Il viaggio è
finito. Littoria si è fermata ieri 7 maggio alle 14,10 nella piazza storica di
Pergine Valsugana, dove era partita 1712 chilometri fa. Quattro nazioni e tre
capitali, oltre all’affascinante tratta percorsa nel cuore delle Dolomiti
italiane. Heading East 2016, così ho chiamato questo tour, è stato memorabile,
e credo che come sempre le immagini parleranno chiaro.
Le foto, vero
? Arriveranno come sempre, dopo la tradizionale pubblicazione del diario di
viaggio. Prima però volevo scrivere due righe sulla nazione che è stata in
fondo il fulcro e il motivo del viaggio: l’Ungheria.
Credo che conoscere un Paese
comporti il viverci mesi se non anni. La realtà sociale e politica è troppo
complessa per poterla giudicare in pochi giorni, come quelli che ho passato io
tra le strade ungheresi. Ritengo però che il viaggio in
bici, dilatando tempo e spazio, permettendo di vivere ogni metro, ogni filo d’erba,
possa almeno consentirmi questo peccato di presunzione – in altri termini, mi faccia dire la mia -
Sapevo poco
dell’Ungheria, come tutti del resto. Una lingua incomprensibile imparentata con
quella finlandese; una bandiera uguale a quella italiana ma ruotata di novanta
gradi; la repressione del 1956 da parte della Russia; il goulash e poco altro.
Di certo, dell’Ungheria si parla solo in negativo – sui media intendo – per bollarla
come nazione dal governo fascista, antieuro e anti immigrati. E in questo, i media italiani sono in prima linea. Ma come siamo bravi... ma come sappiamo tutto noi italioti !
Non mi
dilungherò in citazioni sul PIL ungherese né in fatti di politica recente.
Dirò solo che dalla sella della mia bici ho visto un Paese pulito, civile e
meraviglioso in cui esiste ciò che da noi non esiste più: il legame affettivo
tra gli abitanti e il paesaggio.
L’Ungheria è pulita come la
Svizzera, e questo vale sia per le città sia per le campagne, per le quali gli abitanti riservano cure amorevoli. Non c’è un metro quadrato inutilizzato, in
agricoltura – ho visto campi curati in modo maniacale, foreste protette,
legname accatastato con cura, bestiame in fattorie modello. La prima lattina
per terra a lato strada l’ho reperita dopo settanta chilometri dal confine con
la Slovenia.
Le città ungheresi sono dei
gioielli. Budapest è un sogno, me ne sono innamorato e voglio tornarci. Squadre
di operai ripuliscono la metropoli in ogni angolo, sino alla singola cicca di
sigaretta, e si respira un’aria serena – non si sente mai la necessità di
guardarsi alle spalle. Come se non bastasse, il rapporto qualità prezzo è
altissimo, e si mangia maledettamente bene. L’Ungheria, rammento, si trova nell’area
Euro ma ha una sua moneta.
La piazza di Keszthely, città gioiello a ovest del lago Balaton. |
All'ingresso in ogni città il turista è accolto da aiuole fiorite invece che da degrado. |
I bordi strada vengono decespugliati per chilometri e chilometri. |
Piste ciclabili nuove di zecca a nord del lago di Balaton. |
Innumerevoli parchi giochi curati in modo meticoloso. |
Sopra e sotto: squadre, anzi legioni di operai ripuliscono
e curano la capitale con mentalità svizzera.
Un viaggio non può e non dev’essere
un continuo saltellare da un albergo all’altro: compito del viaggiatore è far
conoscere le proprie impressioni, da sempre è stato così. Io sono andato via a
malincuore dall’Ungheria. E credetemi, anche parecchio arrabbiato. Perché da
noi Roma è ridotta a uno sfacelo e si deve nominare un “sindaco che gestisca l’emergenza”,
mentre Budapest è una bomboniera in cui si potrebbe mangiare per terra e non ci
sono graffiti balordi sui muri. Arrabbiato perché l’Ungheria è un Paese che funziona e va
a gonfie vele, mentre da noi ci raccontiamo balle sull’aumento miserrimo del
PIL per l’anno a venire. Sono incazzato perché gli ungheresi possiedono un
concetto che da noi si è perso, quello di Patria.
E questo voglio dire a tutti gli
intellettuali di sinistra, anche quelli che aprono pagine web dichiarate “veritiere”:
dell’Ungheria parlate poco perché essa ha un governo di destra
ultranazionalista che funziona, ed è questo che vi dà fastidio.
Un giorno ho parlato a lungo con
un cameriere di un ristorante di Budapest. “So qual è il vostro segreto”, gli
ho detto – “Quale ?” – “Il superleader Viktor Orban; potreste prestarcelo a noi
italiani ? ...giusto un paio di annetti, per sistemare le cose”. – si è messo a
ridere e mi ha risposto: “Dopo aver subìto decenni di comunismo, stiamo appena
risollevandoci, e Orban è un dono, non lo diamo a nessuno !”.
in alto: manifesto su incontro con alti politici; sulla destra il
leader Orban. Spende ore presso uno studio radio
a parlare con la gente.
Spina nel fianco della Merkel e di tutta la sinistra
europea, ha rivoltato la nazione come un calzino,
e i risultati - credetemi - si vedono.
Ecco, ho detto quello che volevo dire.
Scusate se vi ho un po' annoiato.
A presto con tutto il resto...
Eccomi qui con internet Explorer!
RispondiEliminaDopo la lettura di questo post volevo giusto darti il bentornato nel terzo mondo! :D
Però sai... tutte le volte che sento discorsi del genere io...mah... mi chiedo: ma allora come mai gli extracomunitari ci tengono così tanto ad arrivare proprio in Italia?
I siriani che arrivano via terra passano proprio da lì. Giusto l'altro ieri ho visto in tv che parlavano della pericolosa quantità di potenziali terroristi presenti e/o transitanti nel Veneto-Friuli proprio in quanto passaggio obbligato di questa rotta (non voglio parlare ora di terroristi, ma l'ho citato come conferma del fatto che molti migrano attraversando i Balcani).
Eppure proseguono. Non si fermano in quel posto paradisiaco!
Idem i Romeni! Per venire in Italia devono per forza attraversare l'Ungheria!
Oh dio... non proprio per forza, però volendo ci possono andare.
RispondiEliminaLa differenza di fondo, sostanziale e molto importante, è innanzitutto quella tra profughi e migranti economici. Profughi possono essere i siriani, in quanti in Siria c'è una guerra in atto (civile); la siria è più a est rispetto all'italia, trovasi immediatamente a sud della turchia. Via terra è ovvio che il movimento migratorio più immediato si svolge a nord, nord-est, quindi passerà per i balcani, o romania-ungheria.
EliminaIl migrante economico è ben diverso. Migra perchè vuole andare via da un governo disastroso, come quello egiziano, o corrotto come quello tunisino, malfunzionante. Idem per i subsahariani. La loro rotta immedita è nord, via mare, cioè italia - poi ancora a nord se possibile. L'invenzione del GPS gli ha facilitato le cose enormemente. L'Ungheria, e la Polonia e altri, non è che non vogliono migranti (di ogni genere) perchè sono fascisti e cattivi. Molto semplicemente, essi hanno vissuto decenni schiacciati dalla Russia sotto il Patto di Varsavia. Hanno visto e subìto cosa vuol dire davvero Comunismo (non quello di D'Alema, fatto di cene e barche a vela). Adesso che se ne sono liberati e stanno appena appena assaporando benessere e "ricchezza" si chiedono: perchè dovremmo importare migranti e con essi miseria e problemi ? Sfido chiunque a dargli torto...