mercoledì 6 marzo 2019

Rompere gli indugi.







Ieri sera alle 21 ho assistito alla presentazione fotografica di un 68enne che dopo aver lavorato come un mulo per 50 anni facendo volente o nolente una vita sedentaria, si è ripagato percorrendo a piedi la Via Francigena italiana da Aosta a Brindisi. Una cosettina durata tre mesi e 1300 chilometri.

L'uomo (mi) ha trasmesso informazioni utili sia tecniche che di preparazione mentale. Mi è piaciuto il suo spirito positivo, l'umiltà mostrata di fronte al cammino, la voglia di mettersi in gioco in un periodo della vita che, diciamocelo, non è esattamente uguale ai vent'anni.
Anche perchè non stiamo parlando di un camminatore consumato con alle spalle dieci traversate alpine, ma di una semplice persona che per la prima volta si è cimentata con qualcosa che sembrava più grande di lui e invece non lo è stata affatto.

Mi hanno colpito la sua felicità e il suo entusiasmo. Ho raccolto tra le righe le sue emozioni e le sue paure, che spesso ho provato anch'io.
Ogni viaggio fatto con sacrificio, sia esso a piedi o in bici, è un'opera d'arte che regaliamo alla nostra vita.

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Da giorni ero indeciso se partire in bici o no; avevo/avrei una GRAN VOGLIA di rivedere la terra in Sicilia - rivedere i gatti, mettere mano alla decespugliatrice, affondare negli odori e nei colori di quella fetta di Sicilia.
Il punto è che partire per un'avventura più o meno lunga mette sempre una certa quota di ansia - la classica sindrome del "primo passo fuori casa";
La terra invece è stabile, ferma. Bellezza che mi attende e che esiste per certa.

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Il camminatore di ieri sera ha presentato un breve filmato relativo alla partenza in treno per Aosta, da cui emergeva un palese stordimento misto a paura. La paura di un'avventura imminente nel momento in cui non si può più tornare indietro.

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Egli raccontava che i primi giorni addirittura si vergognava un po' a mangiare all'aperto. Anni di vita regolata e costretta portano anche a questo.
Si beava alla vista delle risaie, delle cascine, dei trattori  come fossero elementi di un paesaggio da sogno.

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Mi ha fatto sorridere.
L'ho ammirato.

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Dieci minuti fa ho rotto l'indugio e acquistato definitivamente un biglietto di sola andata per la Corsica, cui seguirà la Sardegna.
Ho un nuovo sacco a pelo sintetico color arancione; ho messo a punto la bici fino all'ultimo bullone. Maledirò forse pioggia e vento contrari, viaggerò lungo il mare, vedrò nuraghi, mangerò anch'io qualcosa a bordo strada.

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Stramaledetta, meravigliosa Signora Strada.




 'Da giorni vedo pochissime auto; cielo grigio e paesaggio spoglio.
Mi fermo a bordo strada, richiudo la giacca, guardo a terra: ci sono le corna
sbiancate di qualche renna. Mancano 95 chilometri per il confine e sta per 
nevicare. Sono in viaggio da quasi tre mesi, da solo.
Il rumore delle ruote della bici è ipnotico. Mi affascina e mi tormenta.
Cosa c'è dopo l'ennesima collina?'

From Italy to Lappland, maggio 2012

  



2 commenti:

  1. Quindi, quando parti?

    Aspetti la primavera?

    In bocca al lupo!


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    1. Parto il 25 marzo perchè l'unico traghetto è in quella data.
      grazie !!!

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