Vivere in decrescita non significa alzarsi freschi e riposati alle 9 del mattino, fare una colazione stile Mulino Bianco e bearsi del canto degli uccelli. Significa anche
farsi le cose da sé coinvolgendo il meno possibile maestranze costose. Esperienza di manualità, ma anche faticaccia infame a impastare cementi, stuccare, ritoccare, verniciare, levigare ecc.
lavoriamo dalle sette del mattino alle sei di sera a fare tutto questo per rinnovare la casa di campagna abbrutita da decenni di abbandono e malora. A molti sembra facile, la parola magica: "ma perché non ristrutturate ?"
in parte lo stiamo facendo, e ogni volta che tocchi qualcosa sono problemi e soldi da sborsare. Una casa di 150 anni fa con tutti i pregi e i difetti dell'età e della struttura. A Lupolibero si lavora sodo e non mancano i momenti di sconforto; l'estate, il caldo, la fatica appesantiscono tutto. Ma è questo quello che volevo ? Ma è qui che voglio vivere ? Ma non era meglio comprare un bivani in Trentino e stare tranquilli a girovagare al fresco delle Dolomiti ?
Interrogativi che sono come ombre, ma che alle sei della sera svaniscono in quella che io chiamo rubando il termine a Perotti:
l'ora dell'ebbrezza.
L'ebbrezza del sole che scompare dietro la montagna portandosi via il maledetto caldo, e l'acqua che riempie l'orto assetato. Il profumo dell'orto che ha ricevuto l'acqua e la sorpresa di vedere un cetriolo gigante nascosto dalle foglie, e i nostri pomodori, rossi, sodi, dolci come MAI nella mia vita ne avevo gustati.
Ognuno nel corso della propria giornata dovrebbe inventarsi l'ora dell'ebbrezza. Quello stato in equilibrio tra la tranquillità e l'esaltazione; uno stato emotivo instabile e fugace, personalissimo. E infinitamente prezioso, indispensabile per riconciliarsi con se stessi. Almeno per un po'.
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tinteggiatura della parete dello stanzone |
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dormite in condizioni precarie |
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tavolini sgangherati da restaurare |
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fiori della zucca |
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mimetismo animale |
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il nostro oro |
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