martedì 14 marzo 2017

Dal Libro delle Memorie: due episodi di risate esilaranti e memorabili.


PRIMO EPISODIO.
OMAGGIO AL DEFUNTO.
Rovistando tra le centinaia di fotografie digitali di uno dei miei hard disk, guarda caso mi sono imbattuto in un'immagine di sette anni fa che mi ha rammentato uno degli episodi più esilaranti della mia (precedente) vita lavorativa. Si tratta del file denominato IMG00023-20100325, del quale pertanto a breve ricorre il settimo anniversario.

Senza farla tanto lunga, l'azienda dove lavoravo come chimico analista era uno di quei posti in cui le alte sfere chissà perchè si erano convinte che il pianeta Terra e l'intero Sistema Solare si reggessero grazie al loro operato. Negli ultimi anni la situazione era diventata tragico-comica, tra feste di Natale di fantozziana memoria a cui tutti DOVEVANO recarsi e sorridere - pena varie ritorsioni, alle numerose occasioni autocelebrative per il fatto che, ad esempio, si inaugurava un "reparto nuovo" - quand'anche questo fosse costituito da due stanze di pochi metri quadrati.

Fu in occasione di una di queste autocelebrazioni - ma adesso non ricordo il motivo preciso - che a una donna dell'amministrazione venne la felice idea di collocare una cuscino di fiori su un mobile di legno scuro e lucido posto nella reception. Ora, sarà stata la composizione floreale, sarà stato l'aspetto del mobile il cui legno rammentava vagamente gia di per sè quello delle bare, fatto sta che il risultato fu il seguente:



La bara completa di corona di fiori.
(Grazie all'ex collega P. per la documentazione fotografica).


La voce che forse era morto qualcuno ma non si sapeva esattamente chi, si sparse già alle 9 del mattino e iniziò una lenta processione di persone di tutti i livelli e inquadramenti che si recavano doverosamente e in silenzio a rendere omaggio alla salma.
Faccio notare che sulla destra fu posto anche un notes che assunse la funzione di registro delle condoglianze.
Ora c'è da dire che io sono sensibile a ogni tipo di umorismo, ma in particolare a quello di tipo funebre. Poche cose mi fanno morire da ridere quanto il cosiddetto humor nero, al quale sono SENSIBILISSIMO.

Credo che mai nella mia vita abbia riso così tanto. Iniziai alle 9 del mattino e finii di ridere soltanto a casa, alle 19 di sera circa, rosso in faccia e con i muscoli facciali doloranti. Dentro quell'ilarità c'era tutta la gioia che si prova a prendersi gioco almeno per una volta dell'autorità costituita - inoltre sapevo che di lì a due anni avrei dato le dimissioni. Furono risate liberatorie e indimenticabili. Risate con le lacrime.

La pagai cara. Dopo tanto ridere mi venne un mal di testa altrettanto indimenticabile. Ostinato e doloroso, piantato nella regione frontale sinistra, che durò due lunghi giorni. Ma ne valse la pena !



SECONDO EPISODIO.
ATTACCO ACUTO DI AEROFAGIA.
Vilhelmina è una piccola cittadina della Svezia centrale dove arrivai il giorno del 1 maggio 2012 nel corso del mio viaggio in bici verso la Lapponia. Proprio a causa di quella festività, l'ostello nel quale già pregustavo di installarmi per mangiare e riposare, era chiuso !
Mangiai, contrariato, una pizza in un locale e scambiai due parole con un simpatico iraniano che mi indirizzò presso l'abitazione di un suo amico - una grossa casa rossa con un paio di enormi forbici dipinte su una facciata esterna. L'amico era un omone svedese alto due metri e massiccio, un autentico orso che lavorava come piastrellista malgrado una grave menomazione a una mano, il quale aveva sposato una piccola, minuta, donnina delle Filippine che per l'appunto faceva la sua parte come parrucchiera.

Delle tre stanze a disposizione da affittare, una era occupata da un musulmano, un'altra da una coppia di studenti che si nutrivano di pizza da asporto e patatine a colazione, pranzo e cena, e la terza era libera - quella dove mi piazzai per una cifra ragionevole.

Intorno alle 14 mi ero già sistemato. Sentii che il musulmano nella stanza adiacente chiuse la porta e uscì; lo stesso fecero gli studenti. Mezz'ora più tardi, vidi uscire anche la donna. Dedussi che ero rimasto solo in tutto l'edificio.


