Questo sabato mattina uggioso e foriero di temporali ho raccolto le olive con l'aiuto dei miei vicini, che possiedono reti apposite e quanto serve alla bisogna. La produzione è stata scarsa ma abbiamo deciso di non perdere quello che gli alberi hanno comunque generato.
Gli ulivi che abbiamo sono di una varietà particolare DOP dei Nebrodi. Si chiamano Minute perchè piccole di dimensioni. Sebbene la resa nella spremitura sia tra le più basse, l'olio che se ne ricava ha un'acidità pressochè nulla e una struttura chimica che ne impedisce la degradazione: che ci si creda o no, dopo tre-quattro anni è ancora fresco come appena spremuto.
Due anni fa la produzione è stata notevole e abbiamo portato a casa 45 litri di quest'olio favoloso. Quest'anno se arriviamo a 10 litri è già tanto.
Ma va bene così.
Abbiamo iniziato a disporre le reti alle 8 di mattina e abbiamo terminato il lavoro alle 12 bagnati fradici dalla testa ai piedi a seguito del diluvio che è sceso dal cielo siciliano. E qui sul lato tirrenico, quando piove, piove che dio la manda -
Rientrato a casa ho fatto una doccia calda e acceso la stufa. Adorata divinità-stufa, da me recuperata tra i rottami di un fabbro: il proprietario l'aveva buttata via. I capelli me li sono asciugati al calore della stufa mentre fuori continuava a piovere a dirotto. Ho collocato i salsicciotti antispifferi alle vecchie imposte di legno, e preparato un "lauto" pranzo a base di pane di casa, pecorino, olive, vino e tre caki arancioni, bellissimi.
sopra e sotto: i caki tradizionali, semiliquidi.
Ben diversi dai caki-mela solidi introdotti recentemente
allo scopo di non far sbrodolare il consumatore.
Adoro i caki, ricchi di potassio e fonte di energia. Il vecchio albero sotto casa quest'anno ne ha prodotti a quintali. I frutti in eccesso rimangono sulla pianta, incapace di portarli a maturazione. Questo è stato un anno tutto strano: mele a fine Luglio; pere a tonnellate (mai così tante); funghi Porcini poco e niente (gli altri anni non sapevamo più che farcene); tutti gli altri tipi di funghi, soprattutto velenosi o sospetti: una marèa; noci... tante e precoci; castagne poche e piccole. Nocciole: una tonnellata esatta; uva abbondante e intatta come mai prima.
Forse è stata la siccità prolungata da inizio primavera a causare questa produzione "patchwork" che ha riguardato anche il mondo degli insetti: mosche e zanzare, rammento, quest'estate erano il 10% di quelle che ci sono normalmente: ogni cosa ha i suoi lati positivi. Maledetti insetti volanti - per fortuna l'Autunno puntualmente se li porta via, li fa sparire.
Uno dei due soli Porcini trovati quest'anno, a fine Settembre.
Poche castagne, quest'anno, diciamo una decina di ciotole come questa.
Noci a bizzeffe, e in anticipo. Almeno 40 chili.
Il pranzo mi è rimasto un po' sullo stomaco. Sorseggio un bicchiere di Magnesia Sanpellegrino. Mi ricorda mio nonno materno, la Magnesia. La prendeva sempre la sera, quella polvere bianca misteriosa pubblicizzata nelle riviste degli anni Trenta, per le quali io ho un autentico culto.
Ho fatto appena in tempo a portare le olive al frantoio, distante due chilometri da qui. Hanno detto che mi richiameranno quando il mio olio sarà pronto.
Ogni tanto mi arrivano notizie dal mio ex-posto di lavoro. Chi è riuscito a dare le dimissioni - chi ha fatto figli - chi ha avuto un infarto. Quanto era diversa, quella vita. Sembra lontana anni luce, eppure sono passati appena cinque anni. Forse ho fatto davvero tante cose, in questi cinque anni.
Fuori ha ripreso a piovere. Piove sul tetto della ex-stalla visibile dalla finestra: sono contento di averla ristrutturata, anche se è costata soldi e fatica. Nella stanza da dove scrivo la luce è sempre più bassa, e accendo una candela per vedere meglio la tastiera. Continuo ad alimentare la stufa, che divora legna di nocciolo e rumoreggia cupa: il rumore diventa più basso quando chiede altra legna - l'orecchio ormai è allenato a capire. Attualmente ho legna per una decina d'anni. E non ho messo mano al bosco di rovere lassù in alto, quasi impenetrabile. Neanch'io conosco bene il confine, e forse non lo saprò mai con precisione.
Mi sistemo su una poltrona dell'Ikea mezza distrutta dai gatti, col cuscino dietro, e leggo narrativa di viaggi.
Mi sistemo su una poltrona dell'Ikea mezza distrutta dai gatti, col cuscino dietro, e leggo narrativa di viaggi.
Mi alzo per farmi un tè con una fetta di un limone raccolto fuori; poi mi alzo e torno al tavolo perchè mi è venuta un'idea su un'escursione da fare sull'Etna - e quindi tiro fuori la cartina e ci rimugino sopra venti minuti. Poi tiro fuori l'Atlante, perchè mi è venuta un'altra idea su un possibile viaggio in bici. Geograficamente, non ho mai pace.
