domenica 22 aprile 2012

Rest-day in Borlange e riflessioni

   Trovo un po`di tempo finalmente. Sono in un ostello della gioventu`a due chilometri dalla citta`di Borlange (si,dovrebbe essere il nome di un tappeto IKEA). Questo stello si trova in una palazzina che fa parte di una serie di innumerevoli edifici stile casa-popolare, ognuno contrassegnato da un numero. E´un quartiere dove il 90% delle persone sono o di colore, o cinesi, o musulmani; mi hanno detto che cinque anni fa era una zona malfamata, poi e`stata ripulita dagli elementi pericolosi e criminali.

   Avevo bisogno di riposo dopo la nevicata di ieri; ogni tanto bisogna fermarsi, perche` stare sempre sulla strada e`dura. Ho messo tutto ad asciugare, tenda compresa. Ho riordinato le idee, fatto una colazione che per descriverla ci vorrebbero tre volumi stile Divina Commedia e sono andato in giro a bici scarica: e`una sensazione magnifica non avere il fardello dei 40 chili di bagaglio appresso. Cielo ancora grigio in questa domenica svedese. Borlange e`una piccola citta`moderna cresciuta sull´industria mineraria del rame, poi entrata in crisi. Casermoni stile Europa dell´est e un centro con tanti negozi e vetrine. Nessuno in giro, solo qualche anziano a piedi o in bicicletta. E´anche un po´strana la Svezia: ti chiedi alle volte dove siano le persone, nei weekend.

   Domani acquistero`una copia del Borlange Tidning, dove dovrebbe trovarsi l`articolo che i giornalisti hanno redatto sul mio viaggio. Erano in due: un fotografo con una Nikon professionale e una ragazza sulla trentina di una bellezza indescrivibile - sembrava un angelo pronto per l`annunciazione. Lei mi faceva le domande in inglese, io annegavo nei suoi occhi azzurri e rispondevo balbettando come un idiota.

   Poi riparto; destinazione Mora, a oltre ottanta chilometri da qui. Mora e`importante: da li`inizia la strada numero 45, l`interminabile nastro di asfalto che porta nel Nord, dove i villaggi sono distanti l`uno dall`altro anche centinaia di chilometri. Occorre calcolare bene approvvigionamenti e posti dove accamparsi. Anche chi viaggia con mezzi motorizzati deve fare i suoi bravi calcoli con il carburante.

   Infine un chiarimento sulla comunicazione, sul fatto che ho portato un album fotografico con me, cosa che alle volte sembra sollevare sarcastiche considerazioni: io comunico innanzitutto con il sorriso e con la buona educazione, oltre che con l`inglese. Sebbene in Svezia vige l`Allemänsritten, ossia il diritto di accamparsi anche nei terreni privati, chiedo sempre il permesso ai proprietari. Il fatto di vedermi in bici e non con una moto inquinante e rumorosa avvicina le persone, e questo per la comunicazione costituisce gia`un buon inizio. Ma non sempre tutti conoscono l`inglese, soprattutto gli anziani. Altri non sono mai stati nel sud dell`Europa. E´vero che nell`era di Internet e della televisione tutti hanno (virtualmente) visto tutto, ma io voglio ugualmente mostrare delle sane vecchie foto che non hanno bisogno di commenti. Non a caso la fotografia e`stata ed e`una delle forme di comunicazione piu`importanti dopo la lettera scritta. Spesso un`immagine di chi sei e cosa fai nel tempo libero della tua vita vale piu`di mille parole argomentate in inglese e affatto astratte.

   Adesso faccio un esempio di comunicazione. Tre giorni fa mi hanno ospitato in una piccola cabina di legno ad uso sauna. Dopo mezz`ora e`arrivato un vicino di casa. Inglese poco. Allora gli ho mostrato l`album di foto, dove ha visto che ho una moglie; non so perche`si e`commosso, mi e`sembrato di capire dal suo cattivo inglese che lui aveva perso da poco la sua compagna - poi ha voluto offrirmi 1000 corone svedesi. Io le ho gentilmente rifiutate, dicendo che avevo bisogno solo di dormire al coperto, non di denaro. Mi ha detto che se avesse avuto vent`anni di meno avrebbe fatto un viaggio come il mio. Il mattino dopo e` rimasto fuori dalla porta in ciabatte a beccarsi freddo e umido salutandomi fino a quando non sono scomparso del tutto alla sua vista.

   Le nuvole si sono diradate un attimo come succede sempre qui dove il tempo e`molto ma molto variabile - il sole ha illuminato la strada. Ho provato una felicita`immensa, e`durata un momento, non sono in grado di spiegarla. Poi ho cominciato a pedalare tra le colline della "gelida" Svezia.

Questa e`per me comunicazione, e questo e`per me viaggiare.


4 commenti:

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  2. ma quando i Led Zeppelin (e ribadisco, i Led Zeppelin) in "comunication breakdown" dicevano "Hey, ragazza, ho qualcosa che penso tu debba conoscere", pensi che si riferivano al loro album di foto?

    non prendertela lupo, fai bene a portare scorci della nostra italia così diversa di Km in Km rispetto ai posti dove ti trovi. In verità vorrei ricordati che è nata prima la pittura della parola! pensa alle incisioni rupestri della preistoria (la guerra del fuoco)

    non farmi rimanere male ciao, lui ti stima molto cia cia cia ciao

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    1. Proporro´alla prossima svedese che incontro la frase dei Led Zeppelin...eh ehe eh ...!

      Lo so che la pittura e´nata prima della parola...proprio questo e´il punto! Quando le persone non parlano inglese gli mostro qualche foto - e´solo per non rimanere senza parole, per lasciare qualcosa di tuo agli altri che ti hanno accolto.

      Questo non e´un viaggio in camper - qui sussistono altri schemi, altre lunghezze d´onda. Certe cose possono sembrare strane, ma hanno un loro perche´.

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