Il 17 e 18 dicembre io e l'amico Luigi abbiamo effettuato una gratificante escursione sul versante nord-ovest dell'Etna, pernottando al bivacco di Monte Maletto. Questa escursione mi ha permesso di rimettere piede sull'Etna dopo tanto tempo e di tornare su certi punti panoramici, ora imbiancati dalla neve autunnale.
PRIMO GIORNO
Da Monte La Nave a Monte Maletto; Km 14, disliv.(+) 680 m.
Lasciate le auto all'ingresso del demanio forestale ci siamo incamminati in direzione della pista altomontana dell'Etna. Poco prima di raggiungerla abbiamo fatto una sosta con seconda colazione "di rinforzo" al rifugio Case Nave, circondato da un bel bosco di querce appena illuminate dal sole.
in alto: sosta al rifugio Nave, m.1450
Giunti alla pista altomontana abbiamo imboccato la deviazione per il bel bivacco di Monte Maletto, isolato nel fitto bosco di pini larici:
Il bivacco è composto da due stanze separate; in una di esse abbiamo trovato un Allocco che non riusciva a uscire. L'animale doveva essersi calato dalla canna fumaria del camino, rimanendo imprigionato nel locale. Ovviamente lo abbiamo liberato subito.
sopra: il bivacco di Monte Maletto, isolato nel bosco a m.1700
sotto: la liberazione dell'uccello notturno reperito in una delle due stanze
Dopo aver mangiato qualcosa ci siamo dati da fare per predisporre la legna per l'accensione serale del camino. Alleggeriti gli zaini ci siamo quindi diretti verso un punto panoramico posto 2 Km più a monte sulla colata lavica del 1976, aspettando il tramonto.
Da questo punto, piazzato il treppiede, ho ripreso belle immagini del versante nord-ovest del vulcano, finchè la luce non si è affievolita quasi del tutto.
in alto: il paesaggio di sublime Bellezza fotografato da quota 1850 m.
in basso: l'ultima luce del pomeriggio si posa sull'Etna
Siamo rientrati al bivacco ripercorrendo la stessa pista immersa nella semioscurità. Non abbiamo volutamente acceso le lampade per godere dell'atmosfera di assoluta natura - solo il rumore dei passi sulla neve e il bosco di faggi da un lato e dall'altro.
Il resto della serata è passato chiacchierando sino alle 22 davanti al camino acceso.
SECONDO GIORNO
Bivacco M.Maletto-cima di M.Maletto-rientro; Km 8 disliv.(+) m.100
Nella nomenclatura etnea "Monte" significa nella quasi totalità dei casi "cratere vulcanico secondario posto a quote più basse rispetto ai creteri sommitali", ndr
Usciti dai sacchi a pelo alle 5 e trenta abbiamo riavvivato il camino, fatto colazione e ripulito il pavimento del locale. Ci siamo diretti verso la sommità dell'antico cratere di Monte Maletto, a m.1770. Questa ascensione non è tuttavia ricompensata da un panorama davvero gratificante causa la presenza diffusa di alti pini che hanno colonizzato ogni punto del cono vulcanico.
Ridiscesi, abbiamo imboccato una vecchia pista di montagna che riconduce alla più recente strada altomontana dopo aver attraversato affascinanti faggete. Questa pista circonda ad est il cratere di Monte Maletto e risulta presente su una mappa dell'Etna riportata sulla Guida Rossa del Touring Club Italiano del 1919:
sopra: con una freccia ho indicato la vecchia pista esistente nel 1919 e ancora percorribile (sotto)
In breve abbiamo ripreso la strada per Case Nave e siamo rientrati soddisfatti alle auto concludendo l'escursione. In programma abbiamo altre gite sull'Etna da compiere quando l'innevamento sarà davvero importante. Quella di questo giorno e mezzo è stato un assaggio.
sopra: Etna, pista altomontana. Una quercia ha caparbiamente colonizzato una roccia di lava antica
sotto: un riparo per pastori in contrada Rocca Mandorla, m.1100