Parco dei Nebrodi, lago Trearie. 24 novembre 2016 |
Ed eccola, la citazione di chiusura. Parole del grande, grandissimo, John Muir.
A breve migrerò al nord Italia per "svernare". Probabilmente in futuro capiterà che vorrò trascorrere in Sicilia l'intero inverno o gran parte di esso, ma non quest'anno. Il bilancio di questa stagione siciliana 2016 è più che positivo; ho accudito la mia terra, mangiato frutta fresca, raccolto nocciole, restaurato un piccolo muro a secco, potato alberi, fatto potare ulivi, tagliato legna, sostituito l'inverter dei pannelli fotovoltaici, piantato patate e riverniciato il cancello, più numerose altre cose che non ricordo -
L'acqua potabile almeno per quest'anno non ha mai dato problemi - cosa strana per un posto in cui gli acquedotti, se tali si possono chiamare tubi di zinco interrati a dieci centimetri di profondità, risalgono ancora agli anni Cinquanta. Dico questo perchè quando l'acqua non manca e lo scalda-acqua a gas si accende con il suo rumore cupo e arriva acqua calda nelle doccia di questa casa di pietra - e io mi lavo dopo che sono tornato dall'ennesima escursione fotografica, ebbene in quel momento io sono FELICE.
Quindi, a proposito, ecco un elenco di trenta cose che mi fanno felice:
- avere tempo a disposizione illimitato e non considerarlo "ormai" un lusso scontato
- non essere superman ma tutto sommato possedere una salute gagliarda ed esserne consapevole
- fare una doccia calda dopo un'escursione
- accendere la stufa a legna e alimentarla con la legna che ho tagliato io, beandomi dell'odore e del caldo
- bere una tazza di Nescafè dopo pranzo mentre alla radio trasmettono musica classica di buon gusto
- bere un bicchiere di Vecchio Amaro del Capo ( l'unico che non mi stufa mai ) dopo cena
- accendere una candela e godermi la sera un film al computer, in lingua inglese possibilmente
- rileggere per la trecentesima volta l'incipit di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini
- passeggiare nella mia proprietà con la gatta Giovanna che mi viene dappresso come un cane
- preparare nelle cassette, ben ordinata, la legna da ardere per il giorno che viene
- rimanere a letto qualche minuto in più pensando che lo posso fare e non devo timbrare cartellini
- accendere la radio alle tre di notte e ascoltare musica classica per una ventina di minuti
- ritoccare fotografie digitali particolarmente riuscite e ottenute con fatica
- consultare per la cinquecentesima volta le carte topografiche dell'Etna e dei Nebrodi
- leggere per la milionesima volta il libro 'Conoscere l'Etna', da me acquistato nel lontano 1987
- aprire vecchie riviste d'epoca degli anni Trenta e sognare di aver vissuto, da benestante, quell'epoca
- ascoltare Do What You Like dei Blind Faith, il mio mantra assoluto della durata di 15 minuti
- ascoltare Can't Find My Way Home dei Blind Faith e pensare al prossimo viaggio in bici
- mangiare fichi d'india freschi di frigorifero e già sbucciati dopo un pranzo estivo in una giornata afosa
- bere una lattina fredda di Chinotto Sanpellegrino alle 10 del mattino, sudato, durante un'escursione sui Nebrodi
- accendere e governare un fuoco nel camino di un rifugio a quasi 2000 metri sulla mia adorata Etna
- partecipare alla leggendaria Ottobrata di Floresta e stordirmi con birra di produzione artigianale
- constatare che in casa non ci sono problemi con l'acqua o di sorta e che il fotovoltaico funziona al 100%
- stendere e far asciugare vestiti all'aperto, in campagna
- comprare pane caldo casareccio particolarmente riuscito nella cottura ( mi piace poco cotto )
- condire il pane caldo di cui al punto precedente con l'olio fatto con i miei ulivi e l'origano selvatico di Sicilia
- avere il meno possibile a che fare con ignoranti e persone sgradevoli; non dover "subire" il prossimo
- stare in compagnia di cari amici, vecchi o nuovi, con i quali scambiare energia
- assistere alla morìa generale di insetti volanti, mosche e zanzare, con l'arrivo dell'Autunno
- entrare, uscire, godere di questa casa di pietra e pensare che i lavori di ripristino, lunghi e sudati, costosi e faticosi, hanno visto anche la mia mano
E a questo punto, diavolo, ci pensavo da tempo - eccone l'occasione: metto il link al webjournal di una coppia di persone che dopo aver viaggiato in bici a piedi e in auto per anni e dappertutto, si sono ritirati a vivere in una casa in un bosco del Vermont da loro costruita nel corso di un'odissea di lavori durata anni.
Grandiose foto ed esperienze.
Io li adoro. Si trovano in questa pagina.
E a questo punto, diavolo, ci pensavo da tempo - eccone l'occasione: metto il link al webjournal di una coppia di persone che dopo aver viaggiato in bici a piedi e in auto per anni e dappertutto, si sono ritirati a vivere in una casa in un bosco del Vermont da loro costruita nel corso di un'odissea di lavori durata anni.
Grandiose foto ed esperienze.
Io li adoro. Si trovano in questa pagina.
Da maggio a oggi ho passato bei momenti con gli amici, esplorato l'Etna in angoli nascosti, camminato sui Nebrodi per ore nel silenzio assoluto, fotografato la costa tirrenica durante le mareggiate, visitato siti archeologici e opere d'arte contemporanea, mangiato in trattorie di montagna e consumato un paio di costose scarpe Lowa per il trekking.
Ho dormito in un bivacco freddo e umido sui Nebrodi, circondato da un bosco di faggi dai colori incredibili; ero comunque al caldo dentro il mio saccoletto, però - indimenticabile notte! E mi sono accampato in tenda su un altopiano roccioso dell'era mesozoica, svegliato alle 5 del mattino successivo dal raglio degli asini.
Ho aperto l'atlante DeAgostini più spesso, ultimamente, e un'idea di viaggio in bici per il 2017 forse già ce l'ho. Quale ? Vedremo.
Per adesso:
arrivederci Sicilia -
parco dei Nebrodi, Rocche del Crasto. 2 agosto 2016 |