mercoledì 27 novembre 2013

Sinfonia d'autunno


Voglio chiudere novembre con un tuffo nell'autunno. In bici sul crinale dei Nebrodi, in mezzo ai gialli, i rossi e gli arancioni della secolare faggeta di Mangalaviti.

Raggiungo di primo mattino l'abitato di Longi, mi dirigo verso le sue frazioni montane e lascio l'auto alle Case Mangalaviti, una vecchia masseria d'alta quota totalmente restaurata. Il clima è inclemente - vento gelido e cielo scuro che non promette nulla di buono. Non sembra una giornata da bici ma non voglio tornare: la benzina costa e ormai sono qui. In fondo se sono arrivato in bici in Norvegia non saranno questi trenta chilometri a farmi desistere.
Inizio a pedalare in lieve salita, e subito il paesaggio si fa spettacolare; sembra di essere in un puzzle della Ravensburger, cioè in un paesaggio bavarese.

alla partenza - Case Mangalaviti
la mia strada
autunno nella faggeta
i faggi di Mangalaviti
Avanzo ancora, e il freddo si fa sentire. Raggiungo il valico di Portella Scafi e lì incrocio la Dorsale dei Nebrodi. Le raffiche di vento sono micidiali, ancora più forti. Vento gelido che fa viaggiare veloci le nuvole, e rompe rami dagli alberi. Riesco a resistere solo grazie agli indumenti tecnici.
faccio rotta a ovest sulla Dorsale; voglio raggiungere il Lago Biviere, a 1400 m. d'altezza.


La strada scende di quota sempre in mezzo al bosco; a tratti ci sono enormi pozzanghere di acqua e fango in cui rischio di cadere a causa delle raffiche di vento. Alla fine mi appare il lago, incorniciato dai boschi della faggeta di Monte Soro e abbellito da un arcobaleno che scompare subito dopo che ho smesso di fotografare.
faggete nei pressi del lago
il lago Biviere di cesarò, a 1400 metri di quota
la mia foto "dell'anno"
Mi rifugio dal vento fortissimo dietro una collina, dove mangio svogliatamente e rapidamente qualcosa che a causa del freddo digerirò con difficoltà. Inizia a piovere, una pioggia gelida e violenta.
Faccio ritorno ripercorrendo la stessa strada dell'andata. Il bosco è più riparato, e ne approfitto per le ultime foto.

torrentelli di montagna
quasi all'arrivo
Concludo questa gita alle tredici. Alle Case Mangalaviti, prima di rientrare in auto, scambio due parole con un pastore, occasione per riflettere su quanto sia dura la loro vita. Per questo i formaggi costano tanto - c'è un sacco di lavoro dietro, sacrifici e un'esistenza faticosa, non sempre bucolica. Ci stringiamo la mano sotto una pioggia sferzante, poi lui si incammina con il gregge verso valle, io scatto un'ultima foto ricordo.
A breve arriverà la neve qui, e i faggi si spoglieranno. Ma oggi un po' di autunno sono riuscito a portarmelo a casa.

ore tredici, conclusione. Alle Case Mangalaviti.

1 commento:

  1. Conosco abbastanza bene tutta la zona, l'ho percorsa in fuoristrada con mio cugino ai primi anni 80. Quanta malinconia di quegli anni. Ricordo quei panorami, quell'aria, la faggeta impenetrabile di Mangalaviti, le radure di Scavioli e l'occhio azzurrino del Biviere. Le foto sono splendide. Veramente.

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