giovedì 4 aprile 2024

Una giornata a Taormina, dopo 35 anni.

 

"Notevole, vetusta, illustre tra le antiche"

 


 

 

Sono tornato a Taormina dopo 35 anni. Ho seguito le indicazioni della mia adorata Guida Sicilia TCI del 1919, che descrive un sentiero ripido che dalla stazione di Giardini Naxos si inerpica per la montagna su cui sorge la città.

Il sentiero esiste ancora. E' frequentato soprattutto da stranieri, che non hanno la tema di scarpinare un po' sino ai 200 metri di quota di Tauromenium, fondata nel 358 a.C. dai profughi della vicina Naxos, a sua volta prima colonia Greca in Sicilia.

Sono le 10 del mattino quando vi giungo. Ci sono già turisti - bar e ristoranti sono aperti, ultimi ritocchi a sedie tavoli e ombrelloni. Seguo la Guida e mi reco alla medievale Porta Messina, ingresso alla città lato Nord. Adiacente ad essa è il Palazzo Corvaja che il mio libro dice "deturpato in modo volgare, annerito dal fumo di un forno da pane, sforacchiato di aperture in molti modi".

Sotto le finestre, una lunga iscrizione latina di sentenze allusive alla temperanza, alla prudenza e alla giustizia.

 


 sopra: Palazzo Corvaja, fine del XIV secolo



Mi incammino verso uno dei piatti forti: il Teatro Greco, ampliato e rifatto in periodo Romano. Una delle meraviglie più grandi che la Sicilia possa offrire al turista. Nel 1919 l'ingresso era gratuito, adesso ahimè si pagano 12 euro ma sono BEN spesi. 

La vista dall'alto delle gradinate è mozzafiato e a ragione possiede fama mondiale. Dietro i ruderi imponenti delle scene lo sfondo inarrivabile della costa e la mole dell'Etna. Ma non finisce qui: si aprono vedute sconfinate in ogni direzione - verso il mare e verso i monti, severi, dell'interno - su uno dei quali è arroccato Castelmola.

L'aria è profumata di pini e cipressi. Dò un'occhiata al piccolo Antiquarium e ritorno in città sul corso principale.




in alto: il Teatro Greco di Taormina e gli avanzi del porticato sommitale di accesso


 

Dietro la chiesa di S.Caterina trovo l'Odèon, il piccolo Teatro Romano messo in luce nel 1893. Poi visito le Naumachìe, fortificazioni imponenti di tipo civile che ospitavano delle Terme.





 

Procedo lungo il corso Umberto affollato di turisti. Negozi su negozi su negozi di souvenir, vestiti, chincaglierie, ricordi, dolciumi. Giungo alla vasta piazza IX Aprile con le due chiese di S.Giuseppe e S.Agostino e la Torre medievale dell'orologio. Vastissimi panorami, tripudio di gente.






 

Giungo alla piazza del duomo, con l'elegante fontana. Poco avanti il corso termina con la Porta Catania e gli avanzi delle mura medievali. Una vera perla qui appresso è il palazzo dei Duchi di S.Stefano. Silenzioso, appartato, incredibilmente a ingresso libero. Mi affaccio emozionato alle bifore del 1300.





in alto: piazza duomo, Porta Catania e un duo folcloristico

in basso: lo splendore di palazzo Duchi di S.Stefano, fuori e dentro






Sono le 13. Ripercorro in senso opposto il mio itinerario, passando da strade e vicoli non visti prima. Un cameriere fuori da un locale 'Gambero Rosso' vuole attirarmi dentro. Ma ho altri piani: mi reco a quella meraviglia che è il giardino pubblico. Tripudio di ulivi, pini, cipressi secolari che spandono un profumo magnifico, un profumo di viaggi antichi.

