martedì 9 maggio 2017

CHFL 2017 - How to ?




IL PERCORSO.


Avevo già illustrato in un precedente post il tracciato del viaggio; lo ripropongo ancora aggiungendo la sezione inglese più in dettaglio:










Non so per quale santa ragione mi è stata rivolta decine di volte la domanda: “da Londra a casa in bici ? Ma come hai fatto a passare dall’Inghilterra alla Francia”? - La risposta a questa domanda (che non ha molto senso) è: “allo stesso modo con cui si passa dalla Calabria alla Sicilia: con un traghetto” !
A questo proposito: il ferry da Newhaven a Dieppe costa 28 sterline (una persona + bici sola andata), e la traversata dura 4 ore esatte.


 CICLABILITA', STRADE E MAPPE.

Da quello che ho potuto constatare, l’Inghilterra purtroppo non è un paese molto ciclabile. Le strade secondarie sono sempre strette e prive di margine laterale. L’associazione che gestisce il network ciclabile nazionale si chiama Sustrans, e i progettisti si sono fatti in quattro per individuare e suggerire itinerari il più possibile a misura di ciclista. La segnaletica, in particolare, è stata curata ovunque in modo impeccabile.


 Il margine laterale offerto dalle strade secondarie
inglesi: nel migliore dei casi non supera i 20 centimetri.



Consiglio MOLTO VIVAMENTE di valutare la rete ciclabile proposta da Sustrans prima di intraprendere un cicloviaggio in terra inglese. Il rischio infatti è di finire sulle strade principali, quelle classificate con la sigla ‘A’, dove la sede è molto più larga ma regna spesso un traffico infernale. L’Inghilterra è un paese sovrappopolato, e non a caso molti romanzi di fantascienza aventi per tema la megalopoli e l’eccesso di popolazione, primo fra tutti 1984 di Orwell, sono stati ambientati qui.


Nel tratto inglese del viaggio ho sfruttato felicemente: la ciclabile Avenue Verte dall’aeroporto di Gatwick a Londra e gli itinerari NCN1 e NCN2 da Londra a Dover e da Dover al porto di Newhaven. Quando parlo di ciclabili non intendo dire che al 100% si pedala su sede propria, ma – ripeto – in massima parte su piccole arterie meno trafficate. L’Avenue Verte che mena a Londra (NCN 21, 20 e 4) in particolare, si reperisce immediatamente usciti dall’aeroporto di Gatwick in quanto fiancheggia l'aerostazione, e la segnaletica attraverso i nuclei abitati è sempre visibile e ben curata.


 L'ottima segnaletica dell'Avenue Verte che
collega Londra con Parigi.



In Francia, appena sbarcati dal porto di Dieppe, si pedala sempre sull’Avenue Verte avente per destinazione Parigi. Il progetto è stato completato nel 2012 e ha ottenuto un gran successo. A St.Germer de Fly la pista si biforca “attaccando” Parigi da due direzioni diverse a scelta. In un caso e nell’altro però essa si impegna in colline e in vaste aree urbanizzate che – almeno io- detesto attraversare.

Quello che consiglio è invece di seguire l’AV sino al villaggio di Sagy, e da qui in poi viaggiare sul tracciato suggerito da Donald Hirsch, un cicloamatore appassionato. Questa alternativa offre quattro vantaggi non indifferenti: 1) è relativamente più breve, 2) è relativamente meno collinare, 3) passa per Versailles, 4) passa sempre attraverso tranquilli boschi sino alle porte di Parigi. La pagina web della Donald Hirsch Route completa di tracciato gps la trovate qui. Lode a lui !

Per uscire da Parigi in ogni direzione consiglio caldamente di seguire queste rotte. Io ho usato la rotta verso sud-ovest lungo la ciclabile Coulèè Verte in direzione di Orlèans.



Per il resto, mi sembrava solo uno slogan, invece è la verità: la Francia è davvero un paese ciclabile. Le piste che seguono il corso della Loira e del Reno, quasi del tutto precluse alle auto, sono un autentico patrimonio nazionale. Loire-a-velo ( "Loire" si pronuncia “Luàr” ) è la lunga ciclabile che parte addirittura da Nantes, sulla costa atlantica, e corrisponde all’itinerario Eurovelo 6: un lungo sogno costellato di villaggi e castelli con il grande fiume sempre a lato a tenere compagnia.


 sopra: appena sbarcati in Francia, dopo Dieppe,
si viaggia su ciclabili da sogno; nella foto un tratto
della Avenue Verte London-Paris ricavato da ex ferrovia.

