domenica 8 maggio 2016

Heading East 2016, due parole sull'Ungheria prima di tutto.







Il viaggio è finito. Littoria si è fermata ieri 7 maggio alle 14,10 nella piazza storica di Pergine Valsugana, dove era partita 1712 chilometri fa. Quattro nazioni e tre capitali, oltre all’affascinante tratta percorsa nel cuore delle Dolomiti italiane. Heading East 2016, così ho chiamato questo tour, è stato memorabile, e credo che come sempre le immagini parleranno chiaro.

Le foto, vero ? Arriveranno come sempre, dopo la tradizionale pubblicazione del diario di viaggio. Prima però volevo scrivere due righe sulla nazione che è stata in fondo il fulcro e il motivo del viaggio: l’Ungheria.






        Credo che conoscere un Paese comporti il viverci mesi se non anni. La realtà sociale e politica è troppo complessa per poterla giudicare in pochi giorni, come quelli che ho passato io tra le strade ungheresi.       Ritengo però che il viaggio in bici, dilatando tempo e spazio, permettendo di vivere ogni metro, ogni filo d’erba, possa almeno consentirmi questo peccato di presunzione – in altri termini, mi faccia dire la mia -



Sapevo poco dell’Ungheria, come tutti del resto. Una lingua incomprensibile imparentata con quella finlandese; una bandiera uguale a quella italiana ma ruotata di novanta gradi; la repressione del 1956 da parte della Russia; il goulash e poco altro. Di certo, dell’Ungheria si parla solo in negativo – sui media intendo – per bollarla come nazione dal governo fascista, antieuro e anti immigrati. E in questo, i media italiani sono in prima linea. Ma come siamo bravi... ma come sappiamo tutto noi italioti !



Non mi dilungherò in citazioni sul PIL ungherese né in fatti di politica recente. Dirò solo che dalla sella della mia bici ho visto un Paese pulito, civile e meraviglioso in cui esiste ciò che da noi non esiste più: il legame affettivo tra gli abitanti e il paesaggio. 

 
 





     L’Ungheria è pulita come la Svizzera, e questo vale sia per le città sia per le campagne, per le quali gli abitanti riservano cure amorevoli. Non c’è un metro quadrato inutilizzato, in agricoltura – ho visto campi curati in modo maniacale, foreste protette, legname accatastato con cura, bestiame in fattorie modello. La prima lattina per terra a lato strada l’ho reperita dopo settanta chilometri dal confine con la Slovenia.

    Le città ungheresi sono dei gioielli. Budapest è un sogno, me ne sono innamorato e voglio tornarci. Squadre di operai ripuliscono la metropoli in ogni angolo, sino alla singola cicca di sigaretta, e si respira un’aria serena – non si sente mai la necessità di guardarsi alle spalle. Come se non bastasse, il rapporto qualità prezzo è altissimo, e si mangia maledettamente bene. L’Ungheria, rammento, si trova nell’area Euro ma ha una sua moneta.



La piazza di Keszthely, città gioiello a ovest del lago Balaton.

All'ingresso in ogni città il turista è accolto da aiuole fiorite invece che da degrado.


I bordi strada vengono decespugliati per chilometri e chilometri.


Piste ciclabili nuove di zecca a nord del lago di Balaton.



Innumerevoli parchi giochi curati in modo meticoloso.





Sopra e sotto: squadre, anzi legioni di operai ripuliscono
e curano la capitale con mentalità svizzera.













      Un viaggio non può e non dev’essere un continuo saltellare da un albergo all’altro: compito del viaggiatore è far conoscere le proprie impressioni, da sempre è stato così. Io sono andato via a malincuore dall’Ungheria. E credetemi, anche parecchio arrabbiato. Perché da noi Roma è ridotta a uno sfacelo e si deve nominare un “sindaco che gestisca l’emergenza”, mentre Budapest è una bomboniera in cui si potrebbe mangiare per terra e non ci sono graffiti balordi sui muri. Arrabbiato perché l’Ungheria è un Paese che funziona e va a gonfie vele, mentre da noi ci raccontiamo balle sull’aumento miserrimo del PIL per l’anno a venire. Sono incazzato perché gli ungheresi possiedono un concetto che da noi si è perso, quello di Patria.



