sabato 24 maggio 2014

Un viaggio tra arte e storia


"Si prende qui in considerazione un'area scarsamente insediata e sporadicamente servita da strutture viarie. Il territorio appare in gran parte disabitato; resistono i boschi ( cerri e faggi in alto, querce e lecci in basso ), malgrado i tagli sconsiderati, e i pascoli, seppure degradati, rivestono in gran parte i rilievi interni."
P.Terranova, Guida Rossa del Touring Club Italiano, 1989


Nebrodi occidentali; giornata afosa, aria pesante, luce livida. Io e la mia bici.
Alle 8 del mattino arrivo a Castel di Lucio, m.700; poco più di 1300 abitanti. Oggi il paese è animato da un piccolo mercato - nel resto del tempo qui regnano solo isolamento e silenzio. Tutt'intorno montagne che si perdono all'infinito. E sparse lungo la fiumara, quasi a riempire il vuoto umano di quest'area geografica, le strane opere della Fiumara d'Arte, create negli anni ottanta da  una serie di artisti contemporanei.
Il territorio della provincia di Messina termina così, regalando al viaggiatore che percorre la fiumara di Tusa una serie di manufatti che appaiono surreali in un paesaggio che già di per sè lo sarebbe.

C'è un quadrato di calcestruzzo costruito sulla spiaggia a incorniciare i tramonti; c'è un'opera in ferro disposta su un tornante; c'è un'immensa figura di cemento schiacciata dal viadotto dell'autostrada Messina-Palermo.
E c'è l'opera per me più bella di tutte: il labirinto di Arianna, costruito su una collina ventosa a pochi passi da Castel di Lucio.
Il mio viaggio inizia da qui.

Fiuamara di Tusa ( Fiumara d'Arte ). Monumento a un poeta morto, di Tano Festa
'La materia poteva non esserci', di Pietro Consagra
'Una curva gettata ogni giorno alle spalle del tempo', di Paolo Schiavocampo
'Il labirinto di Arianna', di Italo Lanfredini, Castel di Lucio
Avanzo a fatica in salita; neanche un albero, solo pascoli. Rare auto dalle quali mi guardano come fossi un alieno. Da Castel di Lucio sto superando un valico dei Nebrodi poco conosciuto, il Passo di Malopasseto, m.1070. Lo raggiungo intorno alle 11, quando l'afa non dà tregua. Intorno a me solo turbine eoliche dalle pale immobili; poi una discesa su strada sconnessa verso la Sicilia interna. Raggiunta la statale 120 faccio una sosta presso un abbeveratoio in disuso; mangio qualcosa e mi muovo verso est in direzione di Sperlinga, m.750. L'aria è tiepida e mi sento felice; la strada è in leggera discesa - con la mano destra accarezzo le spighe e l'erba che crescono ai margini del nastro d'asfalto.
la discesa dal Passo di Malopasseto
ovili scavati nella roccia a pochi chilometri da Sperlinga
sulla statale 120, forse la strada più bella di Sicilia
panorami sconfinati a seminativo
Sperlinga è in provincia di Enna; è un piccolo paese dalle case di pietra raccolte ai piedi di una rupe di arenaria forata da grotte abitate da epoche lontanissime. In cima alla rupe di trova un castello arroccato in posizione vertiginosa.
Sperlinga (EN)
Castello di Sperlinga, la salita in cima al castello
Castello di Sperlinga, sotterranei scavati a mano adibiti a stalle in epoca medievale
abitazioni scavate nella roccia, utilizzate fino agli anni sessanta per viverci
Il viaggio continua verso Nicosìa, 15mila abitanti, dal passato normanno. E' uno di quei paesi che Vittorini chiamò "posti lombardi di Sicilia". Gli abitanti hanno conservato tracce genetiche di quel secolo lontano: occhi azzurri, statura alta e un dialetto particolare diverso dal siciliano, denominato dialetto gallo-italico.
A Nicosìa pernotterò in un Bed and Breakfast. Trascorro la serata tra le strade della città, concedendomi una cena lussuosa in un ristorante convenzionato con l'alloggio; per soli 10 euro mi servono un primo piatto di pasta fatta in casa, un secondo di fegatini d'agnello con patate al forno, un dolce alle mandorle e un quarto di vino dall'aroma di fiori. Meglio delle scatolette di carne, per una volta...

Nicosìa (EN) ripresa il pomeriggio dalla piazza dei Caduti
l'ingresso al Palazzo vescovile (1730), monumento nazionale
fegatini d'agnello
la piazza centrale di Nicosìa

Secondo giorno di viaggio.
Mi dispiace sempre un po' lasciare un posto che mi ha accolto bene, ma la strada chiama. Cielo terso oggi, fa più fresco. Per tornare al punto di partenza devo superare un altro valico dei Nebrodi, il Colle del Contrasto. Tra campagne e boschi di aspetto alpino pedalo in salita salutato con sorrisi e incoraggiamenti dagli operai del cantiere stradale della nuova arteria detta 'Nord-Sud', che dovrebbe affiancare la vecchia statale 117 Centrale Sicula.

Precipito quindi verso Mistretta, m.900, della quale fotografo alcuni bei particolari. Mi colpisce soprattutto un vecchio palazzo baronale il cui ingresso è stato utilizzato come bar-caffè.
un altro traguardo è raggiunto; Colle del Contrasto m.1120, Nebrodi occidentali
Mistretta (ME), antico bevaio
Mistretta (ME), il "GRAN BAR"
Altri ventidue chilometri di strada solitaria mi riportano con fatica a Castel di Lucio.
Anche questo piccolo viaggio è finito. Ma prima di rientrare voglio percorrere all'interno del labirinto un simbolico percorso di un chilometro. 
Porto con me una ruota di Littoria. Cammino e raggiungo il centro del labirinto, dove si trova...

...non lo voglio dire, è un piccolo segreto.

Esco da Arianna e vedo i Nebrodi, sento il vento.
C'è odore d'erba e di paglia. E' un odore acido, antico.
Dalle montagne arriva aria umida, tra poco pioverà.
Castel di Lucio è lì, solitaria e malinconica -
 - oltre questa distesa di fiori, oltre l'infinito.

Arianna, io e Littoria
all'uscita dal labirinto; sulla destra il paese di Castel di Lucio
Nota: il Labirinto di Arianna di Italo Lanfredini è stato costruito in calcestruzzo e dipinto di rosso. Il suo ingresso rappresenta l'organo femminile e il suo interno un utero. Il percorso è di tipo obbligato e tra andata e ritorno è pari a un chilometro. Il cammino dentro il manufatto vuole evocare un percorso  meditativo di "rinascita".

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