Questo è quello che vedo dal letto di questa stanza in questa casa di pietra che una volta era un magazzino per le nocciole, e prima ancora residenza di Baroni. Vedo luce che irrompe forte, alle 6 e trenta - il sole appena apparso dall'altro versante delle montagne.
La luce invade la casa, entra nell'altra stanza, dove faccio colazione.
Ho deciso di tenere pochi mobili, in questa casa - e pochi oggetti. Le dimore di campagna devono essere leggere, senza ninnoli inutili - vasi, vasetti, orci, pentole di rame appese, soprammobili - tutte cose che accumulano polvere in breve tempo. Mi piace così.
Stamattina i gatti non premono da dietro la porta chiedendo da mangiare: sono ancora mezzi rimbambiti dal sonno. Sono le 7 e c'è ancora fresco - faccio un breve giro nell'orto. Rientro a casa per una doccia.
Più tardi ritirerò i panni stesi ieri ad asciugare sul retro dell'edificio, e forse mi siederò un'oretta a leggere narrativa sulla poltrona di rattan semidistrutta che ho collocato all'ombra del vecchio aranceto piantato più di un secolo fa. Da quel punto vedo uno scorcio di mare lontano.
INCOMUNICABILITA', VOLENTE O NOLENTE.
Ogni anno è così. Finisco per fotografare dettagli. Non riesco a dare uno sguardo d'insieme, a ottenere immagini esplicative, chiare, di quanto sia grande questo posto - e meno che mai di quanta fatica ci voglia per metterlo bene in riga. Forse dovrei fare dei filmati, uno dei quali fatto con un drone.
Le tre foto sopra, ad esempio: sembra tutto "piccolo"; io che passeggio su un sentierino, un pezzo di noccioleto potato, il materiale di risulta ammucchiato. Sembra tutto "rimpicciolito", in fotografia.
C'è dell'altro, invece. Vicino a all'ulivo della prima foto indugio sempre, la sera - infatti sulla destra si vede un sedile: nessuno l'aveva notato, vero? - è uno spazio pieno di energia e dal quale torno a casa quando l'ultima luce del giorno svanisce. Il noccioleto ripulito nella seconda foto si trova nella zona alta del terreno, quella più difficile da falciare e potare; quest'anno l'ho anche rastrellata: come faccio a rendere l'idea di cosa significa rastrellare con un caldo a 38 gradi?
E il materiale di risulta, infine: come faccio a trasmettere la soddisfazione che dà, vederlo lì ogni giorno - testimonianza concreta delle cose che ho fatto ?
Ritorno ai dettagli, sempre loro:
La luce del pomeriggio che filtra dai rami e si proietta a lato di una vecchia finestra, alle 5 e 45 precise.
Un ulivo secolare che prima era circondato da erbaccia alta quanto me, e adesso è anche Lui elemento di questo parco naturale. Silenzioso e grato.
Due anni fa quest'albero mi ha dato un olio con cui ho condito due fette di pane casareccio ancora caldo e a cui ho aggiunto dell'origano di Sicilia.
Sul retro della casa è giunta l'ombra. Passo una mezz'ora a tagliare rami di nocciolo con la motosega. Accatasto i pezzi a lato; inizieranno ad essiccare al sole di Agosto. Un'altra foto.
Ma essa non rende l'odore di legna appena tagliata che sento anche a dieci metri di distanza, e alle volte, portata da un soffio di vento e attraverso la finestra, sin dentro la cucina di casa.
Ma essa non rende l'odore di legna appena tagliata che sento anche a dieci metri di distanza, e alle volte, portata da un soffio di vento e attraverso la finestra, sin dentro la cucina di casa.
La campagna, la propria terra, va vissuta.