Esco sulla soglia a osservare la pioggia, e i gatti ne approfittano per infilarsi in casa e appropriarsi di sedie e poltrone dove si inchioderanno fino a stasera. Quei due cornuti.
L'odore della legna bruciata mi arriva dalla canna fumaria, da sopra il tetto di questa casa di pietra.
La foschìa ha ammantato il bosco appena dietro, che sparisce in un grigio uniforme.
Stasera guarderò al computer la seconda metà di un bel film che un caro amico mi ha salvato sull'hard-disk.
Scalderò dell'acqua in una pentola sopra la piastra di ghisa della stufa e ci riempirò la borsa dell'acqua calda da mettere dentro il letto.
Ma prima so già che uscirò fuori qualche minuto ad annusare l'aria umidissima della sera e ad osservare le luci delle poche auto che viaggiano sulla strada di fondovalle, molto più in basso di qui.
C'è vento da Nord, e sarà una sera fredda.
E' una summa lunga di cose: l'aver cambiato vita, l'autunno, la casa-rifugio, il silenzio, i pannelli fotovoltaici, la legna al posto dei termosifoni, ma soprattutto 'fare quello che piace', che poi alla fine è la fonte primaria di felicità, senza troppe menate.
RispondiEliminaMa non sei mai stato in Sicilia ? Se presa dal verso giusto, è davvero un paradiso. Se poi ti piace l'escursionismo - come mi sembra di aver capito - l'Etna è pazzesca, la conosco palmo a palmo. Vuoi passare qui qualche giorno, sono da solo fino a metà dicembre - non ci sono problemi. Aereo per Palermo e treno per Capo d'Orlando.
Figurati. Ci ho fatto il callo. Che poi uno il video se lo dovrebbe rivedere due o tre volte, dato che è tutto un casino di mosse e dettagli finalizzati a sappiamo cosa: trasportare qui tutti quei chirurghi, ingegneri, fisici - gente di cui abbiamo assoluto bisogno.
RispondiEliminaDovrebbero trasmetterlo (il video) ogni sera al posto di quell'idiota che apre gli scatoloni e fa vincere migliaia di euro sulla prima rete nazionale. Panem et circenses.
"C'è vento da Nord, e sarà una sera fredda"
RispondiEliminaUè giargiana, figa, almeno percepisci anche tu un po' di aria nordica, figa.
(ho guardato un po' di video del milanese imbruttito partendo dal link alla "gita fuori porta" che era sul blog di Lorenzo).
Allora torni a età dicembre. Sbaglio o stai passando sempre meno tempo al nordE e sempre di più nella terra dei fichi d'india?
(sinceramente ,nei tuoi panni, anch'io farei così).
Vedo che sei riuscito a commentare col profilo solito, prob. hai seguito i suggerimenti di L. - Sì, più o meno torno a metà dicembre, per fortuna con le navi non è come con gli aerei, puoi prenotare anche pochi giorni prima - non c'è un algoritmo di calcolo del prezzo punitivo: ecco, l'ho detto...
EliminaBah, più o meno il periodo è sempre da fine maggio a metà dicembre. Ma l'anno prossimo vorrei anticipare un po' così inizio prima con l'orto.
i cachi sono uno dei frutti più belli in assoluto.
RispondiEliminasono anche buonissimi, non capisco perchè tante persone li schifino.
è un frutto che mi ricorda l'infanzia.
nel caso me ne uscissi con un post-tributo dedicato a questi frutti, mi piacerebbe usare la tua foto, con riferimento al tuo blog, si intende.
Nelle società opulente una marea di gente schifa una corrispondente marea di cose. Un po' di sana fame livellerebbe tutto e sarebbe MOLTO educativa, grandi e piccoli.
EliminaIl caki probabilmente viene negletto perchè la sua variante tradizionale semiliquida sbrodola il consumatore. Infatti si sono affermati di recente i caki-mela solidi. I quali però sono meno saporiti - io non li ho mai comprati e non li pianterei.
Analogamente, i palati-fini disdegnano la frutta con i semi. E il mercato ha risposto cercando di produrre frutta che ne è affatto priva.
Non voglio recitare il ruolo dell'ecologista fanatico - e non lo sono - ma sono tutte forzature figlie degeneri di una società infantile e imborghesita dal dopoguerra in poi. Questa è storia documentata, non lo dico io.
la sto facendo lunga, e mi fermo qui.
Puoi usare la foto. NESSUN problema, anzi mi fa piacere. Non sei obbligata a citarmi.
Quelle a cui tengo sono essenzialmente le foto di paesaggio; le altre sono solo le componenti di un diario di vita.
concordo con la tua disamina sociologica. c'è una perdita di buon senso allarmante.
RispondiEliminalasciar marcire i frutti dei propri alberi -troppo sbattimento raccoglierli!- e poi andare al supermercato a comprare la papaya e il mango a prezzi spropositati. Parlo di costi non solo economici ma anche ambientali, che sono quelli che mi interessano di più.
Perchè io sono un'ecologista fanatica.
Grazie della foto ... in verità l'ho pubblicata ... ehm ... prima che mi dessi il permesso ...
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