A Vilhelmina (Svezia centrale), il 1°maggio 2012,
davanti alla casa per affittuari.



Avete mai provato a spingere una bici con 40 chili di bagagli per tutta Europa? Il segreto sta in tante cose: le gambe, la volontà ecc. - ma anche e soprattutto nella colazione, che dev'essere una SIGNORA colazione. Muesli, latte, yogurt e pane integrale a quintali erano da due mesi il mio motore. A quintali.

Ora, non so perchè - alle volte il corpo umano è un po' strano - voglio dire, come ci sono gli accumuli di stanchezza, ci sono gli accumuli di...gas -

I peti, disteso sul letto in quella stanzetta con la moquette per terra in una cittadina svedese sperduta, iniziarono dapprima timidamente, poi sempre più prolungati, infine forti e prolungati. Peti mostruosi che mai in vita mia avevo immaginato di poter rilasciare. Roba da far tremare l'edificio. In verità vi dico: fu un'esperienza esilarante, quasi mistica, che si protrasse per oltre tre quarti d'ora con sovrapposte le mie risate. Tanto... ero da solo, no ?

E invece no ! Quando dopo un'ora di spettacolo a mio (non solo mio) uso e consumo, uscii fuori dalla stanza per lavare la biancheria, mi accorsi con orrore che la piccola donna Filippina era stata tutto il tempo in casa e aveva sentito tutto. Era uscita solo un quarto d'ora per riprendere la bambina a scuola !

Mi indicò dove si trovava la lavatrice, poi si congedò con uno sguardo che diceva chiaramente (mooolto chiaramente) "ti ho sentito sai" - ma non era uno sguardo di rimprovero - c'erano risate trattenute in quegli  occhietti neri discrezionalmente abbassati da buona orientale.

La cosa fu imbarazzante, ma al tempo stesso sapevo che l'indomani sarei ripartito e non avrei più rivisto quella casa, quella città, quella stanzetta affittàtami per poche corone svedesi dove avevo rilasciato 10 metri cubi di peti compressi e arretrati. 



La Strada, anche quella della vita, ci chiede alle volte di lasciarci andare, di ridere in modo liberatorio. Quelli che si prendono troppo sul serio, per tutto il tempo, non sono mai - fateci caso - le persone più piacevoli con cui stare insieme.
La possibilità di non "subirle" è un gran privilegio -




5 commenti:

  1. Io ,a seguito di un mio show mattutino, sentii in lontananza: "eh la madooonna". Mah...
    Cercai la mia compagna e tutto ORGOGLIOSO chiesi "sei stata tu a dire eh la madonna?"; lei "no...".
    ....mmm....
    Era stata quella del piano di sotto!!! :D :D :D

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    1. Ma sìiii - confessiàmoci, sbraghiamoci, lasciamoci andare... tanto, cosa resta della vita ? Un saluto -

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  2. A Vilhelmina ci sono stata! L'agenzia forestale ha un ufficio in quella cittadina e sono stata lì per lavoro. Però ti dico che lì è già considerato nord della Svezia. Non conosco quella casa rossa con enormi forbici dipinte sulla facciata, quindi non credo di aver alloggiato nella stanza dovei sei stato tu...che fortuna :-)!!!

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    1. Ho controllato le foto, ci sono stata alla fine di maggio 2012, non ci siamo beccati per poco :-).

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    2. Sìiii, delizioso paesotto con le case tutte di legno. La casa rossa della parrucchiera si trova(va) all'inizio dell'abitato, cioè provenendo da sud; credo ancora si ricordino di me - spero soprattutto per il fatto di essere passato in bici ;-)

      a parte gli scherzi, però una cosa mi colpì: c'erano questi studenti in affitto, ricordo. A uno di essi dissi che mi sarebbe servito utilizzare il suo pc per navigare dieci minuti su internet. Non disse niente di preciso, se ne andò e non lo vidi per tutto il pomeriggio.

      La sera, a sorpresa, bussò alla porta e disse che potevo usare il pc tutto il tempo che mi serviva. Per essere un giovane dall'apparenza pigra e mangiatore di pizze da asporto stravaccato sul divano, fu un gesto che invece denotò attenzione, educazione e interesse. Mi sorprese, davvero.

      Un saluto, carissima -

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