Il 7 e 8 ottobre ho inaugurato la stagione escursionistica autunnale con un'entusiasmante accampamento sull'Etna insieme all'amico Luigi -
Partiti dal rifugio Bosco Chiuso-Case Pappalardo (m.1240) ci siamo diretti verso la base di Monte Egitto, uno degli innumerevoli crateri secondari che sorgono sul versante del vulcano - in questo caso quello ovest.
Il cammino si è svolto fuori traccia su accidentate sciare laviche tra cui quella del 1832. Procedere su questo tipo di superficie risulta abbastanza faticoso e richiede molta concentrazione. Fortunatamente siamo stati allietati da una temperatura fresca e da un sole mite, da vero mese di ottobre.
sopra: la sciara lavica attraversata e il rif. Bosco-Chiuso
sotto: suggestive concrezioni di lave cordate
Poco dopo le 14 abbiamo raggiunto il luogo destinato al pernottamento: un altopiano formato anticamente da lava molto fluida sul quale sorgevano due piccoli pini.
Prima di montare le tende abbiamo fatto visita a un paio di grotte laviche nelle vicinanze. Una delle due consisteva in un pericoloso e profondo abisso verticale generato da una bolla di gas emersa dal magma.
sopra: sull'orlo della grotta 'Cocci i Piru' (m.1535)
Rientrati sul posto abbiamo montato le tende ancorandole con grosse pietre data l'impossibilità di far penetrare i picchetti nel terreno, e atteso il tramonto.
Questo versante dell'Etna offre sempre spettacoli straordinari al calare del sole. La bassa luce arancione addolcisce e "disegna" con le ombre gli innumerevoli teatri eruttivi e le relative colate:
Dopo cena abbiamo indugiato accanto a un piccolo fuoco, brindando con un sorso di grappa dalle fiaschette metalliche a degna conclusione di una prima magnifica giornata outdoor.
SECONDO GIORNO
Intorno alle 6 e trenta il sole non è ancora sorto dall'altro lato dell'Etna, ma la colonna di vapore emessa dai crateri sommitali è colorata di rosso ed è la prima cosa che vediamo aprendo le tende -
Dopo colazione riavviviamo il fuoco della sera prima mentre le sciare laviche tutt'attorno riprendono luce. Con tutta calma e una temperatura mite ci siamo avviati verso la base di Monte Egitto.
in alto e in basso: il risveglio sulla nostra Etna
Fatta eccezione per il primo tratto, il rientro è stato tutto in discesa e confortato dalla pista battuta. Lasciati a sinistra i coni craterici di Monte Lepre e Monte Ruvolo abbiamo recuperato la prima auto lasciata in località Piano dei Grilli (m.1160) concludendo definitivamente l'escursione.
sopra: sulla via del ritorno e un pagliaio di pietra nei pressi di M.Lepre
sotto: tra crateri e campi lavici
Non è cosa da tutti dormire su un vulcano. Complimenti per le foto e per il giro.
RispondiEliminaFinalmente clima adatto per tutto, escursioni a piedi, in bici... Pronti, via!
EliminaBella gita! Il versante occidentale dell'Etna regala tramonti stupendi. Segnalo una curiosità: il toponimo monte Egitto sembra derivare da Munticittu (piccolo monte).
RispondiEliminaAnni fa ebbi modo di leggere e scaricare liberamente in pdf il magnifico trattato del dr.Giovanni Tringali sugli 'oronimi etnei'. Ogni versante dell'Etna ha il suo carattere, la sua particolare bellezza. Per quello ovest una parola soltanto: i tramonti.
EliminaMi affascinano i resti lavici. Pensare che era roccia fusa relativamente poco tempo fa...!
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