Per tutte le altre strade in Francia: complimenti per la segnaletica. Sempre ottima e di altissimo livello. Neanche nei posti più remoti si perde l'orientamento: lo avevo letto di recente e ho constatato che è proprio così.
Civiltà avanzate...




Tornando in Inghilterra: le mappe per ciclisti redatte da Sustrans sono piccole, leggere e ben fatte. Delle tre che ho acquistato, la numero 53 denominata ‘London Cycle Map’ vale oro. Essa oltre a offrire già di per sé una pianta della città, ne illustra le rete ciclabile. Le Cycle Superhighways sono delle autentiche autostrade per le bici: la CS3 attraversa da ovest da est la metropoli in barba a semafori e incroci trafficati; è frequentatissima dagli inglesi che la usano per recarsi al lavoro, e di straordinaria utilità per il turista in bici.

Per la Francia ho utilizzato: la Guida Avenue Verte redatta e venduta da Sustrans, la mappa Google di Donald Hirsch e le carte Michelin numero 518 e 523. Per il tratto italiano ho semplicemente fotocopiato le pagine del Touring scala 1:225mila che mi servivano.




  

 RISPETTO PER I CICLISTI.

In Inghilterra la quasi totalità degli automobilisti ha grande rispetto per il ciclista. Purtroppo le strade sono, ripeto, strette e i sorpassi inevitabilmente ravvicinati. Se qualcuno mostra impazienza e strombetta, non spostatevi rischiando di finire malamente fuori strada: fatelo aspettare – il mondo girerà ancora su se stesso se Mister Premura perde qualche secondo -

La guida a sinistra sulle strade inglesi: malgrado qualcuno affermi che "presto ci si abitua", io l'ho trovata non poco stressante. Procedere a sinistra mi procura lo stesso vago senso di disagio che si ha a leggere una frase riflessa allo specchio, ed essere sorpassato dal lato destro mi ha messo paura. Le rotatorie in prossimità dei grandi centri sono spesso trafficate, e bisogna avere molta prudenza soprattutto la sera, quando la gente ha fretta di tornare a casa e la soglia di attenzione - la vostra e la loro - è più bassa.

In Francia il rispetto per le due ruote è assoluto. Laddove in Italia il ciclista è un intruso da superare a ogni costo anche sfiorandolo, l’automobilista francese si accoda a distanza di sicurezza e attende, sorpassando di oltre due metri solo quando sarà possibile. Colgo l’occasione per osservare che in Francia c’è un decimo del traffico inglese, e questo vale anche per le grandi città. Direi che a livello di popolazione la Francia è paragonabile alla Svezia, con tutto il relax che ne consegue.



DOVE DORMIRE. 

 Occultato in un campo di colza in Inghilterra:
più mettono recinzioni, più di prepotenza voglio
accamparmi in libertà !


La mia formula è sempre stata: tre, quattro notti di campeggio libero e una notte in B&B, albergo o campeggio ufficiale. L’Inghilterra mi ha dato molto filo da torcere per reperire posti dove piazzarmi con la tenda. Ci sono recinzioni ovunque. Dico ovunque !  Il concetto di proprietà privata è esasperato in modo ossessivo, con milioni di cartelli che vi proibiscono di fare cacare il vostro cane nei pressi del recinto altrui, di avvicinarvi, di entrare, di respirare ecc. – ricordandovi a ogni metro, se proprio non avete capito, che “siete osservati” = la famosa psicosi del Grande Fratello.

Se progettate di accamparvi in libertà, fatelo almeno due ore prima che il sole tramonti, perché ci vuole una certa pazienza. Non andate in panico: due metri quadrati nascosti alla fine si trovano sempre, parola di Lupolibero.




sopra: uno tra i milioni di cartelli inglesi
di "difesa" della proprietà privata:
va bene tutto, ma siamo in aperta campagna perdio -
potrà il cane cacare perlomeno fuori dal tuo sacro recinto ?
...no? neanche quello ?


 Chi ti sta osservando ?
Il Grande Fratello ti tiene d'occhio.
Ma la spazzatura si trova lo stesso,
e anche tanta...



