lunedì 11 novembre 2013

Alle cascate del Catafurco

Ne ho abbastanza di ascoltare la radio. Sempre Berlusconi -IMU-immigrati. Poi immigrati- IMU - Berlusconi: non esiste altro di cui parlare in Italia. La lascio spenta e parto di prima mattina, ancora col buio, verso la montagna. Voglio vagare, camminare - non sentire scemenze - non sentire nessuno.

Da anni desideravo visitare le cascate del Catafurco presso Galati Mamertino, nel parco dei Nebrodi. Impiego poco tempo per raggiungere la frazione San Basilio, da cui inizia il percorso di soli quattro chilometri, e inizio a camminare in mezzo a pascoli e campagne ancora addormentate.

all'inizio del percorso
A metà cammino trovo i resti di un villaggio agricolo-pastorale. Molisa, si chiama. Poi una sorgente con abbeveratoio. Non incontro nessuno. Il cielo è di un azzurro intensissimo. Dal fondo della gola sento rumoreggiare il torrente.
capanna di pastori presso il borgo abbandonato di Molisa
in cammino verso le cascate
il piccolo canyon formato dal fiume San Basilio
La segnaletica è ottima, di legno, ben fatta e in stile nord Italia, ossia con l'indicazione delle distanze, cosa rara qui. Manca poco infatti, poche centinaia di metri lungo un sentiero scavato nella roccia. Poi la gola si stringe sempre più, diventa un antro semibuio, quasi un luogo primordiale. Il fragore dell'acqua è assordante; sono al cospetto della cascata, improvvisamente. Mi scopro a urlare come un folle. L'ultima volta che avevo urlato così è stato quando ho raggiunto il cartello "Benvenuti in Lapponia". Siamo qui io, la Natura, e la mia macchina fotografica. Di giovedì mattina, libero. Cosa voglio di più?

al cospetto della natura

Parco dei Nebrodi: cascate del Catafurco
In un anfratto della roccia hanno disposto una statua della Madonna. Ci sono state polemiche in passato se fosse o meno il caso di collocare immagini sacre in posti di natura. A me non interessa polemizzare. Documento e basta.


Sulla via di ritorno incontro un sessantenne. Mi snocciola l'eterna storia che ho sentito dappertutto milioni di volte: le campagne sono state abbandonate. I giovani se ne fregano della terra. I senza lavoro preferiscono patire la fame piuttosto che allevare mucche e galline come facevano i loro nonni...

Io la mia parte la sto facendo. Due ettari e mezzo salvati dall'incuria e dai rovi. Gli altri facciano quello che vogliono. Cancello ogni pensiero negativo, ogni rimuginazione.

Per oggi non voglio pensare. Ascolto a tutto volume gli Eagles sulla via di ritorno. Canto addosso alle loro romantiche ballate country. Riannodo il cammino fatto oggi. Lentemente e felicemente faccio ritorno a casa.

2 commenti:

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  2. Scordare tutto? Cancellare? Non discutere più di nulla? Si può fare ma è difficile. Di questo luogo avevo sentito parlare ma non lo avevo mai visto.

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