Qui la pulizia è assoluta. Se la Sicilia fosse TUTTA così faremmo le scarpe alla Svizzera. Mi siedo su una delle innumerevoli panchine priva di scritte balorde col pennarello. Tiro fuori il panino comprato stamattina e me lo godo. Piano. Guardando uno spicchio di mare blu che appare tra i rami di un ulivo centenario.

Attorno ci sono le bizzarre costruzioni in muratura dette Victorian Follies, volute dalla nobildonna inglese Lady Trevelyan, stabilitasi qui nel 1884. Questo era infatti il suo giardino privato.

Scatto qualche foto dall'ennesimo belvedere. L'aria è fresca, con un sole che intiepidisce, rallegra l'animo. La libertà è anche poter essere qui quando non c'è scirocco - e non è luglio.

Questa è stata la mia gita a Taormina, dopo più di tre decenni. Mi dirigo verso il sentiero e lo ridiscendo, pensando che è stata una giornata meravigliosa, impiegata bene. Mi sento felice.





 

sopra e sotto: Taormina, lo splendido giardino pubblico






2 commenti:

  1. Dal 2009 ad'oggi il prezzo dell'ingresso al teatro è quadruplicato, io pagai 3 euro. All'interno di quel teatro ho visto anche due concerti uno filmato per intero con la Panasonic SuperVHS di mio padre. Unicamente per quella data non furono applicati maxi schermi per via degli spazi ridotti, ma credo che il risultato fu migliore, visto il panorama che si ha di sfondo.
    Fui li in vita mia in totale 4 volte se non ricordo male: Agosto 2007 (concerto) Agosto 2009 (concerto e visita del teatro) e anche due volte qualche tempo fa a dicembre 2022 e a maggio 2023.
    Nel 2009 per allora fu un avventura, mi recai li con uno scassatissimo motorino 50, percorrendo 80km andata e 80 ritorno senza problemi meccanici, una vera rarità.
    Nel 2022 andammo li per caso per ritirare la sim del cellulare da un tabaccaio , l'unico che offriva questo servizio nella zona.
    La villa fu una scoperta casuale, una scorciatoia per raggiungere il tabacchino da dove avevo parcheggiato.
    A maggio 2023 ci portai mio cognato.
    In generale la sicilia è così..."A chiazze": Bellezza, degrado, degrado, degrado, bellezza, bellezza, bellezza degradata, degrado abbellito con chincaglierie social (Quartiere San Berillo di Catania per esempio) e poi ancora degrado.
    La Sicilia non sarà mai come la svizzera, banalmente perchè non vi è la cultura del rispetto della cosa pubblica.
    Taormina è così ben tenuta perchè fu capito molto presto quanto guadagno potesse fruttare grazie al patrimonio storico li presente, chiaramente per amore del guadagno si diventa la Svizzera, oggi molti comuni Siciliani vorrebbero essere Taormina, molti arrivano tardi perchè quel poco patrimonio storico li presente è stato "coperto" da costruzioni senza criterio, altri non vi arriveranno mai perchè non vi è stato mai nulla di eccezionale da vedere.
    Ricordo un Sindaco di Nicolosi (CT) dire: Nicolosi è la Taormina dell'Etna, mi viene da ridere a pensarci, se a Nicolosi togliessi il primato della vicinanza all'Etna resterebbe ben poco.
    Esistono poi un sacco di "Taormine dei Nebrodi", qualcuno lo disse di S.Piero Patti, Peccato che li le rovine del castello diventarono una scuola pubblica prima e una biblioteca poi.
    La Sicilia potrebbe diventare come la Svizzera, se il potere venisse esercitato dall' esterno alla regione e solo se costringesse la gente (me compreso) manu militari ad attuare comportamenti virtuosi, in pratica un ritorno alla monarchia. Tutto questo resta inattuabile e "fantasociologia"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mentre mangiavo guardavo la balconata realizzata con i coppi in terracotta. È lo stesso disegno fatto per chiudere una delle luci della mia ex stalla, nel 2017. Infatti ricordo che nella fattura scrissero "coppi terracotta modello Taormina".

      Elimina