Abbiamo trascorso una giornata esplorando un'area naturalistica compresa tra i Nebrodi occidentali e i Peloritani: si tratta della riserva del Bosco di Malabotta, un'antica foresta posta a circa 1300 metri di quota costituita da querce, faggi e alberi secolari chiamati 'Patriarchi'. A poca distanza da essa si trova il leggendario altopiano dell'Argimusco, costellato di megaliti rocciosi originati dall'erosione plurimillenaria.
IL BOSCO DI MALABOTTA.
( Dio manda il pane a chi non ha i denti )
Abbiamo raggiunto il Bosco passando da Floresta e imboccando dal valico di Favoscuro la strada per Polverello. In questo periodo dell'anno, caratterizzato da alta pressione e deboli piogge, il paesaggio dei Nebrodi è davvero affascinante:
La mole di Monte dell'Orso ammantata di nuvole rosa, nel territorio di Floresta. |
Nebbia tra le montagne comprese tra Floresta e il valico di Favoscuro. |
Si accede al Bosco di Malabotta percorrendo una strada asfaltata in cattive condizioni; i due chilometri che precedono il piccolo parcheggio sono pieni di buche molto pericolose. Con un veicolo lungo e basso io ci penserei due volte prima di tentare. A piedi o in bici occorre prestare molta attenzione a un ovile situato tra l'ingresso ai megaliti e quello del Bosco: dei cani liberi abbaiano e terrorizzano chiunque passi da qui con qualsiasi mezzo. Ovviamente del padrone non c'è mai neanche l'ombra. Finalmente si parcheggia e si entra nella riserva, che offre spunti fotografici interessanti:
sopra e sotto: i cosiddetti 'Patriarchi',
relitti botanici secolari all'interno del Bosco di Malabotta.
Noi abbiamo percorso il sentiero numero 1, impegnandoci per circa 7 chilometri tra querce e faggete che sicuramente diventeranno spettacolari alla fine di Ottobre. La strada passa accanto una caserma forestale abbandonata posta al centro dell'area protetta - la riconoscerete perchè circondata da un muro di pietra alto tre metri, manco fosse stato fatto per resistere all'invasione degli Unni. Ci sono sedili e panche di legno, e l'intera zona è sorprendentemente quasi pulita. Nei giorni infrasettimanali non c'è anima viva in giro, soprattutto se la giornata non è delle migliori. La domenica potrete invece essere allietati dal rombo allegro e pieno di vita delle moto da cross, libere di scorazzare ovunque: e meno male che è un'area naturalistica..!
AVVERTENZE MOLTO MA MOLTO IMPORTANTI.
Il bosco di Malabotta è solcato da numerose piste che si intersecano in mille punti. Tutti i forum e la letteratura passata lamentano l'assoluta mancanza di segnaletica. Forse per ovviare a questa lacuna... un po' di segnali adesso ci sono, ma - e qui devo fare i miei complimenti - chi ha curato i cartelli è riuscito a realizzare due cose geniali:
1) metterli ESATTAMENTE dove non servono, e non metterli ESATTAMENTE dove servirebbero.
2) i cartelli spariscono con progressione matematica man mano che ci si allontana dal punto di partenza.
Inoltre non si capisce perchè sui cartelli non appaiono frecce direzionali e - qui mi viene veramente da ridere - perchè la distanza sia espressa in 'ml', cioè in millilitri (!):
leggete in alto la distanza: 'ml 6550' = millilitri 6550;
sì lo so che sto cercando il pelo nell'uovo, però, dai...
...così facciamo ridere i polli !
sì lo so che sto cercando il pelo nell'uovo, però, dai...
...così facciamo ridere i polli !
Lungo la strada si trovano diversi tabelloni con tanto di tettoia di protezione; l'unico problema è che non c'è MAI traccia di uno straccio di cartina con l'indicazione "You are here", ma solo tavole di legno vuote o disegnate da qualche imbecille che si era portato il pennarello UniPosca:
Perepepepè ! ...e la cartina dov'è ???
Adesso, dopo le doverose risate ( a denti stretti ), il mio consiglio è: fotografate la - unica - cartina nei pressi del posteggio e tenetela cara; per quanto non sia il massimo, vi impedirà di perdervi. Sbagliare un incrocio nel bosco può costare molto caro. E scordatevi il prezioso smartphone con gps col quale pensate di avere l'asso nella manica: qui non c'è segnale.
Non avventuratevi da soli a meno di non aver già testato il percorso, e fate attenzione alla nebbia, molto frequente.
Ogni tanto appare qualche segnale internazionale bianco/rosso del Sentiero Europeo E/1, ma i segni sono stati stranamente tracciati solo nell'ottica di chi percorre questo importante sentiero in direzione sud. Complimenti anche al glorioso Club Alpino Siciliano, se è stato il responsabile !
Chi sta percorrendo il sentiero principale in senso antiorario deve fare attenzione a un bivio non segnato sulla carta, poco a sud di Pizzo Voturi. Andando a sinistra si ritornerà al punto di partenza ( e alla salvezza ). A destra... non ne ho idea, la carrareccia si perdeva in direzione nord-est verso chissà dove...
Insomma: occhio ! contattatemi per eventuali chiarimenti.
L'ALTOPIANO DELL'ARGIMUSCO E I MEGALITI
Extraterrestre portami via
voglio una stella che sia tutta mia...
La chiamano 'la Stonehenge siciliana'. Scoperta da qualche anno e plurifotografata su internet, quest'area vasta e ventosa praticata da pecore, capre e vacche e caratterizzata da grandi megaliti rocciosi, è divenuta sempre più nel corso degli ultimi anni luogo di culto per astrofili, ufologi e mistici di varia natura.
C'è chi ritiene che in tempi preistorici questo fosse un luogo deputato all'osservazione del cielo:
cosa penso io:
...che in tempi preistorici avevano altro a cui pensare che stare a guardare le stelle
C'è chi pensa che l'altopiano sia un ottimo punto per stabilire un contatto con gli alieni.
cosa penso io:
...dite agli alieni semmai sbarcassero di fare attenzione ai cani da pastore liberi che si trovano nelle vicinanze
C'è chi vede in certe formazioni rocciose il profilo della Madonna.
cosa penso io:
...ognuno vede quello che vuole vedere - i siciliani poi, vedrebbero la Madonna anche nell'etichetta della Coca Cola...
guardiamoci qualche foto, và - che è meglio:
guardiamoci qualche foto, và - che è meglio:
in alto: questa formazione rocciosa a me personalmente
rammenta il film australiano 'Picnic ad Hanging Rock'.
sopra: il megalite detto 'dell'aquila'
L'altopiano dell'Argimusco e le sue curiose rocce levigate è davvero un posto fantastico, oltre che una location fotografica d'eccezione. Purtroppo non sono mai riuscito a immortalare i megaliti contro cieli nuvolosi e interessanti - e non era la prima volta che venivo qui.
Conto di tornare da queste parti in Autunno inoltrato per godere dei colori delle faggete di Malabotta e magari di piantare la tenda sull'altopiano "misterioso", per fotografare all'alba questi monumenti della natura -
- i quali ci fanno dimenticare l'incuria, le strade disastrate, la segnaletica penosa e quei sacchetti di immondizia residuo dell'ultimo Ferragosto, che faccio finta di non vedere.
Chi volesse dare un'occhiata ai megaliti nella loro veste invernale può rispolverare questo mio post di marzo 2014.