In Francia il wild camping è impresa più facile. Gli stessi francesi sono meno ossessionati dai divieti. L’approccio è molto più rilassato, e ciò dipende dalla minore densità abitativa, 420 contro 99 abitanti per Kmq. Se proprio devono vietare qualcosa, i francesi preferiscono i simboli:





  DOVE DORMIRE.

A Londra ho alloggiato presso l’ostello della gioventù Earl's Court in una camerata da 4 letti. Londra è una delle città più costose d’Europa, e me la sono cavata con 80 sterline per tre notti, colazione esclusa. ( quanto viene in euro ? andate a calcolarvelo, e che cavolo ! ).  Quest’ostello è ospitato in un palazzo dell’epoca vittoriana e in un quartiere molto signorile. I musei di Storia Naturale, delle Scienze e il Victoria & Albert Museum sono vicini, diciamo 20 minuti a piedi. Anche Hyde Park lo è. Mi è stato detto da fonti attendibili che l’altro ostello di King’s Cross sarebbe ancora migliore, ma io non ci sono stato e non posso riferire in merito -


L'ostello HI Earl's Court, al 38 di Bolton Gardens.



A Parigi ho alloggiato presso l’ostello Le d'Artagnan, una grande struttura a più piani nella parte est della capitale. La posizione parecchio decentrata scoraggia il camminatore che vuole raggiungere il centro città, ma la fermata della metropolitana Porte de Bagnolet è vicinissima. Non fatevi intimorire dalla metro: con 1 euro e mezzo e 20 minuti di treno siete di fronte alla cattedrale di Notre Dame. Passeggiate lungo la Senna e gli Champs Elysees, mangiate un sandwich su una panchina e fate ritorno il pomeriggio. Avrete visto la città con una spesa totale irrisoria: io ho speso 6 euro !

L’ostello parigino mi è costato 33 euro a notte, colazione (abbondante) inclusa. La cena in questa struttura si paga a parte ed è abbastanza deludente - vale la pena mangiare altrove. Ringrazio Emilie per avermi assegnato una camera da 2 letti nella quale ho soggiornato da solo – doccia nella stanza.


In Piemonte ho alloggiato presso l’albergo L’Ombro du Fort a Exilles, un vecchio borgo di pietra sovrastato da una colossale fortezza. A Torino presso l'efficiente ufficio informazioni di piazza Castello mi è stata prenotata una camera al B&B Portmanteau di via Brindisi. La colazione è abbondante e di alto livello, stile nord Europa; le stanze e i servizi di una pulizia impeccabile - mi sarei accontentato di molto meno lusso, ma quello mi hanno trovato, e quello ho preso. Qualche decina di minuti a piedi e si raggiunge il centro di Torino perdendosi tra musei e altre meraviglie.
 

 
 MUSEI.

Una delle carte vincenti di Londra è quella dei musei. Molti sono gratuiti, e davvero straordinari. Il Victoria & Albert impegna per oltre due ore: sale e corridoi sconfinati ricolmi di oggetti d’arte di tutte le epoche e civiltà. Il Museo delle Scienze è altrettanto vasto e sbalorditivo ( anche se, è doveroso dirlo, il suo analogo museo Leonardo da Vinci di Milano regge benissimo il confronto ).

Un altro museo gratuito che ho visitato è quello della storia di Londra; si trova in Aldersgate Street, vicino la cattedrale di San Paolo. Le ricostruzioni degli “ambienti”, come pub, sale da barbiere, farmacie dell’epoca vittoriana, sono eccezionali. La sezione interna dedicata al grande incendio del 1666 però è a pagamento.
Consiglio di spendere qualche sterlina preventivamente per procurarvi dei sandwich e una lattina da consumare a mezzogiorno - questo perchè i ristoranti interni o che orbitano attorno ai musei hanno prezzi elevati dove il visitatore rischia di restare spennato.  Il Museo Nazionale del Cinema di Torino fa storia a sé. Mettete senza tema sul piatto i 10 euro del biglietto e non ve ne pentirete, parola mia: sono rimasto a bocca aperta come un bambino per oltre due ore.



 







MANGIARE.

 


Non è vero che a Londra si mangia male. La varietà di locali che propongono cibo di tutti i tipi, da tutto il mondo e per tutte le tasche, è sconfinata. Ho provato il famigerato Fish and Chips e devo dire che mi è piaciuto. A Londra i ritmi di lavoro sono frenetici e portati oltre ogni limite; perciò ovunque si reperiscono tramezzini o vaschette di cibo prendi-e-porta a casa, studiati per i single e per chi non ha tempo e voglia di cucinare. Per il viaggiatore questa è una vera manna.


