Siamo andati lassù oltre 2000 metri
sul brullo altopiano di pietre:
siamo andati a trovare i ragazzi.
Noi non dimentichiamo.
Noi non diciamo "il nostro Paese";
noi diciamo: "la nostra PATRIA".
Ore di viaggio ci hanno portato al cospetto delle montagne del Pasubio, lungo strade sempre più strette che si insinuano a fatica in un territorio dall'orografia aspra e tormentata, guadagnando il colle Xomo a oltre mille metri di quota.
Alle 11 del mattino, zaini in spalla, siamo all'imbocco della storica, straordinaria, Strada delle 52 Gallerie.
La Strada è stata costruita nel periodo febbraio-dicembre 1917 per consentire il passaggio di uomini e mezzi sul fronte di guerra al riparo dal fuoco nemico.
Oltre sei chilometri e quasi 800 metri di dislivello portano l'escursionista sino al valico di Porte del Pasubio attraverso un paesaggio dolomitico semplicemente spettacolare.
In alto: la prima delle 52 gallerie, recante lo stemma
della 33^ Compagnia Minatori e l'anno di realizzazione;
è dedicata al Capitano Zappa. Metri lineari 17.
All'interno della 19^ galleria, la più lunga di tutte: metri 318.
Dedicata al Re, si sviluppa con forte pendenza e
andamento a spirale all'interno di un torrione roccioso.
veduta della Val Leogre dalla strada delle 52 gallerie
un tratto di sentiero su cengia esposta; quota 1800 m. circa
In alto: l'immagine illustra bene la collocazione
tattica della Strada militare, che procede
al di quà della cresta rocciosa di crinale.
frequentemente, nella parete rocciosa si trovano aperture
per ricoveri scavate a colpi di esplosivo, destinate
ad armi e vettovaglie
Dopo ore di faticosa salita guadagnamo il tratto finale della carrareccia.
Si aprono alla vista vedute aeree e suggestive. Le nuvole si avvicendano tra queste montagne severe e inospitali, molto soggette a frane. Il valico di Porte del Pasubio, a 1928 m. di quota, è ormai vicino.
Giardini rocciosi al termine della Strada militare.
Nell'immagine è visibile l'ultimo traforo, dedicato
alla Brigata Sardegna, di metri lineari 86.
Sulla sinistra, l'edificio del rifugio 'generale Achille Papa'.
l'incontro con un camoscio
Dalla breccia di Porte del Pasubio ha inizio la Zona Sacra. Scattiamo una foto per ricordarci di questo momento e dell'esperienza che stiamo vivendo.
ANNO X E.F.
SU QUESTE ROCCE OVE LA SOSTA
NON FV MEN DVRA DE LA BATTAGLIA
E LA VITA MEN CRVDELE DE LA MORTE
FANTI EROICI DEL 65° FANTERIA
SOFFRENDO E MORENDO
IMPEDIRONO IL PASSO AL NEMICO
Pasubio dal 5 marzo al 5 luglio 1917
La giornata sta per terminare; incombe una nebbia sempre più fitta. Troviamo riparo all'interno del bivacco Marzotto-Sacchi, posto sulla sommità di un crinale, brindando con una lattina di birra messa a raffreddare in una conca innevata.
Scriviamo il nostro pensiero sul diario del rifugio, sempre pensando a loro, i ragazzi, gli eroi che hanno combattuto su questa montagna e non ci sono più.
Avrebbero dato chissà cosa per avere un ventesimo delle nostre comodità.
il bivacco Marzotto-Sacchi alle Porte del Pasubio.
Secondo giorno
da Porte del Pasubio al Dente Italiano
Ore 6 del mattino. Il bivacco è immerso nelle nuvole, la visibilità ridotta a poche decine di metri. Facciamo colazione e aspettiamo, ma il sole non riesce a uscire. Alle 8 iniziamo comunque la marcia in direzione del teatro di combattimento; il sentiero Tricolore ci porterà dapprima ai ruderi della postazione militare avanzata del Cògolo Alto, quindi alla cima Palon, a 2232 metri di quota.
I ruderi del rifugio militare del Cògolo Alto, m.2200.
Sul retro è visibile la galleria che ospitava le armi e un
serbatoio per l'acqua potabile.
Dalle 10 in poi la visibilità migliora sensibilmente; abbiamo raggiunto a questo punto il vero e proprio teatro di guerra. Le opere militari sono dappertutto: gallerie, cunicoli, veri e propri labirinti scavati dentro la cima delle montagne, e interminabili trincee.
Fronte avanzato del Pasubio. Trincee militari.
I due Denti.
Ecco, ci siamo. Una scalinata tagliata nella roccia ci porta alla sommità del Dente Italiano, m.2220, che fronteggia di un centinaio di metri il Dente Austriaco. In mezzo, il cratere profondo 40 metri creato dall'esplosione di tonnellate di gelatina.
In alto sulla sinistra: il Dente Austriaco ripreso dalla sommità
del Dente Italiano. In primo piano, gli sfasciumi di roccia
generati dalle colossali esplosioni.
Il desolante avamposto del Dente Italiano martoriato
dalle esplosioni. I massi in primo piano sono grandi
quanto una stanza. Al di sotto di essi giacciono
ancora resti umani.
Il sentiero Tricolore ci porta quindi al brullo cimitero di guerra dedicato ai 164 fanti della Brigata Liguria, dove ci aggiriamo attòniti ed emozionati, immersi in un silenzio spettrale.
La marcia di ritorno è lunga, oltre due ore di discesa lungo la Strada degli Scarubbi, molto meno impervia ma comunque suggestiva, che perdendo quota ci riporta al punto di partenza.
Prima di far ritorno a casa sostiamo presso l'Ossario di Sacello, che svetta alto sulla cima di un monte boscoso sul versante opposto della valle.
E' un edificio alto cinque piani, visibile a chilometri di distanza. Ieri notte ero uscito dal bivacco e lo vedevo illuminato, come fosse un faro in un oceano di nuvole.
Vi riposano altri caduti - innumerevoli.
Nei corridoi dell'ossario i nostri passi risuonano sul marmo freddo, e cerchiamo di fare più silenzio possibile, quasi non vorremmo disturbare col rumore del nostro respiro.
Sfioro con la mano la piccola lapide di un soldato.
Esco fuori.
Addio, ragazzi.
Valli del Pasubio (Vicenza), 19 maggio 2015
'FANTI DELLA PRIMA ARMATA
SPLENDERETE IN ETERNO'
L'Ossario dei caduti del Sacello,
inaugurato nel 1926, ospita 5077 salme.
rammento che l'uso delle immagini per scopi
diversi da quello strettamente personale
è proibito dalla Legge sul Diritto d'Autore.