    E questo voglio dire a tutti gli intellettuali di sinistra, anche quelli che aprono pagine web dichiarate “veritiere”: dell’Ungheria parlate poco perché essa ha un governo di destra ultranazionalista che funziona, ed è questo che vi dà fastidio. 


    Un giorno ho parlato a lungo con un cameriere di un ristorante di Budapest. “So qual è il vostro segreto”, gli ho detto – “Quale ?” – “Il superleader Viktor Orban; potreste prestarcelo a noi italiani ? ...giusto un paio di annetti, per sistemare le cose”. – si è messo a ridere e mi ha risposto: “Dopo aver subìto decenni di comunismo, stiamo appena risollevandoci, e Orban è un dono, non lo diamo a nessuno !”.





 in alto: manifesto su incontro con alti politici; sulla destra il
leader Orban. Spende ore presso uno studio radio
a parlare con la gente.
Spina nel fianco della Merkel e di tutta la sinistra
europea, ha rivoltato la nazione come un calzino,
e i risultati - credetemi - si vedono.

Ecco, ho detto quello che volevo dire.
Scusate se vi ho un po' annoiato.

A presto con tutto il resto...



















3 commenti:

  1. Eccomi qui con internet Explorer!

    Dopo la lettura di questo post volevo giusto darti il bentornato nel terzo mondo! :D

    Però sai... tutte le volte che sento discorsi del genere io...mah... mi chiedo: ma allora come mai gli extracomunitari ci tengono così tanto ad arrivare proprio in Italia?
    I siriani che arrivano via terra passano proprio da lì. Giusto l'altro ieri ho visto in tv che parlavano della pericolosa quantità di potenziali terroristi presenti e/o transitanti nel Veneto-Friuli proprio in quanto passaggio obbligato di questa rotta (non voglio parlare ora di terroristi, ma l'ho citato come conferma del fatto che molti migrano attraversando i Balcani).
    Eppure proseguono. Non si fermano in quel posto paradisiaco!
    Idem i Romeni! Per venire in Italia devono per forza attraversare l'Ungheria!

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  2. Oh dio... non proprio per forza, però volendo ci possono andare.

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    1. La differenza di fondo, sostanziale e molto importante, è innanzitutto quella tra profughi e migranti economici. Profughi possono essere i siriani, in quanti in Siria c'è una guerra in atto (civile); la siria è più a est rispetto all'italia, trovasi immediatamente a sud della turchia. Via terra è ovvio che il movimento migratorio più immediato si svolge a nord, nord-est, quindi passerà per i balcani, o romania-ungheria.
      Il migrante economico è ben diverso. Migra perchè vuole andare via da un governo disastroso, come quello egiziano, o corrotto come quello tunisino, malfunzionante. Idem per i subsahariani. La loro rotta immedita è nord, via mare, cioè italia - poi ancora a nord se possibile. L'invenzione del GPS gli ha facilitato le cose enormemente. L'Ungheria, e la Polonia e altri, non è che non vogliono migranti (di ogni genere) perchè sono fascisti e cattivi. Molto semplicemente, essi hanno vissuto decenni schiacciati dalla Russia sotto il Patto di Varsavia. Hanno visto e subìto cosa vuol dire davvero Comunismo (non quello di D'Alema, fatto di cene e barche a vela). Adesso che se ne sono liberati e stanno appena appena assaporando benessere e "ricchezza" si chiedono: perchè dovremmo importare migranti e con essi miseria e problemi ? Sfido chiunque a dargli torto...

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