In Francia occorre fare attenzione. Badano più alla qualità che alla quantità. I ristoranti che presentano il “piatto del giorno” sono abbastanza diffusi, ma il rischio è quello di spendere quasi 20 euro per vedersi portare un piatto con due fettine di sogliola e tre pezzetti di formaggio, annunciati da un teatrale “et voilà !”… ( autonomìa su strada = chilometri 4…); la pasta ve la potete scordare. -  I piccoli supermercati, come quelli della catena Proxi, chiudono sempre esattamente quando servirebbero, cioè alle 12 e 30 – e riaprono esattamente quando il ciclista è già ripartito, alle 15 !   Chi viaggia in bici dovrebbe avere sempre scorte alimentari con sé: in Francia, soprattutto nell’interno, reperire cibo a buon mercato è meno facile di quanto mi aspettavo.

Segnalo le scatolette della marca BelleFrance: apri, riscaldi al fornelletto per 10 minuti e mangi davvero bene. Rimescolate sempre per evitare di far bruciare il fondo !




 Omelette e jambon (prosciutto) in Francia.
Magari se mi porti altre 4 fette di pane oltre
a queste tre misere, non è che mi dispiaccia, sai...!



 

 in alto e in basso:
Francia, dopo varie tribolazioni per
reperire cibo, prendo d'assalto un supermercato LIDL;
per soli 14 euro porto a casa un po' di scorte, tra cui (sotto)
una vaschetta di favoloso cous-cous già pronto e condito.




Nella parte centrale e più montuosa della Francia, ho avuto una magnifica sosta-pranzo al villaggio di St.Catherine; poichè sono stato trattato benissimo e mi hanno offerto anche un piatto di formaggi nazionali, segnalo (come gli avevo promesso) questo piccolo adorabile bar-ristorante:




 LUSSI.

Un altro consiglio che posso dare è quello del navigatore gps. In passato ero scettico, ma questo strumento mi è stato spesso di grandissima utilità. Quand'anche non si stia navigando verso una meta precisa, mostra infatti cosa c'è più avanti sulla strada - e per chi si accampa in libertà con la tenda come faccio io, è davvero una benedizione.
Le tracce gps dell'Avenue Verte Parigi-Londra si trovano sul sito ufficiale, alla voce "See Sections".




  

In viaggio mi sono portato dietro anche un e-reader. Minimo peso e grandi contenuti. Leggere narrativa di viaggio in lingua inglese alla fine della giornata è stato didattico e incoraggiante, oltre che rilassante. Il lettore va protetto in un'apposita custodia o ben chiuso dentro cartone duro e plastica a bolle. Il Kobo Aura H20 ha uno schermo perfetto, non troppo piccolo nè troppo grande.

 Tra i piaceri della (mia) vita:
dolci, un tè caldo e lettura digitale
mentre il navigatore si ricarica
dopo aver fatto il suo dovere.



Avrei da dare altri mille consigli, tra i quali come e dove imballare la bici per la spedizione in aereo; per questo problema scriverò un post a parte successivamente.
Per il resto...

...per il resto fate i bagagli e mettetevi sulla Strada.
La scrivo sempre con la S maiuscola, la parola "strada"; è lei che insegna, alla fine, e detta legge. E' lei che unisce uomini e idee. Non è mai vuota, la Strada, finchè la attraversiamo.


Geo&Geo e DiscoveryChannel
sono belli e istruttivi,
ci fanno credere di conoscere il mondo -
ma esserci, sulla Strada,
è un'altra cosa.

Io nel mio piccolo ci sono stato.


( per fortuna non è sempre così...! )




2 commenti:

  1. Hai fatto un bel viaggio! Però mettersi in un campo di colza recintato, se ti beccavano ti sparavano :-).

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    1. No no no no.... quel campo era l'unico accessibile in decine di chilometri, l'unico privo di recinto ! L'importante, in ogni caso, è levare le tende la mattina presto, prima che la gente cominci a circolare. Qui sta anche una fondamentale differenza tra "viaggio" e "vacanza": nel viaggio pianifichi e fatichi, nella vacanza "stacchi" e ti riposi.

      Almeno in teoria... vacanze con bambini piccoli ad agosto non so quanto siano riposanti...

      un caro saluto -

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