lunedì 7 novembre 2016

Il sentiero dei crateri Sartorius e Piano Provenzana in Autunno. L'Etna attraverso la lente.



Una maestosa betulla aetnensis ripresa all'alba
nei pressi del Rifugio Citelli


SECONDA GIORNATA SULL'ETNA
Ho lasciato il rifugio alle 6 e trenta per dirigermi verso la vicina area dei crateri Sartorius. Si cammina su un sentiero pianeggiante e accessibile a tutti che si snoda attraverso i boschi di betulle e di conifere che hanno colonizzato i terreni vulcanici. In poco tempo si arriva anche ai crateri, generati dall'eruzione del 1865 e dedicati alla memoria di un illustre scienziato tedesco che trascorse in Sicilia cinque anni lasciando importanti studi e non solo.
I crateri sono facilissimi da scalare e molto suggestivi; segnalo però la presenza di un pericoloso pozzo verticale proprio nel mezzo fra l'uno e l'altro: attenzione !
Immediatamente a ovest incombe la mole del possente cono vulcanico spento di Monte Frumento delle Concazze, m.2151, nella cui conca craterica ho dormito in tenda a settembre del 2015.

La giornata si è presentata priva di nuvole e con una temperatura fresca. Passeggiare con la mia macchina fotografica nel silenzio di questi boschi colorati e luminosi è stato meraviglioso.


Vegetazione di Spinosanto tipica dell'Etna
lungo il sentiero natura dei Monti Sartorius

Un angolo nascosto d'Autunno illuminato dal sole
e riparato dalla mole di un antico cratere

"sono ancora fra voi" - un vecchio tronco cresciuto sulle lave
fa compagnia agli alberi nuovi che lo hanno circondato

Il Giardino dei Monti Sartorius: quest'immagine è stata scattata
dalla sommità di uno dei crateri del 1865. Il grande cono vulcanico
rosso sullo sfondo è l'imponente Monte Frumento, m.2151



PIANO PROVENZANA
Piano provenzana è un grande altopiano situato a 1800 metri di quota sul versante nord-est dell'Etna. Storica porta d'accesso turistica e sciistica le cui strutture sono state distrutte dall'eruzione del 2002, della quale rimangono una serie di crateri a bottoniera. Ho trascorso cinque ore camminando sino al cono vulcanico spento di Monte Pizzillo dal quale si apre una vista spettacolare sul teatro eruttivo recente.

Piano Provenzana è meta di gente da tutto il mondo e si respira un'aria cosmopolita. Si cammina insieme a comitive di tedeschi o di francesi estasiati lungo piste battute e (quasi) prive di pericoli. Nel ritornare all'auto ho incrociato una famiglia di stranieri; loro figlio a un certo punto ha gridato "I love you Etna", rivolto al grande vulcano che pare osservare tutti dall'alto.

E questo mi pare il modo migliore per concludere la rassegna fotografica d'Autunno durata due giorni nel corso dei quali ho visto cose straordinarie. Spesso qualcuno mi chiede "dove sono le mie radici": senza ombra di dubbio rispondo "sull'Etna". E' lei e resta lei la mia Montagna.

Lupolibero, 4 novembre 2016


Piano Provenzana, Etna.
Un gruppo di tronchi distrutti dalla furia delle lave
illuminati dalla luce del pomeriggio

Relitti botanici di conifere investiti dal magma (eruzione del 2002)

Piano Provenzana, Etna versante di nord-est.
Tronchi distrutti dalle lave segnano l'ora con le loro ombre

Giovani faggi risparmiati dalle lave convivono
con alberi più sfortunati di loro nei pressi di un antico cratere

Piano Provenzana, Etna. Rift di Nord-Est.
Le lave del 2002 colonizzate da bassa vegetazione a cuscino
evocano le onde di un mare surreale

Uno dei crateri a bottoniera del 2002
ripreso con il teleobiettivo.
Piano Provenzana, pressi Monte Pizzillo, m.2414

Faggi dell'Etna.
Proprio a lato della pista che da P.Provenzana porta
alle quote più alte, si trova una piccola meravigliosa faggèta
dagli splendidi colori autunnali

Life and Death.
Piano Provenzana, lave del 2002.
Tre alberi distrutti dalle lave guardano a breve distanza
giovani conifere verdi che vogliono ricolonizzare il terreno


Sabbie nere-vento-tempeste-morte-distruzione
Rinascita-bellezza-ricostruzione-vita
In una sola parola: ETNA
Nemesi di tutte le cose che erano, che sono e che saranno in avvenire.


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