mercoledì 21 dicembre 2022

Ma quando parti?

 

 


 

 

Ci sono le arance dell'anno prossimo, sugli alberi. E sono tante. Anche i limoni e i cedri sono numerosi. L'autunno è finito - questo autunno un po' strano, meno freddo di quanto avevo sperato: e pensare che agli inizi di dicembre dell'anno scorso ero con le ciaspole sull'Etna - la neve alta mezzo metro già dai 1400 metri in su.

Sto per ripartire per il nord Italia e lascio la campagna a sè per qualche mese. Come sempre passeggio all'imbrunire tra i filari di agrumi e di noccioli e faccio le somme di quanto di buono c'è stato. Raccolto abbondante di pere, nocciole e soprattutto noci. Melanzane record che hanno resistito sino a fine novembre. Orto più che soddisfacente e tanto altro -

Escursioni in bici pochissime causa caldo che mi ha scoraggiato. Avrei voluto visitare Salina, un'isola delle Eolie, ma alla fine ho avuto parecchi lavori agricoli arretrati e ho rimandato. In compenso, diverse uscite sui Nebrodi fatte sia da solo sia con l'amico Luigi. Memorabili i due giorni tra le faggete delle Madonie:

 


 


Sabato 17 dicembre ho preso la bici e ho esplorato delle aree montane del territorio di San Marco d'Alunzio:




La relativa mancanza d'allenamento si è fatta sentire su alcune tremende salite. Tuttavia ho tenuto duro, senza mai mettere il piede a terra, raggiungendo la meta che mi ero prefissato: un'area attrezzata con vista spettacolare sulla vallata di un'ampia fiumara. Ero solo, c'era un tempo splendido e mi sono goduto un mondo la meritata sosta.

NON VOGLIO essere indulgente con me stesso. Niente bici elettriche nè scorciatoie. Le cose conquistate con fatica restano le più belle. Avrei potuto raggiungere facilmente l'area lasciando la macchina a un chilometro e mezzo di distanza ma non l'ho fatto.

Per questo, da gennaio riprenderò per bene gli allenamenti anche in vista del viaggio 2023 che dovrebbe essere tutto italiano.


E quindi niente: è andata via un'altra stagione di Bellezza e di vita di campagna. Il vecchio albicocco ha perso anche lui tutte le foglie - com'era bello fino a due settimane fa:




Ho appena acceso la stufa a legna, che rumoreggia in cucina. Fuori c'è un certo freddo, quel bel freddo di dicembre con l'aria pultitissima e trasparente - le luci dei paesi dall'altra parte della vallata sono da tempo già accese. Il sole illumina il versante sud dell'isola di Vulcano, lontana sul mare - rossastra.

Il pensiero va già alla prossima primavera, quando la cinciallegra farà il nido in una cavità del vecchio muro.

Sempre nello stesso identico punto.





sabato 3 dicembre 2022

Una breve passeggiata a San Gregorio di Capo d'Orlando.

 


 

 

Una recente mareggiata ha portato ancora una volta ghiaia marina fin sulla strada costiera di borgo San Gregorio. Ripulita dagli operai del comune, la strada è di nuovo percorribile almeno sino alla curva del Faro, laddove insistono da più di un anno lavori di consolidamento.

Ho sempre adorato passeggiare a piedi, in bici o in auto presso questo piccolo agglomerato di case che un tempo dovevano contarsi sulla punta delle dita - non più d'una decina di fabbricati usati dai pescatori. Malgrado la presenza di diverse costruzioni di una trentina d'anni fa, questa frazione ha mantenuto quell'aspetto "a misura d'uomo" che è ancora più apprezzabile a novembre o dicembre, quando anche gli ultimissimi stranieri sono andati via.

La spiaggia, lunghissima, inizia nei pressi del nuovo porto turistico. Dopo uno stabilimento balneare chiuso in questa stagione si arriva al borgo. Una chiesa rosso mattone seminascosta, qualche abitazione in stile eoliano, una vecchia barca ridipinta, diverse case-vacanza che si spingono con difficoltà sull'altura rocciosa e un bar-trattoria con la saracinesca azzurra e un arredamento rimasto immutato da 40 anni. Un operaio vestito con un impermeabile giallo limone rimuove con molta calma l'ultima ghiaia dal marciapiede. Lo osservano due anziani con pesanti giacconi seduti sul lungomare.

Finite le case si prosegue in direzione del Faro di Capo d'Orlando. La strada offre un magnifico spettacolo di intime spiaggette circondate da scogli, si infila in una galleria, serpeggia stretta tra il costone roccioso e il mare, oltrepassa due stabilimenti balneari e passa accanto al 'circolo nautico' dove diverse barche colorate giacciono in secca.

 



 



Poco dopo il circolo si arriva a una curva e qui, almeno per il momento, la strada si interrompe un centinaio di metri prima del Faro. Il cantiere impedisce di proseguire - ma forse è meglio così. Questa interruzione scoraggia gli automobilisti dal passare di qui - col risultato che c'è meno traffico di quanto normalmente ce ne sia in questo periodo dell'anno.

Il sole in Sicilia viene fuori almeno una volta al giorno - così mi sembra dicesse Cicerone. E infatti un po' di luce riesce a filtrare dalle nuvole ancora grigie di pioggia che si stanno allontanando verso levante. Brillano per qualche minuto gli scogli sulla cima dei quali si posano da sempre innumerevoli gabbiani.





Ripercorro la strada fatta all'andata. Rieccomi di nuovo dentro la galleria dove passavo in bici trent'anni fa, nelle uscite fatte in pieno agosto con l'entusiasmo dei vent'anni. Riecco il borgo, la spiaggia dove a metà ottobre l'acqua è ancora calda e si può fare il bagno in tutta "libertà".

Venire qui è come riavvolgere un nastro. Ricordi di tanto tempo fa ma anche recenti, e sempre piacevoli. Il sole continua a illuminare le case e le barche - il mare ha dimenticato la furia di alcuni giorni fa. Penso alla felicità e alla mia campagna, molto più in alto sulla collina, mentre lascio borgo San Gregorio e vado via.