passato però era chiuso (per fine stagione).
Wow!
RispondiEliminaBellissime foto, bellissimo giro!
Mi piacciono un sacco i colori ben definiti, l'azzurro intenso del cielo, le case, ...
...sei riuscito a fare un bagno in mare a Cefalù?
Bella la Sicilia, proprio bella! :D
In qualche modo e per qualche motivo le Nikon hanno una risposta molto bella proprio al colore blu. Un colore che a me piace molto.
EliminaIl bagno a Cefalù non l'ho fatto: ci vorrebbe qualcuno a sorvegliare bici bagagli e soldi lasciati in spiaggia.
Magari vado i prossimi giorni a fare una nuotata dalle mie parti. Qui il tempo è ancora splendido.
Ti ringrazio.
RispondiEliminaQuando diventerai Imperatore ti chiedo solo di darmi un Ministero: quello dell'anti-graffitari.
Per le ruote, un meccanico locale mi aveva proposto di iniettare una schiuma antiforatura marca Barbieri. Le opinioni degli utenti sui forum sembrano contraddittorie.
Quello che invece devo applicare, e sono stato un idiota a non averlo fatto, è il nastro di teflon antiforatura.
L'altra bici da viaggio ce l'ha. È se ci ho fatto 10mila chilometri con sole due forature un motivo c'è!
La soluzione migliore, secondo me, è latticcizare dei copertoni tubeless ready. Su YouTube ci saranno sicuramente mille tutorial. Non costa molto; in 5 anni ho dovuto montare la camera d'aria solo una volta a causa di un taglio.
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